lunedì 18 gennaio 2010

Nuova vita

Voltarmi a guardare indietro, dal 6 aprile ad oggi, non è operazione facile. Si tenta di guardare avanti, anche se davanti c'è poco. Anche se davanti c'è solo incertezza. E paura per il tempo che, comunque ed inesorabilmente, corre. E mi priva, oggi, di quei giorni che, altrimenti, sarebbero stati sereni. Ma il peso di questi dieci mesi affiora quando meno te lo aspetti. E ti curva le spalle, mentre ti volge il capo al passato. A quello recente, non già al lontano, ché ci hai messo una pietra sopra. E sai che quella di prima, quelli di prima, non saremo mai più. E senti che non stai bene da nessuna parte. Puoi stare solo meno peggio qui. E allora quel passato recente ti appare sfocato, come se fosse la tua infanzia. Dieci mesi che sono una vita intera. E la sintesi di quello che sei oggi. Anzi, ora. Ché cambi ogni istante. E sei diversa da quella di un attimo fa. La paura per la terra che trema sotto i miei piedi, per i muri che cadono e ti intrappolano, è svanita. Mi sembra di essere preparata, se dovesse accadere di nuovo. Mi sembra di sapere cosa fare, ora. E di essere quasi invincibile. Ti senti più forte del terremoto. Anche se sai bene che così non è. La mia vita non è mai stata facile. Quello che avevo, quello a cui ero tanto attaccata, era frutto di lavoro e di sacrifici. Miei e dei miei genitori. E alterne fortune, e malattie, e problemi economici, dai quali sono sempre uscita vincitrice, mi avevano portato ad essere quella spensierata creatura che sapeva ridere anche nelle disgrazie. Rido pure oggi, ma con molta amarezza. E poco so di cosa sarà di me. A breve ed a lungo termine. So che presto cambierò casa, per averne una un po' più lontana dalla città, ma molto più grande e di gran lunga più economica. Sarò impegnata lì a ricostruire anche il mio lavoro. E, da zero, un'esistenza diversa.

26 commenti:

karmen ha detto...

Cara Anna
le tue parole lasciano sempre un segno e ci danno da riflettere.
Un grosso in bocca al lupo x tutto quello che in futuro vorrai realizzare
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Sempre a testa alta!

Riverinflood ha detto...

Le cose della vita, specie quelle più dure, ci lasciano senza respiro interiore. Penso a voi terremotati, come lo sono stato io col Belice, come lo sono gli haitiani. Ciascuno di noi ha avuto da queste esperienze non solo dolori e disagi, ma anche legittime aspettative che da soli o con l'auto di terzi si possono realizzare. Noi in Italia siamo meno sfortunati degli haitiani, che non hanno nemmeno aspettative. In bocca al lupo.

Anonimo ha detto...

dovremmo pensare che potrebbe accadere a tutti noi, per immaginare cosa vuol dire: la rabbia nel subire, oltre al danno, anche la beffa...
"merda, merda, merda", inteso come augurio!
ciao bella.

Anonimo ha detto...

Questo terremoto ci ha 'terremotati' dentro. Però nella disgrazia, siamo fortunati rispetto agli haitiani

Per Haiti ha detto...

Nessuno sa cosa gli riserva il futuro. Lamentarsi da dieci mesi non migliorerà la tua situazione. tutti devono rimboccarsi le maniche sopportare i propri dolori. Nessuno ha sempre momenti di gioia. Ciò che è successo ad haiti ti deve far riflettere e cercare di guardare anche al prossimo e non solo al proprio orticello. Ora basta lamentarsi e sde c'è bisogno di quualcosa muoviti. E' servito qualcosa , dimmi, tutto questo tuo scrivere? . A niente

Alberto ha detto...

Ognuno, cara Anna, ha le sue pene dentro. Ad alcune non c'è rimedio ma forse alle tue sì. E del resto sei circondata da gente che ha dovuto reinventarsi una vita. Non ti faccio nessun augurio, ma potrebbe anche essere migliore di prima. Chissà. Ciao.

zefirina ha detto...

anna mi mancano le parole, ti penso e sono qui

sassicaia molotov ha detto...

