lunedì 18 agosto 2008

L'eros secondo Correggio

Eccomi di ritorno. Sì, è stata proprio una bella idea quella di trascorrere il fine settimana a Roma. Ho tanto da dire, da raccontare. Persino Frattini e Berlusconi che , rispettivamente dalle Maldive e da Porto Rotondo, pretendevano di farci credere di essere stati determinanti nella risoluzione della guerra in Georgia, mi son sembrati, mediati dallo splendore del mio soggiorno, delle esilaranti macchiette su cui ridere incoscientemente. E Tarzan Scotti, tra una liana e l'altra, a metterci una pezza, vignetta nella vignetta. Avrò tempo, avremo tempo, per piangere su tutto questo.
Inizierò col parlarvi di Correggio e della bella mostra allestita alla Galleria Borghese.
"Correggio e l'antico": una esposizione anticonvenzionale in quanto tutte le opere presentate sono state inserite fra le altre già presenti nella galleria. Non stanze deputate, ma arte immersa nell'arte, a testimoniare un presunto e forse solo immaginario viaggio iniziatico del rinascimentale Antonio Allegri nella grandiosità della Roma classica. Il percorso è esaustivo dell'intera opera dell'artista ed analizza i molteplici aspetti della sua pittura di grazia, raffinatezza, luce, colore e colorito. Mi soffermerò brevemente solo sulla rappresentazione dell'erotismo, cioè del sesso illustrato attraverso l'amore, la reciprocità e l'affetto. Ritengo Correggio l'antesignano della pittura erotica, l'illustratore del languore provocato dai sensi,dell'abbandono al desiderio, della resa totale alla carne.
Due tele su tutte (clic per ingrandire) :

La prima è la famossissima Danae che, rinchiusa dal padre in una torre per scongiurare la congiunzione con Giove, viene raggiunta dal padre degli Dei sotto forma di pioggia dorata.La carnagione bianca come il latte è coperta solo dall'ultimo lembo di lenzuolo che Eros, ai piedi del letto, sfila con la mano sinistra, mentre ,con lo sguardo rivolto verso la nube d'oro, con la destra invita la pioggia a scendere ed a congiungersi con la fanciulla. Ai piedi del letto l'innocenza è rappresentata dai due amorini che disegnano su una lavagnetta i modelli di freccia da scoccare. Attesa, direi che questa è la sensazione che il dipinto suscita. Attesa nelle cosce già dischiuse, attesa nel pudico sguardo chino e nelle membra aperte, già pronte all' abbraccio. La seconda è Giove ed Io. Anche qui il Dio è una nuvola, ma nuvola impetuosa e azzurrognola, nella quale poter scorgere solo le sembianze del volto teso al bacio. Schiena, coscia, gamba e labbra. Qui la sensazione è quella della carne, lì per essere avviluppata e vinta. Passione prima dell'estasi.Abbandono prima della pratica amorosa. E quella nube che si trasforma in braccio, ad indicare l'ineluttabilità del gioco e la tangibilità dell'atto amoroso. Le grazie carnose delle due donne sono lì a stimolare la sensualità, parlando però una lingua innocente e tenera, mai scabrosa, ma languida e coinvolgente, garbata e commovente . Stesse sensazioni che troviamo davanti a Venere ed Amore, addormentati sotto gli occhi spioni del satiro, e ne L'educazione di Cupido all'amore. Luci piane, incarnati luminosi, forme morbide,placidità di sguardi sognanti. Stessi sguardi ed atmosfere che ritroviamo anche nelle madonne dei quandri sacri.
L'ingresso alla mostra, come sempre per la Galleria Borghese, è solo su prenotazione. E la visita ha la durata obbligata di due ore. Davvero troppo poche per poter apprezzare a pieno i venticinque capolavori e gli ottanta disegni. Soprattutto per chi, come me, ama perdersi per un tempo indecifrato davanti ad ogni quadro, davanti ad ogni emozione di quelle pieghe e luci d'amore, a sollecitare le suggestioni del desiderio e ad alimentare una complicità senza tempo alla ricerca del piacere .
Non mi è bastato: ho deciso, inseguirò Correggio a Parma.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao mia cara,sto facendo cià che hai fatto tu.Ho staccato la spina che mi collega al branco di pagliacci.
So che ci aspettano tempi duri.
Stammi bene!
Cristiana

clauds ha detto...

bentornata!
che bello il modo in cui sei riuscita a descrivere l'erotismo sottile dell'opera del correggio e le sensazioni che provoca l'arte.

un bene emozionale che puo' darci conforto anche nei momenti piu' tristi.

e infatti ieri mi son giusto sparata la mostra di picasso!
;-)

un abbraccio

clauds

silvano ha detto...

