lunedì 30 giugno 2008

Un'altra storia

La Sicilia , terra di vini favolosi ed evocativi , e misteriosi e corposi e lievi al tempo stesso, ha risvegliato in me l'amore che ho sempre portato alla mitologia greca. Voglio raccontarvi un'altra storia, spero vi piaccia e vi distragga in queste calde giornate di prima estate.

Dioniso, il Bacco dei Latini, era figlio del grande Zeus e di Semele, la quale, sventurata, morì incenerita per aver voluto vedere il volto del suo divino amante che si era copiosamente congiunto a lei sotto le sembianze di vari animali. Il fanciullo fu allevato dalle ninfe dei boschi, che lo nutrirono di dolcissimo miele. Crebbe bellissimo e vigoroso e, nonostante fosse irresistibilmente attraente per ogni figura femminile che lo incontrasse, fino a trascinarla verso la perdita di ogni inibizione,il suo primo amore fu Ampelo, un bellissimo giovane che viveva fra i Satiri. Erano coetanei e giocavano presso le rive del fiume Pattolo. Giocavano nelle acque, si riposavano lungo gli ombrosi argini, si rincorrevano nei boschi, lottavano fra di loro e cacciavano. Il giovane dio amava far vincere l'amato compagno il quale si cimentava in imprese ardite,cavalcando tigri, orsi e leoni, per colpire l'attenzione dell' amante.Ma Dioniso, in seguito ad un sogno premonitore, raccomandava sempre al giovane efebo di evitare accuratamente il toro e le sue corna. Un giorno l'improvvido destino, spinto dalle mani della gelosa Era, moglie perennemente tradita di Zeus, gli fece scorgere un gigantesto toro che si abbeverava alle acque del fiume. Deciso a sfidare le raccomandazioni del dio, il giovane ornò il capo dell'animale di narcisi ed anemoni e gli montò in groppa. Galoppando fra i boschi, l'imprevidente osò farsi gioco della luna, la quale, per punizione mandò un tafano a pungere il toro, che, imbizzarrito,disarcionò Ampelo e lo trafisse con le corna. Dioniso, immediatamente sopraggiunto, versò lacrime disperate sul corpo dell'amato e cosparse di ambrosia le sue ferite, tentando di rianimarlo. Subito Eros, i Sileni, Helios e le Ore accorsero a consolarlo senza successo: il dolore era troppo grande. I lamenti giunsero sino ad Atropo, la Moira che filava il destino di ogni creatura, che, pietosa , dette nuova vita al corpo di Ampelo il quale mise subito radici e si trasformò in un tralcio di vite. Dioniso, avido di abbracciare ancora il suo compagno,strinse fra le amorose mani un grappolo d'uva e dallo sconociuto frutto stillò un nettare, più dolce dell'ambrosia e di colore rosso sangue. E donava l'ebrezza, quella necessaria per dimenticare il dolore.
Il vino aveva fatto la sua prima apparizione sulla terra.

venerdì 27 giugno 2008

Fascismo

Una notizia, nel torpore quasi rassegnato che mi sta invadendo, ha risvegliato in me la rabbia devastante: la schedatura, tramite le impronte digitali, dei bambini Rom. E' una cosa scandalosa che ci riporta indietro di anni ed anni, una vera discriminazione etnica. Neanche Mussolini ed Hitler arrivarono a tanto. Egregio Ministro Maroni, è facile accanirsi con prede inermi, chiederle di interessarsi fattivamente di criminalità organizzata è impensabile, vero? So bene che i due terzi degli Italiani sono concordi, lo so. Ma ci sono anche quelli come me che non possono accettare questa barbarie. Non possiamo permettere che i bambini Rom siano sottoposti ad una pratica che non ha precedenti nella Storia delle persecuzioni e dei genocidi.
Intendo mettermi in fila anche io: non sono bimba, non sono Rom, ma voglio essere schedata insieme con loro. E spero che chi di noi ha bambini, conduca i loro figli e nipoti per essere schedati. Lo facciamo anche per loro, per garantire un futuro in una società civile.
Giù le mani dai bambini, che vanno tutelati, non discriminati.

