martedì 30 giugno 2009

Si fa di conto

Stanotte un po' di conti. Conti spiccioli. Conti semplici. Ogni terremotato costa allo stato italiano, quindi ai contribuenti, circa cinquanta euro al giorno. La spesa per le tendopoli è calcolata di un milione e mezzo al giorno per un totale di circa ventiquattromila sfollati. Gli albergatori sulla costa ricevono quarantotto euro al giorno per ogni ospite. Una famiglia media di quattro persone ci costa seimila euro al mese. Immaginate se alla famiglia in questione fosse dato questo denaro contante. Sarebbero più che benestanti. Potrebbero organizzare la loro vita da soli e potrebbero gestire più che egregiamente il loro stato temporaneo di sfollati. Immaginate di dire sempre a questa famiglia : noi spendiamo per voi seimila euro al mese, che ne direste di prenderne tremila, così, per risparmiare? Immagino che tutte le famigliole sarebbero più che felici. Credo che mediterebbero di erigere un monumento a Bertolaso e porterebbero in trionfo Berlusconi. Io per prima. Ora invece facciamo il mio caso e quello di altri pochi resistenti che hanno provveduto ad una sistemazione autonoma. Noi riceviamo, o meglio, dovremmo ricevere, ché non vediamo ancora un soldo, cento euro al mese procapite. Cento euro contro i millecinquecento degli altri sfollati. Non vorrei essere maliziosa, ma mi sembra che questo trattamento così iniquo voglia costituire un deterrente al voler provvedere a se stessi, all'essere liberi, al non pesare sullo stato. Questi conticini non mi tornano affatto. Pensate che io sia troppo maliziosa nel credere che qualcuno guadagna su questo movimento di danaro? Che i vostri, i nostri, denari finiscano in altre tasche che non sono quelle dei terremotati?

lunedì 29 giugno 2009

Libertà negate


Sempre sui divieti e sulla limitazione della libertà nei campi, vi riporto un articolo del blog del comitato 3 e 32 (http://www.3e32.com/), relativo al giorno 24 ultimo scorso.

A L’Aquila la repressione continua.
In vista della manifestazione del 27 che partirà di fronte Piazza d’Armi (il campo più grande e più controllato) avevamo provato a scalfire l’oscurantismo e l’isolamento che regna attorno alla vita delle mille e più persone che vivono all’interno del campo. Annalisa, una ragazza che vive nel campo, aveva richiesto di poter fare un’assemblea giovedì pomeriggio. Dopo mille ostacoli e rifiuti, il capo campo aveva dovuto acconsentire a “concederle” di tenere l’assemblea ,a patto che entrassero solo cinque o sei persone dei comitati cittadini per i quali avrebbe dovuto garantire lei. Oggi Annalisa, mentre distribuiva i volantini che invitavano le persone a prendere parte all’assemblea, è stata fermata dal capocampo che si è rimangiato tutto e le ha negato la possibilità di fare l’assemblea. “Serve l’autorizzazione del COM” (i nuovi nuclei amministrativi di una citta commissariata in cui le istituzioni locali non contano più nulla) le ha detto. Il Com ovviamente l’ha rimpallata al DICOMAC (il comando centrale, la CASERMA dove risiede il sovrano Bertolaso e dove si terrà il G8), il DICOMAC le ha detto che l’assemblea non si può fare.
Questa è una mattinata normale per chi a l’Aquila si batte per ricreare un minimo spazio di democrazia e di discussione. A Piazza d’Armi già ci era stato impedito più volte di entrare a parlare con i nostri concittadini, di svolgere attività di sostegno per la popolazione, tipo la giornata di sport del 2 giugno, o perfino di dare volantini e megafonare all’uscita del campo. Proprio ieri Bertolaso, nel suo primo incontro con i comitati (da notare che il primo momento di confronto avviene mentre a Roma si approva il decreto), aveva garantito che le assemblee si potevano tenere senza problemi; “però dovete dire la verità” aveva detto.
La verità continuaiamo a dirla:
A L’AQUILA CHIUNQUE PROVI A CONTESTARE L’AUTORITA’ DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEL GOVERNO VIENE OSTACOLATO, SCHEDATO E OSCURATO CON OGNI MEZZO. I CAMPI SONO I NOSTRI QUARTIERI, LE TENDE LE NOSTRE CASE, E’ ORA DI RIPRENDERCELI E DI RIPRENDERCI LA NOSTRA CITTA’.

Questa è la mail che vorrei inoltraste numerosi alla redazione del giornale Il Centro Abruzzo

Spettabile Redazione,
mi unisco ai Cittadini Aquilani nell'esprimere la mia indignazione nei confronti del vostro quotidiano che ha definito la manifestazione tenutasi a L'Aquila il giorno 27 giugno un evento dei No Global ,distorcendo così, e travisando, le istanze aquilane. In tal modo si favorisce la volontà di indebolire una rete sempre più ampia di cittadine e cittadini che , prescindendo dai colori politici e dalle diverse estrazioni sociali, chiede a gran voce il 100% della ricostruzione, della partecipazione e della trasparenza nella gestione di fondi e appalti. Che, in sostanza, chiede e reclama diritti fondamentali. Sono qui a chiedere di riportare correttamente le informazioni, senza travisamenti dettati dall'alto, e di perseguire sempre la verità che dovrebbe essere la base di ogni giornale degno di tale nome.
Cordiali saluti.
Firma

Vi lascio con una notiziola che vi strapperà, spero, un sorriso. Anche se amaro.
In clima di ulteriori restrizioni e divieti, in vista del G8, il transito sulle strade sarà interdetto anche ai numerosi greggi che popolano la nostra zona. Ovvio che le pecore non potranno essere munite di debito "budge", il pass pedonale, ché le automobili ce le possiamo scordare in quei giorni, che verrà conferito solo a pochi eletti.


sabato 27 giugno 2009

100%

Purtroppo ho problemi di connessione che spero di risolvere al più presto. Usufruisco della linea in casa di amici ed ho poco tempo. Oggi c'è stata a L'Aquila la manifestazione per il 100% della ricostruzione di tutte le case, della partecipazione della popolazione e della trasparenza nella gestione di fondi ed appalti. Eravamo in duemila e cinquecento. La questura ha dichiarato ottocento, ma noi, in fila uno per uno, ci siamo contati.E lo abbiamo fatto davanti a loro. Eravamo tanti, sotto la pioggia e nonostante il boicottaggio dei media. Il giornale Il Centro, giornalaccio abruzzese di pettegolezzo e di giornalisti che conoscono poco la sintassi e le virgole, e che, con il terremoto ha visto moltiplicate le vendite, essendo l'unico che parla ancora di noi,ci ha giocato un tiro mancino. Questa mattina è uscito con un articolo in cui annunciava che la manifestazione del pomeriggio avrebbe visto l'appoggio e la presenza dei no global, accanto ai cittadini. Immaginate quanto questa notizia abbia potuto costituire un deterrente per molti partecipanti. Il giornalaccio ha fatto pervenire le scuse per l'errore a corteo terminato. Nei prossimi giorni scriverò una mail al quotidiano e pregherò anche voi di fare altrettanto. Insomma, a mio avviso, è stata una vittoria: il numero di persone sensibili al problema sta crescendo. I media non sono con noi, ma useremo il passa parola: sensibilizzare al 100%. Ora abbiamo il macigno del G8. Ma parleremo di questo non appena avrò una connessione decente.
A presto.

