giovedì 11 marzo 2010

Quando la piazza funziona

A volte la piazza funziona. Almeno così sembra, dalle dichiarazioni rilasciate dopo il vertice che si è tenuto presso il Ministero dell'Ambiente, in merito alle macerie aquilane. Dopo le affermazioni del ministro Prestigiacomo " la protesta è inutile, toglieremo le macerie dal centro storico al più presto", tutti sembrano fare un passo indietro. E ricalcare le proposte avanzate dai cittadini delle domeniche aquilane. Smaltimento a mano sul posto. Esattamente quello che noi stiamo facendo da due domeniche. E la prossima si continua.E le altre ancora. Le pietre saranno diligentemente accatastate, così come il materiale in cotto, il legno, il ferro, il vetro. Il resto in discarica. Le pietre preziose della nostra storia saranno stivate accanto ad ogni palazzo cui fanno capo. E gli oggetti di valore verranno catalogati e restituiti ai legittimi proprietari, o ai familiari.Così si lavora. E pretenderemo che vengano impiegati gli Aquilani disoccupati, uniti in cooperativa e associati con i cavatori locali. I tecnici dicono che è una loro vecchia idea. Bene, noi abbiamo provveduto a ricordargliela.

19 commenti:

Unknown ha detto...

Questa si chiama progettualità

Anonimo ha detto...

...io la chiamerei STRATEGIA...
come Alessandro a Gaugamela...
Pochi Determinati Cittadini di Una Città Ferita...scardinano(anche mediaticamente) i molti pomposi e vili ,meglio armati ,amministratori del fare(danni e affari aggiungerei)!
...ci siamo...
Watka Yo Ota

Violinistapercaso ha detto...

bene, se è una loro vecchia idea, come mai fin'ora non ne hanno fatto parola?
Bravi, non mollate e controllate!! Un abbraccio grande a tutti voi.

Gionata Cerasuolo ha detto...

Bè, magari tra un po' prenderanno anche il merito di quanto i cittadini, da soli, fanno! Una loro vecchia idea? Bè, potevano attuarla per bene.

Fabio ha detto...

Sarebbe stata salvezza sicura della città se attuata dall'inizio.
Non demordete, molti sono al vostro fianco.

Gio ha detto...

Bene. Si, cosi' si fa. I disoccupati si sentiranno almeno utili. Si, cosi' si fa e sono contento che lo stiate facendo
Gio

zefirina ha detto...

anna per fortuna che ci siete voi

Rebelde ha detto...

Cara Anna, la piazza funziona sempre checchè se ne dica e la vostra lotta e il vostro lavoro anno scrollato finalmente le coscienze di moltissimi italiani. Importante ora è non mollare e non credere a nessuna promessa se non viene immediatamente supportata dai fatti.
Occupo un pò di spazio ma ti mando l' articolo apparso sul manifesto di mercoledì scorso.
Un caro saluto Aldo

Rebelde ha detto...

Prima parte:
. Dopo un terremoto, sulla terra in movimento senza pace, mentre sopra le macerie la giustizia tace...», possono accadere cose che «prima», all'Aquila, nessuno avrebbe mai immaginato. Può succedere per esempio quel che è successo alle crew di giovanissimi aquilani e abruzzesi che così rappano nel cd autoprodotto, «Voci dal cratere», ma che prima del sisma nemmeno si conoscevano tra loro. E può succedere di vedere una popolazione - finora decisamente poco abituata alle manifestazioni e poco avvezza, dopo quarant'anni di Democrazia cristiana, alla politica attiva e alla partecipazione diretta nella gestione della cosa pubblica - trasformarsi, dopo un anno di «dignitoso» silenzio, in un soggetto protagonista di cui non si può più non tenere conto.
Le manifestazioni nel centro storico e il faccia a faccia di gente comune contro esercito e polizia per quattro domeniche di seguito; il lavoro concreto di smistamento delle macerie che non è stata solo un'azzeccatissima iniziativa mediatica in grado di scavalcare i confini nazionali; la fiaccolata contro il processo breve che ha visto sfilare sabato scorso nelle vie percorribili del centro storico in commosso silenzio almeno cinquemila persone, molte delle quali provenienti da altre regioni d'Italia; il moltiplicarsi di iniziative culturali e politiche, di gruppi in rete, e di comitati cittadini, alcuni dei quali sono diventati addirittura centri sociali occupati, mai visti prima da queste parti. Sono le tante facce, scomposte e ricomposte come in un caleidoscopio, di una società - quella aquilana - probabilmente in marcia verso una presa di coscienza collettiva, forse ancora pre-politica ma sicuramente feconda. Ma non è tutto: si può dire che qui, nel cosiddetto cratere terremotato, si possono oggi toccare con mano i frutti di quel «lavoro politico sul territorio» tanto teorizzato quanto difficilmente attuato dai partiti di sinistra. Succede, per esempio, che all'Aquila, in controtendenza rispetto a tutto il resto d'Italia, cresce il numero di tesserati e di militanti della sezione giovanile di Rifondazione comunista.

