Riporto la lettera che una sfollata aquilana ha inviato ad un giornale online (http://www.officinavolturno.com/2009/06/15/lettera-dallabruzzo-cara-redazione/)
Per far capire quanto il grido di dolore di noi disperati sia collettivo, anche se si tenta di oscurarlo con ogni mezzo. Si parla di cose che conosco bene.
Lo scritto è lungo, ma, vi prego, leggetelo tutto. La scrivente si firma, e si colloca. Tutto è riscontrabile. Chi dice la verità non ha paura di esporsi.
Domani si va alla manifestazione, sperando di essere in tanti. Sperando di sentirvi tutti vicini. E solidali. Dateci voce.
Cara Redazione,
sono Pina Lauria e sono residente a L’Aquila; attualmente “abito” presso la tendopoli ITALTEL 1, perché alla mia casa, che devo ancora finire di pagare, è stata assegnata la lettera E, che in questo drammatico alfabeto significa “danni gravissimi”.
Scrivo per illustrarvi alcune considerazioni, di carattere generale e, più in particolare, relative alla qualità della vita nei campi.
Intanto, evidenzio la grande confusione che c’è nella città: a quasi due mesi dal terremoto, viviamo ancora uno stato di emergenza. Uno dei grandi nemici di questi giorni, e dei prossimi, è il caldo: arriveranno i condizionatori ma risolveranno ben poco perché, come sicuramente sapete, il condizionatore funziona in una casa, con le pareti di cemento e con le finestre chiuse, non in una tenda, dove il sole batte a picco e da dove si esce e si entra….inoltre, la tenda non è che si chiude ermeticamente!
Allora, il problema vero è questa lunga permanenza nella tendopoli alla quale saremo costretti fino ai primi di novembre. E’ assurdo ed inconcepibile che, per saltare una “fase”, come ha detto il Presidente del Consiglio, bisogna aspettare circa sette mesi per avere una casa, comunque sia. E a novembre, se le cifre rimangono quelle dette dal Governo e dalla Protezione Civile, saranno soltanto 13 mila i cittadini aquilani che potranno lasciare le tende. Su questo vorrei chiarire che si sta assistendo ad un balletto delle cifre che nasconde una amara verità. Mi spiego. Queste cifre si riferiscono alle verifiche finora effettuate ed alle risultanze avute. Si sta ragionando in questi termini: se su un tot di case verificate, è risultata una agibilità pari al 53%, e mantenendo questo trend, allora le case inagibili saranno all’incirca 5.000 per 13 mila persone.
L’agibilità è stata dichiarata per le abitazioni dei paesi vicini a L’Aquila; i quartieri nelle immediate vicinanze del centro storico, a ridosso delle mura (Sant’Anza (il quartiere dove abito), Valle Pretara, Santa Barbara, Pettino, tutti molto popolosi, hanno le case inagibili.
Inoltre, bisogna considerare che il centro storico ancora non viene sottoposto ad alcun tipo di verifica perché, a tutt’oggi, è zona rossa.
Nel centro storico risiedono circa 12 mila cittadini, senza contare i domiciliati, soprattutto gli studenti fuori sede. Allora, a novembre dovrebbero avere la casa almeno 26.000 cittadini, facendo un calcolo al
ribasso perché, considerando anche gli abitanti dei quartieri distrutti, gli immobili da recuperare con interventi molti consistenti e, quindi, con tempi necessariamente lunghi, sicuramente le abitazioni necessarie dovrebbero essere sull’ordine delle 45 mila persone.
Questo è il futuro che ci aspetta e lo tengono nascosto! Ma il Presidente del Consiglio ha detto che, comunque, le tende sono già dotate di impianto di riscaldamento, e quel”già” mi ha molto inquietato.
Non possiamo accettare di restare nelle tende fino a novembre, e sicuramente fino a marzo del 2010!
Questo ragionamento lo stavo facendo alcuni giorni fa al campo: prima con alcune persone, poi si sono avvicinati altri ed eravamo diventati un bel gruppetto: dopo alcuni minuti dal formarsi dell’”assembramento non autorizzato”, sono arrivati i carabinieri, in servizio all’esterno del campo. Ho chiesto se ci fosse qualche problema. Mi hanno risposto che non c’era alcun problema, ma restavano anche loro ad ascoltare.
Conclusione: dopo alcuni minuti, tutti ce ne siamo ritornati nelle tende.Racconto questo episodio, e ne posso citare tanti altri (ad alcuni componenti di vari comitati cittadini, che stavano raccogliendo le firme per il contributo del 100% per la ricostruzione o ristrutturazione della casa, è stato vietato l’accesso nei campi), per denunciare quello che definisco la sospensione dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione: libertà di opinione, di parola, di movimento.
Ora, posso comprendere, anche se non giustificare, un tale comportamento nel primo mese, che secondo me rappresenta la vera fase di emergenza, ma far passare tale logica antidemocratica per 7 mesi, ed anche di più, somiglia più ad un colpo di Stato che ad una “protezione civile”. Adesso mi trovo per qualche giorno a Bologna, presso mia figlia Mara che sta ultimando un dottorato in Diritto del Lavoro (senza borsa, perché l’Alma Mater non aveva i fondi a sufficienza per finanziare tutte e quattro i posti messi a bando: Mara si è posizionata terza, paga una tassa di iscrizione al dottorato di circa 600 euro l’anno e un affitto di 500 euro mensili, più le spese); proprio questa mattina ho dovuto chiamare il responsabile del mio campo perché la famiglia che abita con me mi ha informato che si stavano effettuando i controlli per assegnare il nuovo tesserino di residente al campo (ne possiedo già uno). Mi ha preso una tale agitazione tanto da sentirmi male: questa procedura che si ripete spesso nei campi, l’esibizione del documento e l’autorizzazione di accesso per gli “esterni”che ti vengono a fare visita, e magari sono i tuoi fratelli, sorelle, madri e padri che hanno trovato sistemazione in altri campi o luoghi, il fatto che adesso, nonostante avessi preventivato di stare un po’ di tempo con mia figlia, debba rientrare per avere di nuovo il tesserino, dietro presentazione di un documento di riconoscimento, anche se sono già tre volte che i responsabili del campo hanno annotato il numero della mia carta di identità, mi scuote in maniera incredibile. Ma la Protezione Civile mi deve proteggere in maniera civile o mi deve trattare come se fossi in un campo di concentramento? Il responsabile del mio campo, quando gli hoparlato questa mattina, mi ha detto che non c’era alcun problema, che potevo tornare quando volevo, riconsegnare il vecchio tesserino e prendere il nuovo, e comunque dovevo comunicare l’allontanamento dal campo, la prossima volta che ciò sarebbe accaduto. Mi chiedo: perché devo comunicare i miei spostamenti? La tenda, adesso, è la mia casa ed ho timore che lo sarà per molto tempo, almeno fino a novembre. Quale è la norma che mi impone di comunicare i miei spostamenti? Se mi si risponde che si è in presenza di una situazione di emergenza, e che tale situazione durerà mesi e mesi, allora siamo veramente in presenza di un pauroso abbassamento del livello di democrazia!