giovedì 25 giugno 2009

Di spot e di ottimismo

I terremotati, si sa, son tristi da vedere. E scomodi. Una mia amica Inglese che lavora a Bruxelles mi ha scritto una e-mail esprimendomi il suo sconcerto per il disinteresse che gli Italiani all'estero dimostrano per la tragedia aquilana. Ogni volta che ha provato a spostare i discorsi su di noi, ha rimarcato la volontà di sviare: induciamo pensieri di sconforto, siamo avvilenti. E poi tutti sanno che il governo sta brillantemente occupandosi di noi e della nostra tragedia. La stessa cosa mi riferiscono amici e conoscenti che vivono fuori da L'Aquila: le persone preferiscono distogliere il loro pensiero da noi. Si avvicina il tempo delle vacanze, c'è la crisi economica, tanti pensieri: i terremotati sono scomodi,un problema in più. A volte capita anche a me di pensare a voi che aprite questo blog ben sapendo che troverete dolore e rabbia. E poca speranza. Per fortuna, anche nelle situazioni più buie, c'è chi pensa a risollevarci lo spirito. Chi può essere? Ora non venite a dirmi che penso sempre a lui, che sono ossessionata. Non ditemelo. E' lui, il nostro Cavaliere. Stamani ha dichiarato che sarà qui ogni giorno per controllare lo stato di avanzamento dei loculi "ormai faccio il direttore dei lavori, è come tornare ad un vecchio amore". Eccolo qui, dopo il presidente terremotato ed il presidente condom, et voilà il presidente geometra - palazzinaro. Ma non è finita qui, la chicca che vi farà sorridere è un'altra. Sono stati realizzati sette spot per rilanciare il turismo in Abruzzo. Indovinate chi è il testimonial? Che so, George Clooney? Raul Bova? No, è lui, il nostro presidente attore. Il presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi, Pdl, ha così dichiarato :" Avevamo la necessità di un testimonial di eccezione e devo dire che abbiamo trovato il migliore sulla piazza, tra l'altro gratis". E il nostro cicisbeo, di rimando, "nello spot sono troppo bello, l'ho visto ed ho pensato: la sinistra non me la passerà, avrei subito una catena di signore che mi cercano" Sì, signor Presidente, anche io, e tante altre signore, la cerchiamo, ma lei, pur essendo sempre presente, appare introvabile dalle nostre parti. Noi vorremmo diventare sue fans, se solo ce lo permettesse, rispondendo a qualche semplice domandina che vorremmo porle. Chiodi, a questo punto esaltato, garrulo, ha concluso " è stato un grande onore lavorare gomito a gomito con il ministro Brambilla e sentire l'affetto del presidente Berlusconi che mi sento di ringraziare a nome di tutti gli Abruzzesi e di tutti gli Aquilani". Vorrei sapere come questo galoppino si permette di ringraziarlo anche a nome mio, ma sorvolo. Il Presidente, per fare a tutti noi un'iniezione del suo proverbiale ottimismo, ha chiosato:"ieri è stato un passaggio importante: è stato approvato il decreto sull'Abruzzo. Grazie alla legge, rifaremo L'Aquila e altri 48 comuni com'erano, anzi, più belli."
Sarebbe interessante chiedergli dove sono i soldi per farlo, ma queste sono inezie. Ovvio.
Basta l'ottimismo. Con Berlusconi testimonial di lusso.

mercoledì 24 giugno 2009

Abracadabra

Il decreto abracadabra, come saprete, è stato approvato ed è legge. Rifiutati tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione. E tant'è. Maggioranza contenta, opposizione nazionale abbastanza indifferente, opposizione locale pacatamente contrariata. Io e moltissimi Aquilani, passatemi il termine, incazzatissimi. E lo diremo sabato 27, con una manifestazione che partirà alle ore 15 dalla rotonda di Piazza d'Armi, lì proprio dove c'è uno dei campi cittadini più difficili, e si snoderà lungo la statale 17, a toccare altri tre campi, con la speranza di arrivare fino al Dicomac, quartier generale della plenipotenziaria Protezione Civile. Ma ci bloccheranno, ne son certa. La protesta ci sarà comunque. E determinata. Si ribadirà il no convinto al Decreto Abruzzo e l'appello per la campagna 100%. Cento per cento di ricostruzione, di trasparenza e di partecipazione.
Esaltante il commento di Bertolaso all'approvazione del decreto: "Bene, andiamo avanti a lavorare" Bene? Lui continua con i loculi arredati aiazzone, chè neanche i nostri mobili potremo portarci lì dentro, e intanto il governo trova la copertura finanziaria di quest'anno tagliando i bonus famiglia per trecento milioni e riducendo la spesa farmaceutica per trecentottanta milioni. Non mettono le mani intasca agli Italiani loro. Agli Italiani ricchi. A quelli poveri sì. I poveri, sconsolati perchè sempre più poveri, incrementeranno l'acquisto di biglietti gratta e vinci e delle varie lotterie, sperando nella buona sorte. E anche lì pagheranno per noi. Anche molti Aquilani si stanno lanciando, in preda alla disperazione, all'acquisto dei gratta e vinci. Pagheranno loro per loro stessi. Geniale trovata. Da non tralasciare il risparmio di un milione di euro che è stato intascato dal taglio di una cosa inutile come la celebrazione della Festa della Repubblica. Sarà destinato a noi terremotati. Tanto della Repubblica noi cosa dobbiamo farcene? Qua sta vacillando pericolosamente, come le nostre case. Che non si festeggi più. L'anno prossimo parteciperemo ad economicissime parate militari che inneggeranno all'amato imperatore. Con tanto di saluto romano e marcia trionfale.
Voglio lasciarvi con una chicca. Bertolaso ieri ha incontrato la stampa ed ha rilasciato illuminanti dichiarazioni circa l'organizzazione del G8. Nonostante lo sciame sismico, i potenti potranno stare tranquilli: la cittadella della scuola della guardia di finanza è sicurissima. In caso di un forte terremoto, è comunque già pronto un piano per evacuare i grandi con gli elicotteri. I cittadini? Loro non rientrano nei pensieri del plenipotenziario, loro non li evacua nessuno. Neanche prima del 6 aprile, quando lo sciame sismico era identico a quello di oggi. Poi continua: "al termine del G8 i terremotati avranno letti ed arredi che sono serviti per sistemare gli alloggi dei potenti". Qualcuno avrà il privilegio di dormire nel talamo che ha ospitato Obama, o Putin, o persino il Cavaliere. Mi domando come si sceglieranno i fortunati. Forse una riffa? O una gara di corsa al sacco? O la scelta sarà operata in base all'invio di un book fotografico che ciascun sfollato recapiterà al Cavaliere in persona? Temo che in quel caso sarebbero favorite le fanciulle genere starlette. I lettoni potrebbero essere collaudati all'istante dall'instancabile premier. Sempre in prima linea. Mi domando cosa userà mettere in testa in quel caso, dopo aver indossato il caschetto antinfortuni ed essere il nostro presidente sfollato,per essere ora il nostro presidente trombatore.
Ah, dimenticavo,Bertolaso sta approntando per Obama un campo di basket. Il nero d'America è appassionato di questo sport. Si teme che, durante i tre giorni di soggiorno fra i terremotati, non possa farne a meno. Per lui è meglio della cocaina.
Il ducetto in pectore, sempre il Bertolaso, ha anche asserito che le proteste al G8 non lo preoccupano affatto. "Ho piena fiducia nelle forze di polizia", ha dichiarato. E non aggiungo altro. Chi ha orecchie per intendere, intenda pure.
ORA E' IMPORTANTISSIMO CHE IL PRESIDENTE NAPOLITANO NON FIRMI QUESTO DECRETO.

martedì 23 giugno 2009

Sgretolamento

Si trema. E tanto. Paura e scoramento. Freddo, anche. Si teme per la diga di Campotosto.
Il minuscolo tratto di centro cittadino, che era stato riaperto con gli echi strombazzanti dei media di Governo, è stato di nuovo interdetto. Non si entra nella zona rossa, neanche per riprendere un fazzoletto. Verifiche, dicono. Di verificatori, stazionando nei vari punti di raccordo fuori delle mura, non ne ho visti. I palazzi, vergognosamente non messi in sicurezza, continuano a franare. E con loro i nostri cuori. Non c'è legno, dicono i Vigili del Fuoco, non abbiamo mezzi. Bertolaso continua ad affermare che ha i soldi. E a non riferire circa le donazioni dei privati e i proventi dei famosi sms. Intanto la città appare sempre più far west: un' unica strada polverosa, qualche saloon, un emporio, e gli sceriffi. Tanti. Parlare con le persone è sfiancante. Mi sembrano inebetiti anche loro dall'informazione pilotata. Sperano, credono, hanno fiducia. Non vogliono sentir parlare di proteste. Hanno paura di non vedersi assegnata la promessa casetta. O di ritorsioni all'interno dei campi. La Protezione Civile è stata bravissima ad inculcare in loro l'idea che ci stanno aiutando. Pochi capiscono che quello che ci hanno dato è ciò cui abbiamo diritto.Ed è pochissimo. Ma il benefattore non si critica. Si abbassa la testa e ci si adegua. Alcuni cercano di cavalcare la catastrofe. Tenendo le mani in pasta. Poca pasta, ché il Governo impasta da solo.I resistenti lucidi ci sono. Ma siamo una nettissima minoranza. Cosa fare in questi casi? Io vado avanti. E' una vita che penso che dal privato nasce il pubblico per il bene comune. Una goccia nell'oceano? Ma l'oceano è fatto di gocce.

