martedì 31 marzo 2009

Terremoto

Sono tre mesi che a L'Aquila la terra trema. Quasi trecento scosse.Ieri alle 15,38 c'è stata quella fortissima. Panico in tutta la città. A seguire, altre quattro abbastanza intense. E stamani alle 8 un'altra ancora. Io ho dormito in auto. Sono terrorizzata.
A presto. Spero.

domenica 29 marzo 2009

Il regno celeste

L'ho visto Dio sceso sulla terra a miracol mostrare. L'ho visto alla televisione,nell'azzurro, fra vapori nebbiosi. E pontificava e aveva gli angeli seduti in prima fila. I guardiani del trono, investiti di luce divina, ad annuire soddisfatti e a battere le mani. E a cantar le sue lodi. Serafini, cherubini. C'era anche un putto, accolto sul palco celeste da una standing ovation. Eppure il suo parlare era infimo, inferiore persino alla sua statura. Ho visto un serafino, quello più prossimo al Signore, in difficoltà, con il volto contratto spesso in smorfie quasi dolorose. Pensava all'autederminazione, all'accoglienza del diverso, ma chinava il capo, anche lui. E poi l'onnipotente ha lanciato i suoi strali contro l'esercito del male, destinato all'inferno, se non disposto a redimersi e ad accogliere il suo verbo. L'unico possibile. A tutti gli altri prometteva il paradiso. E il popolo applaudiva. Gli avevano pagato la trasferta. Era una convention aziendale. All'uscita ricchi premi e cotillons.

venerdì 27 marzo 2009

Lui è di Gesù

Ah, se non ci fosse Silvio Di Giorgio (http://silviodigiorgio.blogspot.com/), come farei? A lui il merito di avermi fatto conoscere, non personalmente purtroppo, Nicola Legrottaglie. Ne accennava in un suo post ed io, curiosa, sono andata a guardare. Allora, 'sto Legrottaglie è un calciatore. Per questo non ne sapevo nulla. Son certa, però, che voi lettori uomini lo conoscete.Diciamo che il post è per le Signore. Nel 2006 il suddetto ha fatto un bell'incontro: ha incontrato Gesù. E ora vive seguendo gli insegnamenti della Bibbia. E fin qui tutto bene: bravo ragazzo. Gesù è arrivato a Siena, bussandogli alla schiena, sotto le spoglie di un tale Tomas Guzman. Son bastate quattro paroline "Nicola, perché non credi?" per farlo aderire entusiasticamente, senza se né ma, al corpo di Cristo. Il nostro, dopo tale folgorazione, si chiede sempre cosa farebbe Gesù al suo posto e si comporta di conseguenza. Ancora tutto bene. Cristo era un vero socialista. Approvo. Vuole, a carriera terminata, andare a fare il missionario in Africa.Dice che glielo promise, a Gesù, quando aveva dieci anni, in cambio della maglietta della Nazionale. E Gesù il suo dovere lo ha fatto, ora tocca a lui mantenere il voto. Sostiene di essere casto da due anni, ché il famoso sesso senza amore, non finalizzato alla procreazione, non gli interessa. E vabbè, de gustibus. Quando una ragazza gli piace, si limita a baciarla. Si lancia anche in ardite similitudini fra il gioco del calcio e il concetto del bene e del male "Il Male gioca in contropiede. Un cristiano di fede solida deve saper tenere alta la linea difensiva e lasciarlo sempre in fuorigioco" Bravo, come semplificare un concetto tanto astratto. Per farlo capire anche a quelli della curva sud, insomma. Pensate che qualche tempo fa rischiò addirittura di essere venduto ad una squadra turca, ma lui pregò e Gesù, sempre disponibile, lo salvò da un incontro ravvicinato con i musulmani che avrebbero potuto attentare a tanta granitica fede. Però, ultimamente, il giovanotto si è allargato. Lo dico sempre che sti calciatori dovrebbero parlare fino ad un certo punto e poi tacere. Discetta di omosessualità:
“Oggi viene vista come una moda, una maniera come tante per essere contro. Nella Bibbia c’è scritto chiaro e tondo che l’omosessualità, sia maschile che femminile, è peccato. I gay fanno parte del mio prossimo e quindi li amo. Da etero e cristiano consiglio loro di leggere la Bibbia”
Insomma, ci ha tenuto a dire che lui è etero, ed i gay li ama solo da buon cristiano,dovessimo mai frantendere. Ma io di questi gay per moda e per il controcorrente a tutti i costi non ne conosco. E ne conosco tanti. E siamo amici, e me lo direbbero se lo fanno per essere "in". Il nostro pare faccia incontri al lunedì dove si propone di redimere gli omosessuali. Con qualcuno ci è anche riuscito. Ora hanno moglie e figli. Forse è amico di Povia, chissà. Si scambieranno impressioni e valutazioni. E sti Luca li conoscono solo loro. Ma lui, Nicola, sa di cosa parla, lui appartiene a Gesù.
Un mio amico gay, non per moda, soleva dire: "ah, sei di qualcun altro? E vabbè, tanto io non sono geloso".

