giovedì 16 dicembre 2010

Update

La mia nuova vita è talmente diversa, sconclusionata, folle, imprevedibile, dura, da non concedermi tempo sufficiente per scrivere sul mio blog come vorrei. Mi capita, durante la giornata, di pensare di volervi raccontare quello che accade qui. "Questo devo scriverlo", mi dico.Ma poi il tempo passa. Ed io mi ritrovo a corrergli dietro. Concludendo, in verità, poche cose. Guadagnando, in compenso, tanta stanchezza e senso di frustrazione. E di impotenza. Mi sento, a volte, come quei topolini che girano a vuoto su una ruota senza senso. Corrono, si agitano, ma sulla ruota sempre restano. Sempre nella gabbia. Sempre ad aspettare. Cosa? E' freddo da noi. Freddissimo. Nel paesino dove vivo, ancora più freddo che nella mia città vuota. Il ghiaccio scricchiola sotto i piedi. E i vetri delle finestre sono appannati. La casa, che Manitù mi benedica per aver scelto di non vivere in una c.a.s.a., è il mio rifugio. Comincio a sentirmi a mio agio vivendola. Ad apprezzarla. A volerle quasi bene. Fuori, il nulla. Se non le mie montagne. E fuori ancora? Aldilà di queste montagne? Anche lì è scoramento profondo. Lo scenario italiano non è meno sconfortante di quello della mia città. E della mia vita. Uomini e donne in vendita. Partiti politici che son fantasmi. Imperatori e saltimbanchi. Figure e controfigure. Vuoto. E una piccola parte della società civile che, forse, si risveglia. Ma il processo sarà lungo. E faticoso. E denso di pericoli. Proprio come quello dell'Aquila e degli Aquilani. Per noi è ancor più dura, ché da gennaio pagheremo più tasse di tutti gli Italiani. E pagheremo la benzina due centesimi in più degli altri: c'è da ripianare il deficit della sanità abruzzese. Una voragine di 360 milioni. E per noi Aquilani sarà ancora più difficile: tutti, indistintamente, percorriamo chilometri e chilometri al giorno, per coprire le distanze che ci dividono da tutto. Nel traffico caotico, come quello di una metropoli. Cittadini senza città. Con i disagi di una grande città e la qualità di vita di un paese del terzo mondo. Però possiamo stare allegri: aldilà della schiacciante realtà, secondo uno studio de La Sapienza, la qualità della vita all'Aquila è migliorata. Ha infatti, in barba al terremoto, scalato la classifica dal 67° al 63° posto. Nonostante l'esplosione della disoccupazione, della cassa integrazione, il consumo dissennato del territorio, l'insostenibile inquinamento di aria, fiumi, terra,la città sventrata, il crollo dei consumi , le persone disperse, quelle che sono andate via, quelle distrutte psicologicamente, i Comuni al collasso economico, saliamo in classifica. Ridere o vomitare? Intanto l'appena insediato vice Commissario Cicchetti, quello condannato per aver lucrato sulla Perdonanza Celestiniana, mostra il primo muso duro. Stretta di ferro sugli abitanti delle c.a.s.e. e dei m.a.p ( che Manitù continui a benedirmi): non sei neanche padrone di allontanarti da quei surrogati di abitazioni, ché ti mandano via. E non puoi invitare a stare con te i parenti, ché vengono decurtati del contributo (fantasma) di autonoma sistemazione. E, se hai un figlio che frequenta l'università fuori città, devi cambiare casa per una più piccola, fin tanto che lui è fuori. Quando torna, trasbordi di nuovo. Espedienti di un furfante che penalizza tutti, per colpire i furfanti. Intanto arriva un altro Natale, che ci trova peggio di quello scorso. Più delusi, più amareggiati, più stanchi. Abbiamo allestito un albero ai Quattro Cantoni, luogo simbolo della città. Il crocevia degli appuntamenti di una volta, delle "vasche" lungo il corso cittadino. L'ho voluto io, mi hanno aiutato in tanti. Ognuno portando un addobbo da casa. Lo guardo: è bello. E triste. Ci siamo abbracciati ed abbiamo toccato la nostra disperazione. Quella dei tanti che son venuti, di quelli che son passati. Abbiamo cercato di farci forza, vicino a quelle transenne che, dopo venti mesi, ci separano ancora dalla nostra storia e ci impediscono di viverla. Gridando, a chi già sta dimenticando, che i Quattro Cantoni sono la nostra vita, quella della nostra città. Non quell'orribile centro commerciale che qualcuno ha sciaguratamente deciso di chiamare come l'unico luogo che, di diritto, sta nei nostri cuori. E che in molti stanno già dimenticando.
A presto.

11 commenti:

Anna ha detto...