Non sono “vaporosa”, non sono arrabbiata: sono esacerbata! Ritengo che la nostra città stia diventando non una città da ricostruire, ma una città “laboratorio”, in cui si vuole sperimentare il nuovo modello di società: privo di diritti, passivo, senza bisogni: quello che ti do è frutto della buona volontà dei volontari o dell’imperatore e lo prendi dicendo anche grazie! Mi rifiuto! E si rifiutano i cittadini aquilani! Sui nostri corpi, sulle nostre menti, sulle nostre coscienze, sulle nostre memorie nessuno ha il diritto di mettere le mani! Un’altra considerazione: le tende dell’emergenza sono tutte di otto posti, per poter accogliere, in tempi molto brevi dopo l’evento catastrofico, il maggior numero di persone. Di conseguenza, ci sono moltissime situazioni di promiscuità (la vivo io stessa, con un’altra famiglia che ha due bambini piccoli). Ritorno sempre alla considerazione di prima: una situazione di promiscuità può essere proposta ed accettata, a causa del disorientamento totale in cui ognuno si trova dopo un evento così terribile, per un mese, ma non per 7 o più mesi! In alcune tende sono insieme anche tre nuclei familiari! Mi chiedo: non si vogliono utilizzare i containers, ma allora il Presidente del Consiglio, che ha tante bellissime idee (sulle donne, sui giudici, sul Parlamento, sulla Costituzione) perché non pensa a far arrivare tende da quattro? O meglio, perché non riesce a garantire, da subito, una sistemazione dignitosa, senza costringermi ad andare sulla costa o in appartamenti situati nell’ambito della Regione Abruzzo, sicuramente non a L’Aquila, dove vi è la distruzione totale?
Proprio ieri, un gruppo di psicologi ha affermato che tale situazione di promiscuità sta distruggendo le famiglie perché, a parte le discussioni che ci sono, dalle cose più grandi a quelle più piccole (pensate che si sta litigando anche per i condizionatori, quelli che li hanno, perché alcuni li vogliono accesi, i “coinquilini” li vogliono spenti; chi vuole guardare la televisione e chi vuole riposare), la mancanza di intimità e di momenti privati determina nervosismo e sensazione di annullamento di ogni sentimento, senza considerare che nei campi non esiste nessun momento di intimità, né nei bagni, né nelle docce, né a pranzo né a cena.Non posso restare in silenzio ed accettare passivamente: voglio essere protagonista della mia vita e della ricostruzione della mia città, e non voglio sentirmi come una partecipante del Grande Fratello! Non abbiamo intenzione, noi Aquilani, di essere triturati dalla societàcdello spettacolo: alle menzogne mediatiche opporremo la nostra intelligenza, volontà e coraggio….e la nostra rabbia.L’Aquila è la mia, la nostra città e non è in vendita, per nessuno!Spero che questa mia lettera venga da voi presa in considerazione: sono forte, coraggiosa…come tutti voi e spero che possiate darmi voce.
Vi ringrazio, di cuore…anche se spezzato!
Ciao a tutti
sono Pina Lauria e sono residente a L’Aquila; attualmente “abito” presso la tendopoli ITALTEL 1, perché alla mia casa, che devo ancora finire di pagare, è stata assegnata la lettera E, che in questo drammatico alfabeto significa “danni gravissimi”.
Scrivo per illustrarvi alcune considerazioni, di carattere generale e, più in particolare, relative alla qualità della vita nei campi.
Intanto, evidenzio la grande confusione che c’è nella città: a quasi due mesi dal terremoto, viviamo ancora uno stato di emergenza. Uno dei grandi nemici di questi giorni, e dei prossimi, è il caldo: arriveranno i condizionatori ma risolveranno ben poco perché, come sicuramente sapete, il condizionatore funziona in una casa, con le pareti di cemento e con le finestre chiuse, non in una tenda, dove il sole batte a picco e da dove si esce e si entra….inoltre, la tenda non è che si chiude ermeticamente!
Allora, il problema vero è questa lunga permanenza nella tendopoli alla quale saremo costretti fino ai primi di novembre. E’ assurdo ed inconcepibile che, per saltare una “fase”, come ha detto il Presidente del Consiglio, bisogna aspettare circa sette mesi per avere una casa, comunque sia. E a novembre, se le cifre rimangono quelle dette dal Governo e dalla Protezione Civile, saranno soltanto 13 mila i cittadini aquilani che potranno lasciare le tende. Su questo vorrei chiarire che si sta assistendo ad un balletto delle cifre che nasconde una amara verità. Mi spiego. Queste cifre si riferiscono alle verifiche finora effettuate ed alle risultanze avute. Si sta ragionando in questi termini: se su un tot di case verificate, è risultata una agibilità pari al 53%, e mantenendo questo trend, allora le case inagibili saranno all’incirca 5.000 per 13 mila persone.
L’agibilità è stata dichiarata per le abitazioni dei paesi vicini a L’Aquila; i quartieri nelle immediate vicinanze del centro storico, a ridosso delle mura (Sant’Anza (il quartiere dove abito), Valle Pretara, Santa Barbara, Pettino, tutti molto popolosi, hanno le case inagibili.
Inoltre, bisogna considerare che il centro storico ancora non viene sottoposto ad alcun tipo di verifica perché, a tutt’oggi, è zona rossa.
