mercoledì 1 dicembre 2010

Il dolore. E il riscatto.


L'Aquila è con l'acqua alla gola. Piove ininterrottamente da giorni. E la città, già ferma, ora è immobilizzata. Piove sul progetto c.a.s.e. Sul miracolo aquilano, che fa acqua da tutte le parti.
Piove sulle voragini, sugli affossamenti, sui tombini occlusi. E piove sulle macerie e sui palazzi cadenti del centro storico. Sull'arte e sulla cultura. E sulla bellezza. Piove sulla nostra condizione disperata. Sui cittadini allo stremo: senza casa, con le tasse ed i mutui, e i prestiti, che bussano alla porta. La città è un non luogo allagato. Il centro storico un'enorme pozza nella quale navigano pietre e sporcizia. Nella quale galleggiano le promesse non mantenute. E le bugie. I morti sono andati via tragicamente. I vivi restano. Tragicamente. Ad annaspare fra i soliti rimpalli di responsabilità di chi le responsabilità non sa assumerle. Fra i soldi millantati e la dura realtà del danaro che non c'è.Chiodi, il vassallo del cavaliere, uomo senza dignità, ché un uomo con dignità starebbe accanto alla sua gente, in conferenza stampa, a Roma, lontano dal disastro e dai disastrati, con Berlusconi, Bertolaso e Letta, mentendo,magnifica il miracolo e invita all'ottimismo. I soldi ci sono e lui è ansioso di darceli. Ma ne arrivano pochi, col contagocce, e servono per pagare ancora l'emergenza. Il Comune è allo sbando, con il sindaco Cialente, sempre più debole ed afono, che non è capace di urlare i nostri diritti. E di pretenderli. I contributi per l'autonoma sistemazione sono fermi a sei mesi fa: 200 euro mensili negati a chi paga, per gli affitti, cifre esorbitanti. Di aiuti per l'economia al collasso non se ne parla neanche più. La ricostruzione pesante è di là da venire. Quella leggera impantanata fra le pastoie burocratiche.
Il vescovo tuona contro la manifestazione del 20 novembre "erano pochi, me lo hanno riferito degli amici che c'erano". Come se quei pochi, venticinquemila, sotto la pioggia incessante, fossero nulla. Persone neanche degne di rispetto. Invita, il presule, la cittadinanza a lasciar fare a chi sa fare. Perché scendere in piazza, quando c'è chi, nelle stanze chiuse, nelle quali lui siede nel posto d'onore, deciderà per noi? Ma il vescovo ausiliare D'Ercole è, invece, vescovo del popolo. Firma la legge di iniziativa popolare e plaude ai cittadini attivi. Così nessuno è scontento. Due vescovi, per tutti i gusti. L'operazione di immagine e la mistificazione regnano, come sempre, anche nella Curia.
E i ragazzi, gli studenti universitari, son scesi in piazza, nel centro storico martoriato,e saliti sui tetti, per protestare contro l'eutanasia imposta al sistema universitario, contro le decisioni ormai sciaguratamente passate al voto.
E come non dire, ancora una volta, che L'Aquila è l'emblema dell'Italia che affonda? L'Aquila è l'epicentro simbolico del sistema Italia che sta franando.
"Il riscatto è doloroso e l'Italia affronti il dolore", diceva il Maestro che ha scelto di morire.
Il dolore si affronta allontanandoci da chi ci induce all'ottimismo, da chi ci dice che va tutto bene, da chi, spudoratamente, indica il bicchiere mezzo pieno, invitandoci a nascondere la testa sotto la sabbia. Si affronta guardando in faccia la realtà. Facciamolo, il pieno di questo dolore. E iniziamolo, questo riscatto. Civile, politico e morale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Piange il cuore a leggere queste parole. Ma sono lo specchio della realtà che si confronta con le verità di cartapesta dei politici.
Tutta la mia solidarietà, per quel che può valere (temo poco, purtroppo). Un Abbraccio. Alessandro Lunetta

Anonimo ha detto...

Dobbiamo resistere e combattere. Non c'è alternativa

faustpatrone ha detto...

Cialente, come risulta da lettera del portavoce di Brunetta era a "sgradire" in buona compagnia del Ministro il ristoro al convegno sull'Innovazione a l'Aquila:

“Posso garantirvi che il catering che avete offerto oggi alla Regione in occasione del forum dell’Innovazione verrà ricordato a lungo dal ministro Brunetta, dal prefetto Iurato, dal presidente della Regione Chiodi, dal sindaco Cialente e dal rettore dell’Università Di Orio. Complimenti vivissimi”.


ma una metaforica "pedatina nel sedere" anche a lui? no, eh?

altro che non può. non vuole. è diverso.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Post di una lucidità e di una prosa sofferta straordinari! Mi sono permesso di citarlo in fondo ad un mio post che vuole ricordare ancora che a L'Aquila i problemi non sono mai scomparsi e che la realtà é ben diversa da quella che i media raccontano e che tu regolarmente come tanti altri, sconfessi quotidianamente.

Un abbraccio
Daniele

ett ha detto...

Perché non scappiamo via? Lasciamo vincere loro? Che sono più furbi, senza scrupoli ne morale. Gli lasciamo l'Italia, per condurla alla rovina, come tutto il resto del mondo, sconvolto dai Gas serra? La mia terra è avvelenata dai rifiuti tossici. La mia Univerisità sta perdendo la memoria. La mia fabbrica produce prodotti difettosi. Ricominciamo tutto daccapo? C'è troppo de fare per Ricostruire la coscienza? Misskappa sta lavorando su coscienza e conoscenza.

Alberto ha detto...

La città che era il "vostro" luogo è diventata un non luogo. Ma le tue parole, le vostre lotte lo faranno ridiventare quello che era. Un forte abbraccio.