sabato 29 agosto 2009

Il frate del Perdono

Pietro Angelerio fu personaggio rivoluzionario. Se si supera la lettura convenzionale della sua vita e del suo magistero, si incontra il frate benedettino che, insoddisfatto della vita spirituale condotta in convento, si ritira in eremitaggio sui monti dell'Abruzzo. Ramingo fra grotte sempre più nascoste, raggiunto sin lì dalle folle dei suoi umili seguaci, perseguiva la stessa rivoluzione spirituale di Cristo, rincorrendo le medesime utopie. La sua idea di società vedeva l'individuo riconquistare la fiducia in se stesso attraverso l'azione in comunione di intenti con altri individui, nell'onestà, nel senso della giustizia sociale e nell'esercizio della solidarietà. Istituì i primi rudimentali servizi sociali: ospizi, mense per i poveri e soccorso ed accoglienza per i viandanti ed i pellegrini. Taciturno, schivo, riservato, fra' Pietro da Morrone, il 17 luglio dell'anno 1294, quasi ottantenne, fu raggiunto, nel suo eremo sulla Maiella, dalla notizia della nomina al soglio papale. Dopo quasi due anni di regno vacante, i cardinali del conclave di Perugia, superando gli incociliabili contrasti dovuti alle mire di potere che vedevano contrapposti i casati romani degli Orsini e dei Colonna, votarono all'unanimità l'eremita del monte Morrone, pensando di poter facilmente manovrarne la mente e la presunta inettitudine al comando. Ma Pietro compì immantinente il suo primo atto rivoluzionario, rifiutando di recarsi a Roma per l'incoronazione e scegliando la citta di L'Aquila e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio come luogo della cerimonia, dove giunse a dorso d'asino, scortato da Carlo d'Angiò e suo figlio Carlo Martello. E lo stesso giorno istituì un evento di portata grandiosa. Con la Bolla del Perdono concesse ai fedeli tutti l'indulgenza annuale. Se pensiamo che, fino ad allora, la chiesa si era servita delle indulgenze esclusivamante per perseguire e realizzare i propri programmi, quali quelli di conquista con le crociate, o di riconoscimento alla lotta per l'eresia, o dietro compenso in danaro, si comprende in pieno quanto di rivoluzionario vi fosse nell'atto del frate diventato papa Celestino V. L'indulgenza da lui concessa era per tutti, ricchi e poveri, contadini e signori, potenti e diseredati ed aveva origine e destinazione plebea e popolare. Celestino trasforma chiunque in un soggetto di diritto, in un cittadino che, di propria iniziativa, può usufruire dell'indulgenza, senza intermediario alcuno. Realizza, di fatto, l'uguaglianza sociale di tutti i figli di Dio. L'individuo diventa così, finalmente, protagonista ed artefice del suo rapporto con Dio, senza la chiesa a dover decidere e concedere per lui. Dall'anno 1294, qualsiasi fedele che, varcata la porta santa della Basilica di Collemaggio, tra il vespro del 28 e quello del 29 agosto, sarà pentito e confessato, vedrà rimessi tutti i suoi peccati e scontata la pena per essi. Ma fra' Pietro non si ferma qui. Per timore che la chiesa possa impossessarsi della bolla per distruggerla a suo beneficio, la consegna alle autorità comunali della città di L'Aquila, garantendole così la sopravvivenza fino ai nostri giorni. Il vescovo della città mai avrebbe avuto autorità sulla celebrazione del Perdono che, seppur di grande spiritualità, attraverserà i secoli restando evento laico per eccellenza. Dopo centosette giorni di pontificato, papa Celestino V, stanco e nauseato dalle lotte di potere interne alla chiesa e dai faccendieri, maneggioni e trafficanti d'ogni risma che pretendevano di manovrarlo nelle sue decisioni, impose agli allibiti cardinali la sua rinuncia al soglio pontificio. Deposto il manto dorato, assunto di nuovo il saio da frate, motivando l'abbandono con la volontà di non offendere la propria coscienza, perennemente tesa ad una vita onesta e dedita alla ricerca della spiritualità, torna agli eremi dei suoi monti, stabilendo un evento senza precedenti. Presto dovrà lasciare l'Abruzzo, conducendo una precaria vita di fuggiasco, inseguito dagli emissari di Bonifacio VIII, suo successore, che vedeva in lui il pericolo di uno scisma. Raggiunto mentre tentava di approdare in Grecia, fu rinchiuso nel castello di Fumone dove, dopo una durissima detenzione di estremo rigore, venne presumibilmente assassinato nell'anno 1296.
Questo è stato il nostro Papa eremita e santo. Figura che riesco a leggere solo sotto il profilo umano. Il soprannaturale l'ho intravisto ieri. Quando Silvio Berlusconi, per mano dei suoi stessi emissari, non è potuto passare attraverso quella porta santa. Per ora la porta non è in vendita. Dovrà rassegnarsi.