Rebelde ha detto...

seconda parte:
«Oltre ai tesserati veri e propri - spiega Fabio Pelini, 35 anni, segretario aquilano del Prc - molti in questi mesi si sono avvicinati ai Giovani comunisti, soprattutto nelle scuole e all'università dove è cresciuto il numero di rappresentanti eletti». «Grazie soprattutto all'esperienza delle "Brigate di solidarietà attiva" - aggiunge Francesco Marola - che dal giorno dopo il sisma hanno cominciato a lavorare, montando due tendopoli con mensa a Camarda e Tempera dove in cinque mesi si sono alternati oltre 600 volontari provenienti da tutta Italia. Un lavoro di soccorso alla popolazione e di socializzazione fatto in silenzio e che, giorno dopo giorno, ha sviluppato forme di partecipazione straordinaria, facendo avvicinare alla politica tantissimi giovani che ancora oggi, anche se non tesserati, fanno volontariato nelle nostre strutture». È il caso di Simone Virgili, appena iscritto al Prc: «Mi sono avvicinato al partito quando ho visto la volontà di incidere sul territorio, con le "Brigate" o con l'assistenza legale fornita agli esclusi dal progetto C.a.s.e. che è diventata una battaglia per la trasparenza delle graduatorie. E come me è successo anche a molti giovani non proprio di sinistra che però hanno apprezzato questo tipo di solidarietà così diversa dall'unica che conoscevano, quella della Chiesa e della Caritas».

Rebelde ha detto...

Terza parte:
Una forma diversa di solidarietà sta nascendo anche tra le migliaia di persone che ormai da quattro domeniche di seguito si riprendono il centro storico della città. Domenica prossima torneranno addirittura con ruspe e bobcat affittati, per completare il lavoro di rimozione delle macerie da Piazza Palazzo in tempo per il primo anniversario del 6 aprile. «Ogni maledetta domenica», così l'hanno chiamata in un video che viaggia in rete, il popolo delle carriole si arricchisce di nuove facce: «Domenica scorsa c'erano tantissimi studenti fuori sede ad aiutarci - dice Giusi Pitari, docente di Biotecnologie all'università dell'Aquila - l'ho rivisti a lezione stamattina e tutti avevamo le braccia doloranti per lo sforzo». Stanchi ma soddisfatti, più uniti di prima da un nuovo sentimento identitario che non è fatto solo di «aquilanità»: «Non c'è solo l'affezione per la città, stiamo manifestando qualcosa di più - continua Pitari -: a spingere centinaia di cittadini che mai lo avrebbero fatto prima a forzare i posti di blocco sono state le voci degli sciacalli della "cricca". È stata l'acquisita consapevolezza dell'incompetenza delle istituzioni preposte alla soluzione dei problemi, è stata l'insofferenza per il presappochismo degli amministratori, per la superficialità e il cinismo dei politici. E ora sappiamo di non essere soli: riceviamo centinaia di messaggi da tutta Italia che ci incitano ad andare avanti». Lo dimostrano le centinaia di persone che da Giampilieri, da Palermo, da San Giuliano di Puglia o da Viareggio si sono strette nel capoluogo abruzzese in un abbraccio a tutte le vittime dell'illegalità istituzionalizzata. Un clima tale che perfino molte delle persone che domenica scorsa hanno manifestato all'Aquila in difesa di Bertolaso, alla fine hanno mollato a terra le loro bandiere e sono andate a lavorare sulle macerie, fianco a fianco di chi considera il capo della Protezione civile il primo responsabile dello scempio aquilano.