giovedì 26 marzo 2009

Allarme Darfur

Il Darfur è una grande regione sahariana, il doppio dell'Italia, del Sudan occidentale ed è sconvolta dal 2003 da una feroce guerra civile che vede contrapposta la popolazione nera sedentaria, che è la maggioranza, alla bianca minoranza nomade, che è appoggiata dal governo centrale.La guerra si è trasformata in repressione selvaggia e genocidio, e conta a tutt'oggi, macchiandosi di orrori senza fine, oltre trecentomila vittime e quasi tre milioni di profughi.Le cause del conflitto affondano le radici in tempi lontanissimi e vedono lo scontro fra diverse etnie, ma da tempo il vero motivo sono l'acqua e le terre da pascolo,una guerra tra poveri, acuita dalla carestia che negli anni ottanta ha colpito la regione e dal processo di desertificazione che sta avanzando in tutta la zona. La situazione è ulteriormente precipitata da quanto la Corte Penale Internazionale de L'Aja ha emesso un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l'umanità contro il presidente sudanese Omar al Bashir il quale si è fatto beffa di tale decisione, supportato dalla solidarietà di quasi tutta l'Africa nera ,ed ha espulso tredici organizzazioni non goverantive, che operavano per massima parte in Darfur, accusando gli operatori umanitari di essere spie. E la catastrofe è dietro l'angolo.
Entro maggio - riferisce la Bbc on line - oltre un milione di persone nel Darfur resteranno senza cibo per l'impossibilità di distribuire aiuti alimentari, dopo che il governo sudanese ha espulso le organizzazioni internazionali che se ne occupavano. E' quanto ha dichiarato a Khartum il coordinatore dell'Onu per gli aiuti umanitari in Sudan, Ameerah Haq, aggiungendo che si teme anche una drammatica diminuzione delle riserve d'acqua, già scarsissime, nel giro di due settimane.

Di fronte a queste tragedie, ogni altro problema mi appare ridicolo. La crisi economica dell'occidente è nulla di fronte a chi da anni lotta per la sopravvivenza. Eppure in Italia molti ignorano cosa sia il Darfur, ché i media parlano di altro. E le grandi potenze economiche non sono interessate, essendo i giacimenti petroliferi in quella zona di scarsa rilevanza.Guardate questo link, che forse conoscete, e capirete in mano a chi siamo