mercoledì 26 agosto 2009

Speculazione

Il vice capo della protezione civile, Bernardo De Bernardinis, lancia l'allarme sulla speculazione negli affitti che si sta compiendo a L'Aquila. Il giornale Il Centro ha riportato i seguenti dati: per un locale ad uso commerciale lo scorso anno si pagavano 14-20 euro al metroquadro, ora costa 35 euro, un appartamento ad uso abitativo è slittato dai 10 euro ai 20, un posto letto per studenti da 250 euro a 400. Si lancia l'allarme, ma non si corre ai ripari. Mio marito ed io pagavamo per il fitto del nostro negozio-laboratorio, in pieno centro storico, in uno dei palazzi più belli della nostra città, 400 euro mensili. Oggi ce ne chiedono duemila per un locale della stessa metratura nei paesini del circondario. Gli appartamenti migliori sono già stati presi da chi può pagare cifre consistenti, professionisti stipendiati, ora offrono alloggi fatiscenti a prezzi da centro storico romano. Per cui non credo di sbagliare nel dire che i dati riportati dal giornale sono molto ottimistici. Quando vagavamo in cerca di un terreno in zona industriale, ci imbattemmo in un sindaco che ci disse di non conoscere ancora i prezzi che dovevano essere rivisti dopo il terremoto. Le sue parole furono "prima del terremoto costava intorno ai 13 euro,ora sicuramente di più". Come se fosse una cosa normale. Come se fosse normale azzannare chi è già stato azzannato. Avevamo trovato un'abitazione in un paesino a 25 km da L'Aquila. Sorgeva su una roccia, e la cosa ci rassicurava circa la stabilità. In realtà non aveva subito danno alcuno in seguito alla tremenda scossa. Ma era una casa disabitata da tantissimi anni. Priva di riscaldamento, con un impianto elettrico fatiscente, ingombra di cose da buttare, con finestre e porte in pessimo stato e le pareti sporchissime. Era però una casa grande, che ci avrebbe permesso di usare dei locali cantina come laboratorio e piccolo negozio. In un paesino di ottocento anime. La richiesta per il fitto è stata di 600 euro mensili. Un'enormità per le condizioni della casa e per il luogo sperduto. Abbiamo comunque accettato, non avendo altra scelta. Il fatto è che abbiamo scoperto che il proprietario riteneva che i lavori da effettuare dovessero essere fatti a nostre spese, la metà delle quali ci avrebbe restituito scalando una parte della mensilità. Abbiamo desistito. Per ora abbiamo preso in affitto un magazzino di 80 metriquadri, in un altro paesino sperduto, per altro distrutto quasi completamente dal terremoto, per la modica cifra di 350 euro mensili. E' stata l'offerta più conveniente trovata sul mercato. Lì metteremo le cose che riusciremo a recuperare dalla nostra casa e dall'attività, in attesa di venderle per poter sopravvivere. Quindi cercheremo un mini appartamento arredato. Vorrei esporre quanto vi ho raccontato ai responsabili della protezione civile, che tanto sono stati solerti nel costruire le C.A.S.E., ma non esiste persona deputata ad accogliere le istanze di quanti non risultano residenti negli alberghi o nelle tende. Anche in questo caso faccio parte degli invisibili. La prossima settimana andrò al Dicomac. E ve ne darò resoconto.

