
Sant'Agnese, vergine e martire, visse a Roma ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano. La leggenda narra che, giovinetta, fosse assiduamente corteggiata da un prefetto romano, che ella rifiutò, dichiarandosi devota sposa di Dio. Il giovane s'ammalò d'amore ed il di lui padre convocò la fanciulla nell'intento di convincerla a capitolare. Al rifiuto della virtuosa,dapprima la espose al pubblico ludibrio, trascinandola nuda per le strade capitoline, ma un angelo fece in modo che i suoi capelli crescessero a dismisura, tanto da occultarne le grazie,e poi la gettò in un postribolo, dove il medesimo angelo la nascose alla vista dei visitatori. Il giovane innamorato, riavutosi, si recò nel lupanare deciso a possederla,ma l'onnipresente angelo lo colpì a morte. A quel punto, Agnese fu condotta al rogo per essere bruciata come strega, ma le fiamme la lasciarono indenne , colpendo i suoi persecutori. Infine fu decapitata. Tout court. Da allora è santa protettrice delle prostitute. Ed a L'Aquila erano proprio le monache di Sant'Agnese a raccogliere le donne di strada, chiamate in città, da sempre, "serve". E' ovvio che le signore in questione conoscessero i famosi segreti di bordello ed è altrettanto ovvio che spesso li divulgavano. Infatti, qui in città, ancora oggi si dice "sci 'na serva", sempre al femminile, anche se ci si rivolge ad un uomo, per indicare una malalingua. Il 21 gennaio, giorno della santa, a L'Aquila si festeggia in maniera assolutamente pagana la giornata della maldicenza. Città di provincia, qui l'arte viene praticata indefessamente in tutti gli ambienti. Io non la pratico, davvero, ne sono vittima, come tutti, forse anche di più,ma riesco a restarne immune, facendomela scivolare addosso. A tratti divertendomi anche ad alimentarla. E più si è conosciuti, più si viene bersagliati. E quella che era nata, qualche secolo fa, come una celebrazione popolare e popolana, nelle cantine frequentate da donne disinvolte e uomini dediti all'alcol, da più di quarant' anni è diventata celebrazione di élite.
Si son formate numerose congreghe di professionsti ed ognuno celebra la sua Sant'Agnese, sparlando di tutto e tutti, e conferendo cariche molto ambite. Inutile aggiungere che il nostro concittadino Bruno Vespa è spesso ospite d'onore in quella dei giornalisti. Ma abbiamo avuto anche Cossiga ed Andreotti, mica si scherza. Concludo elencandovi le cariche assegnate, oltre alla presidenza , la vice presidenza e la tesoreria.
La mamma de ji cazzi deji atri (colui che non può fare a meno di praticare l'arte della maldicenza)
La lavannara ( colui che sa stendere bene i panni altrui, non i suoi)
Ju capisciò ( colui che presume di sapere tutto, più degli altri)
'Occa aperta ( colui che parla senza riflettere)
Ju zellusu ( colui che deve in qualsiasi modo controbattere su qualsiasi argomento )
La lima sorda (colui che maggiormente si e' distinto nel saper tacere ,ma allo stesso tempo fa e disfa')
Ju recchie fredde ( colui che proprio non vuol sentire o fa finta di non sentirci)
Lengua zozza (colui che deve essere, in assoluto, il più temuto)
Ju mmistichinu (colui che ha l'indole del manipolatore)
Mi pare che l'elenco sia esaustivo delle varie sfaccettature che la nobile arte include.
Ah, inutile dire che si mangia la lingua di bue in umido.