Sì, Bertolaso ha mobilitato i sacerdoti. Non si può dire che il brav'uomo non si dia da fare. Mentre il Capo mette in scena l'ennesima pantomima, fingendo ira furiosa verso il proprio commercialista Tremonti, che sostiene che i soldi per noi terremotati non ci sono, in attesa di stivarci tutti sui barconi e spedirci verso le coste libiche,tanto, fra disgraziati, possiamo darci una mano, il Betolaso, appunto, chiama santa madre chiesa.Si fa quel che si può. Chiede ai sacerdoti di stare accanto ai disgraziati, di supportarli, di dar loro il motivo e la ragione per andare avanti. Sorvolo sul panorama dei preti dell'aquilano, sorvolo. Ma ci sarebbe tanto da dire. E mi limito a riportare una lettera che il nostro arcivescovo ha inviato alla Presidente delle Provincia, Stefania Pezzopane. Piccola premessa: monsignor Molinari è aquilano ed è stato parroco in varie chiese cittadine e, soprattutto, è stato professore di religione al liceo classico. Professore amatissimo ed illuminato di tante generazioni, anche della sottoscritta. Poi è diventato vescovo e le cose son cambiate. Ha gettato all'ortica quell'aria e quei modi alternativi e si è perfettamente inserito nel sistema vaticano. Deve rispondere alla benny, mica a dominiddio. Stefania Pezzopane, ex PCI, è una che con le parole ci sa fare benissimo. Una che sa smuovere gli animi. Nei fatti è un po' diversa. Ma qui diciamo di parole. Insomma, la Pezzopane ha incitato ad accelerare l'uscita dalle tendopoli, ha evidenziato le condizioni penose degli sfollati ed ha chiesto per loro tempi brevi per una sistemazione dignitosa, per vite già tanto provate. Ha implorato attenzione.
Questo uno stralcio della lettera dell'arcivescovo metropolita, ex prof anche della presidente.
"Il tuo grido di protesta sembra dimenticare che siamo tutti interessati a risolvere subito il problema. La tua sembra essere un'accusa indiscriminata contro lo Stato, contro la protezione civile e contro tutti coloro che si stanno prodigando generosamente nei confronti della popolazione e si stanno impegnando nella ricerca delle soluzioni concrete possibili. E' facile, purtroppo, in questi momenti, cedere alla tentazione di speculare sulla tragedia che ci ha colpiti. Non è giusto far leva sui disagi e la stanchezza della gente che vive nelle tendopoli anche se è certamente doveroso rimanere all'erta affinchè l'opera di ricostruzione avvenga nella trasparenza e velocemente"
Il prof. l'ha bacchettata, come ai tempi del liceo. E le ha detto, in pratica: ma che cavolo ti metti a dire che nelle tendopoli si sta male? Facciamo finta che tutto vada bene, come fanno vedere alla tele. Tanto tu stai col culo al caldo, io pure, i miei pretini sono stipendiati, la curia li aiuta, le chiese gliele ricostruiremo prima delle case e la benny è arrivata a darci la benedizione, anche se erano trascorse tre settimane dal sisma. Le abbiamo approntato un palco che è costato 68mila euro, non badiamo a spese noi. Mentre nelle tende c'era il gelo e mancavano le stufe. Ma la PC si è preoccupata che arrivassero, mica è colpa sua se sono arrivate dopo 15 giorni, quando c'erano 40 gradi nelle tende. Ora la PC si sta attivando per i condizionatori, speriamo che non arrivino quando saremo a meno 15. Si fa quel che si può, non stare a guardare il capello. Comunista.