Ciao Anna, complimenti per la tua capacità di trasmettere la conoscenza. Affascinante la pittura, ancor di più la pittura spiegata con amore. Solo, ora, mi chiedo, che hai spiegato così bene che anche la Ratzi avrà capito la profonda sensualità di quei dipinti, non è che ci troveremo magari un Gasparri o un Giovanardi che, manu militari, metteranno i braghettoni a quelle nuvole di desiderio e libertà?

rodocrosite ha detto...

Scherzaci!
Speriamo che siano così ignoranti da non sapere neanche chi è il Correggio!

Nemo ha detto...

Ah, fantastico! Devo dire che non ho mai analizzato un quadro così in profondità, e me ne dispiaccio.
Le tue descrizioni me ne fanno venir voglia...

silvano ha detto...

@rodocrosite: DA QUEL LATO LI' POSSIAMO STARE TRANQUILLI.

Fra ha detto...

quanta passione si sente che ami molto l'arte, mi piace tanto perdermi nei tuoi racconti ;)

Anonimo ha detto...

Quello che traspare dal Correggio è l'antidemonizzazione del sesso, visto nella sua purezza, in forte contrasto con quello che la chiesa ha sempre insegnato ai suoi fedeli, cioè di vivere il sesso con vergogna. Qui la sensualità è pura e semplice, senza giochi ambigui.

Sul perdersi nell'arte, la penso esattamente come te, quando un quadro o un'opera ti colpisce, staresti ore ad osservarla per svelarne anche i minimi particolari.

Anonimo ha detto...

Sensazioni quasi di pelle. Questo spesso un quadro riesce a darti se ti emoziona. In questo caso poi queste sensazioni si amplificano vista la sensualità dei suoi dipinti. Ma questo è un discorso che vale per ogni pittore o scultore o artista che sa rapire i tuoi sensi.

Ciao
Daniele

Anna ha detto...

CARI AMICI,
vi ringrazio per l'apprezzamento che avevte mostrato e per aver condiviso con me i momenti magici che l'arte ci può dare.
Sono oberata di lavoro e non riesco a ritagliarmi lo spazio che vorrei per dedicarmi a voi. E,incredibile, ma vero, da qualche giorno,alla sera, crollo addormentata verso le 22 e mi sveglio alla mattina alle 7.
Dopo anni di insonnia, mi sembra un miracolo. Non so se durerà.
Un caro abbraccio, per ora, e a prestissimo: non intendo rinunciare ai vostri post ed alla vostra preziosa compagnia.

Anonimo ha detto...

Sei un pozzo di conoscenza..Caspita,incredibile.
Un caro saluto

oscar ferrari ha detto...

Anche a me piace Correggio, ma spesso mi tocca accontentarmi del suo contrario

Anonimo ha detto...

Sono ancora a Miami e mi farò viva al mio ritorno.
Hai l'anima di un'artista.
Cristiana

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con quanto ha già detto Cesco.
e tu sei sempre grande ed è piacevolissimo leggere i tuoi post, a prescindere dall'argomento.
un abbraccio

enzorasi ha detto...

Certo che sei proprio una donna dalle mille sorprese! Racconti l'arte con un amore un'emozione intensi ma non scevri da una buona "cultura" dell'arte. Avevo notato questa cosa anche nei tuoi post sui miti greci, quelli che scrivesti al tuo ritorno da Siracusa; brava Anna, leggerti è piacevole e, devo dirlo, istruttivo. Resto in attesa che tu tolga un altro velo alla tua poliedrica figura. (NON E' UNA PRESA PER I FONDELLI).

guglielmo ha detto...