mercoledì 25 marzo 2009

Gran Torino

Che bello andare al cinema ed uscirne con la consapevolezza di aver aggiunto un'altra tessera al puzzle della nostra anima. "Gran Torino" è un film che nulla aggiunge, per persone come noi, ai grandi temi che sentiamo nostri. Ci parla di avvenimenti e sentimenti che conosciamo, ma lo fa con la durezza e la grazia delle cose di tutti i giorni. C'è un bel po' di roba dentro: la guerra,il razzismo,il pregiudizio,il bene ed il male, il perdono,il rapporto con Dio. E con se stessi. E il tutto giocato con dialoghi semplici, ma spietati, che toccano il cuore. E questo è quello a cui Eastwood ci ha abituati da tempo. Le sue sono grandi storie classiche raccontate in maniera classica. Dove il fulcro non sono i personaggi, o le scenografie, o le ambientazioni, ma la storia, la storia nuda e cruda. E qui la storia è di amore per la giustizia e di sacrificio in nome di essa. Ed è la storia di un eroe dei nostri giorni. Un film che non si dimentica.

lunedì 23 marzo 2009

Marsiglia

Di Marsiglia posso raccontarvi ben poco, ché, si sa, quando si va fuori per lavoro, non si ha tempo per gironzolare. Sicuramente non è una città per turisti. E questo già mi piace. E non è da fotografare, è una città da vivere e da conoscere senza fretta. E da assaporare e condividere. Quando dicono che è città di luce, è vero. La prima sensazione è proprio quella: la luce, violenta, ti casca addosso investendoti in pieno, già dalle prime ore del mattino. E fino a tardi, fino al tramonto. Senza defezioni, imperterrita. E colora tutto con grosse pennellate decise, che non ti fanno sfuggire niente. Poi gli odori di Mediterraneo: Italia, Spagna, nord Africa. Odore di porto orientale che sa di spezie e di legno, e odore di aglio e di basilico. E di mare. Marsiglia parla con l'Oriente, e si sente che lo fa da secoli. Insomma, anche passeggiando brevemente per le sue strade, si attraversano mille altrove, che sanno di storie di viaggio e di migrazione. E integrazione. Si parla francese, italiano, spagnolo, turco,comoriano, creolo, arabo. E si prega Dio, o Allah, o non si prega affatto. E si mangia pizza, kebab, cous-cous, spaghetti, bouillabaisse, paella,croquettes e si veste in jeans, challaba, chador, o nei coloratissimi abiti delle colonie francesi dell'Africa nera. Il mondo convive e si guarda da vicino. E' un luogo di arrivo e di passaggio, di quei passaggi che,però, senti che potrebbero durare una vita intera. Altro non posso aggiungere, se non che, per ora, son contenta di avere l'opportuità di tornare da quelle parti per approfondire le mie sensazioni.
Un'ultima nota. A cena con colleghi marsigliesi mi sono sentita dire: " Italie? Ah, vous avez Berlusconì. Il est si amusant!" E le parole erano, immancabilmente, accompagnate da un sorrisino beffardo. Insomma, 'sta cosa, detta da un popolo che ha alle spalle una rivoluzione e, per giunta, un inno come la Marsigliese, e, per ulteriore giunta, è perennemente accompagnato da quella grandeur atavica che lo fa sentire un gradino sopra a tutti, impedendomi il mio povero francese di spiegarmi come avrei voluto, mi poneva in una sorta di livello di inferiorità e sortiva solo l'effetto di farmi girare vorticosamente gli zebedei. Ma la colpa di tutto questo non era loro, dei Francesi: la colpa è solo nostra. Per fortuna lo champagne, il Pastisse e il Bordeaux hanno espletato la funzione dell'oblio.