lunedì 24 agosto 2009

Cleopatra

Bertolaso si è lamentato pubblicamente dell'inefficienza dei sindaci dei comuni terremotati. Come dargli torto? Parliamo del nostro Cialente. Lo avrete sicuramente visto nelle interviste televisive, da sindaco sconosciuto,è assurto alla ribalta delle cronache. Ebbene, ha perennemente stampata sul volto quell'espressione che è un misto fra Alice nel paese delle meraviglie e santa Maria Goretti. Vi assicuro che era così anche prima del terremoto: specializzato nell'alzare gli occhi al cielo, come ad evocare forze oscure che gli impediscono di fare ciò che ci si aspetta da lui. Gran lavoratore, pare che trascorra e trascorresse ore ed ore nel suo ufficio, fra beghe interne e personale che gli rema contro, di fatto si è dimostrato, però, incapace a fronteggiare l'ordinario. Ora risulta inadeguato nel gestire lo straordinario della tragedia. Qualche giorno fa uscì con una nota pubblica nella quale rimbrottava aspramente il dottor Massimiliano Cordeschi, dirigente comunale, in merito al vergognoso ritardo nel conferire i cento euro a testa ai cittadini che provvedono alla sistemazione autonoma. Dopo cinque mesi, dicasi cinque, Alice si sveglia e si rende conto che i suoi concittadini che, provvedendo a se stessi, non gli arrecano disturbo alcuno, poiché non sono in tenda, né negli hotel, né vogliono le C.A.S.E. e neanche gli alloggi che dovrebbe reperire il Comune, sono dimenticati dall'amministrazione. E nomina la parolina magica: minaccia un'indagine interna. Il dottor Cordeschi ha affidato la gestione delle pratiche alla consulenza di una società esterna per la modica somma di centoquarantamila euro. Si tratta di vagliare le richieste, più o meno tremila, di immettere i dati nel computer e di dare il via automatico ai pagamenti. Come ho già avuto modo di dirvi, a tutt'oggi ci sono giunti solo i contributi relativi al mese di aprile, pari a ottanta euro a testa. E non a tutti. Stamani, con sforzi inenarrabili, a causa della connessione ballerina, riesco a collegarmi al sito del Comune e scopro, miracolo, che la parolina magica ha funzionato. Si è velocemente provveduto a stilare la lista degli aventi diritto nel mese di maggio, e si è persino iniziata, udute udite, con un primo elenco, quella di giugno. Scopro anche che Giuseppe Sordini, capofamiglia, non risulta nell'elenco di maggio. Risulta però in quello di giugno. Perplessa, cerco il numero del Comune, ufficio ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, 085 2950112. Nessuna risposta. Provo e riprovo, nulla. Chiamo allora un altro numero, che, non so come, ho in agenda,0862 318603. Mi risponde un signore gentilissimo il quale mi informa di essere un impiegato regionale e di non potermi dare delucidazioni in merito. Mi fornisce, però, su mia richiesta, un numero di cellulare dal quale mi garantisce risposta sicura, 334 7668532. Chiamo e richiamo, nulla. In tarda mattinata, dopo aver provato senza fortuna su entrambi i numeri, ad intervalli regolari di dieci minuti, una voce femminile mi risponde dal numero fisso. Posta la questione, mi sento rispondere “ ah, bel casino, non è la prima che fa presente la cosa”. Io, calmissima “ mi dica cosa devo fare”. Mi prega di attendere e la sento consultarsi con gli astanti. “Deve parlare con l'ufficio competente”. “Bene, mi dia il numero”. “Non sono autorizzata a fornire il numero, deve andare di persona”. Io, incredibilmente calma “ signorina, siamo logici, le pare che possa spostarmi da Roma, pagare benzina ed autostrada, per venire ad indagare su cento euro che mi spettano e non mi vengono dati?” Lei, decisa “signora, è così” Io, che sto facendo un corso per diventare santa, “va bene, dove si trova quest'ufficio?” “Vicino a Cleopatra” “Dove?”, dico io. “Quel palazzo in mattoncini vicino a Cleopatra” di rimando lei,imperterrita. Io, esterrefatta “Cleopatra chi??” Lei, stizzita “Ma allora lei non è Aquilana”. Io, rassicurante “Aquilana puro sangue, le garantisco”. Lei “E come fa a non conoscere il centro estetico Cleopatra?” Ho messo giù ridendo a crepapelle, per non sbranarla. Sono sicura che, se avessi ammesso di non conoscere la Basilica di Collemaggio, sarebbe stata più indulgente con me. Mi avrebbe spiegato che si trova vicino al centro estetico Giusi. Sindaco Cialente, mi piacerebbe sapere come selezioni il personale che deve assolvere al delicatissimo compito di assistere la popolazione in questa immane tragedia. In base al loro make up?

domenica 23 agosto 2009

Bilancio

Caravaggio, Madonna dei Pellegrini
Ho dato spago agli anonimi e me ne assumo le conseguenze. Sono stata costretta ad attivare la moderazione dei commenti. Quando si risponde agli sciocchi, si diventa sciocchi. Faccio ammenda, ma l'insipienza di chi si nasconde di fronte a chi è qui con il suo volto, e che apporta argomentazioni offensive e senza sostanza, non sempre mi trova, serafica, a sopportare. Archiviati i mentecatti infruttuosi, vi parlo un po' di me. Il soggiorno romano sta per finire e merita un bilancio. Sono approdata qui il 17 luglio e vi sono rimasta fino ad oggi, seppur con frequenti ritorni a L'Aquila. Se mi guardo indietro, vedo l'Anna di quel venerdì 17 diversa da quella di ora. Ma ci son state tante Anna dal 6 aprile. E mi sembra trascorsa un'eternità. Quella che aprì la porta di questa casa era stremata da tre mesi e mezzo di vita selvaggia, senza più mura a proteggerla, senza più memoria di vita quotidiana, senza nulla che potesse somigliare ad una sopravvivenza dignitosa. Il letto a due piazze mi sembrò enorme, la piccola cucina un vero paradiso. Il bagno un luogo di delizia. Presto mi resi conto che il giorno e la notte non avevano più senso. Dormivo e mangiavo solo quando non potevo farne a meno. E avevo paura di chiudere gli occhi. Paura di tutto ciò che non mi rendeva vigile. Ero precaria, sempre in cerca di una via di fuga. I primi sonni veri furono tremendi, come quei sonni tormentati dei bambini. Quelli dai quali ti svegli con la mamma che ti dice "torna indietro, è stato un incubo, sei al sicuro". Qualcosa doveva uscire. E così è stato. Quando quel mostro preistorico, enorme, cattivo, peloso, mi ha soffocata con il suo posteriore sulla mia faccia, lì, finalmente sveglia, urlando ho capito che la paura era andata via. E che si poteva ricominciare. Nonostante non avessi alcun punto fermo, avevo me stessa. E allora, pur essendo vicina di casa del Caravaggio della Madonna dei Pellegrini,in Sant'Agostino, e del San Matteo di San Luigi dei Francesi, pur respirando l'aria della città più bella del mondo, con quello che amo a portata di mano, avevo voglia solo di restare in casa, nella penombra, per ricominciare ad ascoltarmi. Il distacco dai beni materiali, iniziato quel 6 aprile, è quindi arrivato a compimento. Ed ho capito che, quando non si ha più nulla, conquisti la vera libertà. Le cose finiscono col possederti, se le ami troppo. Oggi, a quasi cinque mesi dal disastro, so che qualsiasi cosa accada la fronteggerò con dignità. E so che vivrò, ora più che mai, l'attimo. Niente più programmi che, puntualmente, nella mia condizione, vengono disattesi, provocando delusione e sconforto. Ed ho anche la fortuna di avere accanto l'uomo che condivide in pieno il mio sentire, seppur con percorsi diversi. Il suo dolore è stato il mio, la sua forza la mia, le sue paure le mie. Oggi sono qui. Siamo qui. Domani non so. Forse lontano, forse ancora sulla nostra terra. Va bene così.

