martedì 19 maggio 2009
Vorrei
Vorrei che questo blog diventasse un messaggio di speranza per tutti, soprattutto per gli Aquilani. Vorrei monitorare la mia rinascita, anche se so che sarà lenta e dolorosa. E faticosa. Vorrei mostrare a tutti che si può provare a ricostruire. Partendo da noi stessi. Mai dimenticando gli altri. Soprattutto i più deboli. Vorrei mostrare i miei piccoli passi incontro alla nuova vita. Vorrei creare un punto di aggregazione dove poter riprendere a volare......
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43 commenti:
Sono qui che aspetto gli sviluppi di quete tue idee.
Anche Paola
cristiana
E' bello vederti rinascere a poco a poco. Sei un esempio per tutti.
Volevo chiederti, cara Anna, cosa ne pensi di questa lettera che sta girando in rete?
Un abbraccio.
@Ciao Lameduck. Sì, ho letto la lettera e l'ho già commentata ampiamente su FB, attirando già le prime ire. Il campo di Piazza d'Armi è il più grande della città. Ha più di 4.000 residenti, per lo più stranieri.Io so che quanto scritto risponde a realtà. Della droga mi hanno riferito, non so se la PC la fa entrare volutamente, questo non lo so. Ma visto che controlla tutto e tutti, non capisco come la cosa possa passare inosservata. Comunque non credo che il problema sia questo. Il problema è la militarizzazione della città e di tutti noi. Siamo stremati. Non si muove foglia che la PC non voglia. Non so se è giusto. Ma non intendo attirare ancora gli strali dei volontari. Loro possono anche essere animati da sentimenti nobilissimi. Il guaio è che noi subiamo la repressione, seppur innocenti e già ampiamente martoriati.Questa tragedia ci sta segnando doppiamente. E il G8 peggiorerà le cose. Io sono combattente di natura, c'è, però, chi soccombe.La città è blindata, nessuno, in nome di una mancata sicurezza, può avvicinarsi alle sue macerie. Mi domando cosa aspettino a mettere in sicurezza il centro. Che i ruderi finiscano di franare sotto la pioggia e le continue scosse?
Mi piacciono tutte le Anne, anche quelle malinconiche, anche quelle incazzate. Ma devo dire che questa è in assoluto la mia Anna preferita...
Sono sicura che con la tua determinazione ce la farai!
Forza Anna...vola! :)
ti stai già riprendendo,dai...:-)
di quale articolo parlate? è possibile avere il link? o il testo?
Anna, ti e ci auguro che la tua ripresa coincida con la ripresa di tutti gli "ultimi".
Forza a te ed a tutti noi!
l'aquila dell'immagine parla da sola... passo dopo passo. Il volo più alto verso l'alto.
Adagio...
un abbraccio forte
Elsa
@Lotus,
ecco il link. E' molto interessante.
http://nautilusmagazine.blogspot.com/2009/05/prove-tecniche-di-regime.html
bene Anna bene
qui in tanti a seguirti con affetto
un abbraccio
anna
non sei sola, condividi con noi le tue conquiste quotidiane,, ti siamo vicini...come siamo vicini a tutti gli amici aquilani
E volare è sognare. E sognare è volare. Ciao Anna.
Ci vuole tanta energia, coraggio.
Ecco, Anna, volevo il tuo parere sulla lettera dell'attore perchè, in mancanza di un'informazione obiettiva sui fatti del dopo terremoto, tra miracoli delle dentiere e passerelle da avanspettacolo, è necessario sentire la versione di chi c'è, è sul posto e vive la situazione in prima persona.
Quindi è vero, quando si parla di militarizzazione si intende proprio un controllo sul territorio che toglie libertà alle persone. Perchè questo? E' successo altre volte o è la prima volta? Credo che dovremo far conoscere questa realtà perchè se aspettiamo i telegiornali stiamo freschi.