martedì 17 marzo 2009

Dignità e lavoro

Di questi tempi, tempi duri e difficilissimi per il sindacato italiano, anche una sbiadita rievocazione televisiva da libro Cuore, andata in onda su Rai1, della figura di Giuseppe Di Vittorio può suscitarmi emozioni. La regia, pur lenta e pedante, e scolastica, che, inondandolo di retorica, non ha saputo conferire al personaggio quella forza travolgente, generata dalla profonda motivazione della lotta di classe, ha, comunque, smosso in me quel senso tristemente nostalgico del tempo che fu. Giuseppe Di Vittorio si oppose con tutto se stesso contro la paura dei lavoratori di rivendicare i propri diritti , con lo scopo primario della libertà e della giustizia sociale. Un uomo e la forza delle sue idee, e la battaglia di una vita, per i diritti di tutti i lavoratori, di destra e di sinistra. Un vero rivoluzionario, e un combattente, padre del primo articolo della Costituzione Italiana "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." Popolo, quello di Di Vittorio, fatto di poveri, braccianti, operai. E la lezione di vita è quella della povertà che lotta contro il padrone che vìola i diritti, e non contro coloro che sono ancora più poveri e disperati. Come oggi accade in questa Italia radicalmente cambiata. I problemi di oggi non sono più quelli del pane e olio alla fine di una durissima giornata di lavoro,non per noi Italiani, almeno, ma non per questo la lezione non è attuale: ci insegna ad avere rispetto per noi stessi, a non chinare il capo di fronte a quello che ritieniamo ingiusto e che appare inellutabile, e a non avallare con la nostra acquiescenza ciò che qualcuno ha deciso al nostro posto, e non per il bene comune. La fame e la disperazione sono la spinta propulsiva per la rivolta: i braccianti di oggi sono gli emigrati sfruttati e calpestati nella dignità e nei diritti. E, ad un livello di poco superiore, i precari, ingabbiati in leggi inique.Che la nostra speranza possa partire da loro? Ma ci vorrebbe un novello Di Vittorio, e uomini di quello stampo, ahimé, non esistono più.

Dopodomani parto per Marsiglia, per lavoro. Non sarò qui e sui vostri blog fino a lunedì. Un abbraccio.

sabato 14 marzo 2009

Il cannocchiale

Che la crisi economica morda gli Italiani agli stinchi è assodato e tangibile. Che il ceto medio sia impoverito dalla capacità di acquisto degli introiti e dall'aumento incontrollato dei generi di prima necessità , è dato altrettanto inconfutabile. Sappiamo che cresce vorticosamente il numero di persone che si rivolge ai centri di volontariato, alle parrocchie, alle Onlus che distribuiscono alimentari gratis, e ai centri antiusura. Ma un dato che ho trovato agghiacciate e che mi ha ulteriormente sconfortata è l'aumento del 4,1%, nell'anno 2008, di furti nei supermercati da parte dei pensionati. Questi preoccupantissimi campanelli d'allarme non impensieriscono la nostra classe dirigente. Berlusconi ride,dà un pacca sulla spalla ai nuovi poveri e li invita all'ottimismo.
Intanto è stato proclamato miglior politico dell'anno. Penso con terrore ai peggiori!

"Silvio Berlusconi viene premiato dal direttore del Riformista Antonio Polito come miglior politico nazionale. Il presidente del Consiglio, come gli altri premiati prima di lui, riceve un cannocchiale simbolo del giornale. Polito gli consegna il premio, il premier ringrazia, porta il cannocchiale vicino ad un occhio e con un sorriso aggiunge: «Vedo che funziona, c'è una bella ragazza in sala». La platea scoppia in una risata mentre Berlusconi viene sommerso dai flash dei fotografi "
(LaPresse)
Mi astengo dal suggerire l'uso che il Presidente dovrebbe fare del cannocchiale....