venerdì 21 agosto 2009

Volano gli schiaffi

Giorni fa un commento del solito anonimo che si definiva Aquilano, e credo che lo fosse, poneva l'accento su quanto sta accadendo circa l'assegnazione delle famose C.A.S.E., quelle che ormai tutti noi Aquilani chiamiamo familiarmente i loculi di B&B, che non sta per bed and breakfast, ché la prima colazione non ce la passeranno, ma per Berlusconi e Bertolaso. Dunque i loculi dovrebbero essere assegnati a coloro che ne hanno fatto richiesta. L'onnipresente Fintecna ha reso noti i risultati dell'elaborazione dei dati del censimento degli sfollati. L'anonimo in questione si faceva portavoce di un malcontento che si è generato negli ultimi tempi. I loculi non saranno sufficienti per tutti, questo è assodato. E allora si teme per l'inverno e i senzatetto,pur avendo inoltrato richiesta per le pittoresche casine di cartone che costano come case vere, si stanno dando da fare per cercare un alloggio prima del freddo che, alla notte, già si fa sentire. Va da sè che la richiesta massiccia ha fatto salire alle stelle i prezzi dell'offerta. Ma il punto è un altro, ancora più triste. Si è innescato un meccanismo di autodifesa che vede gli uni contro gli altri. Tutti contro tutti. E allora si sta lì a fare i conti sul punteggio che verrà assegnato a ciascuna famiglia in base al numero dei figli, alla presenza di invalidi, alla sede del lavoro e così via. Come per gli alloggi popolari. In questi casi la disperazione cosa fa? Fa sì che ci si scagli contro i più disgraziati fra i disgraziati. Nel nostro caso, gli stranieri. Ed eccoli allora demonizzati. Brutta gente questi stranieri, nessuno li vuole come vicini di casa. E poi, cosa vogliono? Che tornino nei loro paesi di origine. Poco importa se fino al 6 aprile lavoravano in città contribuendo attivamente alla nostra economia,e mandavano i loro figli a scuola da noi. Magari le mogli erano badanti o donne di servizio nelle nostre case. C'è chi giura, e sono in moltissimi, che questi loschi figuri abbiano già provveduto a chiedere il ricongiungimento con i familiari lasciati in patria. E si sa, questa gente si riproduce tanto. E ogni figlio sono cinque punti. Le case andranno solo a loro. Gente senza scrupoli e sporca, che cucina sempre crauti e cipolle che impuzzoniscono gli ambienti comuni dei palazzi. Non pensiate che questi discorsi vengano fatti solo in ambienti dove la cultura non è di casa. No, vi garantisco che vengono fatti dappertutto. Tornando all'elaborazione resa nota oggi dalla Fintecna, dopo che si è parlato e riparlato e sparlato sui migranti, dopo che mi sono arrabbiata ogni volta, ed ho dovuto ricacciare indietro parolacce e persino istinti omicidi, oggi si scopre che su 16.108 moduli protocollati e su 36.352 persone coinvolte, i cittadini stranieri che hanno partecipato al censimento e, quindi, alla richiesta di un alloggio sono 917. Sono loro che hanno fatto un passo indietro. Sono loro che hanno deciso che era giusto che gli alloggi fossero per gli Aquilani.
Anonimo autore dei seguenti commenti, ritieniti virtualmente schiaffeggiato. Tu e tutti i beceri come te.
"Case che tanti di noi non se le sono mai sognate! Voi parlate tanto per attaccare il governo.Semmai parliamo di quello schifoso di Cialente che sta assegnando le case col criterio di 5 punti ogni bambino, cosicchè stanno arrivando orde di albanesi per accaparrarsi punti e case e creare malcontento.Smettila con queste storie!!!"
E ancora:
"Adesso, vogliono ricongiungere agli albanesi residenti (Anna fa la finta tonta)a quelli che sono in patria per buttare cacca sul governo a discapito nostro, per non far bastare la case agli aquilani. BELLA ROBA!!!"

