mercoledì 25 giugno 2008

La fonte Arethusa

Vi racconto una storia, anzi, ve la racconta Ovidio nelle “Metamorfosi”.
Le favole aiutano a vivere, ed a superare tempi bui, come quelli che viviamo.
Prendetevi una bella bibita fresca, magari un “Garibaldi”, come i Siracusani hanno patriotticamente rivisitato l’Orange Campari: succo d’arancia, Campari bitter, acqua tonica e tanto ghiaccio. Una cannuccia e immergiamoci nel sogno.


Arethusa era una delle ninfe al seguito di Diana, la sua prediletta. Trascorreva le giornate rincorrendo caprioli e daini nel rigoglioso bosco alle falde del monte Olimpo. Era bella,bellissima, dai capelli folti e neri. Bella e modesta, soleva dare poco valore all’aspetto esteriore.Provava rossore e timore a mostrarsi agli uomini. Durante una battuta di caccia si allontanò dal gruppo di ancelle al seguito della Dea e si smarrì. Arrivò davanti alle sponde del fiume Alfeo: acque pure, dolcissime e limpide, tanto da poter scorgere la ghiaia sul fondo. Intorno il silenzio, interrotto solo dal volo degli uccelli. Ebbe voglia di un bagno, la fanciulla, e, spogliatasi, entrò sinuosamente nelle acque cristalline. Il silenzio era quasi inquietante. Ebbe la repentina sensazione che, verso il centro del fiume, l’acqua iniziasse a fremere ed a formare dei vortici quasi danzanti; le parve che la volesse cingere, accarezzare, avvolgere ed attirare a sé. Turbata da queste sensazioni, cercò di affrettarsi verso l’uscita, ma , in quel momento, il fiume Alfeo si tramutò in giovane biondo che, sollevando la testa dall’acqua e scrollando la folta chioma, si mostrò alla ninfa con gli occhi di un uomo innamorato. La bella riuscì a liberarsi dall’abbraccio dell’acqua ed a fuggire, nuda, nei boschi. Alfeo, nudo anch’egli, la inseguì. Dopo tanto correre, la fanciulla,stanca, percepì che il giovane la avrebbe raggiunta, ed avrebbe violato la sua purezza che non aveva ancora conosciuto le gioie dell’amore. Invocò Diana, la bella Arethusa,chiese la sua protezione,la pregò di trasformarla in sorgente di acqua, lontano da quelle sponde. La pietosa Dea la avvolse in una fitta nebbia che la celò agli occhi di Alfeo,quindi la trasformò in sorgente, trasportandola in Sicilia, nell’isola di Ortigia. Alfeo continuò a cercarla, pazzo d’amore. Quando capì che la sua amata era fuggita per sempre,tornato ad essere fiume,pianse disperatamente e straripò dai suoi argini. Straripò d’amore. Giove onnipotente, mosso a pietà, gli permise allora di raggiungere Arethusa, scorrendo sotto il mar Ionio, dal Pelopponneso sino alla fonte di Ortigia, unendo finalmente le sue acque a quelle della bellissima amata. Una congiunzione totale ed eterna.
Oggi sono ancora lì: affacciati sul mare, si abbracciano fra anatre e papiri.
Io li ho visti ed ho udito il loro canto d’amore

16 commenti:

Anonimo ha detto...

... ed io sarei il poeta?...
Tu sei la POETESSA del blogger, anche se non usi versi, rime strofe e altri ammennicoli adatti alla bisogna!

Complimenti, carissima!
(Ti sei sentita un po' Arethusa, eh?... Si "legge" dal tuo scritto)!

Ciao, ciao!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Ok sei riuscita a farmi commuovere accidenti a te LOL!

Ciao Anna
Daniele

enzorasi ha detto...

L'hai raccontata come se fosse nuova; è proprio delle cose eterne rinnovarsi ad ogni gesto di amorevole mmoria. Io sono certo che la storia di Aretusa e Alfeo l'hai percepita sul far della sera, camminando lentamente verso gli alberi del giardino attiguo alla fonte, guardando le rive del plemmirio piene di luce d'oro. E sono certo che ti sei commossa e sei diventata parte dell'acqua della fonte e del mare, parte delle pietre delle case e dei palazzi che, da porta Marina, guardano lontano alla ricerca di un sogno. Non potevi parlare meglio e farci sognare di più. Grazie

Anonimo ha detto...

che bella, stavo facendo una pausa dallo studio e mi sono persa, davvero magnifica ;)

Anonimo ha detto...

Bella, cara Anna.
Di quelle a cui lasciarsi an dare un po'.
Baci

digito ergo sum ha detto...

carissima, butto lì una provocazione: sono io l'unico che ha la sensazione, leggendo ovidio, che sopra alle sue verità, c'han fondato il cristianesimo? mah...

M.Cristina ha detto...

bellissima storia e veramente coinvolgente il modo in cui la raccontata ma, senza voler rompere l'incanto di una così poetica storia, a me sorge una domanda, un po' cinica a dire il vero: ma se lei fuggiva, siamo veramente certi che sia felice di essere stata unita per l'eternità a lui.
Lo so, il modo in cui avviene è di sublime romanticismo ma....
A parte i scherzi: bravissima! sono certa che la suggestione c'è tutta.
baci

marina ha detto...

il canto arriva fino a qui
grazie, marina

newyorker ha detto...

m'hai fatto venì 'na sete.....

newyorker ha detto...

ZZzZzZZZZZzzZZ..ZzZZ...ZZZZZ !!!
zanzara, l'ho fatta secca!

Anonimo ha detto...

Sono venuto molte volte a Siracusa e ho passato tantissime ore a Ortigia, la fonte Aretusa ha veramente qualcosa di magico..

BC. Bruno Carioli ha detto...

Bei tempi, quelli,
:-))

Anonimo ha detto...

Annaaaaaaaaaaaa...non temere, passerò a trovarti ad ogni connessione...promesso ;-)
Un abbraccio e tanto sole...

Saretta ha detto...

grazie

Donna Cannone ha detto...

da pelle d'oca. Grazie

Anonimo ha detto...

come è possibile che un nano di 70anni progetti il nostro futuro???