lunedì 22 giugno 2009

Il G8

Il G8 a L'Aquila è un problema. Un problema di portata enorme.Un ulteriore fardello sulle nostre spalle stremate. Più la data si avvicina, più ce ne rendiamo conto. E ne comprendiamo la portata. La strategia attuata dal governo si sta dipanando davanti ai nostri occhi. Manovre di regime, manovre occulte, manovre che tendono a schiacciare. A mettere con le spalle al muro. Oggi si è riunita qui a L'Aquila l'assemblea nazionale sul G8. Eravamo un bel po' di persone, sotto il tendone del parco Unicef. Ore ed ore sotto la pioggia battente e la grandine che imbiancava il paesaggio come in inverno. Acqua torrenziale sotto i nostri piedi. E voci coperte dal fragore del temporale. Condizioni estreme, in una situazione estrema. Immaginate di coniugare i terremotati che, nonostante la calamità naturale e le coercizioni che lo stato militare infligge, cercano di alzare la testa per affermare i propri diritti e, pian piano, ci stanno riuscendo e i rappresentanti dei movimenti che intendono, giustamente e ad ogni costo, rivendicare il loro diritto a manifestare contro il G8. La paura dei primi di essere strumentalizzati, o, almeno, di apparire tali e le intenzioni di chi, comunque e dovunque, avrebbe assicurato la sua presenza all'evento. Questo governo ha studiato le cose alla grande: i cittadini che provano a ribellarsi, che, faticosamente, provano a darsi visibilità, a coordinarsi, a chiedere a gran voce ciò che per diritto gli è dovuto e i manifestanti contro il G8 che portano le loro istanze di sempre. Quelle che stanno dalla parte dei deboli, contro le superpotenze. E noi lo sappiamo bene che stanno dalla nostra parte: i no global sono presenti su questo territorio sin dalla prim'ora. Sono quelli che hanno istituito i campi autogestiti, a Tempera, a San Biagio, a Camarda. Son quelli arrivati con gli aiuti prima di molti altri. Son quelli che hanno lavorato instancabilmente e continuano a stare sul territorio. Accanto a noi. E hanno realizzato spazi ricreativi, e cucine da campo, e magazzini, e sono gli unici che riforniscono gli sfollati non sistemati nei campi, ma rimasti sul territorio. Quelli abbandonati dalla Protezione Civile perchè esenti da strettissimo controllo. Son quelli che ti ascoltano e ti aiutano.Son quelli che non andranno via, dopo il G8. E poi i social forum, e i cobas,e i numerosissimi movimenti di sinistra. Tutti insieme, tutti in questa città a cercare di non ostacolarsi a vicenda. I cittadini aquilani affermano la loro intenzione a non voler essere accomunati nell'immaginario collettivo ai facinorosi, gli altri, che facinorosi non sono, affermano la loro intenzione a lottare. Anche per noi. Si è deciso che si manifesterà, ognuno scegliendo le forme che riterrà più opportune. Cercando di non ostacolarci a vicenda. Il primo ministro ha pensato di inchiodarci così. Ma noi andiamo avanti. Anche se i media faranno il loro sporco lavoro. L'apparato sarà come quello di guerra. Si dice che gli sfollati dei campi saranno inibiti dall'uscire dalle tendopoli e che il lavoro, quel poco che c'è, si fermerà, e i cellulari e internet saranno controllati. Il regime svolgerà il suo compito, qui, in questa terra che è diventata la sua palestra. Noi ci proveremo a non essere offuscati per sempre da questo ulteriore terremoto. E i vigili del fuoco manifesteranno accanto a noi. Si è ribadito e confermato che non verrà usata violenza alcuna.E i violenti entreranno solo se loro, i manovratori di regime, vorranno, come sempre, farli entrare.

domenica 21 giugno 2009

Non vogliamo L.'A.Q.U.I.L.A. Vogliamo L'Aquila


Al Presidente del Consiglio che sostiene che la nostra protesta di Roma sia stata sterile, basata sul nulla, senza richieste concrete da avanzare, i cittadini rispondono con questa nota:


100% Ricostruzione
Il decreto Abruzzo è legge. Ma non basta. Il Governo ha promesso e non ha mantenuto. Ora ci dicono che con altri provvedimenti incrementeranno i fondi. Ma non basta. Occorre più danaro subito. Chiediamo l'equiparazione all' Umbria in termini di finaziamenti stanziati per la ricostruzione, la riparazione integrale senza limitazione dei danni da ricostruzione leggera, la ricostruzione integrale di tutta la Città.

Occorre un Piano Strategico di Ricostruzione Generale che veda il coinvolgimento di tutte le Istituzioni e dei Comitati Cittadini per fare fronte alle necessità di immediata ripresa della attività economica e sociale.

Ripresa dell'attività economica significa immediato ripristino del tessuto economico, immediata ricollocazione delle attività danneggiate dal sisma, immediata istituzione ed adeguato finanziamento della Zona Franca.

Ripresa sociale significa
1.riconversione degli alloggi definitivi in temporanei rimovibili, rivisitazione del progetto C.A.S.E. , un’operazione orientata sugli stilemi della shock economy, che per i terremotati aquilani si configura sempre di più come una soluzione che non si fonda sull’aiuto alle popolazioni terremotate, che non tiene conto della varietà degli habitat culturali in cui si vuole calare, e che non basterà a togliere tutti gli sfollati dalle tendopoli (è cosa acquisita che la previsione di senza tetto si aggira nell'ordine delle 25/30.000 presone),
2.rientro immediato con sistemazione della popolazione alloggiata sulla costa, immediato sgombero delle tendopoli, subitanea erogazione degli aiuti economici promessi (contributo sistemazione autonoma, cassa integrazione speciale, contributi per i lavoratori autonomi)
3.determinazione dei criteri per l' assegnazione degli alloggi riconvertiti del progetto C.A.S.E
4.ripristino della democrazia nei campi sino allo sgombero, ripristino della connessione wireless sui campi sino allo sgombero, facoltà di tenere assemblee autorizzate nei campi sino allo sgombero, possibilità di fruire dei pasti per tutti i cittadini aquilani che si recano a L'Aquila per motivi legati al sisma.

Basta con la politica dello spopolamento, vogliamo tornare ad essere Aquilani a L'Aquila tutti e subito.

Occorre che Bertolaso emetta subito le ordinanze per la ricostruzione e non aspetti che arrivi l'inverno, impedendoci di iniziare le procedure per la ricostruzione.
Bertolaso deve limitarsi a gestire l'emergenza secondo i poteri conferitigli dal decreto, non può limitare la libertà delle persone, non può sostituirsi alle autorità locali nella gestione della ricostruzione.

100% Trasparenza
1.Sono passati quasi tre mesi, la Protezione Civile spende circa €.1.500,00 al mese per ogni sfollato (€.1.500,00 x 60.000 sfollati = €.90.000.000,00) solo per far fronte alla emergenza; non è stata pubblicata una virgola sulla destinazione e sulla gestione di questi soldi! I prodotti delle aziende locali non vengono ancora acquistati!
2.Devono essere pubblicati i dati integrali sugli accertamenti di stabilità, compresi quelli di TUTTA la Zona Rossa, pubblicazione dell'elenco delle scuole danneggiate, gli Aquilani devono sapere per programmare anche l'immediato futuro, non vogliono ritrovarsi a settembrte con inaspettate sorprese!

100% Partecipazione
Basta con la solita politica, occorre una concertazione partecipata della ricostruzione; i cittadini devono essere consultati e coinvolti prima di ogni decisione che riguardi il loro futuro.

sabato 20 giugno 2009

Vergogna

Lo sapete tutti, lo avete letto, lo avete ascoltato in tv. Il presidente del Consiglio dei Ministri, cav. Silvio Berlusconi, ha esternato ancora una volta. Stavolta sugli sfollati. Noi, Aquilani. Dopo la visita lampo in città, dove ha pensato bene di dribblare i cittadini, i giornalisti e le domande scomode, ha parlato da Cinisiello Balsamo. A ottocento chilometri di distanza. Ha accusato noi, che viviamo la tragedia sulla nostra pelle, di strumentalizzare speranze, paura e morti. Noi, che i morti li abbiamo in casa e la speranza l'abbiamo perduta, e la paura l'abbiamo vissuta. Noi che alziamo la testa da questa tragedia. Sostiene che non abbiamo istanze, lo sostiene davanti agli emendamenti che sono stati portati e rifiutati. Cavaliere, lei non può permettersi di insultarci, lei non può speculare sulla nostra disperazione, lei non può osare di menzionare i nostri morti, gettando infamia su di noi. Lei ci ha offeso vergognosamente. Lei ha offeso gente indifesa, ma fiera e coraggiosa. Non finisce qui. Avrà presto nostre notizie.