mercoledì 19 agosto 2009

Il pessimismo della ragione

Parliamo di autonomi, siano essi commercianti, imprenditori,artigiani, professionisti. E parliamo di loro a L'Aquila. Immaginate chi, come mio marito e me, quindi parlo di cose che mi constano personalmente,ha perso casa e lavoro. E facciamo il mio caso particolare. Noi avevamo un'attività in pieno centro storico, attività di vecchia data. Diciamo trentennale. Un laboratorio di restauro, un negozio di antiquariato ed una consulenza di arredamento di interni. Occupavamo un minimo di due persone, ma,nei momenti di maggiore lavoro, il numero cresceva. Avevamo avviato da tempo il laboratorio scuola, in concerto con la Provincia de L'Aquila. Formavamo giovani all'arte del restauro. Il 6 aprile tutto questo è finito. Appena ci siamo ripresi dallo chock iniziale, abbiamo realizzato che volevamo restare nella nostra terra ed apportare il nostro contributo alla rinascita. Volevamo attivarci subito, nonostante i mille problemi. Abbiamo quindi cercato un terreno in affitto, per poter reimpiantare, in una struttura in legno, la nostra attività. Tutto era fermo, nessuno fittava. Si aspettava che maturassero i tempi per poter capire quanto, dopo il sisma, i terreni che nessuno voleva in tempi sereni, potessero valere nell'emergenza. Allora abbiamo pensato di comprarlo, il terreno. Abbiamo subito realizzato che ciò che prima costava quattro euro al metroquadro, era di colpo schizzato a venti euro. Ed erano terreni agricoli, sui quali la legge per l'emergenza ci avrebbe consentito di costruire un manufatto mobile, rimovibile dopo trentasei mesi. Abbiamo allora pensato di cercare un terreno in un' area industriale, dove i prezzi avrebbero dovuto essere calmierati dai comuni. Così non era: ciò che prima costava dodici euro al metroquadro, era passato di colpo a quarantacinque euro. Abbiamo allora pensato che sarebbe stato il caso di rivolgerci direttamente ai Comuni. Così abbiamo fatto. La maggior parte dei sindaci ci ha detto che non era il momento: avevano cose ben più urgenti di cui occuparsi. Due, invece, ci hanno ascoltati e ci hanno invitato a far domanda per l'assegnazione di un terreno. Domande e progetti presentati, file ed ore di attesa, a tutt'oggi le nostre istanze giacciono inesplorate. Carta su carta. Ma noi dobbiamo lavorare, dopo quasi cinque mesi durante i quali non abbiamo incassato nulla. La pubblicità di governo strombazza di aver concesso aiuti. Gli aiuti consistono in duemilaquattrocento euro elargiti una tantum dall' Inps. Ci sono poi gli aiuti per la ricostruzione dell'attività. In cosa consistono: si prende la dichiarazione dei redditi del 2008, anno di piena crisi economica, si divide per trecentosessantacinque e si moltiplica per centoventi, pari a quattro mesi di lavoro. Mediamente il compenso si aggira intorno agli ottomila euro. Immaginate di ricostruire un'attività con questa cifra. E, bene inteso, tale danaro non arriverà subito, ma con i tempi biblici della nostra macchina burocratica, resa ancor più farraginosa dalla protezione civile. Ancora non si sa quando e come inoltrare le domande. Nel frattempo, delusi dalle promesse, ci siamo messi alla ricerca di un locale in affitto. Per cento metriquadri i prezzi variano dai milleduecento euro in zone neglette, ai tremila e più in siti più frequentati. Ovvio che bisogna conferire le solite tre mensilità anticipate, quindi provvedere all'adeguamento degli impianti a norma per i laboratori artigianali. Tutto questo senza avere sicurezza alcuna, almeno nel nostro campo, circa l'esito dell'impresa. Si stima, nella migliore delle ipotesi, almeno un anno di attesa, prima che si possa formulare un bilancio. Ora capirete bene che abbiamo le mani legate. Ma non volevamo desistere. Abbiamo quindi pensato, avendo bisogno anche di un tetto sulla testa prima dell'inverno, di cercare una casa in affitto, una casa grande che ci permettesse di ospitare anche l'attività lavorativa. Quello che nei paesini costava duecento euro al mese oggi costa non meno di mille. E sono sistemazioni di fortuna. Se poi il proprietario è privo di scrupoli e si accorge che sei con l'acqua alla gola e alza la posta, lì sei finito. E' quello che è accaduto a noi. Per cui, riassumendo, oggi siamo in queste condizioni: per tentare di tornare a lavorare dovremmo farci carico di un fitto di almeno milleduecento euro mensili, in una zona poco frequentata, e ci occorrono almeno diecimila euro nell'immediato fra anticipo, lavori di adeguamento e trasloco. A questo aggiungiamo almeno seicento euro per il famoso tetto sulla testa, e, ad occhio e croce, arriviamo alla cifra di oltre trentatremila euro per il primo anno del dopo terremoto. Con pochissime prospettive di lavoro e con un aiuto da parte del governo che rappresenta meno di un terzo della spesa e che non si sa quando arriverà. Forse mai. A questo punto, mio marito ed io, come molti altri lavoratori autonomi, ci stiamo chiedendo per quale ragione dovremmo restare qui. E loro, intanto, continuano imperterriti con i cantieri delle C.A.S.E. : tetti sulla testa per pochi e pance vuote per tutti. Noi, al momento, non abbiamo nessuna prospettiva per l'inverno, né abitativa, né lavorativa. Però lui dice che bisogna essere ottimisti, vero?