Un bacione
dai, che magari è la volta che cambi anche pettinatura....
oggi hanno lasciato il nido che ormai tutti gli anni fanno nella cassetta della posta (secondo noi è scomodissima ma ogni anno è sempre più fantastico) sette piccole creature.tutti gli anni ci limitiamo a prservarli dalle attenzioni della nostra gatta per il resto lasciamo fare alla natura il suo corso e leggere le tue intenzioni dopo averli visti svolazzare sicuri nella loro indecisione ci fa pensare che oggi è stata una buona giornata. roberto e mary
ce la farai... ci vorrà tempo e pazienza... ma ce la farai...
ti abbraccio e buona notte Anna
paola, rm
Ho letto la lettera di Gattinoni, e lasciatemi dire che sono un po' perlplessa. Non sulla veridicità delle informazioni contenute, quelle non ho modo di controllarle. Ma sull'autenticità della lettera stessa: come ha fatto questa lettera alla moglie a finire in rete? c'è scritto, alla fine: "Anzi metto in rete questa mia lettera per te". Sì,, ma dove? dato che essiste una specie di "sito ufficiale" di Gattinoni (http://andreagattinoni.altervista.org/index.php), se io fossi Gattinoni e volessi rendere pubblica una cosa, la scriverei lì, oppure la invierei a qualche sito importante...invece se si fa una ricerca si vede che tutti i siti riportano la lettera come riportata da altri siti, e la fonte primaria sembra essere Nautilusmagazine. A me tutto questo pare strano, sa tanto di "bufala". Ripeto, non discuto del contenuto: quando si lancia in Rete na bufala, si cerca proprio di fornire informazioni verosimili, o informazioni vere e false mescolate, in modo da confondere. Ancora una volta, attenti a propagandare cose fasulle, è controproducente: ti daranno addosso e cercheranno di vanificare tutte le altre cose vere che racconti...quasi quasi scrivo a Gattinoni e gli chiedo di confermare la lettera. Vi faccio sapere.
Un saluto,
Marzia
ma tu sei già un messaggio di speranza in carne ossa con la tua voglia di fare, il tuo non arrenderti, il tuo incazzarti, il tuo immalinconirti, il tuo sorridere ancora
A me non serve scrivere a Gattinoni. Io la conferma ce l'ho vivendo qui. Vedi Marzia, sul fatto della droga non mi posso esprimere ché non so, ma sulla percezione che le persone hanno dell'operato della PC sì. Per fortuna non tutti siamo uguali. C'è chi questa militarizzazione la vive con rassegnazione come una cosa inevitabile e c'è chi, invece, e siamo in molti, la vive come una una coercizione insopportabile.E come una privazione della dignità.Soprattutto in vista del G8, che renderà ancora più misera la nostra sopravvivenza, e del fatto che qui la PC ci resterà almeno 3 anni. Almeno. Questo ti fa venire voglia di fuggire e di lasciare le cose in mano a loro, che sono il "ghe pensi mi" della situazione. Voglio fare un esempio banale che spero, però, renda l'idea. Immagina di avere subìto un lutto, un lutto gravissimo.E di essere disperata. Una persona di buon cuore è arrivata in tuo aiuto subito dopo l'evento. Ti ha risolto il problema nell'immediato: ti ha preparato pasti caldi, ti ha vestita, si è assicurata che tu avessi un tetto sulla testa e le cure mediche. Tu le sei riconoscente. Molto. Poi, pian piano, ti rendi conto che questa brava persona si è stabilita in casa tua e si occupa di tutto. Ma proprio di tutto. Tu, se vuoi uscire o entrare, le devi chiedere il permesso. Se vuoi andare a visitare le spoglie dell'estinto, le devi chiedere il permesso e lei ti deve accompagnare.Se qualcuno vuole venire a trovarti ed a portarti sostegno deve passare sotto la sua supervisione e, spesso, viene cacciato. In casa tua non sei più padrona di decidere nulla. Lei ha preso il tuo posto.Spesso con arroganza. E tu sai che sarà così per anni. Molte persone che vedono la situazione dal di fuori, o con una visita di una settimana, penseranno di certo che quella persona è meritevolissima. Anche se sanno che viene pagata profumatamente per fare ciò che fa, e gestisce tutti gi aiuti che lo stato e i privati di buon cuore ti hanno inviato.Dicevo, apparrà di buon cuore dal di fuori. Ma dentro bisogna starci e ci si dovrebbe immedesimare in chi il lutto lo vive sulla propria pelle.