Lettera al Presidente Napolitano

Al Gentilissimo Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica
Alla Segreteria Generale del Capo dello Stato - (rif.Dott. Marra e Dott. Ruffo).


Gentilissimo Presidente,
stiamo, in questi momenti drammatici, istituendo coordinamenti di cittadini e Sindaci che chiedano a lei un incontro ufficiale per istituire un reale tavolo Istituzionale da insediare al Quirinale e da lei guidato, che porterà a buon fine la ricostruzione in ogni minimo dettaglio soprattutto in merito al capitolo trasparenza investimenti e gare d'appalto.Si intravedono cordate di ditte nordiste che con finte gare d'appalto vengono già inserite nel decreto stesso in discussione in queste ore. Presidente le chiediamo di non firmare il Decreto, di non permettere che attraverso il bavaglio del Parlamento come ormai prassi antidemocratica di questo Governo, si giunga al ricatto verso le popolazioni, basando il decreto sul principio anticostituzionale e di palese violazione del Titolo Quinto della Costituzione. Le chiediamo inoltre di permettere l'apertura di un fascicolo penale e civile per accertare le responsabilità del Governo in merito ai mancati controlli sismici dell'area come erano stati richiesti da Ingegneri dell'Enea in data 12/02/09 (lettere originali pubblicate su La Repubblica in Aprile 2009), attraverso documenti ufficiali inoltrati al Ministro Matteoli.L'accavallarsi di strane anomalie e forti incompetenze da un punto di vista tecnico e scientifico nella protezione civile ormai carrozzone di corruttele dei partiti, ne ha fatto di Bertolaso un capo carismatico indiscusso ed ecco le conseguenze reali di una reale strage di Stato preannunciata anche dalle foto del satellite del CNR scattate sempre tra Dicembre e Febbraio 2009 dove si notava la faglia già in fase di scorrimento la profonda frattura constesso epicentro dove poi si è verificata la catastrofe. Chiediamo giustizia soprattutto perché qualcuno aveva da anni pensato di sciogliere la Commissione Grandi Rischi e in Italia come mi ha precisato il Prof.G.Evangelista di Pisa, membro ed esperto licenziato probabilmente da quella Commissione affinché divenisse nel tempo appannaggio e strapotere esclusivo della finta protezione Civile carrozzone di corruttele e strane assunzioni clientelari (da tempo).Attendiamo celeri riscontri e risposte da lei come sempre all'altezza del ruolo di Rango Istituzionale che ricopre con dignità e nel rispetto delle regole sancite dalla Costituzione.
Con stima, la ringraziamo per l'attenzione rivoltaci ieri nel contattarci personalmente e direttamente attraverso la sua Segreteria Generale.

Coordinamento nazionale " Aiutiamo L'Abruzzo" Rocco Carlomagno - progetto solidarietà Basilicata aiuta L' Abruzzo cell.348/5312034 -
Stefania Pace cell 3200245059- Romina e tantissimi studenti , donne e uomini delle istituzioni locali dell'Abruzzo.

Aggiungete il vostro nome stampate e inviate un fax al Quirinale al numero 0646993041
Il Quirinale ci ha contattato ieri pomeriggio chiedendo di fare un fax con i contenuti
Fate girare. Più siamo e più forza abbiamo.

mercoledì 17 giugno 2009

I terremotati, la protesta, la rabbia

Eccomi di ritorno. Tante le cose da dire. I post lunghi non sono il mio forte. Cercherò di sintetizzare al massimo. A Roma c'eravamo, e non eravamo pochi. Più di duemila. E solo terremotati, ché la partecipazione esterna è stata del tutto irrilevante. Abbiamo capito che il problema, quando si tratta di esserci, è solo nostro. Tanti dunque, sotto il sole cocente del primo pomeriggio. Tante persone di tutte le età. Persone che, pur profondamente provate, e stanche,hanno sfidato il caldo opprimente, la fatica, la paura. Non ci volevano, questo è apparso chiaro dall'inizio. Hanno tentato di bloccare il corteo spontaneo che si è snodato da Piazza Venezia sino a Montecitorio. Non gradivano gli striscioni che recitavano, in perfetto aquilano "Berlu$co', non te fa revede' a L'Aquila". L'esito della votazione lo sapete bene, non starò qui a ripetervelo. Era prevedibilissimo. Ci hanno ignorati. E calpestati. Ci hanno inferto un altro terremoto, quello di un pomeriggio sull'asfalto bollente, quello del rifiuto.Una rappresentanza dei comitati cittadini è stata ricevuta da un deputato del Popolo della Libertà, tale Giorgio Straguadagno, e qui ci starebbe bene la saggezza latina del nomen omen che io non menzionerò. Il suddetto, senza mezzi termini, dice che la tassa di scopo non passerà: non metteranno le mani in tasca agli Italiani e, tanto meno, affideranno il denaro della ricostruzione agli enti locali, dei quali non si fidano. Tutto resta nelle mani della Protezione Civile. Lo Straguadagno ha detto, infine : " visto che non avete il danaro per operare in autonomia dal governo centrale, non potete avanzare pretese. O questo, o niente". Raro esempio di democrazia e libertà. Complimenti onorevole Straguadagno! Da segnalare la presenza, in concomitanza alla nostra, delle guardie giurate dell'ANCR che manifestavano, in pochissimi, per problemi di rinnovo di contratto. Avevano dei fischietti che, guarda caso, usavano come rompitampani solo quando uscivano i rappresentanti dei comitati cittadini o i nostri deputati a dare notizie agli sfollati. Coprivano le voci dei nostri gridate al megafono. Momenti di tensione altissima, le forze dell'ordine difendevano solamente loro. I terremotati? Carne da macello. Per evitare strumentalizzazioni, si è deciso di snodarci in corteo di nuovo sino a piazza Venezia. Ed abbiamo forzato un posto di blocco in via del Corso, fermando brevemente il traffico con un sit in di protesta. Giunti a piazza Venezia, ci siamo uniti, mani nelle mani, in un girotondo che ha cinto l'intera piazza, al tramonto. Il minuto di silenzio per i 307 morti ha chiuso una giornata di dolore,delusione e profonda amarezza. Tutti perfettamente consapevoli del fatto che, con questo decreto, la nostra città morirà. Dopo la nottata trascorsa a Roma, per la prima volta fuori dall'inferno, coccolata dall'affetto di una carissima amica, nel primo pomeriggio son tornata a L'Aquila. In tempo per il suo arrivo. I comitati cittadini erano allertati, ma le notizie divulgate sui giornali circa il percorso del presidente erano false. Gli imperatori non vogliono essere contestati. Abbiamo istituito vari posti di blocco nelle possibili vie di accesso alla scuola della Guardia di Finanza, quartier generale della Protezione Civile. L'imperatore ci ha semplicemente sorvolati in elicottero. Non lo abbiamo intercettato. Non è sceso fra la gente che voleva porgergli delle domande. Che voleva sapere dove fossero finite le sue promesse. In compenso, abbiamo dovuto subire il sarcasmo, gli sberleffi e anche gli insulti delle forze dell'ordine, rivolti col ghigno sulle labbra. "Poveri sciocchi, ma davvero pensate che passi di qui? Siete patetici". Questo il succo, edulcorato, delle parole che ci siamo sentiti dire.

Ecco lo stato delle cose. Ma non ci fermeremo. Siamo soli, siamo pochi per ora,ché tanti hanno paura e sono sfiancati, ma andremo avanti. Li aspettiamo tutti al G8.



Questi i poliziotti che bloccavano il nostro gruppo davanti alla scuola della GF. Il tipo in borghese è stato il peggiore. Guardate il ghigno beffardo: lo ha avuto perennemente stampato sulle labbra. Anche quando mi ha dato della patetica ed ha fatto considerazioni su quelli che ha definito i miei "respingenti".


Questo uno dei tanti gruppetti di pericolosi estremisti, forse terroristi, in attesa del cavaliere. Ai quali si opponeva contanto schieramento di forze dell'ordine.

lunedì 15 giugno 2009

Non ci legherete le mani


Riporto la lettera che una sfollata aquilana ha inviato ad un giornale online (http://www.officinavolturno.com/2009/06/15/lettera-dallabruzzo-cara-redazione/)
Per far capire quanto il grido di dolore di noi disperati sia collettivo, anche se si tenta di oscurarlo con ogni mezzo. Si parla di cose che conosco bene.
Lo scritto è lungo, ma, vi prego, leggetelo tutto. La scrivente si firma, e si colloca. Tutto è riscontrabile. Chi dice la verità non ha paura di esporsi.
Domani si va alla manifestazione, sperando di essere in tanti. Sperando di sentirvi tutti vicini. E solidali. Dateci voce.