lunedì 17 agosto 2009

Costruzione, non ricostruzione



Lascio la parola a Sara, fondatrice e colonna portante del comitato 3e32,l'unico spazio di democrazia che al momento esiste nella nostra città. E' bravissima nel raccontarci come stanno realmente le cose e nell'analisi lucidissima e puntuale della nostra condizione. E parla dando voce a quanti di noi chiedono chiarezza, trasparenza e onestà.E riescono a guardare oltre la siepe del rimbambimento mediatico. Rimbambimento talmente potente da obnubilare persino la mente di quanti, Aquilani, vivono lo scempio in prima persona.
Il diabolico piano di disgregazione della nostra comunità, perseguito dalla prim'ora smembrandoci fra tendopoli ed alberghi, viene ancora portato avanti con l'assegnazione di queste C.A.S.E. Sarà una guerra tra poveri e disgraziati. L'intento è quello di farci azzannare fra di noi, di dividerici fra più o meno disgraziati, fra più o meno fortunati,impedendoci così di fatto di organizzarci per ricostruire la nostra comunità. Allontanando da noi quell'obiettivo che non vogliono ci veda protagonisti.Sempre più sudditi, sempre più sottomessi. E sempre più pedine inconsapevoli delle vergognose speculazioni che stanno consumando sulla nostra pelle. Dalle costosissime sistemazioni negli alberghi e nelle tendopoli ( ben cinquanta euro procapite al giorno), al costo spropositato dei mostruosi alveari di cemento, al denaro pubblico profuso per mantenere foraggiati, a suon di stipendi sostanziosi e diarie altrettanto corpose, i nostri protettori.
Ma un presidente che arriva qui a metter bandiere e a firmar caschetti, con una regia ben architettata da professionisti che selezionano pubblico e politici, riesce a far apparire chi reclama i diritti della propria città e della propria gente, senza tornaconto personale, un inutile facinoroso. La situazione è gravissima. E noi siamo soli.

sabato 15 agosto 2009

Il lutto

Immaginate di avere un amico che ha subito un lutto. Un lutto che gli raschia le ferite dell'anima, impedendo che si rimarginino velocemente. Ditemi se vi verrebbe mai in mente, il giorno di ferragosto, a poco più di quattro mesi dall'evento che gli ha distrutto la vita, di presentarvi a casa sua con una combriccola di clown, majorette, buffoni ad issare festoni e fare trenini ed a cercare di coinvolgerlo nel festeggiare. Ditemi se, davanti all'amico che soffre, voi sareste capaci di ridere e ballare e far foto ricordo. E di gridare anche "bacio bacio". Questo è quanto ho visto fare, stamani, in TV su Rai1, da un accolita di dementi animatori presso la tendopoli di piazza d'Armi, a L'Aquila. Pubblico inesistente. Se la suonavano e se la cantavano da soli. Gli Aquilani son rimasti nelle tende. Davanti al loro dolore.
Vergognatevi: IL LUTTO ESIGE RISPETTO.

mercoledì 12 agosto 2009

Bugie

Post breve. Sono a L'Aquila per cercare di firmare il contratto di affitto per una casa. Una casa per l'inverno. Trovata da me. Così come la maggior parte degli Aquilani sta facendo. Nessuno si fida delle promesse del Governo e di mister Pinocchio. Il premier imbellettato, dopo aver annunciato l'intenzione di risiedere a L'Aquila per il mese di agosto, dopo aver detto che sarebbe, invece, venuto due volte a settimana, dopo aver cinguettato che non viene perchè qui i lavori sono in anticipo e, quindi, non ci occorre un premier capocantiere, ha asserito, sempre con sorriso a cinquantaquattro denti, che avremo un tetto sulla testa, tutti, per settembre. Vi allego la foto del cartello apposto sul cantiere di Cese di Preturo. Uno di quelli dello sciagurato progetto C.A.S.E. Il primo a partire dei venti in programma. Leggete, per favore,ingrandendo la foto, la data di consegna dei lavori.
Non ci dobbiamo abituare a tutto questo. Non dobbiamo abituarci a ritenere le sue continue bugie una cosa da sottovalutare. I bugiardi sono pericolosi. Oltre che disonesti.