Per questa ragione uno spirito indipendente come il mio ha deciso di far da sé. Io voglio ancora poter decidere della mia vita qui, nella mia città. Non usufruirò degli aiuti, ma conservo la mia dignità di essere umano. E la conservo sul campo, senza abbandonarlo.
Cara Anna,
scrivi: "vorrei..", in realtà lo stai già facendo!!
Un abbraccio e buona giornata
Stefi
Carissima Anna, ti ho scoperta dopo un faticoso cercare nel web...le notizie che ricevevo erano troppo contrastanti tra loro, volevo una voce sincera e comprensibile...poi ho trovato te...sono di Avezzano ho trascorso hanni stupendi all'Aquila e saperla distrutta mi atterrisce...ma so che riuscirete a riportarla allo splendore di un tempo! Tuttavia ora non temo per i palazzi e le chiese ma per le persone...e mi chiedo cosa possiamo fare senza passare per canali ufficiali come quelli dellla protezione civile?L'interporto di Avezzano trabocca di ogni sorta di aiuto alimentare e non!!!
Coraggio Anna!!!
Ammiro tanto la tua forza e la tua energia. Ciao, Martin
Ciao Anna, sono abruzzese come te, è la prima volta che ti lascio un commento. Un semplice saluto, un incoraggiamento a fronte di questo tuo post di speranza.
Ciao Anna, questo post è il tuo vestito più bello, quello che meglio si adatta alla tua indole!
Grazie per aver accolto anche il mio augurio attarverso il mio blog, ti sento determinata e forte, rinascere è la parola d'ordine per te e per le persone che come te sono messe a dura prova dalle vicende del terremoto!
I tuoi non sono piccoli passi, sono passi da gigante...mi chiedo come avrei reagito io al posto tuo...
Coraggio cara Anna, vai avanti e non indugiare, vai con fiducia incontro alla tua nuova vita, ti sono vicina col pensiero!!!
Un caro abbraccio
Miriam
A tutti quelli che dicono che la lettera è falsa e che le notizie sono esagerate:
http://www.repubblica.it/2009/04/rubriche/diario-di-una-famiglia/paura-lite/paura-lite.html
Leggete anche quello che riesce ad arrivare ai giornali.
Sii forte Anna.
Un bacio
Miryam
Cara Anna, vai... con sicurezza e testa alta.... noi "ITALIANI" (con la I maiuscola) non ti abbandoneremo...
Ah! Se tutti fossero come te!.... con quella tua sana rabbia dentro, mai doma!.... non ho il piacere di conoscerti personalmente... ma da quello che appare.. sei davvero una creatura meravigliosa...
Non mollare Anna, vai.. siamo tutti con te...
E noi siamo con te.
@marzia la lettera sembrerebbe autentica dal momento che sul sito che l'ha pubblicata, tra i commenti, ce n'è uno dello stesso gattinoni che ne conferma il contenuto. bye
@miryam: se leggi bene, vedi che io non ho mai detto che la lettera dice cose false, ma solo che sembra, diciamo, "apocrifa" e che a cadere nelle trappole ci si scredita: ma perché è così difficile capirsi?
@anonimo: ho letto il commento di quello ceh si firma Gattinoni, in effetti sembra coerente. approfondirò.
A me sembra assurdo che, in casa mia, l'unica che mi è rimasta, si venga a disquisire sull'autenticità o meno di una lettera che io, vivendo sul posto, ritengo per la maggior parte veritiera. Andate a discuterne altrove, per favore. E poi abbiate il buon gusto di non commentare come anonimi, almeno. Se non avete spazi vostri dove comparire con nome e cognome, come faccio io qui, e come mi pare di capire che faccia anche il Sig. Gattinoni, apriteveli. Qui si sta parlando di rinascita e di speranza. Spazio per la Protezione Civile non ce n'è più. Il mio pensiero l'ho chiarito abbondantemente nell'intervento che ho fatto più su. E che tutti avate ignorato. Ora basta, per favore.