martedì 10 marzo 2009

Canto propiziatorio

Un nume tutelare si è accorto di me, non so cosa io abbia fatto per meritare tale prodigio,non so chi possa aver interceduto per me presso di lui, ma, dopo anni, esattamente sei, durante i quali le mie notti mi vedevano riposare non più di quattro ore, nei casi fortunatissimi, due, in quelli infausti, da un paio di settimane, dormo profondamente e a lungo. E al mattino sono fresca ed allegra, e persino lucida. Quindi il mio il canto di ringraziamento di quest'oggi va a Hypnos, figlio della Notte e Dio del sonno. Che arrivi fino alla grotta sulle rive del fiume Oblio,dove egli riposa. Che giunga anche a ringraziare Morfeo che mi addormenta, sfiorandomi lievemente le palpebre col suo fascio di papaveri e battendo le ali senza far rumore, se non quello di una leggera brezza. E a Hermes, il fido servitore alato che ne annuncia l'arrivo, e al corteo dei Sogni, portatori di illusioni, ricordi, emozioni ed immagini. E che Fobetore e Fantaso aprano gli scrigni e costellino le mie notti di animali, fiori, alberi e cose, tutte belle, tutte propizie. Che Incubo, il Fauno demoniaco, non posi sul mio petto la sua odiosa zampa, impedendomi di sfuggire. E che il pensiero di Thanatos si allontani, concedendomi ad Hypnos, suo fratello gemello, affinché mi doni ancora la pace e l'oblio del sonno, perché io possa navigare, esplorare ed anche naufragare. E che le Ore danzino lentamente per me, fino al momento di attacccare i cavalli alla quadriga di Helios, quando un nuovo giorno è pronto a partire.

lunedì 9 marzo 2009

Di lavatrici e di pillole

Dovevo arrivare all'età di, quasi, cinquantatre anni per scoprire che devo la mia emancipazione ad un teologo di Ratisbona. E per giunta apprendere la notizia dal giornale di uno stato straniero, L'Osservatore Romano, che mi informa che Jacob Christian Schaeffern,tedesco, teologo, predicatore e naturalista, inventò la prima macchiana rudimentale per lavare. Una vera rivoluzione per le donne di tutto il pianeta. Badate bene, solo per le donne, ché i panni sporchi non sono affari da uomini. Al chierico la mia imperitura riconoscenza, ché mi affranca dal dovermi recare presso il più vicino corso d'acqua, ginocchioni, a sfregare mutante e lenzuola. Altro che la pillola anticoncezionale che, invece, mi ha permesso di vivere una sessualità peccaminosa, godereccia, non tesa alla procreazione. Taccio sull'uso improprio che molte coppie dicono di fare della propria lavatrice in atto di centrifuga, con o senza pillola.

domenica 8 marzo 2009

La donna non orizzontale, quella che non la dà.


Perle di saggezza distribuite dalla Signora Santanchè a proposito della Giornata della Donna, estrapolate dal suo blog:

“L’8 marzo è una data che non ha più significato. Sono per l’abolizione della Festa della donna, perchè non ha più senso, perchè è diventato un appuntamento ridicolo e inutile. Cosa si festeggia? E’ una festa ideologica voluta fortemente da una parte che ha fallito tutte le battaglie in difesa dei diritti delle donne. Meglio i machi, che le galline!”

Gentile Signora,non mi meraviglia il fatto che preferisca i machi alle galline, di questo non avevo mai dubitato. Le galline son coriacee, i machi danno belle soddisfazioni.
La ricorrenza dell'8 marzo è inutile a suo avviso? Potrei anche concordare, sorvolando sul fatto che anni ed anni di lotta di tante donne fortemente ideologizzate hanno favorito e determinato anche la sua presenza illuminate nel panorama politico odierno, e sono qui a suggerirle una nuova iniziativa, come degno seguito della sua campagna per la riapertura delle case chiuse. Perchè non sostituire la data in questione con quella del 28 ottobre? Lì di machi ce n'erano tanti. E le galline restavano a casa.
Nella foto la Sig.ra Santanchè in posa smaccatamente verticale