Leggo gli sferzanti giudizi del giovane Roberto Longhi nella sua "Breve ma veridica storia della pittura italiana" su Correggio. Scrive Longhi sulla Danae della Galleria Borghese "(Correggio) disegna maravigliosamente ma soltanto la donna o meglio o meglio la femminilità in quanto specchio di leggiadria e di volubilità; il resto del mondo riduce sotto questa visuale. I suoi capolavori coincidono per la prima volta col soggetto, dico sono condizionati da esso, mentre abbiamo visto che l'arte grande è indipendente dal fatto rappresentato. Ma togliete la sensualità alla Danae, alla leda di Berlini, al Ganimede di Vienna, all'Io ancora di Vienna e avrete tolto all'artista di disegnare sinuosamente o di chairuscurare morvidamente."
Ma...avrà ragione Longhi?

Anna ha detto...

Guglielmo,
sicuramente Correggio , al confronto con gli illustrissimi contemporanei Raffaello e Michelangelo, appare molto meno interessante e incisivo. Ma dobbiamo ricordare che era un pittore di "provincia", lontanissimo da Roma che nel 500 fu il palcoscenico dell'arte e del mondo intero. Pur restando circoscritto nei suoi confini geografici, riuscì ad allontanarsi dal manierismo e fu anticipatore di un romanticismo colto e raffinato, forse un po' "patinato" come si direbbe oggi, ma che riesce ad avvincere lo sguardo, facendo presa sull'istinto. Alla Danae non si può togliere la sensualità che è fatta di chiaroscuri usati mirabilmente, di cose palesate e di altre celate.
Visto dal vivo, il dipinto è grandioso e quasi monumentale. Antesignano della pittura erotica.
E gli stessi tratti li ritrovi in tutti i suoi dipinti, anche nella "Madonna del latte" che cela appena il seno sotto un velo accennto, senza disegno, fatto solo di luce e di ombra. La sensualità nella luce: questa è la peculiarità che lo rende unico.

digito ergo sum ha detto...

ti invidio. e sono serio. roma è una città splendida, non ci vado da un bel po' e mi manca tanto. l'arte, respirata e vissuta a roma, ha un sapore completamente diverso. anche solo il passeggiare per la strada, immaginando cosa potesse esserci in un posto, duemila anni fa, fa venire i brividi.

chissà cosa c'era dove ora c'è quel coso circolare mezzo diroccato? eppoi, l'ero...scorreggio...

ora non sono più serio ma è stato bello finché è durato.

un abbraccio

guglielmo ha detto...

Anna,
Correggio era un provinciale e non c'è dubbio (anche se questo, per fortuna, non è sininimo di "minore") ma uno attento ai Maestri del tempo. In un altro libro del Longhi "Da Cimabue a Morandi" si fa una lunga dissertazione su un presunto viaggio di Correggio a Roma nel 1518 proprio per vedere i grandi maestri che lavoravano in quella che era la capitale dell'arte di allora. Naturalmente dopo questi viaggi c'è stata una svolta nella attività artistica che dimostra il grande pregio dell'arte (o meglio dei grandi artisti)di sapersi contaminare in diverse influenze.
Le mie non erano saccenti puntualizzazioni (non sono titolato per alcuna dissertazione sulla storia dell'arte), ma semplici contributi a capire nel mio stile da "bastian cuntrari". Un affettuoso saluto.

Anna ha detto...

Sì Guglielmo,
e proprio alla citazione cui ti riferisci si ispira la mostra allestita alla Galleria Borghese.
Correggio che, in un ipotetico e forse reale viaggio a Roma, si isipirava ed assorbiva il classico dei grandi predecessori e l'insegnamento degli illustri contemporanei.
Nulla è pura invenzione o creazione: sono convinta che tutto quello che l'arte riesce ad esprimere altro non è che l'elaborazione personale di cose viste. L'artista è colui che riesce a farci vedere ciò che è intorno a noi,o ciò che è dentro di noi, attraverso i suoi occhi.

Artemisia ha detto...

Sai che mi piacerebbe proprio vedere una mostra d'arte insieme a te?