domenica 9 agosto 2009

L'avvoltoio è appostato


Eccomi di ritorno a Roma. Tante le cose da raccontare. Pubbliche e private. Dopo essere stata via per due settimane, la città mi è apparsa in tutta la sua cruda realtà. Nulla è cambiato. Traffico caotico ed esasperante sull'unica arteria percorribile. E persone sempre più disorientate e sfiduciate. C'è in ballo il famoso questionario per il censimento abitativo. E solo di quello si discute. Tanta incertezza. E paura. I giorni a disposizione sono pochi per operare delle scelte. Si sa bene che gli alloggi C.A.S.E. saranno sufficienti per pochi. Si teme che le abitazioni a disposizione del Comune possano trovarsi ai piani alti dei palazzi di periferia, piani che ancora terrorizzano. Si paventa, su basi concrete, che i contributi per l'autonoma sistemazione arrivino in tempi biblici, stante il fatto che a tutt'oggi sono stati liquidati solo quelli del mese di aprile, decurtati dei primi sei giorni. Ottanta euro a cittadino. Le persone vagano con il questionario in mano, e aria spaventata. Ho visto gente piangere. Seduta alle panchine della villa comunale, o ai tavolini di qualche bar aperto, o in coda per consegnare i moduli. I funzionari della Protezione Civile, però, erano solerti nel dire che il questionario non costituiva un riferimento per le graduatorie degli alloggi. Era solo un censimento abitativo. E qui, illuminante, è arrivata la mia amica Stefania Pace che ha letto per esteso l'ordinanza firmata dal Presidente del Consiglio il giorno 30 luglio 2009. Prima delle vacanze degli Italiani.

L'articolo 28, al comma 1, recita:

-Allo scopo di definire in modo dettagliato e puntuale i fabbisogni abitativi dei cittadini del comune dell'Aquila che alla data del sei aprile 2009 risiedevano o avevano stabile dimora in un'abitazione E o F oppure situata nelle aree soggette a sgombero per effetto di provvedimenti dell'Autorità sindacale, il Commissario delegato ed il Comune dell'Aquila provvedono all'espletamento di un'attività di rilevazione, utilizzando il modulo allegato alla presente ordinanza, quale dichiarazione sostitutiva alla dichiarazione ai sensi e per gli effetti dell'articolo 46...........

Basta un passetto indietro, all'articolo 26, comma 1, per leggere:

-Per assicurare il necessario supporto alle attività inerenti alla raccolta e all'elaborazione delle dichiarazioni sostitutive della certificazione, ai fini della determinazione dei fabbisogni alloggiativi dei cittadini con abitazione E o F e di cui alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3789 e n. 3790 del 9 luglio 2009, Fintecna Spa mette a disposizione del Dipartimento della protezione civile della presidenza del Consiglio dei Ministri un nucleo di risorse professionali composto di esperti di informatica.

Eccola là. Fintecna Spa. Quella che tutti noi sappiamo essere appostata dietro l'angolo a rilevare mutui e a comprare ruderi. A prezzo stracciato. Finalmente avrà un quadro completo delle proprietà. Tutto a sua disposizione.Lo elaborerà. Saprà chi potrà permettersi di affrontare gli oneri di una ricostruzione, chi invece non ha più nulla. Conoscerà lo stato patrimoniale degli Aquilani.Mentre affila gli artigli. E i denti.
Aggiungo il link ad un video realizzato da La Repubblica. Guardatelo, vi farà capire tante cose.

martedì 4 agosto 2009

La telefonata


L'amico Daniele, volontario della Protezione Civile e persona degnissima che ho avuto il piacere di incontrare personalmente a L'Aquila, ha rettificato il numero di telefono al quale gli Aquilani si possono rivolgere per chiedere chiarimenti in merito al questionario da riempire in tempi brevissimi. Lo avevo fornito sbagliato. In effetti, fuorviata dalle cifre, scritte sciaguratamente senza differenziare il prefisso, lo avevo scambiato per una linea aquilana. Il numero esatto è 06 828885. Daniele ha anche provveduto a fornirmi un numero verde, dicendomi che entrambi sono attivi dalle nove alle diciassette. Stamani, alle nove, ho chiamato il numero verde. Una voce stentorea, preregistrata dalla Telecom, mi ha informata di essere spiacente di non poter dare seguito alla richiesta, la chiamata proveniva da un'area non abilitata. Rinunciando a cercare di capire quali fossero le aree abilitate, mi sono inoltrata nel numero a pagamento. La voce registrata, stavolta più suadente, mi ha pregato di attendere, avrebbe solertemente individuato un funzionario disponibile. Alla parola funzionario, mi sono illuminata. Anche se Daniele mi aveva avvertita che si trattava di un asettico call center. Avrei finalmente parlato con qualcuno in carne ed ossa? Addirittura un funzionario, al quale far presente i miei dubbi. Ho atteso speranzosa per ben centoquarantasei secondi per sentirmi dire, sempre con fare suadente e preregistrato, di consultare il sito internet della Protezione Civile. Mi è stata offerta la possibilità, però, di lasciare il mio recapito telefonico, per essere eventualmente contattata. Credo che lo scherzetto mi sia costato qualche euro. Non riesco a quantificarlo. E credo che sia l'ennesima presa per i fondelli. Ed esborso di danaro che ingrasserà le società telefoniche. Sempre tramite Daniele, davvero prezioso, sono riuscita poi a mettermi in contatto con il call canter, usufruendo di un canale preferenziale. E lì è stata l'apoteosi della presa in giro. Ho avuto il piacere di interloquire con quattro signorine, tre delle quali immagino pensassero di stare lì a vendere detersivi. Con voce impersonale, mi dicevano di annerire la tale casella e di scrivere in maniera leggibile i miei dati.Alla mia richiesta di rispondere a quanto corrisponde il contributo per l'autonoma sistemazione, quali sono i tempi di erogazione e per quanto tempo sarà corrisposto, si sono prodotte in una sconcertante scena muta. Tre di loro mi hanno buttato giù il telefono. L'ultima, più compresa nel dramma, mi ha detto che non era possibile mettersi in contatto con i funzionari della PC. Ora mi avvio verso L'Aquila. Resterò lì fino a venerdì, a registrare con i miei occhi l'ulteriore beffa. Vi lascio le illuminanti foto delle C.A.S.E. della new town. Come le prospettano nel depliant pubblicitario e come sono nella triste realtà. Ma ormai la cementificazione è legittima in tutt'Italia. Siamo nella stessa barca. Noi Aquilani stiamo peggio, però.