Nel centro storico risiedono circa 12 mila cittadini, senza contare i domiciliati, soprattutto gli studenti fuori sede. Allora, a novembre dovrebbero avere la casa almeno 26.000 cittadini, facendo un calcolo al
ribasso perché, considerando anche gli abitanti dei quartieri distrutti, gli immobili da recuperare con interventi molti consistenti e, quindi, con tempi necessariamente lunghi, sicuramente le abitazioni necessarie dovrebbero essere sull’ordine delle 45 mila persone.
Questo è il futuro che ci aspetta e lo tengono nascosto! Ma il Presidente del Consiglio ha detto che, comunque, le tende sono già dotate di impianto di riscaldamento, e quel”già” mi ha molto inquietato.
Non possiamo accettare di restare nelle tende fino a novembre, e sicuramente fino a marzo del 2010!
Questo ragionamento lo stavo facendo alcuni giorni fa al campo: prima con alcune persone, poi si sono avvicinati altri ed eravamo diventati un bel gruppetto: dopo alcuni minuti dal formarsi dell’”assembramento non autorizzato”, sono arrivati i carabinieri, in servizio all’esterno del campo. Ho chiesto se ci fosse qualche problema. Mi hanno risposto che non c’era alcun problema, ma restavano anche loro ad ascoltare.
Conclusione: dopo alcuni minuti, tutti ce ne siamo ritornati nelle tende.Racconto questo episodio, e ne posso citare tanti altri (ad alcuni componenti di vari comitati cittadini, che stavano raccogliendo le firme per il contributo del 100% per la ricostruzione o ristrutturazione della casa, è stato vietato l’accesso nei campi), per denunciare quello che definisco la sospensione dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione: libertà di opinione, di parola, di movimento.
Ora, posso comprendere, anche se non giustificare, un tale comportamento nel primo mese, che secondo me rappresenta la vera fase di emergenza, ma far passare tale logica antidemocratica per 7 mesi, ed anche di più, somiglia più ad un colpo di Stato che ad una “protezione civile”. Adesso mi trovo per qualche giorno a Bologna, presso mia figlia Mara che sta ultimando un dottorato in Diritto del Lavoro (senza borsa, perché l’Alma Mater non aveva i fondi a sufficienza per finanziare tutte e quattro i posti messi a bando: Mara si è posizionata terza, paga una tassa di iscrizione al dottorato di circa 600 euro l’anno e un affitto di 500 euro mensili, più le spese); proprio questa mattina ho dovuto chiamare il responsabile del mio campo perché la famiglia che abita con me mi ha informato che si stavano effettuando i controlli per assegnare il nuovo tesserino di residente al campo (ne possiedo già uno). Mi ha preso una tale agitazione tanto da sentirmi male: questa procedura che si ripete spesso nei campi, l’esibizione del documento e l’autorizzazione di accesso per gli “esterni”che ti vengono a fare visita, e magari sono i tuoi fratelli, sorelle, madri e padri che hanno trovato sistemazione in altri campi o luoghi, il fatto che adesso, nonostante avessi preventivato di stare un po’ di tempo con mia figlia, debba rientrare per avere di nuovo il tesserino, dietro presentazione di un documento di riconoscimento, anche se sono già tre volte che i responsabili del campo hanno annotato il numero della mia carta di identità, mi scuote in maniera incredibile. Ma la Protezione Civile mi deve proteggere in maniera civile o mi deve trattare come se fossi in un campo di concentramento? Il responsabile del mio campo, quando gli hoparlato questa mattina, mi ha detto che non c’era alcun problema, che potevo tornare quando volevo, riconsegnare il vecchio tesserino e prendere il nuovo, e comunque dovevo comunicare l’allontanamento dal campo, la prossima volta che ciò sarebbe accaduto. Mi chiedo: perché devo comunicare i miei spostamenti? La tenda, adesso, è la mia casa ed ho timore che lo sarà per molto tempo, almeno fino a novembre. Quale è la norma che mi impone di comunicare i miei spostamenti? Se mi si risponde che si è in presenza di una situazione di emergenza, e che tale situazione durerà mesi e mesi, allora siamo veramente in presenza di un pauroso abbassamento del livello di democrazia!
Non sono “vaporosa”, non sono arrabbiata: sono esacerbata! Ritengo che la nostra città stia diventando non una città da ricostruire, ma una città “laboratorio”, in cui si vuole sperimentare il nuovo modello di società: privo di diritti, passivo, senza bisogni: quello che ti do è frutto della buona volontà dei volontari o dell’imperatore e lo prendi dicendo anche grazie! Mi rifiuto! E si rifiutano i cittadini aquilani! Sui nostri corpi, sulle nostre menti, sulle nostre coscienze, sulle nostre memorie nessuno ha il diritto di mettere le mani! Un’altra considerazione: le tende dell’emergenza sono tutte di otto posti, per poter accogliere, in tempi molto brevi dopo l’evento catastrofico, il maggior numero di persone. Di conseguenza, ci sono moltissime situazioni di promiscuità (la vivo io stessa, con un’altra famiglia che ha due bambini piccoli). Ritorno sempre alla considerazione di prima: una situazione di promiscuità può essere proposta ed accettata, a causa del disorientamento totale in cui ognuno si trova dopo un evento così terribile, per un mese, ma non per 7 o più mesi! In alcune tende sono insieme anche tre nuclei familiari! Mi chiedo: non si vogliono utilizzare i containers, ma allora il Presidente del Consiglio, che ha tante bellissime idee (sulle donne, sui giudici, sul Parlamento, sulla Costituzione) perché non pensa a far arrivare tende da quattro? O meglio, perché non riesce a garantire, da subito, una sistemazione dignitosa, senza costringermi ad andare sulla costa o in appartamenti situati nell’ambito della Regione Abruzzo, sicuramente non a L’Aquila, dove vi è la distruzione totale?
Proprio ieri, un gruppo di psicologi ha affermato che tale situazione di promiscuità sta distruggendo le famiglie perché, a parte le discussioni che ci sono, dalle cose più grandi a quelle più piccole (pensate che si sta litigando anche per i condizionatori, quelli che li hanno, perché alcuni li vogliono accesi, i “coinquilini” li vogliono spenti; chi vuole guardare la televisione e chi vuole riposare), la mancanza di intimità e di momenti privati determina nervosismo e sensazione di annullamento di ogni sentimento, senza considerare che nei campi non esiste nessun momento di intimità, né nei bagni, né nelle docce, né a pranzo né a cena.Non posso restare in silenzio ed accettare passivamente: voglio essere protagonista della mia vita e della ricostruzione della mia città, e non voglio sentirmi come una partecipante del Grande Fratello! Non abbiamo intenzione, noi Aquilani, di essere triturati dalla societàcdello spettacolo: alle menzogne mediatiche opporremo la nostra intelligenza, volontà e coraggio….e la nostra rabbia.L’Aquila è la mia, la nostra città e non è in vendita, per nessuno!Spero che questa mia lettera venga da voi presa in considerazione: sono forte, coraggiosa…come tutti voi e spero che possiate darmi voce.