sabato 7 marzo 2009

Donne


Domani, 8 marzo, non è la Festa della donna. So bene che le lettrici che frequentano questo blog ne sono coscienti. Mi illudo che transiti da queste parti qualche donna ignara che possa leggere le mie parole. Domani è la Giornata Internazionale Della Donna ed è un giorno di celebrazione che si lega strettamente alla storia del movimento per i diritti femminili ed alle lotte operaie.
L’8 marzo del 1907 Clara Essner Zetkin , socialdemocratica, dirigente del movimento operaio tedesco,direttrice del giornale Gleichheit (uguaglianza) , organizzò con Rosa Luxemburg , teorica della rivoluzione marxista, che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista tedesco, la prima conferenza internazionale della donna.Il 29 agosto 1910 a Copenaghen, in occasione della seconda conferenza internazionale delle donne, si propose l’istituzione di una giornata internazionale della donna, e in quella sede fu proposto il diritto universale al voto e il riconoscimento dell’indennità di gestazione anche per le donne non sposate.Successivamente la giornata fu celebrata in varie parti del mondo e anche in Italia, durante e dopo la prima guerra mondiale. Le celebrazioni furono interrotte durante il fascismo .Il primo 8 marzo dell’Italia libera fu preparato dall’UDI(Unione Donne Italiane) nel 1946. In quell’occasione si scelse la mimosa come simbolo della celebrazione. Nel 1977 l’UNESCO proclamò l’8 marzo giornata internazionale della donna.
L'8 marzo è un giorno speciale per ricordare quale grande risorsa sia la differenza di genere e quale grande contributo le donne possono dare alla società, all'economia, alla cultura.
E' quindi necessario riappropriarsi di questa ricorrenza per farla diventare un momento di confronto per rinnovare le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la sopraffazione e la violenza e credono nella pace e nella solidarietà umana. Occorre un sempre maggiore impegno per far fronte agli attacchi che vengono sferrati all’autodeterminazione, al diritto alla salute, ad una visione laica dei rapporti e delle regole di convivenza civile e sociale, propri di tutte le battaglie femminili.

Il mio pensiero di oggi va a tutte le donne di tutto il mondo che ogni giorno urlano in silenzio,a quelle che vedono calpestati i diritti fondamentali di ogni essere umano, a quelle che non possono vivere la propria femminilità, alle donne che sfidano la morte ogni giorno ed ogni giorno lottano per la sopravvienza, alle donne che non possono esprimere il proprio pensiero per non mettere a repentaglio la loro vita, e alle donne che sono costrette a vivere ancora intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie.

lunedì 2 marzo 2009

Svegli, mi raccomando...

Giotto di Bondone: Il Bacio Di Giuda
Ci sono delle cose che mi riconciliano con la vita, piccole cose. E allora può essere una domenica trascorsa tranquilla in casa, al riparo del calore degli affetti. Oppure la promessa di una mostra che si annuncia epocale: Giotto ed il Trecento a Roma, al Vittoriano. "Il più sovrano Maestro stato in dipintura" in esposizione per la prima volta, dopo più di settanta anni: un evento. Oppure la prospettiva di una settimana di lavoro nella capitale, dove avrò modo di incontrare degli amici trascurati da troppo tempo. Mi allontano per qualche giorno dal blog. Tornerò per la fine della settimana. Oscar Ferrari (http://oscarferrari.wordpress.com/), il mio cantautore demenzialprogressista preferito,ha scritto una grande verità nel commento al post precedente, sulla frase di Che Guevara, a proposito di noi sognatori :"sognare è importante, ma ci vuole anche qualcuno che stia un po' sveglio". Quindi, mi raccomando, state all'erta.

Un bacio a tutti voi.......
P.S. Una piccola nota prima di prendere il bus. Una cosa che non è che mi abbia riconciliato con la vita, ma mi ha dato un sottilissimo brivido di piacere , è stata l'uscita di Franceschini, mediatica e studiatissima, e inutile sul piano pratico, in merito all'assegno di disoccupazione.Il Cavaliere ha dovuto ammettere davanti agli Italiani di non poterlo concedere, lui, l'onnipotente. Franceschini 1/Cavaliere 0. Ché tanto, ormai, la nostra politica è ridotta a livello di una partita di pallone.