Cara Redazione,
sono Pina Lauria e sono residente a L’Aquila; attualmente “abito” presso la tendopoli ITALTEL 1, perché alla mia casa, che devo ancora finire di pagare, è stata assegnata la lettera E, che in questo drammatico alfabeto significa “danni gravissimi”.
Scrivo per illustrarvi alcune considerazioni, di carattere generale e, più in particolare, relative alla qualità della vita nei campi.
Intanto, evidenzio la grande confusione che c’è nella città: a quasi due mesi dal terremoto, viviamo ancora uno stato di emergenza. Uno dei grandi nemici di questi giorni, e dei prossimi, è il caldo: arriveranno i condizionatori ma risolveranno ben poco perché, come sicuramente sapete, il condizionatore funziona in una casa, con le pareti di cemento e con le finestre chiuse, non in una tenda, dove il sole batte a picco e da dove si esce e si entra….inoltre, la tenda non è che si chiude ermeticamente!
Allora, il problema vero è questa lunga permanenza nella tendopoli alla quale saremo costretti fino ai primi di novembre. E’ assurdo ed inconcepibile che, per saltare una “fase”, come ha detto il Presidente del Consiglio, bisogna aspettare circa sette mesi per avere una casa, comunque sia. E a novembre, se le cifre rimangono quelle dette dal Governo e dalla Protezione Civile, saranno soltanto 13 mila i cittadini aquilani che potranno lasciare le tende. Su questo vorrei chiarire che si sta assistendo ad un balletto delle cifre che nasconde una amara verità. Mi spiego. Queste cifre si riferiscono alle verifiche finora effettuate ed alle risultanze avute. Si sta ragionando in questi termini: se su un tot di case verificate, è risultata una agibilità pari al 53%, e mantenendo questo trend, allora le case inagibili saranno all’incirca 5.000 per 13 mila persone.
L’agibilità è stata dichiarata per le abitazioni dei paesi vicini a L’Aquila; i quartieri nelle immediate vicinanze del centro storico, a ridosso delle mura (Sant’Anza (il quartiere dove abito), Valle Pretara, Santa Barbara, Pettino, tutti molto popolosi, hanno le case inagibili.
Inoltre, bisogna considerare che il centro storico ancora non viene sottoposto ad alcun tipo di verifica perché, a tutt’oggi, è zona rossa.
Nel centro storico risiedono circa 12 mila cittadini, senza contare i domiciliati, soprattutto gli studenti fuori sede. Allora, a novembre dovrebbero avere la casa almeno 26.000 cittadini, facendo un calcolo al
ribasso perché, considerando anche gli abitanti dei quartieri distrutti, gli immobili da recuperare con interventi molti consistenti e, quindi, con tempi necessariamente lunghi, sicuramente le abitazioni necessarie dovrebbero essere sull’ordine delle 45 mila persone.
Questo è il futuro che ci aspetta e lo tengono nascosto! Ma il Presidente del Consiglio ha detto che, comunque, le tende sono già dotate di impianto di riscaldamento, e quel”già” mi ha molto inquietato.
Non possiamo accettare di restare nelle tende fino a novembre, e sicuramente fino a marzo del 2010!
Questo ragionamento lo stavo facendo alcuni giorni fa al campo: prima con alcune persone, poi si sono avvicinati altri ed eravamo diventati un bel gruppetto: dopo alcuni minuti dal formarsi dell’”assembramento non autorizzato”, sono arrivati i carabinieri, in servizio all’esterno del campo. Ho chiesto se ci fosse qualche problema. Mi hanno risposto che non c’era alcun problema, ma restavano anche loro ad ascoltare.
Conclusione: dopo alcuni minuti, tutti ce ne siamo ritornati nelle tende.Racconto questo episodio, e ne posso citare tanti altri (ad alcuni componenti di vari comitati cittadini, che stavano raccogliendo le firme per il contributo del 100% per la ricostruzione o ristrutturazione della casa, è stato vietato l’accesso nei campi), per denunciare quello che definisco la sospensione dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione: libertà di opinione, di parola, di movimento.
Ora, posso comprendere, anche se non giustificare, un tale comportamento nel primo mese, che secondo me rappresenta la vera fase di emergenza, ma far passare tale logica antidemocratica per 7 mesi, ed anche di più, somiglia più ad un colpo di Stato che ad una “protezione civile”. Adesso mi trovo per qualche giorno a Bologna, presso mia figlia Mara che sta ultimando un dottorato in Diritto del Lavoro (senza borsa, perché l’Alma Mater non aveva i fondi a sufficienza per finanziare tutte e quattro i posti messi a bando: Mara si è posizionata terza, paga una tassa di iscrizione al dottorato di circa 600 euro l’anno e un affitto di 500 euro mensili, più le spese); proprio questa mattina ho dovuto chiamare il responsabile del mio campo perché la famiglia che abita con me mi ha informato che si stavano effettuando i controlli per assegnare il nuovo tesserino di residente al campo (ne possiedo già uno). Mi ha preso una tale agitazione tanto da sentirmi male: questa procedura che si ripete spesso nei campi, l’esibizione del documento e l’autorizzazione di accesso per gli “esterni”che ti vengono a fare visita, e magari sono i tuoi fratelli, sorelle, madri e padri che hanno trovato sistemazione in altri campi o luoghi, il fatto che adesso, nonostante avessi preventivato di stare un po’ di tempo con mia figlia, debba rientrare per avere di nuovo il tesserino, dietro presentazione di un documento di riconoscimento, anche se sono già tre volte che i responsabili del campo hanno annotato il numero della mia carta di identità, mi scuote in maniera incredibile. Ma la Protezione Civile mi deve proteggere in maniera civile o mi deve trattare come se fossi in un campo di concentramento? Il responsabile del mio campo, quando gli hoparlato questa mattina, mi ha detto che non c’era alcun problema, che potevo tornare quando volevo, riconsegnare il vecchio tesserino e prendere il nuovo, e comunque dovevo comunicare l’allontanamento dal campo, la prossima volta che ciò sarebbe accaduto. Mi chiedo: perché devo comunicare i miei spostamenti? La tenda, adesso, è la mia casa ed ho timore che lo sarà per molto tempo, almeno fino a novembre. Quale è la norma che mi impone di comunicare i miei spostamenti? Se mi si risponde che si è in presenza di una situazione di emergenza, e che tale situazione durerà mesi e mesi, allora siamo veramente in presenza di un pauroso abbassamento del livello di democrazia!
Non sono “vaporosa”, non sono arrabbiata: sono esacerbata! Ritengo che la nostra città stia diventando non una città da ricostruire, ma una città “laboratorio”, in cui si vuole sperimentare il nuovo modello di società: privo di diritti, passivo, senza bisogni: quello che ti do è frutto della buona volontà dei volontari o dell’imperatore e lo prendi dicendo anche grazie! Mi rifiuto! E si rifiutano i cittadini aquilani! Sui nostri corpi, sulle nostre menti, sulle nostre coscienze, sulle nostre memorie nessuno ha il diritto di mettere le mani! Un’altra considerazione: le tende dell’emergenza sono tutte di otto posti, per poter accogliere, in tempi molto brevi dopo l’evento catastrofico, il maggior numero di persone. Di conseguenza, ci sono moltissime situazioni di promiscuità (la vivo io stessa, con un’altra famiglia che ha due bambini piccoli). Ritorno sempre alla considerazione di prima: una situazione di promiscuità può essere proposta ed accettata, a causa del disorientamento totale in cui ognuno si trova dopo un evento così terribile, per un mese, ma non per 7 o più mesi! In alcune tende sono insieme anche tre nuclei familiari! Mi chiedo: non si vogliono utilizzare i containers, ma allora il Presidente del Consiglio, che ha tante bellissime idee (sulle donne, sui giudici, sul Parlamento, sulla Costituzione) perché non pensa a far arrivare tende da quattro? O meglio, perché non riesce a garantire, da subito, una sistemazione dignitosa, senza costringermi ad andare sulla costa o in appartamenti situati nell’ambito della Regione Abruzzo, sicuramente non a L’Aquila, dove vi è la distruzione totale?
Proprio ieri, un gruppo di psicologi ha affermato che tale situazione di promiscuità sta distruggendo le famiglie perché, a parte le discussioni che ci sono, dalle cose più grandi a quelle più piccole (pensate che si sta litigando anche per i condizionatori, quelli che li hanno, perché alcuni li vogliono accesi, i “coinquilini” li vogliono spenti; chi vuole guardare la televisione e chi vuole riposare), la mancanza di intimità e di momenti privati determina nervosismo e sensazione di annullamento di ogni sentimento, senza considerare che nei campi non esiste nessun momento di intimità, né nei bagni, né nelle docce, né a pranzo né a cena.Non posso restare in silenzio ed accettare passivamente: voglio essere protagonista della mia vita e della ricostruzione della mia città, e non voglio sentirmi come una partecipante del Grande Fratello! Non abbiamo intenzione, noi Aquilani, di essere triturati dalla societàcdello spettacolo: alle menzogne mediatiche opporremo la nostra intelligenza, volontà e coraggio….e la nostra rabbia.L’Aquila è la mia, la nostra città e non è in vendita, per nessuno!Spero che questa mia lettera venga da voi presa in considerazione: sono forte, coraggiosa…come tutti voi e spero che possiate darmi voce.
Vi ringrazio, di cuore…anche se spezzato!
Ciao a tutti