giovedì 26 giugno 2008

Pietre che parlano

Continuo a parlarvi della Sicilia. Per fortuna ho questo argomento, altrimenti mi sarei vista costretta ad occuparmi del Cavaliere senza macchia e dei suoi scagnozzi. Povera Italia, in mano agli Italiani che hanno voluto tutto questo. Mi sento colpevole, mi sembra di abbandonare la nave quando sta affondando. Ma se i passeggeri sono coscienti e consenzienti? Se lo hanno voluto loro? Beccatevi il caimano, beccatevelo ora come Presidente del Consiglio e,a seguire, se la salute lo assisterà, come Presidente di tutti noi Italiani. Magari in una bella Repubblica presidenziale, in stile americano. Ce lo meritiamo. Sono stata sempre una diversa, continuerò ad esserlo. Minoranza della minoranza. Anche se il cuore mi fa male ed il fegato è spappolato. Tutto quel clamore sulla sicurezza era esclusivamente finalizzato alla sicurezza del nostro presidente. A Roma si dice "st'impunito", e mai come nel suo caso l'espressione è adatta. Sono nauseata!
La Sicilia dunque.
Assistere alla rappresentazione di una tragedia al teatro greco di Siracusa è un'esperienza emozionante. Questo è stato il quarto anno consecutivo in cui ho avuto la fortuna di partecipare all'evento. La fondazione INDA mette in scena ogni anno , per la stagione estiva, due tragedie che si replicano per sette settimane a giorni alterni. E, data la sconvolgente attualità dei tragediografi, l'argomento ha sempre una stretta relazione con l'attualità. La legalità è il filo conduttore della stagione corrente, vista attraverso gli occhi di Eschilo nella trilogia dell'Orestea e la dottissima traduzione, moderna ed immediata, di Pierpaolo Pasolini. Su una scena metafisica, che riecheggia atmosfere alla De Chirico, sfilano l' "Agamennone", le "Coefore" e le "Eumenidi", a rappresentare e sottolineare, con l'istituzione del primo tribunale della storia, il passaggio alla legalità. Il rimando particolare all'Italia di oggi è immediato e diventa grido civile e di speranza, degno di partire da un luogo che, per storia e definizione, è deputato al dibattito ed alla riflessione sui grandi temi etico-politici di sempre. Quel gran titano del pensiero che è Eschilo ci prende per mano con vigore, quasi imponendosi, e ci fa riflettere su temi universali quali sono il rapporto fra il destino personale e l'ordine universale,il conflitto fra vendetta e giustizia,il senso di colpa e la sua ereditarietà, fino all'affermazione di una società moderna e civile che introduce l'organo dell'assemblea con il compito del giudizio e segna l'avvento della democrazia. Inutile dire che, a scuola, vedevo Eschilo come una spina nel fianco: non ne compresi affatto la portata e, credo, nessuno mi incuriosì a tal punto da farmene capire la cocente e perenne attualità. Un'ultima nota sul luogo: pietre che parlano, questo è ciò che mi sento di dire. Sedere su quei gradini millenari, scolpiti uno ad uno nella viva roccia , sfruttando il naturale declivio del colle, è come sedere sulla storia e sulla vita intera. Pensare che prima di me altri uomini, da ventisei secoli, hanno goduto di quello spettacolo mi imprime un desiderio quasi doloroso di provare a vedere con i loro occhi quello che vivo oggi, di fronte allo stesso scenario. All'imbrunire le pietre, bianche, si accendono del colore dell' oro e poi diventano rosa, e arancio, per sfumare lentamente nel buio e sull'ultima battuta della rappresentazione: "Comincia il regno della giustizia".
Un'esperienza esaltante, e commovente: anche questa è la Sicilia.
Continua.....

mercoledì 25 giugno 2008

La fonte Arethusa

Vi racconto una storia, anzi, ve la racconta Ovidio nelle “Metamorfosi”.
Le favole aiutano a vivere, ed a superare tempi bui, come quelli che viviamo.
Prendetevi una bella bibita fresca, magari un “Garibaldi”, come i Siracusani hanno patriotticamente rivisitato l’Orange Campari: succo d’arancia, Campari bitter, acqua tonica e tanto ghiaccio. Una cannuccia e immergiamoci nel sogno.