Vi ringrazio, di cuore…anche se spezzato!
Ciao a tutti
52 commenti:
Non ci sono parole per commentare una realtà così...! Domani saremo con voi. Forza! Buonanotte Anna!
Cara Anna, devo dire che leggere questa lettera mi fa tanto male perchè capisco (forse non lo capisco abbastanza perche' non mi ci trovo dentro completamente)quale brutta situazione stia vivendo tutta la popolazione. Però devo ammettere anche che forse (e scusami se dico una scemata) abbiate un po' di pretese. La situazione è drammatica e su questo non ci piove ma suppongo che non sia così semplice sistemare tutto in breve tempo.L'emergenze in Italia non è solo la ricostruzione dell'Aquila e bada bene che con il cuore in mano ti dico che mi auguro e vi auguro,soprattutto, sia fatta quanto prima e nel migliore dei modi per tutti.Ho degli zii che stanno nella tendopoli di Civita di Bagno e una delle due famiglie ha la casa inagibile mentre l'altra non puo' comunque rientrare per mancanza del metano.Inoltre davanti a casa mia, dove ahimè è morto l'uomo che ci abitava, è tutto come era la mattina successiva alla grande scossa. Pertanto aldilà del "tetto" sopra la testa e un boccone da mangiare grandi cambiamenti non si sono visti. Pero', per quel che so, siete trattati bene e non manca il necessario.Ora quello che (scusami nuovamente se sono ignorante in questo senso ma ci tengo che tu mi spieghi)vorrei capire è: quali sono le vostre richieste urgenti? Non è che forse non si può andare più veloci nel risolvere la situazione?
Sai, il prossimo fine settimana ci terrei a venire. In casa mia non so bene cosa sia successo e mia zia non la fanno entrare. Mia madre anche muore dalla voglia di venire, non riesco a fargliene fare una ragione che per ora lì siete disastrati. Dicci possiamo fare qualcosa per voi?
Non prendertela per quello che ho detto sopra, voglio solo capire! A parte tanto in questo paese c'è poco da capire, non c'è niente che vada per il verso giusto!
Un abbraccio
Anch'io sono con voi con tutto il cuore Anna...
pretese? vivere in maniera dignitosa è una pretesa?
Questa gente andava tolta dalle tende, punto.
Qui in Umbria dopo appena un mese si è passati ai container, che per quanto brutti sono sempre meglio delle tende.
Invece per le manie di protagonismo di qualcuno si tiene la gente nelle tende!due emsi abbondanti sono un'enormità..
LA cosa che mi fa rabbia è che non si sa niente di queste persone.
Figurarsi della manifestazione di domani...io l'ho saputo per caso
Cara Anonima,
capisco che la disinformazione che sta velando la situazione rende abbastanza oscuro il nostro stato e le nostre rivendicazioni.
Mi meraviglia, però, che non riesca a capirle tu che hai parenti che hanno vissuto e vivono questo dramma.
Dunque, quello che andremo a chiedere domani a Roma è spiegato nel post "I Sindaci". Te lo vado a ripetere. Chiediamo chiarezza sull'ammontare dei fondi che ci verranno dati per cercare di ricostruire le nostre vite. E chiediamo aiuto concreto, affidato soprattutto alle amministrazioni locali. A coloro, cioè, che noi cittadini abbiamo votato ed eletto democraticamente. Chiediamo soldi VERI su questo terremoto, e non promesse. Chiediamo un programma serio sulla ricostruzione. Non vogliamo tutto e subito, ma vogliamo certezze. Non proclami, ma fatti.
Per quanto riguarda il discorso tendopoli, devo essere in disaccordo con te. Il tetto sulla testa non c'è, ma ci sono tende bollenti e condizioni igieniche disastrose. Il cibo, ormai negato a quelli che, come me,dormono ai bordi del campo in una sistemazione autonoma,è sempre più scarso e di pessima qualità. Ma quello che voleva rimarcare l'autrice della lettera che ho pubblicato, è la totale mancanza di LIBERTA' nei campi. Se non riesci ad evincere ciò dai miei scritti e da questa lettera, probabilmente hai un concetto di libertà diverso dal mio e da molti dei frequentatori di questo blog.Forse i tuoi zii hanno esigenze diverse dalle nostre, e non si pongono il problema delle libertà negate. C'è da capire che gli sfollati non sono ospiti nelle tendopoli, gli sfollati , almeno lì, dovrebbero essere a casa loro. Il divieto di assembramenti e di assembleee e di volantinaggio lede gravemente la libertà individuale sancita, per altro, dalla costituzione italiana.
Tu mi chiedi cosa puoi fare per noi, io ti rispondo chiedendo a te di fare questo per me, e per noi tutti: leggi di nuovo attentamente la lettera che ho pubblicato, e leggi qualche mio post pregresso, e cerca di capire come mai parliamo di prove di regime . E di libertà negata.
Grazie a te per il tuo intervento.Se vorrai conoscermi, quando verrai qui, puoi contattarmi sulla mia mail che trovi a lato oppure sul 348 30 55 965. Sarò felice di illustrarti ulteriormente il mio punto di vista.
Vi offro tutta la mia solidarietà, è abominevole quello che state vivendo ed è ancor più abominevole il comportamento delle autorità in primis la protezione civile, per quanto mi è possibile cercherò di dare queste informazioni tramite il mio blog e quelli degli amici collegati, un affettuoso saluto
Nino
Ogni volta che il mio pensiero corre da voi, sto male.
Immagino di vivere in quelle tende, con altre persone che non ho scelto, senza un minimo d'intimità e... mi sento soffocare...e le macerie...e il tizio che ti controlla...e gli orari da rispettare...e il divieto di distribuire volantini...e la città militarizzata.
BASTA!
Perchè non vi lasciano vivere, cosa stanno architettando,perchè si accaniscono tanto con voi invece di aiutarvi?