Continuano le prove di regime

Dunque domani la manifestazione a Roma: gli sfollati in sit in davanti a Montecitorio. Ci si sta attivando con tutti i mezzi per assicurare la partecipazione. Anche quella dei vacanzieri forzati sulla costa. Quindi assemblee, volantini, sms, internet. Si sta cercando di fare informazione a tappeto. Ma la Protezione Civile impedisce ai comitati dei cittadini di volantinare nelle tendopoli. La motivazione? Per non turbare la quiete degli ospiti. Continuano a chiamarci ospiti. Ospiti a casa nostra. Ci liquidano con poche parole,e mostrano circolari interne che parlano chiaramente di severissimo divieto di volantinaggio all'interno dei campi. Davanti alle nostre rimostranze, dicono che esporranno il volantino in bacheca. Mi son fatta un giro per le tendopoli, ieri: nessun volantino affisso. In compenso proliferano quelli di karaoke, clown, balli. Ci vogliono tutti lì, rincoglioniti, a cantare. In perfetto stile berlusconiano.

sabato 13 giugno 2009

I sindaci

Quello che è apparso chiaro, ieri, all'assemblea dei sindaci del cratere sismico, è stato, ancora una volta, il grido di disperazione di chi è assolutamente impotente. Impotente di fronte allo strapotere della Protezione Civile, e, soprattutto, di fronte alla mancanza totale di danaro per poter far fronte a quelle che, ormai, sono impellenze assolute. La gestione di questo terremoto è atipica: mai era accaduto prima d'ora che si conferisse potere assoluto alla Protezione Civile oltre la fase della prima emergenza. Eliminando di fatto la fase di seconda emergenza, si sta attribuendo a Bertolaso l'intera gestione del territorio con il compito della costruzione dei moduli abitativi per i senzatetto, nonchè l'intera gestione delle verifiche sugli edifici e l'eventale ricostruzione degli stessi . Si stanno attribuendo pieni poteri al Governo centrale, esautorando di fatto le amministrazioni locali. A tutt'oggi non si è ancora abbozzata una valutazione, seppur sommaria, del danno subìto e degli sbandierati otto miliardi, assolutamenti insufficienti, non si è vista traccia.Si continuano ad avere rassicurazioni da parte del premier e di Bertolaso, assicurazioni virtuali, basate sul nulla. Il primo ministro viene a dirci che i soldi ci sono, telefona a Tremonti in diretta dicendogli "Giulio, ti prego, dimmi di sì". Tremonti, dall'altro capo del telefono, promette ricostruzione creativa. Di fatto il decreto abracadabra viene confermato. Bertolaso, messo alle strette, rassicura dicendo che otterrà successivamente il danaro, emettendo delle ordinanze alla bisogna. Ma son solo parole: le ordinanze non possono travalicare le leggi e, soprattutto, non possono impegnare soldi che non ci sono. Le ordinanze vanno in deroga ad una legge, ma non la superano mai. Gli amministratori locali chiedono chiarezza e certezze. A tal scopo, lunedì andranno, alle ore 16,supportati dalla presenza dei cittadini che vorranno accompagnarli, a manifestare presso l'aereoporto di Preturo, in pieno e costoso cantiere per il G8, e martedì 16 giugno alle ore 12, in Piazza Montecitorio, per un sit in di protesta. L'esasperazione fa molto. E i sindaci sono profondamente provati. E molto combattivi. Chiederanno una tassa di scopo per il terremoto che ci ha devastati. Chiederanno la ricostruzione della nostra storia, della storia della sesta città d'arte d' Italia . E dei suoi magnifici borghi. Chiederanno fondi per la zona franca, e per gli enti locali, allo sbando perchè privi degli introiti delle tasse.Chiederanno la riconversione del ciclo produttivo, motore di qualsiasi comunità. Vogliono che venga detto dove saranno reperite le risorse per noi terremotati. Il deputato Giovanni Lolli accompagnerà, lunedi mattina, una delegazione dei membri della commissione ambiente in un tour fra le macerie, per far loro constatare di persona lo stato delle cose. Per ora i nostri amministratori, sindaci e provincia, ché la regione Abruzzo tace vergognosamente su tutto, sono la nostra unica speranza.La voce di noi invisibili. Cosa altro possiamo fare, se non supportarli ed affidarci a loro?

giovedì 11 giugno 2009

Le promesse del burlone

Ah, il post non sarà pacato. No. Il post è per le teste di tolla che hanno ancora una volta avallato con il loro voto questa destra di delinquenti. E' per coloro, Aquilani, che sono rimasti al mare, per manifestare la protesta da villeggianti, non venendo a votare. Ebbene sì, così come Kakà è stato venduto subito dopo le consultazioni elettorali, così i terremotati son stati trattati al pari dei tifosi del Milan. C'era da aspettarselo, noi comunisti, sempre contro, lo dicevamo. Loro, invece, contro ogni logica, erano speranzosi. Ecco qua la nostra ricostruzione gratta e vinci:la Commissione Ambiente della Camera, presieduta dal leghista Angelo Alessandri, ha deciso di non apportare modifica alcuna al Decreto Abruzzo del 21 maggio. I patti fatti dal cicsbeo imbellettato ,qui ,a ridosso delle elezioni? Erano una boutade, parole al vento. Il rimborso pari al 100% di tutte le abitazioni, la maggiore copertura per la zona franca,i fondi veri per la ricostruzione del nostro patrimonio artistico,la compensazione dei mancati introiti fiscali per gli enti locali e la chiarezza sugli espropri son diventate promesse fatte al vento. Al deputato aquilano Giovanni Lolli, alla Camera, è stato spiegato che gli emendamenti costano, e non ci sono soldi. Passata la festa, gabbato lo santo. Vi sveglierete, Aquilani, ora, e quando ci sarà il G8? Vogliamo farci vedere dal mondo intero? O restiamo qui? Ad aspettare e a sperare?

mercoledì 10 giugno 2009

Libri



Avrete capito che alterno giorni in cui mi sento combattiva e fiduciosa a giorni di pura disperazione. Oggi son disperata e tutto mi sembra insormontabile. Sono andata in centro per un'ennesima verifica - farsa da parte di "tecnici" che dovrebbero valutare lo stato delle nostre abitazioni. Immaginate la disorganizzazione, l'improvvisazione, l'inesperienza e anche l'arroganza e la stupida saccenza, il tutto alla massima potenza, tutto insieme, sulle nostre spalle di disperati. Radunati nei punti di raccolta, i cittadini del centro appaiono spaesati, frastornati e profondamente provati. Scusate se ripeto per l'ennesima volta il termine: appaiono, appaiamo, disperati. Anime in pena che non riescono neanche a parlarsi: solo sguardi muti e lacrime represse. Ci si abbraccia, anche se ci si conosce poco. E si condivide quello che non riusciamo a dirci, ma che sappiamo di provare allo stesso modo. Ci si dice che siamo vivi, che dobbiamo essere felici di questo, ma tutti sappiamo che ormai ciò non ci basta più. Nessuno merita questo inferno.
Cerco allora di divagare, per non abbattermi ulteriormente, e vi parlo di una bella iniziativa sorta in città. Molti di voi, a ridosso del sisma, mi hanno scritto per chiedermi dove poter inviare dei libri. Era difficile per me rispondere. Ora so dove indirizzarvi. Il video vi aiuterà a vedere dove i vostri libri arriveranno. L'ARCI di L'Aquila ha perso la sua sede in centro. Si è allora deciso, grazie alla gentile concessione dell'ASM trasporti urbani,che ha messo a disposizione un autobus grande ed una navetta, di istituire una piccola biblioteca stanziale in una tendopoli, ed una viaggiante per i vari campi. Si distribuiscono i libri donati. E si può scegliere di portarli indietro per farli godere anche ad altri, oppure di tenerli per sè, e di conservarli come un regalo. Guardate il video, è bello. Presto pubblicherò la seconda puntata. Sarebbe opportuno apporre una dedica sui libri che si devolvono. Io le ho trovate. E mi hanno fatto un gran piacere. E mi hanno commossa.E tenuto compagnia. Di seguito l'indirizzo per la spedizione:

