Questa è parte della vista: nella prima foto la catena del Velino-Sirente. Nella seconda quella del Gran Sasso. Se ingrandite la foto, vedrete il picco del Corno Grande, la cima più alta.
sabato 30 agosto 2008
Eccoli!
Questa è parte della vista: nella prima foto la catena del Velino-Sirente. Nella seconda quella del Gran Sasso. Se ingrandite la foto, vedrete il picco del Corno Grande, la cima più alta.
venerdì 29 agosto 2008
Addio
Cominciammo insieme,tanti anni fa. E cominciammo bene. Adolescenti, in una città di provincia, chiusa, ancorata a modelli e concetti vecchi, che ci stavano stretti. Iniziammo insieme a tanti altri, una sorta di piccola rivoluzione, di sdoganamento da catene che ci stringevano forte i polsi. Il famoso sogno di una vita libera, nuova, piena di promesse, che pensavamo ci avrebbe affrancati da un futuro già tristemente prestabilito. Eravamo in tanti, diversi in mezzo a quelli tutti uguali. Battaglie politiche, cortei, ideali assorbiti e sbandierati, fermento di idee e di anime.E di corpi. La tua famiglia era diversa dalla mia, la tua vita era diversa dalla mia. Una mamma ed un padre anziani, proletari. Vivevi in una piccola casa popolare, in periferia. Non avevi potuto studiare, servivano soldi in casa ed eri andato a lavorare. Ma avevi continuato a coltivare le tue letture e la tua mente. Eri piccolo, bruttino, con un sorriso, però, che affiorava repentino e che ti illuminava il viso di dolcezza. Eri pacato e sapevi ascoltare. Poi arrivò la signora bianca.Non la conoscevamo, nessuno ci aveva mai parlato di lei. Era affascinante, suadente, incantatrice. E piena di mistero. No, non lo sapevamo che, dopo, sarebbe diventata un macigno pesantissimo sulle nostre spalle, difficile da buttare via. La signora arrivò in mezzo a noi, non sapevamo chi la avesse mandata, non ce lo chiedevamo. Ma qualcuno l'aveva mandata, questo è certo. E quando la signora arriva non c'è spazio per altro: è un grande amore, di quelli totalizzanti, quelli che non ti fanno vivere se non con lei e di lei. Null' altro esiste. Dolcemente ne ammazzò tanti , alcuni molto presto, altri dopo anni. Molti ci lasciarono. Troppi. Tu continuavi a viverla, anche quando io la abbandonai. La abbandonai dopo qualche anno, aiutata dall'amore e dal desiderio troppo forte in me di voler realizzare delle cose che erano in sospeso. Non sopporto le cose sospese. E dissi addio alla signora: un addio lento, doloroso, costellato di ricadute, ma alla fine fu un addio. Definitivo. Tu continuasti, mentre la vita si accaniva contro di te. I genitori morti, il lavoro perso, la galera, la casa perduta. Resistesti per un po', ma alla fine scegliesti. Lucidamente nella tua follia. Non accettasti aiuti temporanei. Diventasti un barbone. La tua casa in uno zaino sulle spalle, l'elemosina dei passanti ed ancora la bianca signora con te. L'inverno è duro a L'Aquila, troppo freddo. Andasti via. Portasti te stesso e la tua vita altrove. Non so dove. Ma in estate tornavi dalle nostre parti e ci regalavi ancora qualche sorriso , ancora innocente, ancora da bambino. Mi faceva male vederti, non riuscivo a parlarti. Non riuscivo ad immaginare cosa tu potessi pensare di me. Tanto vicini un tempo, ora in due mondi così lontani. I tuoi abiti laceri, il tuo viso sporco e la mia aria di borghese anticonformista. Non so perché, ma, quando ti incontravo, mi vergognavo di me. Assurdo, vero? Tu mi guardavi e tendevi la mano. Io sapevo che quei soldi ti sarebbero serviti per la signora e te li davo. Non sarei stata capace di rifiutarteli. Ma tu non hai mai approfittato della mia generosità. Allungavi la mano verso di me raramente. Una volta ti comprai una birra e te la portai, sotto il sole cocente. Ricordi? Tu alzasti il viso su di me e la prendesti, non so se mi riconoscesti. La bianca signora ti aveva annebbiato gli occhi. Ma prendendola mi ringraziasti. Anche questa estate sei tornato. Ti ho visto. Piegato sotto il tuo zaino, magro, il capello lungo e riccio di sempre ingrigito dagli anni, il tuo orecchino, le tue scarpe slacciate, il tuo passo lento. Ci siamo guardati, ti ho sorriso, tu hai abbassato lo sguardo. Eri stanco e vinto in tutto. Giuro, ho percepito qualcosa. Giuro, ti avrei dato parte della mia vita. Oggi non ci sei più. La signora ha giocato con te, dopo anni, la sua ultima carta. Ed ha vinto, in quel vicolo, vicino ad un gradino di pietra. Erbe selvatiche fra i crepacci di pietre antiche. Non ti ho visto, ma l'immagine di quel tuo ultimo momento mi è davanti agli occhi. La manica della camicia tirata sul braccio sporco, la siringa nella vena, ancora piena del sangue dell'ultimo risciacquo, la sigaretta penzoloni dalle tue labbra, le palpebre semichiuse, già al buio, e quel sorriso bambino verso il cielo.