Ieri ho trovato questo articolo che guardacaso ha pubblicato Girodivite,un sito dove puoi segnalare le tue notizie invisibili.
Auguri per la manifestazione.
A dopo
Un abbraccio
Rosa
Quelli che parlano di pretese venissero a lavorare una settimana nei campi. Poi vediamo come la pensano.
Anna sai già che oggi io ci sarò. Spero finalmente di poterti conoscere di persona.
Ciao
Marco
ciao pina mi chamo marianna e vivo nei dintorni avezzano e sono campana io non ho studiato a malappena ehola scuola media eleggi controleggi io non le capisco .Ma leggendo tuuto questo piango e ho paura che la storia si ripeta ,che diventiamo come quei paesi visti in tv dove non puoi avere nemmeno il pc.Cosa possiamo fare ?Come ci dobbiamo proteggere?Possibile che chi e piu intelligente di noi non capisce?scusami ma non riesco a scrivere piango
"Quando la lotta è di tutti per tutti", come la vostra, anche l'imperatore deve cedere.
ci siamo, siamo in tanti, spero possiate sentirci vicini.
ho rilanciato la tua voce, la denuncia del post precedente. e continuerò a seguirti e dar voce ai tuoi appelli.
buona manifestazione, fatevi sentire!
Ciao Anna,
la cosa peggiore è che il popolo italiano è preso dagli scandali delle veline per ricordarsi di voi... dopo settimane passate a descrivere gli orrori di quello che avete passato, ora si addormenta davanti allo schermo.
Domani manifestate anche per me, che sono lontana;
Viola
Ieri sera a otto e mezzo su la7 spottone di Bertolaso. A suo dire siete tutti molto felici a parte qualche piccola frangia di scontenti (ma non si può piacere a tutti). Prova ne è che avete votato berlusconi in massa.
Chi non ha votato non l'ha fatto perchè era lontano sulla costa, e non ha potuto farlo perchè non si sono approntati i seggi per loro.
Tutto così semplicemente tranquillo e in ordine.
Con questa informazione sono andata a letto tranquilla, anzi ho deciso di venire a vivere in campeggio anche io, mentre faccio ristrutturare la casa. Mi ospitate?
Oltre a incazzarmi come una belva, e condividere i post, non posso fare altro perchè sono occupata a inventarmi un altro lavoro. Sarà facilissimo...mica c'è la crisi!
sbagliate Anna.
sbagliate quando sciogliete i campanelli di persone solo perchè si avvicina la polizia.
sbagliate quando vi fermate davanti ad uno che vi dice che non potete distribuire volantini a casa vostra.
sbagliate ad avere paura di esercitare i vostri diritti costituzionali.
domenica sarò di nuovo tra voi e inizieremo a lottare davvero, stavolta mi fermo fino a fine emergenza, quando sarà.
hasta la victoria siempre!
Anna,invio i tuoi post e ora farò la stessa cosa con la lettera di
Pina Lauria, al Quirinale, alla segreteria di Giorgio Napolitano.
E' inauudito ciò che state vivendo.
Cristiana
Dalla mailing list dei Giuristi Democratici di Roma
giur.dem.roma@gmail.com
data 15 giugno 2009 16.07
oggetto: Forti e gentili si, fessi no!
Care e cari tutti,
invito chi di voi fosse disponibile a partecipare domani alla giusta protesta degli Aquilani: a colpi di emergenza si distrugge il diritto,
anche (ma non solo) quello all'ambiante e alla casa.
Di seguito la ricostruzione delle vicende post-terremoto a cura di
Giovanni Incorvati.
Salute
Cesare Antetomaso
Portavoce dell'Associazione Giuristi Democratici di Roma
tutta la mia solidarietà, siamo con voi
Ciao! Intanto ti dico che non ho ancora imparato ad usare questo blog e pertanto ti scrivo
da anonimo,non riesco a entrare con il mio nick che comunque è: una qualsiasi(poi quando capiro' come fare ti diro' il mio nome anagrafico in privato).
Sicuramente non ho letto tutti i tuoi post e pertanto non ho capito a fondo la reale situazione che state vivendo. I miei zii non li sento tutti i giorni e per quel poco che mi dicono ho capito che sono trattati bene e non gli manca niente;solo all'inizio mia zia mi parlo' che non bastava il latte e non c'erano biscotti, per il resto non hanno fatto trapelare i disagi che tu descrivi e a cui credo,ci mancherebbe.Anzi visto che tu dici che manca il cibo non vorrei che sia mal distribuito perchè mia zia non mi dice così, quindi mi interesserò di saperne di più.
Nel mio commento infatti ti chiedevo scusa della mia ignoranza in merito e che volevo capire. Quello che pero' penso, ma è solo un mio pensiero, e' che ci siano anche problemi di carattere organizzativo e burocratico a monte e che influiscano (certo insieme allo schifo della nostra burocrazia e tanta gente che se ne frega) sul darsi una mossa.Anche perchè stiamo vivendo un momento di profonda crisi e le emergenze sono tante. Certo,per rispondere a un altro commento, che non è una pretesa chiedere di vivere dignitosamente,anzi!
Quando vengo ti faccio sapere!Mi annoto subito il tuo cellulare con piacere. Mi sto organizzando per alloggiare una notte in qualche albergo fuori l'Aquila.Anzi se hai suggerimenti mi fa piacere. Grazie
Anna hai visto questa inchiesta?
http://www.facebook.com/ext/share.php?sid=93836671395&h=7ElD4&u=5fhFp&ref=nf
mariangela
Cara Anna, grazie per tenerci sempre informati, me e i miei amici di facebook, ogni commento alla lettera di Pina è inutile, ha tutta la nostra solidarietà. Un amico consiglia di inviare la lettera a repubblica, al riformista e al manifesto, per dare la massima visibilità, almeno uno dei tre dovrebbe pubblicarla.
Un abbraccio
Giulia
Ciao Anna!
Non tutti hanno la sensibilità di capire come si vive davvero nelle tendopoli, quali sono le condizioni igieniche e sociali....
Ma sai da una parte li capisco perchè finchè non vedi alcune realtà non potrai mai capirle.
Però adesso mi rivolgo a loro e dico che almeno lascino a chi sta in quelle condizioni di sfogare la loro rabbia e la loro frustrazione....