Dài.
Fallo per te, per chi ha subito un terremoto, per chi ha subito un licenziamento e lo ha vissuto peggio di un terremoto perchè non vede quale altra vita possa ricominciare. Vedere qualcuno che ricostruisce nonostante tutto è sempre un segnale di speranza per chi ancora ha le energie di credere in se stesso.

Anna ha detto...

@Per Haiti,
credo che tutto mi si possa dire, tranne che penso ed ho pensato al mio orticello. Cosa che non ho mai fatto nella mia vita.Evidentemente non mi segui. Allora faresti meglio a tacere.
Il mio scrivere serve a far conoscere la nostra realtà fuori dal mio territorio.E a cercare di compattare noi terremotati. A cercare uno spunto COMUNE dal quale ripartire. Il tuo scrivere è sciocco e sterile. Gli Haitiani sono nel mio cuore e nessuno come noi può capire come si sentano. La loro disgrazia, comunque, non mitiga il nostro dolore. Semmai lo acuisce. Ma forse tu queste cose non puoi capirle.

Antonella E. ha detto...

Cara Anna grazie pr il benvenuto. Tanti aspetti che descrivi della tua vita hanno il comune denominatore di chi ha dovuto come noi subire oltre al trauma sisma anche il terremoto della certezza e del quotidiano a cui eravamo abituati. Qualche tempo fa su fb ti hi inviato un messaggio personale dove ti ho fatto presente le mie paure e la poca speranza nel futuro di tutti noi aquilani e, la tua risposta nell'esortarmi ad avere fiducia è stata quella piccola molla che ha fatto scattare il meccanismo del ripristino della fiducia nel prossimo.

Anna ha detto...

@Antonella,
spero di incontrarti un giorno. E spero che questo giorno arrivi presto.
Grazie concittadina che non conosco, ma che sento amica.

Anonimo ha detto...

Rendi perfettamente i pensieri e i sentimenti che viviamo un po'tutti.
Il senso di inadeguatezza è profondo e diffuso, stiamo male ovunque. Abbiamo perso una città.
Forse egoisticamente, penso che il dolore più grande, oltre le perdite materiali o ancora peggio umane, sia la perdita del nostro passato collettivo sì, ma anche e soprattutto individuale, che si rifletteva e viveva in quella città, amata o odiata che fosse, perché era comunque la nostra, quella che c'era prima di noi, e che avrebbe dovuto restare dopo di noi, com'era giusto che fosse..
Ciao,

Marco - L'Aquila

Fabio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Fabio ha detto...

Spero che il prima possibile un poco di spensieratezza torni ad accendere la tua anima, così come quella dei nostri concittadini. Impariamo ad essere ottimisti perché ci sarà sempre qualcuno messo molto peggio di noi.
@ Per Haiti, anche se solo per sfogo Anna ha tutto il diritto di esternare le sue sensazioni; anche se dicesse delle grandi corbellerie (e non è così), ne avrebbe tutto il diritto. Di certo provo più piacere nel leggere i suoi post che nel guardare un telegiornale in tv (da qualche anno a questa parte)........

Rebelde ha detto...

Cara Anna, è sempre emozionante leggerti perchè colpisci al cuore e di rimbalzo al cervello che contribuisci a far funzionare in questi tempi di balle spaziali e di tentativi spesso riusciti di rendere gli elettroencefalogrammi piatti.
Nelle tue parole celate da un velo di tristezza leggo una gran forza e una gran voglia di ricominciare finalmente una nuova vita. Credo che la disperazione sia ormai alle spalle e ciò mi fa un immenso piacere. La disperazione lasciala a chi come @PER HAITI poverino è in grado, probabilmente per convenienza personale, di rapportarsi sempre e solo con il peggio, dimenticandosi quindi di ciò che c'è sul gradino appena superiore. Questa è la cultura che da quindici anni ci viene inculcata attraverso i media dai politici d' "avanguardia":"GUARDA, VEDI COS'E' SUCCESSO AD HAITI? SMETTI DI LAMENTARTI, IL TUO PROBLEMA ORMAI IN CONFRONTO NON ESISTE PIU'". E fan passare la lotta per piagnisteo, lamentela, egoismo, pronti a fare pubblicamente il confronto se necessario, a strumentalizzare le tragedie. Non arrivano a capire (non vogliono accettare) che una grandissima quantità di gente ha un cuore talmente grande che è in grado di assorbire l' universalità della tragedia e di trasformarla in voglia di lotta alle ingiustizie, tutte le ingiustizie. E allora non cadiamo nel tranello dei benpensanti, degli omologati per convenienza, nel nostro cuore stiamo assorbendo la tragedia di haiti nello stesso modo in cui abbiamo assorbito quella degli aquilani ma anche quella della scuola che va a pezzi o quella dei cassintegrati che non avranno mai più un lavoro.
Anna, forza e coraggio. Aldo

giardigno65 ha detto...