martedì 26 agosto 2008
Il CHE vive
Holden mi scrive in un commento :lunedì 25 agosto 2008
Il paniere
E sì, non si può ridere a lungo di questi tempi. Quando ci capita, approfittiamone. Ora si piange. Dopo le esternazioni della Gelmini circa gli insegnanti del sud, rei di essere ignoranti e non aggiornati, e l'annuncio di tagli alle spese che penalizzeranno solo gli studenti, nel tentativo di voler trasformare la scuola in azienda, secondo i dettami del commercialista del cavaliere; eccoci al paniere. Il ministro leghista delle politiche agricole, Luca Zaia, annuncia la brillante proposta di creare un paniere low cost sui generi di prima necessità per contenere l'impennata dei prezzi nel settore: "l'idea e' quella di stimolare le aziende italiane a fare ragionamenti su prodotti simbolo, dal pane alla pasta, dal latte alla frutta e alla carne". Fin qui tutto bene, la cosa che mi sconvolge e mi indigna è che aggiunge :" un prodotto non di prima gamma, ma in grado di rappresentare una soluzione alternativa per le famiglie che non arrivano alla fatidica quarta settimana". Come dire: cari proprietari di aziende, non vi chiedo di andare incontro alle famiglie rinunciando a parte dei vostri profitti, ma di mollare loro merce scadente a prezzo contenuto. E' un ottimo modo per continuare a fare affari, prima che ci pensi qualche multinazionale straniera.Insomma, un invito a speculare sulla pelle dei nuovi poveri.
Mala tempora currunt.
sabato 23 agosto 2008
A denti stretti

giovedì 21 agosto 2008
Hasta la victoria
Daniela Santanchè ha deciso di tornare tra le file del Cavaliere, solamente ora che le è ben chiaro che il pericolo del Veltrusconi è definitivamente scongiurato.“ Io ho le mie battaglie nelle quali credo e le porto avanti. Non sono in parlamento eppure si sente parlare di me ogni giorno perché ho idee e non ho bisogno di una carica per sopravvivere. Ed è meschino che mi si accusi di questo quando ho accettato il rischio di non arrivare in Parlamento e ho messo in gioco la mia faccia per La Destra in campagna elettorale. Ma ora quella battaglia è chiusa e sono pronta per nuove sfide". Per ora la priorità del suo progetto politico è una legge che consenta la riapertura delle case chiuse. A oguno il suo mestiere. Ma la signora, in questo caldo scorcio di estate, si dà ad esternazioni illuminanti. Dobbiamo riconoscerlo: è una rivoluzionaria. Dichiara di aborrire il Bilionaire,del quale è comproprietaria insimeme con Flavio Briatore, e si spinge fino ad un palese outing: "Basta con le veline. Addio a Porto Rotondo, a Porto Cervo, alla Sardegna dei miliardari e del cafonal, che forse l'hanno rovinata. Meglio, l'abbiamo rovinata. Così diseducativo. E il Billionaire oggi andrebbe chiuso. Perché io mi sento a disagio, e sì mi vergogno, vedendo quanto la gente di questi tempi faccia fatica a campare" Il Cavaliere, lui,lungimirante lo ha già capito: "Ecco perché quest'estate non si è mai fatto vedere in giro, ha disertato tutte le feste, non ha mai messo piede al Billionaire. Fino all'anno scorso bisognava legarlo per impedirgli di andare.Non più nottate sugli yacht con quattrocento persone. Serate da quarantamila euro a botta. In casa. Con la moglie, mano nella mano, i figli, i nipotini". Che bel quadretto!
La nostra pasionaria ha fatto altrettanto: non è mai scesa dal suo "Over the rambow" per non vedere tutti quei riccastri che affollano la piazzetta di Porto Rotondo. Per la maggior parte Russi ed Arabi di un pacchiano da urlo. E sì, per fortuna queste vacanze da incubo stanno per finire, la nostra rivoluzionaria sta per dirigersi verso luoghi che sono notoriamente meta di vacanza degli operai in cassa integrazione:Forte dei Marmi e Cortina. A bordo della sua Aston Martin, novella 007, sbandierando la borsetta di Gucci e sollevando il pugno chiuso. Rigorosamente col dito medio al centro, in bella vista.
lunedì 18 agosto 2008
L'eros secondo Correggio
giovedì 14 agosto 2008
Piccola pausa
Baci baci......
martedì 12 agosto 2008
Il cavaliere non fa la spesa
Il cavaliere non ci credeva, ha voluto, a sorpresa, sincerarsene di persona, al mercato di Campo dei Fiori. Ha intervistato i commercianti sul costo di carne, ortaggi, pane e uova. Ebbene sì, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati fino al trenta per cento. Ora lo sa."Un po' cari, dice, ma forse sono io che non ho più orecchio sui prezzi" E poi annuncia, parlando della finanziaria che definisce rivoluzionaria: "non saranno lacrime e sangue,come qualcuno sosteneva,ma solo lacrime" Grazie presidente, risparmierò sull'ovatta emostatica, ma corro a comperare i fazzoletti. Credo che siano rincarati anche quelli.