Un abbraccio!!!
PINO
Fa male leggere queste cose, continuate a scriverne, continuate a farci sapere quello che tutti tacciono.
senza parole ma con rabbia e fronte corrugata.
ho paura per voi ma non solo: l'idea del laboratorio d'assenza di diritti mi attanaglia sin dai primi giorni dopo il sisma.
continuo a leggere il tuo blog, Anna.
grazie per quello che ci dite.
Riporto quanto mi è appena arrivato in email, un'ulteriore testimonianza per chi ancora non vuole crederci. (la divido in due perché tutta non me la prende)
Ric
"Questa lettera è stata scritta da Andrea Gattinoni, un attore che si
trovava a L 'Aquila per presentare il film "Si Può Fare" di Giulio
Manfredonia. Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un' efficace testimonianza per tutti quelli che a L 'Aquila non ci sono ancora stati.
Oggetto: HO VISTO L 'AQUILA
Lettera a mia moglie scritta ieri notte
Ho visto l 'Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte , il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia a ciascuno degli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli. Ho mangiato nell'unico posto aperto, dove va tutta la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i
pomodori e gli affettati.
Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando
"Si Può Fare". Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, Anna
Maria, Franco e la sua donna. Poi siamo tornati quando il film stava
per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire,
cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura
di diventare pazzo quando recitavo.
Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha
perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa. Francesca, stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all'improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE. Gli anziani stanno impazzendo. Hanno vietato internet nelle tendopoli perchè dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi , con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c'era
la parola "cazzeggio".
HO VISTO L'AQUILA (2)
A venti chilometri dall'Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno. Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di
militari , che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8. Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Là???? Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante , manco fossero delinquenti, anche solo per poter
salutare un amico o un parente.
Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno
bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica. Per far fare lamessa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per
trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L 'Aquila.
Poi c 'è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E ' come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l'importante è che all'esterno non trapeli nulla. Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l 'ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che là va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto,
insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che
"quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco
banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l 'intera
popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente".
Mi ha anche spiegato che la lotta più grande per tutti là è proprio
non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più , il lavoro che non c 'è più, tutto perduto. Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante , ma erano tutti già chiusi perchè i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C 'era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie.
E poi quest'umanità all'improvviso di cuori palpitanti e di persone
non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato là. Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai , mai, mai. Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo
mangiato , mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c 'erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli "Assaggi, assaggi". Michele gli ha detto di no, che li
stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito
finchè Michele non l'ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli:
"Non bisogna perdere le buone abitudini".
Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve
sapere. Anzi metto in rete questa mia lettera per te.
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte."
Mi sono appena accorto che è la solita lettera indicataci da Rosa. Cmq il fatto che stia girando tra le email ci fa sperare che sempre più italiani saranno chiamati qnto meno a curiosare oltre le false notizie di regime.
Ric
Ciao Anna.
Credo che questa bellissima lettera, in cui giunge veramente al cuore il grido di dolore degli Aquilani, rafforza (se qualcuno ne aveva ancora bisogno..) le tue puntuali testimonianze e denunce.
Se qualcuno poteva sentirsi influenzato o prevenuto (nel bene o nel male come qualche anonimo nei giorni scorsi)dalle tue parole, ora ha un' altra testimonianza che avvalla, in un unico scritto, ciò che tu gridi da mesi (anche da anni direi).
Mi unisco al coro di coloro che in questi mesi ti hanno gridato di non mollare, di andare avanti in prima persona come stai facendo, magari rafforzando i toni o cercando di organizzare gruppi di disobbedienza civile, girare sempre armati di macchina fotografica, telecamera, microfono registratore e mandare lettere a tutti, istituzioni, giornali, associazioni, a tutti e tutti i giorni come un martello. Chi ha ragione e come tu dici denuncia e protesta senza strumentalizzazioni di bandiera (giustamente gli ideali sono un' altra cosa da coltivare con orgoglio e passione) deve farlo senza paura, anche rischiando in prima persona.
Il passaggio della lettera che ipotizza la sperimentazione di un nuovo tipo di società non lo trovo surreale ma addirittura possibile.
In bocca al lupo come sempre e speriamo che per lo meno sia data visibilità televisiva alla manifestazione perchè ciò che non si vede in tivù non è mai successo, soprattutto di questi tempi in cui viene messo in discussione anche ciò che viene trasmesso.
Aldo
Sul come si "vive" in una tenda in mezzo a polvere,genti e rumor di "vita" si potrebbero scrivere parole a profusione senza rendere l'idea di "quella" realtà a chi l'associa a campeggi altoatesini o marittimi; è umano ; meno umano è giocare la propria credibilità politica e sociale sulla pelle degli "altri" ma tant'è,sappiamo bene che la memoria media italica è (forse) settimanale; nei campi nessuno,ma proprio nessuno,attende la manna dal cielo gratis et amore dei, un pò per rispettabile dignità, un pò per fatalità dovuta al realismo di un popolo abituato a lavorare e non a far cinematografie mediatiche,un pò per stanchezza; non è che ,(per caso,ovviamente) vi sia anche questa terza via? Prendere il popolo per stanchezza è uno dei temi classici del politico scafato,del gestore della res publica autoreferenziale. Qualunque essere umano sensato e senziente (quindi non degno di titoli onorifici ) sa bene che tutto e tutto subito ha senso solo per i ragazzotti viziati proliferati da società apparentemente opulente, non è il caso degli sfollati,dei senza tetto,degli orfani,delle vedove,degli occhi vuoti dal futuro cieco,dei disoccupati forzati,di tutti coloro che NON hanno voluto finire in tenda ma ci sono. Non è così militarizzata la faccenda,piuttosto molti volonterosi volontari hanno il tatto di un elefante in oreficeria,alcuni capi campo hanno finalmente un ruolo apicale (!) dopo anni di vessazioni da capi loro pari e viaggiano a mezzo metro da terra,altri hanno fiumi di protagonismo da esibire,TUTTI dimenticano che sono lì per essere a disposizione e non a disporre; organizzare e far "girare" un sistema non è semplice e scontenta sempre qualcuno,forzatamente,ma con l'umanità e spiegando i perchè dei fatti si sono risolte anche guerre perniciose, manca anche questo o,forse,sopratutto questo : buon senso e comunicare cosa e perchè,ben meglio che far piovere ordini incomprensibili se non spiegati.