CIRCOLO ARCI
campo Centi Colella
Fermo deposito SDA
67100 L'Aquila

Mi farebbe piacere che accludeste una nota dove si dice che l'indicazione è arrivata da me.
Grazie.

martedì 9 giugno 2009

Impressioni

La mia impressione, di quella posso parlarvi, è che la città si stia ripopolando. Fino a pochi giorni fa, nel traffico della mattina, e fino alle cinque del pomeriggio, gli automezzi erano principalmente quelli dei vigili del fuoco, polizia, carabinieri, protezione civile, esercito, guardia di finanza e forestale. Dopo le cinque, il deserto. Neanche un civile. Ora, invece, nell'incredibile caos che si sviluppa sulle poche arterie percorribili, le auto sono soprattutto le nostre. Bene inteso, la militarizzazione c'è sempre, ma credo che stia diventando sotterranea. I negozi dei due centri commerciali aperti non sono più vuoti. Le persone iniziano a far capolino. Mi sto motorizzando anche io, mio malgrado. E son diventata studentessa di teoria e pratica di guida. A breve avrò anche un'automobile. Blu. Da mille euro.Questo è tutto quello che posso dirvi, non riuscendo a distinguere una porche da una cinquecento. C'è un'altra notizia buona: il 20 giugno sarà riaperto un piccolissimo tratto del centro storico, dalla Villa Comunale alla Piazza del Duomo. Le nostre proteste hanno avuto buon'esito. Per me sarà durissima andare, ché mi sembrerà come di poter rientrare in casa, lì, a due passi, ed invece, poi, dovrò dirigermi verso il mio container, a quindici chilometri. Ma lo farò ugualmente. Voglio che questa città inizi di nuovo a respirare. Di prospettive lavorative per me e mio marito ancora nulla. Di terreno per mettere su un prefabbricato, men che meno. Ora si è impegnati col G8. E con la costruzione dei loculi definitivi di Berlusconi.Quelli che deturperanno irrimediabilmente il nostro splendido paesaggio. Gli Aquilani, dopo aver votato il cavaliere senza macchia, si apprestano a vivere un Mulino Bianco di felicità. E chi non è venuto a votare è come se lo avesse votato. Che non mi si parli di astensionismo di protesta.

lunedì 8 giugno 2009

Contrappasso


Vivo una sorta di contrappasso dantesco. L'inferno sulla terra.
La Anna di prima aveva sempre abitato in case grandi e non riusciva a vivere in ambienti stretti. La casa per lei era importantissima. La coccolava, la curava, la viveva. E amava la sua casa senza riserve.
La Anna di prima adorava imbandire delle belle tavole e si domandava come alcune persone potessero mangiare in piatti di plastica.
La Anna di prima aveva una cucina. E cucinava spesso, le piaceva.
La Anna di prima frequentava solo il suo cinemino d'essai, a due passi da casa. Le multisala? Orrore.
La Anna di prima amava solo i centri storici e non poteva prendere in considerazione il fatto di vivere in luoghi che non avessero pietre e storia.
La Anna di prima andava nel bar bello del centro a incontrare gli amici. Le piaceva sorseggiare un buon vino guardando gli scorci della sua città.
La Anna di prima era orgogliosa di non guidare, non le occorreva. Andava a piedi, ché aveva tutto a portata di mano.
La Anna di prima detestava la costa abruzzese e le sue cittadine cresciute a forza di condoni edilizi.
La Anna di prima amava viaggiare. Le occorreva farlo per ritemprarsi. E amava, poi, tornare nella sua casa. E ai suoi monti.
La Anna di prima amava il suo lavoro. Non le pesava.
La Anna di prima, se la destra vinceva le elezioni, se ne doleva fortemente. Ma poi tornava alla sua vita, cercando di trovare in quella ed in se stessa la motivazione per andare avanti.

sabato 6 giugno 2009

Cosa fare?

Si vota anche a L'Aquila. Nonostante tutto. E appare strano. Anche a me che ho sempre votato e che lo considero un dovere assoluto. Ma, quando si vive una vita così diversa, fuori da ogni schema logico, fuori da ogni immaginazione, una vita che ha delle priorità differenti da quelle della totalità dei cittadini europei, la visione delle cose cambia. Nettamente. E quando non sai nulla del tuo domani e ti senti in balìa di chi pretende di decidere per te, e devi pensare alla sopravvivenza minima ed impellente, ebbene, entrare in un seggio appare assurdo. Lo farò, non preoccupatevi. Lo farò domattina. E non so proprio a chi conferire il mio voto. Non ho seguìto. Non sono riuscita a fare nessun ragionamento, a giungere a nessuna conclusione. Sono certa, però, che anche voi siete spaesati. Non credo che abbiate ferree convinzioni di voto. Non vi chiedo, per questo, aiuto alcuno. Me la vedrò da sola domani, nel seggio improvvisato in una tenda, senza certificato elettorale, chè il mio sta sotto le macerie e al Comune non hanno tempo e mezzi per farmene uno nuovo.

venerdì 5 giugno 2009

Si inizia a costruire

I lavori per i nuovi loculi di cemento, nei quali non è riuscito a mandarci il terremoto, ma riuscirà la Protezione Civile, stanno per iniziare. La new town diffusa, che ci ospiterà per anni, sta per vedere la luce. Sono stati assegnati gli appalti per la costruzione delle piattaforme antisismiche sulle quali poggeranno le C.A.S.E. di Bertolaso.
Riporto testualmente dal giornale Il Centro

L'AQUILA. Ore 15 di venerdì scorso: un commissario della Protezione Civile apre all'Aquila le buste del primo appalto della ricostruzione. In ballo ci sono 15 milioni di euro. L'offerta economica più vantaggiosa è di un'impresa abruzzese, ma vince una ditta del Nord. Il giorno dopo, sabato, viene assegnato il secondo appalto da 13 milioni. L'offerta economica migliore per lo Stato è abruzzese. Ma per la seconda volta, in appena 24 ore, vince ancora un'impresa del Nord. Gli abruzzesi sono fuori gara.CHI HA VINTO. Gli appalti delle piattaforme antisismiche, quelle speciali basi di cemento armato, pilastri d'acciaio e solai basculanti, capaci di neutralizzare le frustate ondulatorie e sussultorie del terremoto, vanno alla Gruppo Bison in associazione temporanea d'impresa con la Gdm costruzioni di Milano e alla Zoppoli e Pulcher spa del Nord Est. Hanno 80 giorni di tempo per realizzare 150 piattaforme, ciascuna lunga 50 metri, larga 21 e alta 50 centimetri sui venti siti della ricostruzione. Piattaforme su cui è possibile poggiare case di legno, moduli o abitazioni vere.Ma la Bison-Gdm, nell'offerta tecnica, ha dichiarato che riuscirà a costruire le prime 65 basi in settanta giorni. E le sono bastate questi dieci giorni in meno per aggiudicarsi la gara, nonostante un ribasso dell'11,6 per cento contro il 21 dell'unica abruzzese in corsa, la Imar, oppure il 19 della Saicam. La Protezione Civile, quindi, ha preferito spendere circa due milioni di euro in più, applicando semplicemente il criterio di un punteggio più basso per l'offerta economica e doppio per l'offerta tecnica sui tempi di realizzazione. Ma l'impresa milanese dovrà portare in Abruzzo 400 operai propri, per i quali sarà necessario realizzare alloggi di cantiere, serviti di acqua e di luce.Occorrerà quindi più tempo e per di più non ci sarà spazio per gli operai abruzzesi che la mattina sarebbero venuti all'Aquila in auto senza che ci fosse la neccessità di occupare altri spazi per baracche di cantiere.
Abbiamo contattato gli uffici della Imar Costruzioni. «No comment» è stata la risposta. Dalla base operativa della Protezione Civile di Coppito, però, esce un documento che sintetizza le due gare, da 15 e 13,6 milioni di euro, vinte da imprese del Nord.NESSUNA PUBBLICITA'. Passati sotto traccia. Se non avessimo avuto il documento dei due appalti, nessuno avrebbe saputo nulla, perché nessuno ha pubblicizzato l'esito. Alla prima gara hanno partecipato in sei, l'ha vinta la Bison-Gdm con 81 punti (26 per il ribasso e 55 per la relazione tecnica), seconda la Zoppoli e Pulcher spa (punti 26 e 47), terza la Saicam (29 e 39), poi l'abruzzese Imar (30 e 36), quindi la Cogeis spa-Ivies spa (25 e 33) e infine la Domus dei fratelli Gizzi in Ati con Icor e Zeppieri (24 e 30).L'ALTRO LOTTO. Alla seconda gara, per i restanti 59 moduli, hanno preso parte solo in quattro, per l'esclusione della Bison-Gdm, perché già risultata vincitrice del primo lotto denominato «1G» e il ritiro della Domus-Icor-Zeppieri.Come è finita? Ha vinto la Zoppoli e Pulcher (con un ribasso di soli 9,8%) che ha «soffiato» l'appalto ancora all'abruzzese Imar (ribasso alto del 28%) per un solo punto: 66 a 65.Ma c'è una curiosità: la Imar ha presentato due relazioni tecniche per i due lotti. La prima è stata valutata 36 punti, la seconda 35. Ma sarebbero relazioni identiche