Arethusa era una delle ninfe al seguito di Diana, la sua prediletta. Trascorreva le giornate rincorrendo caprioli e daini nel rigoglioso bosco alle falde del monte Olimpo. Era bella,bellissima, dai capelli folti e neri. Bella e modesta, soleva dare poco valore all’aspetto esteriore.Provava rossore e timore a mostrarsi agli uomini. Durante una battuta di caccia si allontanò dal gruppo di ancelle al seguito della Dea e si smarrì. Arrivò davanti alle sponde del fiume Alfeo: acque pure, dolcissime e limpide, tanto da poter scorgere la ghiaia sul fondo. Intorno il silenzio, interrotto solo dal volo degli uccelli. Ebbe voglia di un bagno, la fanciulla, e, spogliatasi, entrò sinuosamente nelle acque cristalline. Il silenzio era quasi inquietante. Ebbe la repentina sensazione che, verso il centro del fiume, l’acqua iniziasse a fremere ed a formare dei vortici quasi danzanti; le parve che la volesse cingere, accarezzare, avvolgere ed attirare a sé. Turbata da queste sensazioni, cercò di affrettarsi verso l’uscita, ma , in quel momento, il fiume Alfeo si tramutò in giovane biondo che, sollevando la testa dall’acqua e scrollando la folta chioma, si mostrò alla ninfa con gli occhi di un uomo innamorato. La bella riuscì a liberarsi dall’abbraccio dell’acqua ed a fuggire, nuda, nei boschi. Alfeo, nudo anch’egli, la inseguì. Dopo tanto correre, la fanciulla,stanca, percepì che il giovane la avrebbe raggiunta, ed avrebbe violato la sua purezza che non aveva ancora conosciuto le gioie dell’amore. Invocò Diana, la bella Arethusa,chiese la sua protezione,la pregò di trasformarla in sorgente di acqua, lontano da quelle sponde. La pietosa Dea la avvolse in una fitta nebbia che la celò agli occhi di Alfeo,quindi la trasformò in sorgente, trasportandola in Sicilia, nell’isola di Ortigia. Alfeo continuò a cercarla, pazzo d’amore. Quando capì che la sua amata era fuggita per sempre,tornato ad essere fiume,pianse disperatamente e straripò dai suoi argini. Straripò d’amore. Giove onnipotente, mosso a pietà, gli permise allora di raggiungere Arethusa, scorrendo sotto il mar Ionio, dal Pelopponneso sino alla fonte di Ortigia, unendo finalmente le sue acque a quelle della bellissima amata. Una congiunzione totale ed eterna.
Oggi sono ancora lì: affacciati sul mare, si abbracciano fra anatre e papiri.
Io li ho visti ed ho udito il loro canto d’amore

martedì 24 giugno 2008

Trinacria my love

Se si ama il caldo, il sole, il mare, l'arte, la storia ed il buon cibo, sempre abbinato al buon vino,la Sicilia è il posto ideale. Per me lo è. Questo è il quarto anno consecutivo in cui trascorro le mie vacanze da quelle parti. Iniziai con una settimana, proseguii con dieci giorni, continuai con quindici, questa volta sono stati ventitre. Non oso immaginare cosa accadrà negli anni a venire. Finirò per l'andare a vivere lì. Mi sono innamorata al primo contatto, ed io mi conosco: quando amo davvero, è per sempre. Una carissima e generosissima amica dispone di una casa ad Ortigia , il centro storico di Siracusa,un'isola nell'isola, ed è felice quando i suoi amici la usano. Una bella e grande casa, con tutte le comodità e con vista sul mare, e sulla storia. Mi credete se vi dico che mi commuovo anche solo a scriverne? Disporre di una casa è come essere un po' del luogo: gli alberghi sono anonimi, le case vivono. Ormai il pizzicagnolo all'angolo mi conosce, ed anche il vinaio anarchico, e tutti i ragazzi del meraviglioso banco del pesce e quelli della frutta e della verdura, al mercato. Mi riconoscono e mi salutano come una di loro e mi raccontano le loro storie. Sono la signora abruzzese, ma sono più che certa che non collocano bene la mia regione: pensano che si trovi al nord, nonostante io mi spertichi a dire che sono una donna del sud, come loro. Terrona ed africana, e felice di esserlo. Sono arrivata a Siracusa stanca, molto stanca, ed ho deciso di restare ferma per una settimana, a godere solo di quell'isola incantata e del riposo. Poi siamo partiti alla scoperta di altri luoghi, per dieci giorni, per tornare, infine, in Ortigia a concludere la vacanza, vivendo di emozioni millenarie, fatte di luci, colori e pietra.
La Sicilia è un immenso libro di storia dell'arte che attende solo di essere sfogliato lentamente, ed amato.
Vi parlerò ancora del mio soggiorno, nei post a seguire.


lunedì 23 giugno 2008

Sono tornata


Eccomi qui al rientro dalle vacanze. Quella della foto è la spiaggia che ho eletto "mia". Venerdì ero lì: io, il sole, il mare, la pineta e i miei pensieri. Ora devo lavorare e sistemare parecchie cose, ma tornerò presto a parlarvi della Sicilia. Un abbraccio a tutti, sono contenta di ritrovarvi. Passerò da voi per i saluti.
A presto......