Vorrei segnalarti, ma forse ne sarai già al corrente, il fatto che è nato un comitato spontaneo di cittadini, che sta crescendo di giorno in giorno, che condivide molti degli argomenti affrontati qui per una rinascita di L'Aquila com'era e come dovrebbe essere. www.unmanifestoperlaquila.it
Un abbraccio a te e ai tuoi familiari.fdm
E tornerai a volare in alto!Come L'aquila...............
Un bacio, Pina da Verona.
un abbraccio anna
http://diegogarciablog.blogspot.com
Ok Anna, però non è bello che tu risponda così alle persone che ti scrivono anche perchè questo è un blog non un diario segreto nel quale accedi solo tu e quelli che ti dicono quanto sei brava e quanto sei bella.
Nessuno degli anonimi di questi post si è rivolto a te con mancanza di rispetto, anzi tutti si interessano a quanto scrivi e alle notizie che riescono a trapelare. Non è bello leggere "questa è casa mia...". Perchè? non si può scrivere e parlare con te su ciò che può risultare vero o falso? cos'è questa rabbia anche nei confronti di chi non ha nessuna colpa?
Non so, a volte resto davvero amareggiata dalle tue parole.
Volevo anche dirti che io risulto "anonima" ( e forse altri come me) non perchè non voglia far sapere il mio nome ma perchè non ho un blog nè sarei capace di gestirlo.
Non so cosa dire, vorrei solo che capissi che molti ti hanno conosciuta in questa circostanza triste ma ti hanno amata e apprezzata. Io sono tra quelli. Ma a volte mi sento un'intrusa.
Scusa.
Un bacio.
Miryam
Miryam, perdonami. Il nervosismo serpeggia e non sempre è facile tenerlo sotto controllo. Mi ha dato fastidio il fatto che si discutesse sulla veridicità della lettera in questione quando qui ci sono io che vi dico che quello scritto è vero. E lo sto dicendo da tempo. Non mi interessa chi mi incensa, davvero. Però mi infastidisce chi dice che sostengo il falso. Sarò impulsiva, ma sono vera. Ti chiedo ancora scusa per la mia ira e ti ringrazio per la tua pazienza. Non sei un'intrusa. Torna quando vuoi....
Ciao Anna, spero tutti voi riusciate a concretizzare TUTTO quello che vorrete per il vostro cammino verso una vita nuova. Ti abbraccio
Ciao a tutti, oggi ho parlato con Anna: mi è sembrata una telefonata di un attimo (talmente era piacevole stare ad ascoltarla...), e invece le ho rubato più di mezzora, e in questo momento credo che mezz'ora del suo tempo sia qualcosa di enormemente prezioso, dato che è una delle poche cose che le sono rimaste.
Grazie Anna, di avermi parlato anche se magari per te rappresento il "ghe pensi mi dal profondo nord", oppure una di quelle divise che hai imparato quasi ad odiare.
A me sembra divertente pensare che quando verrò a trovarti non la potrò indossare neanche volendo... meglio così hai detto tu :)
Un caro saluto.
Daniele
Anna ti capisco e ti sono vicina.
Vorrei dedicarti una poesia di un poeta lucano che ho fatto studiare ai miei alunni che si domandavano perchè non andavate via.
E' proprio vero che "il dolore ha una voce".
"E' amara l'acqua dei nostri fiumi:
troppe lacrime abbiamo versato,
Se ci mangia la frana i magri campi
e ci spia la malaria dai canneti,
più ci attacchiamo a questa terra dura
senza canti e leggende, terra chiusa
tra la roccia e i dirupi, noi che amiamo
l'ulivo che piantiamo nell'argilla
e il grano stento, conteso alla gramigna
e alla palude."
Ormai ti considero un'amica e sono contenta che tu abbia capito il mio post.
Con affetto, ti abbraccio Miryam
Dalla mailing list dei Giuristi Democratici trascrivo queste osservazioni sulla PC.
Bertolaso: “Abbiamo messo alcuni paletti fondamentali e abbiamo risolto l’annosa vicenda di chi comanda: in campo di protezione civile bisogna sapere sempre chi è il capo, non ci può essere democrazia in emergenza… Perché noi in Italia siamo sempre in emergenza”.