giovedì 4 giugno 2009

L'invito

“Era una persona che mi aveva chiesto, sapendo che sarei passato di lì, che se avessi avuto del tempo libero le avrei fatto un regalone ad essere presente e siccome io faccio anche politica, mi piaceva stare in un posto con tanti ragazzi, con tanta gente. Sono andato là, ho fatto non so quante foto con i nonni materni, i nonni paterni, i compagni di scuola, i compagni di giochi, tutti i cuochi, tutti i camerieri e su questo hanno inventato tutte le cose che conosciamo”. Siccome non poteva esserci nulla di piccante in quella mia visita io credo che sarà un grosso boomerang per la sinistra”.

Queste le dichiarazioni del Primo Ministro, presente ieri a Porta a Porta, in merito alla sua presenza al compleanno della fanciulla Noemi Letizia. Condivisibili, ammirevoli, da vero uomo politico che sa stare in mezzo alle persone e che sa coglierne gli umori, i desideri, le speranze.

Egregio Cavalier Berlusconi,
sono una terremotata, Aquilana dalla nascita. Vivo da due mesi la condizione di sfollata, senza la prospettiva immediata di una casa e di un lavoro. Purtroppo non sono nella possibilità di organizzare una gran festa. Vivo in un container di 10 mq, acquistato a mie spese, per scongiurare la triste realtà delle tendopoli, provata nei primi giorni dal sisma, e per eludere anche quella dell'alloggio sulla costa, che mi avrebbe portata lontana dall'unica cosa che mi resta: la mia terra. So che Lei passa spesso dalle mie parti e tutti noi Aquilani gliene siamo grati. So che tornerà, in vista del G8. Spero che voglia continuare a farlo anche dopo, ad elezioni e riflettori spenti sui potenti. Mi piacerebbe, se riuscisse a trovare del tempo libero, invitarLa ad una festa che vorrei organizzare espressamente per Lei. Dispongo di un grande spazio all'aperto, per altro bellissimo, circondato dalle nostre splendide montagne. Troverebbe tanti terremotati come me, persone piene di aspettative e di domande. Troverebbe anche nonni e nonne, zii, cugini, nipoti, e cuochi, camerieri, operai, artigiani,disoccupati. Si potrebbe festeggiare. Si potrebbero fare tante foto.Lei, con la sua verve, sono certa riuscirebbe a sollevare il nostro morale. E forse a darci qualche speranza, rispondendo alle nostre domande. Domande semplici, di persone che soffrono. E che hanno paura per il loro futuro. Domande che chiedono risposte altrettanto semplici: questo è quello che posso darvi, questo è quello che mi aspetto da voi.Son certa che nessuno potrebbe strumentalizzare la Sua graditissima presenza. Chi La invita è una donna più che matura e Le garantisco che nessuna delle nostre ragazze ha ambizioni di diventar velina o personaggio politico. Ogni malinteso sarebbe scongiurato all'origine e sia la sinistra che la stampa, italiana e straniera, non potrebbero che elogiare un atto tanto generoso.La Sua immagine personale, qualora servisse, ne uscirebbe ancor più rafforzata.Venga Presidente a saggiare i nostri umori reali, troverà anche qualche comunista come me, ma non mangiamo più bambini. Soprattutto ora, terremotati, vorremmo solo delle risposte concrete ed un piano reale di ricostruzione delle nostre vite e delle nostre case e della nostra identità, al quale contribuire con tutto l'impegno personale. Venga a prendere i suoi impegni con noi,gente comune, come noi prenderemo i nostri con Lei. Sarebbe un regalone per tutti noi, e di piccante ci sarebbe solo il nostro peperoncino, sulla salsa per gli spaghetti.

mercoledì 3 giugno 2009

Le bugie della televisione

Leggo da una mia commentatrice che stamani Emanuela Falcetti forniva, entusiasta, la notizia di undici tendopoli chiuse ed ascriveva tutto ciò all'efficienza della Protezione Civile e del governo e, forse, ipotizzava la costruzione di alloggi alternativi. Non ho TV, quindi, posso solo parlare per sentito dire. Ma la verità su come stanno le cose posso fornirla.Le undici tendopoli chiuse sono quelle di Ovindoli,Rovere,Castel del Monte,Pettorano sul Gizio,Corfinio, Gagliano Aterno,Introdacqua, Raiano, Bugnara,Cocullo e Anversa degli Abruzzi. I comuni e le frazioni indicati distano, nel più vicino dei casi, 50 km dall'epicentro del sisma. I cittadini sono rientrati nelle abitazioni esclusivamente perchè dichiarate agibili, di tipo A, senza, cioè, bisogno alcuno di opere di risanamento e consolidamento. Se mi confermate che la "giornalista" in questione ha asserito quanto segnalatomi, sarà mia premura scriverle una missiva nella quale le illustrerò le condizioni in cui versano le 160 tendopoli che ospitano 26.155 sfollati che, tra scosse, nubifragi e trombe d'aria sono arrivati allo stremo delle loro forze. Segnalo inoltre, a tutt'oggi, il mancato puntellamento delle abitazioni private che tutti noi vediamo sgretolarsi davanti ai nostri occhi impotenti. Giorno dopo giorno, sotto il sollecitamento delle continue scosse e delle condizioni atmosferiche.

martedì 2 giugno 2009

Ricostruzione


La Provincia ed il Comune dell'Aquila ed i Comuni colpiti dal sisma hanno organizzato per domani, mercoledì 3 giugno, alle ore 16,30, presso la Villa Comunale, una MANIFESTAZIONE PER LA RICOSTRUZIONE.
A tutt'oggi sono stati ottenuti al Senato due riconoscimenti non contemplati in precedenza: il rimborso del 100% della prima casa per i residenti ed il riconoscimento, fino a diecimila euro, per il rimborso dei danni lievi. Ora si chiede una norma specifica, con le reali coperture finanziare, per sanare e ricostruire l'immenso patrimonio artistico edilizio dei beni culturali, pubblici e privati, dei centri storici del cratere. Gli edifici vincolati sono 1.900, e tutti di enorme valore storico, architettonico, culturale ed artistico.
Si chiedono, inoltre, risorse economiche per gli Enti Locali e le Aziende Pubbliche per i mancati introiti derivanti dalle tasse locali, senza i quali, i cittadini perderanno i servizi essenziali.
E ancora le risorse per gli imprenditori che hanno le aziende distrutte. E che il riconoscimento della zona franca, area urbana in cui detassare le attività imprenditoriali, commerciali e professionali, sia fornita di adeguata copertura, poichè i circa undici milioni di euro annui, per quattro anni, privisti finora, risultano assolutamente irrisori.
E, in merito agli espropri dei terreni nei quali edificare il progetto C.A.S.E. (complessi antisismici sostenibili ecocompatibili), aree identificate dalla onnipresente Protezione Civile, si chiede la valutazione non in base al valore della destinazione originaria, agricola, ma al valore della destinazione finale, residenziale.
Il grido delle istituzioni locali è chiaro: i fondi messi a disposizione finora appaiono del tutto insufficienti per un evento catastrofico di enormi dimenzioni quale quello che ci ha colpiti.
A mio avviso, la manifestazione sarà un ulteriore banco di prova per vedere quanti Aquilani sono effettivamente attenti e conivolti nel problema. Mi auguro che gli sfollati fuori città vogliano far ritorno per partecipare. Quelli nei campi di accoglienza sono stati informati.Si parla del nostro futuro e di quello della nostra terra. Non deleghiamo ancora lo stato centrale, cerchiamo di fare forza sulla nostra determinazione, sulla compattezza e sul numero. Siamo tanti, se vogliamo.