Anna ha detto...

NO REBELDE,
SCRIVO IN MAIUSOLO PER RAFFORZARE CIò CHE DICO.
NON E' VERO. IL MANIFESTO DICE COSE INESATTE.
RIFONDAZIONE COMUNISTA NON DEVE ARROGARSI UN "MERITO" CHE NON HA. CIò CHE A L'AQUILA ACCADE DAL 6 APRILE NON LA RIGUARDA AFFATTO.E' STATA ASSENTE, COME TUTTI I PARTITI. QUELLO CHE ABBIAMO FATTO E' UNICAMENTE FRUTTO DELLO SFORZO DEI CITTADINI CON COSCIENZA CIVILE. SENZA CONNOTAZIONI PARTITICHE. ANZI, DIRò DI PIù, NOI NON LI VOGLIAMO I PARTITI, AD INSOZZARE QUELLO CHE DI BUONO è NATO.NOI SIAMO E SIAMO SEMPRE STATI SOLI. TUTTO è FRUTTO DELLA VERA PARTECIPAZIONE DAL BASSO.RIFONDAZIONE FACCIA UN ESAME DI COSCIENZA, PIUTTOSTO.L'ARTICOLO MENTE VERGOGNOSAMENTE. SCRIVERò AL IL MANIFESTO. SONO ARRABBIATISSIMA.

Anonimo ha detto...

@Anna
..se scrivi al Manifesto il Tuo Disgusto...Ti Autorizzo a porci anche la mia firma...
... e te lo dice un uomo di sinistra...quella sinistra che rifiuta ogni malevola strumentalizzazione...ogni indebita autocertificazione del bene...quella sinistra silenziosa che opera senza tornaconti personali o partitici...
CON TE
Watka Yo Ota

Anonimo ha detto...

Ho saputo che ci vorranno 2 anni per lo smaltimento delle macerie: significa che la ricostruzione non partità prima del 2012?

marina ha detto...

cara Anna, ho letto le cifre relative alle macerie che avete già rimosso e sono rimasta a metà stupefatta e a metà esaltata. Siete grandi.
marina

Sandra Firenze ha detto...

E' chiaro che ogni buona iniziativa, qualsiasi cosa buona, intelligente, costruttiva e pratica che verrà fatta risulterà il progetto o l'idea di qualcun altro che vorrà prendersi il merito...ma questo sempre DOPO. Come mai? c'è da stupirsi??? Naaaaa, siamo in Italia...e come volevamo che fosse!! oltretutto, non dimentichiamoci che siamo in campagna elettorale.
Io, per esempio, mi son sempre chiesta perché mai per le (poche) opere che son state fatte fino ad ora, non siano state impiegate ditte o anche semplice manovalanza del luogo. Le opere sarebbero comunque rimaste poche, ma l'aiuto almeno sarebbe stato doppio. Mah, forse è un pensiero troppo "sempliciotto" per le alte menti che governano il nostro Paese.
Sono felice e allo stesso tempo commossa per quanto siete riusciti a fare, soprattutto a livello mediatico, perché finalmente l'Italia sa cosa NON è stato fatto. Vi auguro ogni bene, col cuore..continuate così.

nheit ha detto...

leggo Anna anche il tuo maiuscolo di indignazione .la battaglia è da soli, sempre

BC. Bruno Carioli ha detto...

Grazie Anna.

Anonimo ha detto...

Ho visto che questa domenica c'era anche il vescovo a spalare. Bene. Come dici qui: la piazza funziona. Da quando San Bertolaso vi ha lasciati "da soli" (leggi: vi ha lasciati liberi) i frutti si vedono. La gente si riappropria non solo della città ma anche della propria volontà. Auguri!
Paola da Firenze