è vero è triste, ma non credo che tu parta proprio da zero, forse non ricominci da tre, ma qualcosa di grande l'hai fatto ...

marina ha detto...

Anna, Annetta, ti voglio bene. Io riconosco il nucleo forte del tuo carattere in tutto quello che scrivi
quanto mi mancano le nostre chiacchierate sceme notturne!
vorrei tanto che ti fosse restituita la tua vita, ma so che te la ricostruirai da te. Ma quanta fatica ti tocca.
ti abbraccio, marina

Paolè ha detto...

e io prima o poi ti verrò a trovare nella tua nuova casa e parleremo di lavoro, di cose e tanto altro.
ciao Anna cara!

Artemisia ha detto...

In bocca al lupo, Anna. So che ce la farai.
Baci

Spike ha detto...

Cara Anna io che non ho forza vorrei darti forza... si ha un bel dire che la casa, gli oggetti, le consuetudini, anche i paesaggi urbani, non sono importanti, quando tutta la tua vita di prima va a pezzi io credo che niente possa essere piu' come prima e ogni giorno e' una lotta nuova. Gli aquilani hanno avuto ben di peggio del terremoto: hanno una citta' bellissima e ferita che qualcuno vuole sostituire con delle palazzine di cemento e cartone. L'Aquila sta in te, se mi posso permettere, L'Aquila sta in voi: dovunque voi sarete, voi aquilani, la' sara' l'Aquila. Non mollare, non mollate mai, diamoci forza tutti insieme per lottare ciascuno nel suo pezzo di mondo perche' non muoia la bellezza di cui L'Aquila era piena, la sua armonia tra la montagna e il cielo. Scusa se dico delle stupidaggini. Un abbraccio (se posso permettermi)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Mi fa male questo tuo post. Sento tanta rassegnazione ed impotenza nelle tue parole.

Ti abbraccio fortissimo Anna
Daniele

karmen ha detto...

Sono d'accordo con Spike
Un abbraccio, di nuovo

nheit ha detto...

"perche' non muoia la bellezza di cui L'Aquila era piena, la sua armonia tra la montagna e il cielo"
Anna certe cose non vanno perse. mai.

GM C ha detto...

Coraggio, vedrai che le cose andranno meglio di quanto adesso immagini!

Riferendomi ad un altro post, quello in cui qualcuno commentava che lo Stato non è obligato a ricostruire... ma scusa non esistono stanziamenti per le calamità naturali? E allora a che servono? Solo a portar via la gente dai luoghi pericolanti e poi abbandonarle non so dove? Credo che invece sia proprio previsto che lo Stato si occupi dei suoi cittadini (vorrei ben vedere!)
Ciao

GM C

Sandro59 ha detto...

@ Per Haiti.

L'unica certezza è che tutti ignorano cosa è servito A TE venir qui a scrivere banalità.

A me codesto blog è stato utilissimo in tutti questi mesi, mi ha fornito un valido punto di vista da insider sulla realtà pre e post terremoto in Abruzzo, ma soprattutto una chiave di lettura utilissima sulle dinamiche politico-economiche che stanno modificando (in peggio) l'intero pianeta.
Tenendo conto di questo, la mia stessa vita ha ricevuto un arricchimento notevole, nuova forza e nuovi stimoli di lotta per i problemi del mio quotidiano, che pure sembrano (in realtà non sono) del tutto diversi.
Non potrò mai ringraziare Anna e altri che qui hanno scritto per l'aiuto morale che mi hanno fornito, seppure inconsapevolmente (in quanto non ci conosciamo).
Peccato solo che io non sia stato in grado di ricambiare per nulla.
Alessandro Baccanelli.