Fio
non è possibile aggiungere nulla.
la situazione è davvero inquietanti.
continuo a leggere il tuo blog, anna ed ogni volta leggo oltre il peggio che gia' avevo letto.
la lettera di pina fa rabbrividire.
se poi la associo alle parole di bertolaso, ieri sera in tv mi viene da vomitare.
tende multifamiliari...quando nemmeno tra gli stessi membri di una famiglia è facile andare d'accordo in una situazione del genere.
è pazzesco. cosa possiamo fare?
fiorella
sto seguendo la manifestazione sul sito de "Il Centro". Siete un esempio per tutti gli italiani.
Organizziamoci, scendiamo in piazza e facciamoci sentire: che altro ci resta, ormai?
Qui sta tornando il fascismo, e noi stiamo a guardare...anzi, è già tornato.
Un saluto
Marzia
grazie per consentirci di conoscere la realtà...
State aiutando l'Italia a svegliarsi..!!
Ric
Roma - (Adnkronos/Ign) - Gli sfollati de L’Aquila, in migliaia a Piazza Montecitorio, protestano contro il decreto 'Salva Abruzzo'. Esplode la rabbia tra i contestatori che chiedono più trasparenza e numerosi urlano: ‘Vergogna’, ‘Buffoni’, ‘Bertolaso, vattene’. Tenaglia (Pd) denuncia: "La protesta sparita dal Tg1"
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/?id=3.0.3433312645
IL DECRETO CON I BUCHI (Andrea Sarubbi)
Prima di entrare in Aula, dove si è cominciato a discutere il decreto sull’Abruzzo senza che un solo ministro si degnasse di presenziare, mi sono fermato un po’ in piazza Montecitorio,oltre le transenne, per ascoltare la protesta dei terremotati. ...
http://andreasarubbi.wordpress.com/2009/06/16/decreto-abruzzo-protesta-terremotati/
Ascolta forse una piccola buona notizia: Radio Radicale oggi era in diretta e parlava ampiamente di qeusta manifestazione intervistando anche la Pezzopane che ha denunciato finalmente tutte quei vergognosi soprusi che tu hai denunciato su questo tuo blog dal primo momento. Repubblica on line apre con la vostra protesta che blocca il centro di Roma
Forse un filo di speranza esiste vi state facendo veramente sentire
PS un grazie sentito a Radio Radicale.
anna perdonami ma credo sia tu a non capire me.
nella parola "dignità" come fa a non esserci inclusa anche la libertà?
Non ho capito questo "attacco", ma vabbè..
Io volevo solo dire che questa situazione non è umanamente concepibile; mi preoccupa la parte umana perchè manco gli animali si tengono in questa maniera, al di là della manifestazione sacrosanta di oggi.
Magari lo hai già scritto da qualche parte ma ci sei su Facebook?
...ciao..ecco,lo sapevo che una volta arrivata qui non sarei riuscita a scrivere piu niente..sono una studentessa ed ho solo 19 anni,pochi in confronto alla vita,lo so,ma per chi ha vissuto una simile esperienza diventano abbastanza per capirne l'importanza..seguo ogni aggiornamento del tuo blog da qualche giorno dopo quella maledettissima notte,e riesci ogni volta a farmi ridere,piangendo!volevo complimentarmi con te, perchè sei una bomba di energia positiva,riesci a tirare fuori tutto quello che io non riesco ad ammettere persino a me stessa!grazie,per le emozioni che riesci a regalarmi ogni giorno..ti mando una grande bacio,sperando ti possa tenere compagnia,con la speranza di riuscire ad incontrari presto anche solo per poterti guardare negli occhi e riuscire a regalarti un sorriso...a presto!
Anna, una domanda ingenua: avete provato a non disperdere i "capannelli"? A continuare a distribuire i volantini? Se intervengono, che qualcuno sia pronto a filmarli con un telefonino e si faccia girare la cosa sui blog, la si faccia arrivare ai giornali...La situazione che descrivi tu nel tuo blog e la signora Lauria nella sua lettera , già di per se insostenibile, sta scivolando in qualcosa che assomiglia sempre di più ad un universo concentrazionario...
Questa testimonianza, quest'urlo interiore, non può e non deve restare inascoltato.
"Una manifestazione di protesta di terremotati protestano oggi davanti a Montecitorio, mentre alla Camera è in programma l'esame degli emendamenti al disegno di legge sulle zone dell'Abruzzo colpite dal sisma.
Alcune centinaia di partecipanti hanno ottenuto di poter inviare una delegazione per assistere alla votazione.
Il deputato del Pdl Giorgio Clelio Stracquadanio, uscito per parlare con i manifestanti, ha preso la parola al megafono ma è stato subissato poco dopo dai fischi, quando ha affermato che una prima stima preliminare della ricostruzione stabilisce nel fondo assegnatario 9 miliardi di euro.
Affermazione contestata vivacemente dai manifestanti, secondi i quali non è vero che esistano questi fondi.
Cori si sono levati contro la Protezione civile, protestando contro l'ipotesi che i ragazzi delle famiglie terremotate da settembre prendano l'autobus dalle coste per tornare a studiare all'Aquila.
"Qui ci sono tante donne, quelle che non ci sono è perché stanno preparando per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi un'accoglienza indimenticabile per il G8, che tutto il mondo potrà vedere", ha detto uno dei manifestanti al megafono..."
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE55F0NN20090616
cara Anna ,finche' ci sono persone come te come quelli che sono andati aprotestare,come Pina che,con dignita' ma rigore morale,denunciano la realta' e non gli spot,dovremo tutti starvi,come si puo',vicini.Siete voi a rincuorarci per il futuro.Un abbraccio a tutti.
Linko su FB il video della vostra manifestazione a Roma e gli articoli sui giornali che parlano di voi e vengo tacciato di fare propaganda antigovernativa.. Ah, quanto ci metteranno a capire che le vostre dimostranze non hanno colore politico? E' questo governo che promette e non mantiene ed è questo governo che perciò va denunciato, se c'era Prodi o chi altro si sarebbe fatto lo stesso. E' questa la vera politica, stare dalla parte di chi subisce ingiustizie, che siano rosse, nere o bianche non fa differenza. SVEGLIATI ITALIA!!