sabato 1 agosto 2009

Sotto controllo?

Lo ha scritto un anonimo, sicuramente Aquilano, su un commento al mio post precedente. Proprio mentre sto scrivendo. Stanno arrivando. E sono inquietanti. Primo segnale di solerte efficienza da parte della Protezione Civile. Il censimento. Mai ero stata presa in considerazione, mai interpellata a proposito del sisma che mi ha travolta. E sconvolta. Credevo di essere invisibile. Mi domandavo "ma lo sapranno questi che esisto? Non ho recapito, niente fissa dimora. Vago dal 6 aprile come anima persa. Mai usufruito di alcunché. Mai sono andata questuando". Poi mi rassicuravo pensando che avevo lasciato il mio numero di cellulare sui moduli riempiti per dire che ero viva. "Mi contatteranno lì, se avranno qualcosa da dirmi". Ed è accaduto. Già da qualche giorno sapevo che da oggi sarebbero stati distribuiti i famosi questionari, quelli atti a censirci. Finalmente. Per chi volesse dare uno sguardo, può andare qui http://www.protezionecivile.it/cms/view.php?cms_pk=16283&dir_pk=52 .
Poche semplici domande per contarci e per farci operare la scelta abitativa per il nostro futuro.
Si può sceglire di andare ad abitare nelle C.A.S.E., e in quel caso indicare in quale degli insediamenti previsti, oppure in un immobile reso disponibile dal Comune, oppure in autonoma sistemazione. Appare anche un numero di telefono per eventuali chiarimenti, ma, contattato dal mio Vodafone, pare essere inesistente. Vodafone in genere rende irragiungibili quei numeri che sembrano essere gratuiti, ma che, in realtà, risultano a pagamento. Verificherò di persona. Il tempo a disposizione è di dieci giorni. Ci dobbiamo sbrigare a decidere del nostro futuro, pelandroni che altro non siamo. Abbiamo aspettato quattro mesi, fra proteste ed altro, i comodi di lor signori. Ovvio che loro, ora, non possono aspettare i nostri. Velocità ed efficienza, please. Tutti in fila per due, passo e cadenza. Sull'attenti. I soldatini sono pronti. E arrivano gli sms per avvertirci che i moduli sono in distribuzione.Ma ora eccoci giunti al particolare inquietante. Come sapete, dispongo di un collegamento internet tramite chiavetta Alice. Quello che mi fa dannare per la connessione disastrosa. La sim ha un numero che io stessa ignoro, o meglio, non ricordo. Vado ogni mese a rinnovare il contratto e l'addetto lo legge. Io non so quale sia. Mai l'ho riferito ad alcuno, non ravvedendone la necessità. E, soprattutto, non ricordandolo. Ebbene, l'sms che recita , testualmente " PROT. CIVILE x i colpiti dal sisma: hai la casa all'Aquila,categoria E,F, zona rossa?compila il modulo della Protezione Civile. Info 086228885 http://www.protezionecivile.it/ " mi è arrivato anche su quella sim e l'ho potuto leggere sul mio computer. Che segugi, come avranno fatto? Voi ci sareste riusciti?
Ora un comunicato per gli Aquilani che spero mi leggano:
Non sottoscrivete il progetto C.A.S.E. Scegliete numerosi gli alloggi alternativi. Questa può essere l'unica, disperata, speranza per evitare che aprano nuovi cantieri. E ancora l'unica per la ricostruzione, quella vera, delle nostre pietre. E della nostra identità.

Vi lascio con un video molto eloquente. I ragazzi sono quelli del comitato 3e32. Mattia e Sara. Veri combattenti. Mi domando perchè non ero con loro. Ah già, ero qui a curarmi le ferite. Per tornare vigile in prima linea, a settembre. Statene certi.