Cristina da facebook mi scrive:

"posso scrivere "chi c@@@o me l'ha fatto fare di leggere 'sto post"?
posso mandarti a quel paese?
ecchecavolo, Anna!
tac tac tac, hai allineato tutto, eh?
non hai dimenticato niente
chennesò, un post più generico, un po' di spirito natalizio, una qualche porporina sull'umore, no eh?
vabbè, hai detto tutto, cosa voglio commentare, cosa c'è da commentare
avevo cucinato il pesce e avevo aperto una bottiglia di quello buono, pensa te
emmò En, Lexotan, Xanax, Tavor e compagnia bella mi fanno un baffo
caarole, Anna, ma per una volta che è una non potevi scrivere 'na frescaccia, risparmiarci 'sta verità che è tutta e solo verità e che a volte sarebbe meglio evitare chè qui ci si sta spaccando il cuore?
((((grazie, attenta sincera completa come sempre)))

Juana ha detto...

Cristina ha ragione... ci si spacca il cuore; ma capisco la tua rabbia e la tua impotenza, che è quella di una grande maggioranza degli italiani.
Vai Anna, con carole o con carriole, sei fortissima!

The Walrus ha detto...

Ti leggo da un po' e porca miseria... una rabbia ogni volta. Ma fai bene a scrivere tutto questo, sappi che non siete soli. I gesti come il vostro dei Quattro Cantoni sono gesti che servono. Continua ad avere questo coraggio anche per quelli che non ce l'hanno, so che non è facile, ma davvero, continua così. Un abbraccio forte da una lettrice di Milano.

patafrischio ha detto...

Dai che da oggi, con il contributo del FAI e di Jarno Trulli, potete nuovamente abbeverarvi alla fontana (gelata!)delle 99 cannelle !!!
E il tuo "amico" Chiodi ha detto: "Oggi siamo qui per rallegrarci del recupero di uno dei monumenti simbolo della città, poi vediamo che qualche persona rientra nella propria casa, che la popolazione resta fedele alle sue radici e questo non può che farci felici."

nico ha detto...

Tutto maledettamente vero Anna! Lucido, allineato alla perfezione, come dice Cristina. Fa venire voglia di venire lì da voi, che sento amici non solo perché nati nella mia stessa regione, e abbracciarvi tutti forte in un unico caloroso abbraccio.
Io non dico chi me l'ha fatto fare a leggere, dico solo che la tua presenza Anna è per noi tutti motivo di orgoglio e di coraggio, e non importa se non riesci a scrivere quanto vorresti. La situazione, le promesse, lo schifo delle istituzioni, tutte cose che conosciamo benissimo. Ma che (grazie) è bene ribadire in continuazione e non ci stancheremo mai di sentirtene raccontare.
Grazie di tutto Anna, un abbraccio

Anonimo ha detto...

Annarè tu trasmetti con le tue parole la rabbia e la frustrazione della tua gente
davvero un brutto destino quello dell'Aquila, soggetto anche alla beffa di coloro che pretendono sia la prova di un grande miracolo di un grande governo
come sempre ti abbraccio forte forte
ronna ndunetta

Artemisia ha detto...

Ciao Anna. Ti leggo sempre anche se non commento e ti penso spesso.
Un abbraccio,
Artemisia

Anonimo ha detto...

finchè continueremo a protestare "civilmente" saremo come ...... topolini che girano a vuoto su una ruota senza senso. Corrono, si agitano, ma sulla ruota sempre restano. Sempre nella gabbia. Sempre ad aspettare......
Grande Anna
Ti voglio bene

ma adesso basta!!!!
basta di aspettare.

nino p. ha detto...

i ricordi tanto un'amica che non trovo più...

Prof. Acquisto ha detto...

Parole dure Anna, parole che dovrebbero essere un pietra contro l'indifferenza di chi ha pensato solo a speculare sulle disgrazie altrui. Un abbraccio, cara Anna.
Miryam

Mammamsterdam ha detto...

Anna, lo so che a vivere così si fa molta più fatica. Per questo `r giusto dirlo e ti dobbiamo ringraziare noi in ginocchio per continuare a dire le cose come stanno. Poi che la verità è scomoda, da fastidio, fa male, so anche quello.

Ma nel nostro piccolo va bene così, facciamo quello che possiamo. Domenica a Utrecht hanno proiettato "Colpa Nostra" e anche se il titolo-provocazione non mi trova affatto d'accordo, parlare dell'Aquila com'è al di là delle cortine di fumo, fa solo bene. Poi nel frammento in piazza Palazzo con Maria Luisa Busi, ho dovuto mettere io la nota a pié di pagina e spiegare perché e percome, ma gli olandesi e gli italiani presenti hano fatto domande intelligenti e sono venuti con mezzo metro di neve, i treni completamente fermi e manco un autobus sostitutivo.

Si fa resistenza anche così credo e se chi ti legge da fuori organizzasse delle serate abruzzesi nella sia città, nella sua scuola, nella sua parrocchi,a nel suo ristorante preferito, nel suo circolo di qualsiasi tipo, invitando chi può a parlare, proiettando i molti film e documentari, discutendo, anche mangiarci un torrone nurzia o un salamino di De Paulis (che la gente ai dibattiti viene più volentieri se si mangia) già così si farebbe resistenza e controinformazione. Lo lascio come pensiero di natale a chi passa di qui, io ne faccio continuamente di queste cose e so che l'interesse c'è.

Un abbraccio a te e Peppe,
Ba