sabato 9 agosto 2008
Summertime
giovedì 7 agosto 2008
Abruzzo
Stamani, appena sveglia, ho sintonizzato la tivvù su La7 e, quindi, su Omnibus. C'era Ferrero, che sarà pure inutile, come molti sostengono, ma a me piace, il quale, parlando delle prossime elezioni in Abruzzo, annunciava la probabile candidatura di Di Pietro alla presidenza. In quel caso loro, Rifondazione, appoggerebbero il PD. Quasi non ci credo, quindi mi metto a cercare la notizia su internet e la trovo. Eccola : http://www.abruzzoliberale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3010&Itemid=1martedì 5 agosto 2008
Adunate sediziose
L'altra notte era caldo,molto. Rimpiangevo la bellissima frescura notturna della mia città. Ma al mare è afoso, si sa.Con mio marito decidiamo di scendere in strada, era tardi. Un piccolo parco con delle panchine. Ci sediamo e accendiamo una sigaretta. Dopo un po', dalla finestra, ci vede il nostro vicino. E' tardi, ma decide di scendere. Quattro chiacchiere e porta un paio di birre fresche. Si parla di politica, che barba! Una ventina di minuti e arriva il figlio del portiere. Ha caldo anche lui. Dice che non riesce a dormire e che in tivvù non c'è nulla. E' stato al centro commerciale nel pomeriggio, lì sì che c'era fresco, ma alle venti chiudono. Mia cognata sta rincasando, è stata al cinema, c'era fresco anche lì, e poi a bere qualcosa in giro, ma a Pescara c'era troppa gente e un gran caldo, più di qui. Si parla dei politici della sinistra scomparsa che ora, disoccupati, si danno al giardinaggio, al pilates, qualcuno apre studi legali, un altro gioca con i nipotini, chi censisce lupi e camosci, chi si immola sull'isola dei vips,chi apre una ditta di calcestruzzi. Insomma, qualcosa inventeranno: non siamo preoccupatissimi. E se ci prendessimo un gelato? La moglie del portiere ne ha di quello homemade, fatto nel pomeriggio. Al melone. Il ragazzo va a prenderlo e lo consumiamo in bicchieri di carta, sempre ai giardinetti. Carlo, il vicino, vuole innaffiarlo con del porto. Aderiamo entusiasti. Torna con la bottiglia. Si beve e si fuma. E si ride. Fa caldo.Alle 4 di mattina si decide, malvolentieri, di andare a casa. Nessuno di noi ha l'aria condizionata. Ciao ciao, le ultime battute, a nanna. Alle otto e trenta mi sveglia, come sempre, la tv con il tiggì e scopro che, se la notte precedente, noi, i cinque dei giardinetti, fossimo stati a Novara, ci avrebbero comminato una multa di 500 euro. Quelli del popolo della libertà.
venerdì 1 agosto 2008
Atto d'amore
Lo guardo: è sereno, come il cielo in estate. Cielo di montagna, aria secca e calda. Mi piacerebbe accarezzarlo. Ma lui fa tutto da solo. E mi scruta,dall’alto. Placido inizia a soffiare, piano. Un respiro leggero annuncia che qualcosa accadrà. Lo ascolto,e questo mi basta. Avverto il suo alito, come di foglie lontane che si agitano lievi. Sussulta appena, e sospira. Sento che sta prendendo forza e slancio. Nubi minacciose oscurano il suo volto. Ed un turbamento lo assale. Il respiro si fa più pesante. Mi agito un po'. Sono lì che aspetto. E’ ancora calmo, sembra non avere fretta. Una folata improvvisa lo scuote, sospira ancora. Poi, di nuovo, la calma. Vorrei aiutarlo, ma so che non vuole. Farà tutto da solo. Vuole che io sia spettatrice. Eccolo, sento che sta crescendo piano. Aumenta il ritmo dell’incedere, avanza con impeto. Intorno a me si fa scuro. Lo cerco: è qui, che ansima. Soffia forte ora, sento tutto il suo vigore. Mi domando quanto durerà questa attesa. Un gemito possente squarcia il cielo. Un altro. Aspetto solo la conclusione, la desidero. Lo guardo: una luce improvvisa illumina il suo viso,un lampo nei suoi occhi, ed un gemito. Sta arrivando. Ora fremo anch’ io, sono in attesa. Velocemente si approssima alla conclusione. Aumenta il ritmo, il suo alito mi scompiglia i capelli. Dai, ci sei. Sono qui per te. Eccolo,finalmente arriva, con le prime gocce pesanti, e calde. E poi mi inonda, prepotente, ed io mi lascio bagnare. Voglio prenderla tutta questa pioggia di gioia. E d’amore. Sono placata anch’io ora. E l’arcobaleno è nei suoi occhi. Mi sento sua, e felice. Presto tornerà il sereno: è stato un temporale estivo. Dietro le nubi posso già vedere la luna.