(Intervista rilasciata a Alma Pizzi, Se la terra trema, Milano, Il Sole 24 ORE, 2006, pp. 74-75)
Infatti, per prolungare ad arte l’emergenza, a L’Aquila non basta il terremoto. Bisogna aggiungervi anche il “grande evento”del G8, per il quale è competente sempre la PC. Secondo Bertolaso, la protezione civile non costituisce un diritto fondamentale, di tutti. Gli articoli 2, 9 e 32 della Costituzione non direbbero nulla in proposito. Esiste solo il dovere di obbedire a un capo. Egli ignora perfino il fatto che un secolo non è passato invano dall’inizio del 1909, quando a Messina fu proclamato lo stato di assedio e la legge marziale. E che la Protezione Civile è stata chiamata così proprio per marcare l’opposizione alla protezione militare. Non sa neanche che la legge n. 225 del 1992, con la quale è stato istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile, e che fissa tuttora i principi generali della materia, all’art. 18 c. 1 parla chiaro: “Il Servizio nazionale della protezione civile assicura la più ampia partecipazione dei cittadini, delle organizzazioni di volontariato di protezione civile all’attività di previsione, prevenzione e soccorso, in vista o in occasione di calamità naturali”. “La più ampia partecipazione dei cittadini” per Bertolaso si ridurrebbe alla esecuzione degli ordini del capo. E senza fiatare.
giovanni incorvati
@Futuro Giurista,
faccio un copia incolla del tuo intervento e ne faccio un post...
Ciao Anna, sono Francesco di Avezzano (tarantino di origine).
Sono un cantautore/ingegnere e ammiro la tua forza che di sicuro e inconsapevolmente trasferisci a chi è disposto ad accoglierla.
Voglio condividere con te queste righe nate il giorno di pasquetta a Collemaggio.
Un forte abbraccio.
Se vuoi mi trovi su Facebook e su www.francescosportelli.it
Francesco
"TerreMUTATI"
Avezzano(AQ), 15 aprile 2009, sera, casa mia.
Ho ancora le braccia un po’ doloranti per tutti gli scatoloni di abiti e viveri che insieme ad altri volontari anche oggi abbiamo trasportato caricando i furgoni in partenza per L’Aquila. Credo di aver sollevato diverse volte scatoloni più pesanti di me.
Lunedì scorso sono stato personalmente a L’Aquila per consegnare il materiale e mentre le mie braccia erano distese in avanti stringendo una grossa busta di coperte, la testa non la smetteva di girarsi ora di qua ora di là tra incredulità e meraviglia. L’incredulità di essere in quel luogo così mutato nel paesaggio, nei suoni della gente, nell’odore delle strade proprio in quel giorno che fino alla settimana prima con gli amici chiamavamo semplicemente “pasquetta”. A questo però si è affiancata la meraviglia di imbattersi in scene di “ordinaria emergenza” tra bambini allattati al seno delle mamme, uomini intenti a radersi e vestirsi con cura con lo sguardo di chi vuole andare con eleganza e dignità incontro ad un’altra giornata da accampato. Un mix di sensazioni che mi hanno fatto avvertire ancora di più la forza che c’è in ciascun uomo specie quando si trova nelle avversità e vuole reagire.
Grazie alla mia attività artistica, negli anni sono stato diverse volte in luoghi toccati da terremoti (penso a Gemona in Friuli, alle zone dell’Irpinia, penso alle Marche e all'Umbria, al Gargano e sicuramente ad Avezzano, rasa al suolo nel 1915, dove attualmente vivo). Ogni volta, da parte dei vari comitati di accoglienza, nell’illustrarci le bellezze del luogo e la storia della città è comparso puntualmente un riferimento al terremoto passato, segno indelebile anche nelle nuove generazioni.
Davanti alla tivù o tra le tende di un campo di sfollati siamo tutti “terreMUTATI” perché un terremoto ti cambia. Il passo successivo è fare del cambiamento un insegnamento verso noi stessi che duri nel tempo. In questi giorni credo di stare imparando molto del mio essere “semplicemente” uomo e “volontariamente” amico.
Il dolore nelle braccia sta già diminuendo, adesso potrei anche “sollevare” e suonare la mia chitarra, ma preferisco scrivere della solidarietà di cui l’uomo è ancora capace. Aspettando domani.
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