Ric
Ciao Anna. Ho seguito la vostra manifestazione oggi, il Corriere online aveva una telecamera fissa su di voi anche se non c'erano commenti. Ma io devo essere leggermente masochista perchè ho girato i giornali del padrone per leggere cosa scrivessero sulla vostra manifestazione... beh, mi sono rosicchiata il fegato per tutta la serata dopo aver letto i commenti che trovi su Libero dello pseudogiornalista Feltri e parlo proprio dei commenti dei lettori. Io non ho più nessun rispetto per il popolo italiano, non posso fare altro che prendere atto che mezzo Paese è cerebroleso a causa dell'informazione di regime... e non me ne capacito, no, non ce la faccio. Sul Giornale stasera nemmeno si faceva menzione, i TG muti... cosa possiamo fare?????
Cara Anna, permettimi di chiamarti così anche se non ci conosciamo. Ti abbraccio per esserti vicina e per esprimerti qualcosa che va oltre la mera solidarietà. So cosa vuol dire essere terremotati anche se la mia fortuna come quella della mia gente è stata duplice: la morte non ci ha colpito come voi il 6 aprile; inoltre sia l'emergenza sia la ricostruzione sono state gestite con umanità, attenzione e giustizia sociale. Ti rimando a dei post se vuoi che ho scritto nel merito (http://ritazampolini.wordpress.com/2009/04/08) (http://ritazampolini.wordpress.com/category/sisma/). Il mio Comune, Foligno, e la Regione Umbria sono presenti a Paganica ma hanno le mani legate. Chi viene lì, dagli assessori ai tecnici e ai volontari, torna sconcertato. Per ogni cosa, informazione, dimmi pure. A presto un abbraccio ancora
Leggendo la lettera, senza grandi sforzi immaginavo il deserto del Sudan o le valli ventose e innevate del Pakistan. I campi profughi palestinesi no, lí sono riusciti a costruirsi delle case.
anna,
scusami ma sono pressato dai donatori di libri e gli scatoloni non ci fanno posto
Ho provato con te su facebook eppoi sull'aquilone blu-nessuno risponde come posso fare per rimetterti la roba noi non abbiamo una lira.
E mi son preso pure pariole dai colleghi ,ma lapovertà ha volte pesa.
Dammi una risposta o fammi sapere se passa qualcuno di qui.
C'è il ballottaggio ed in giro la gente è nervosa,
scusa ed auguri
dario.
Quello che sta succedendo a L'Aquila e nelle zone terremotate è uno scandalo assoluto umano e politico.
Il servilismo e il silenzio della stampa sulle reali condizioni che voi vivete sulla vostra pelle giorno per giorno è uno schifo mai visto che denota come non mai che siamo in una dittatura dell'informazione.
Non mollate che c'è gente che il silenzio nn lo vuole e vi ascolta
Cara Anna cari aquilani la situazione purtoppo è brutta. L'Aquila e iterremotati pe la maggior parte degli italiani è dimanticata.... chi non l'ha fatto lo farà presto
per fare un esempio che ritengo, purtroppo, molto attendibile, da quando ho scoperto questo blog posto su facebook il link dei post piu' interessanti e MAI rilevo un commento o un segno tangibile che sia stato almeno visto da qualcuno; ma stai tranquilla che se posto una cazzata qualsiasi ricevo decine e decine di risposte
Non mollate e urlate fino ad esaurire la voce perche' L'Aquila non deve essere abbandonata
Fabrizio Eleuteri
http://andreasarubbi.wordpress.com/2009/06/17/pd-decreto-abruzzo-emendamenti/
Una lettera radiografica!
Brava Pina...credo, ahimé, che tu abbia centrato in pieno le loro intenzioni...
no non dobbiamo permetterlo.
assolutamente!
Pensavo,come spesso accade la sera,a Gabriella che con tutti i suoi guai andrà a Pettino a lavorare,proprio lei che in macchina dopo due chilometri va in claustrofobia (uno degli effetti "collaterali"); Stefania,con una patologia non da ridere,che ha rovesciato la sua vita ed il mondo pur di rimettersi a lavorare qualunque cosa sia;Massimo che ha appena avuto un bimbo e si interroga sul futuro che potrà offrirgli;Veronica ed i suoi,tutta una vita ridotta in macerie e quel poco che è in piedi scivola giù dalla collina;il Senatore (ma non lo è,lo prendiamo in giro) che si stupisce dall'alto dei suoi 80 e fischia anni che nella sua via ci sia il gas ma non sappiano che lui è allacciato,(pur pagando le bollette,ovvio),quindi non lo riallacciano;il Don che non sa più cosa inventare per la sua gente e si dibatte in un mare di burocrazia gratuita ed un oceano di ottusità egoista e saccente;ai Volontari che si chiedono (come tutti) perchè non possono fare pranzo con quelle famiglie che non sono in tenda ma che in casa non tornano perchè al solo pensiero smettono di parlare e spunta uno sguardo più vuoto della testa dei politici . Sembra una vaga farsa di Spoon River,forse siamo tutti in una farsa di Spoon e non riusciamo a svegliarci,forse non sappiamo che Spoon la stiamo riscrivendo a L'Aquila con persone vere ,in situazioni vere,in guai seri...e poi sento i Tg di regime,leggo i giornali di regime ,guardo i giornalisti di regime (tranne Feltri che è un giornalaio,con rispetto per la categoria!) che recitano la favola del tutto bene quel che finisce bene; finisce? con gli scrolloni smorzati dal regime che continuano?
Il rumore,il silenzio,il movimento,gli occhi delle persone,gli occhi dei cani,il lento lentissimo riprendere della vita dopo una "...leggera scossa senza danni..." questa gente sa cosa sia? O saprà mai?
Fio
@dariopetrolati,
apprezzo il tuo impegno e te ne sono grata. Spero, però, che capirai bene, anche in vista del mio ultimo post, che non posso occuparmi della consegna dei libri. NOI QUI ABBIAMO PROBLEMI ENORMI. E scusa se lo urlo, ma mi viene così. Voi non avete un soldo? Immagina noi. Vedi tu cosa puoi fare per calmare le ire dei tuoi colleghi. Magari cerca di spiegar loro, leggendo quello che scrivo, cosa stiamo passando qui. Insomma, organizzatevi, se volete esserci di aiuto.
Grazie ancora.
Anna
@ Fio,
grazie per la preziosa e commoventissima testimonianza.
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