mercoledì 30 dicembre 2009

Di spazzatura e di doni

Dando per scontato che in uno Stato nel quale si pagano le tasse è un diritto avere dei servizi, facciamo un esempio. Vi ammalate ed avete bisogno di cure. Andate, quindi, dal vostro medico di base. Se questi vi cura a dovere, immagino che non vi sentiate in obbligo di chinare il capo e ringraziare per aver fatto ciò per cui è pagato. E continuo ad immaginare che non riteniate voi stessi fortunati per aver usufruito del servizio pubblico. Se il medico, a vostro ed altrui giudizio, si è comportato male e vi ha imposto cure che non ritenete idonee al vostro stato di salute, siete nel pieno diritto di denunciarlo. Continuiamo. Se vostro figlio va a scuola, immagino che non vi sentiate così tanto riconoscenti allo Stato italiano da accettare a capo chino, come grazia piovuta dal cielo, ogni comportamento che ritenete errato da parte del corpo insegnante ed ausiliario. Mi domando se vi piacerebbe sentirvi dire " di cosa ti lamenti? pensa ai poveri bimbi africani che non hanno scuole!"Ancora: quando vedete i camion portare via la spazzatura dai cassonetti che avete contribuito a riempire,immagino non vi sentiate incondizionatamente riconoscenti ai netturbini che svolgono un lavoro che voi pagate con le vostre tasse. Potrei continuare con altri paradigmi, ma mi fermo qui, poiché immagino abbiate capito dove voglio arrivare. Il medico, o il direttore scolastico, o anche il netturbino potrebbero essere, però, molto scaltri ed indurvi a pensare che quello che è un diritto è, invece, un dono. Come potrebbero fare? Prendiamo l'esempio del netturbino. Potrebbe dirvi che siete fortunatissimi perché in altre città d'Italia la spazzatura staziona a lungo nei cassonetti, prima di essere portata via. Addirittura mesi, con tutte le sue maleodoranti conseguenze.Quindi non è il caso di lamentarsi. Potreste, allora, sentirvi fortunati perché, pur avendone diritto, non vivete il problema che altri vivono. Immaginate ora che vediate rimossa la spazzatura dal cassonetto vicino casa vostra, e invece quella del cassonetto di un altro quartiere marcire sotto il sole. Iniziereste a pensare di essere fortunatissimi e destinatari non di un diritto acquisito attraverso il pagamento delle tasse, ma di un regalo. Questo netturbino è proprio buono con me, pensereste. Immaginate che abbiate un anelito di giustizia e chiediate al netturbino come mai altri concittadini non hanno la vostra stessa fortuna. Il netturbino potrebbe rispondervi che non sono domande da fare: decide lui come, quando ed a chi svolgere il servizio. Immaginate che ve lo dica con volto sorridente, ma con fare perentorio ed insindacabile. Molti penserebbero che sarebbe meglio non urtare la sua suscettibilità. Domani potrebbe decidere di non pulire più il loro cassonetto. I doni devono essere apprezzati e non giudicati. Immaginate ancora che vediate il vostro cassonetto non svuotato per mesi e pensate al solito netturbino che vi dice "domani, forse". Ma domani, nulla. La spazzatura continua ad accumularsi e lui continua a dire che ne discuterà personalmente col capo netturbino. Sono grandi amici e sodàli. E passa il tempo.A ridosso del Natale, toglierà un po' di quel pattume. Il puzzo sarà diminuito, pur essendoci ancora, e molto. Ma a voi sembrerà, comunque, un regalo. E vi sentirete, spinti anche dall'ignoranza dei fatti di molti compatrioti, in dovere di ringraziare a capo chino.

Buon anno amici miei. Che i giorni nuovi vi portino tanta serenità.

Ah, c'è bisogno che vi dica chi è il netturbino, e chi il capo dei netturbini?E chi voi?

sabato 26 dicembre 2009

Il miracolo italiano


E' Natale. So che non dovrei rattristare i miei lettori. Ma queste immagini devono essere viste. Federico D'Orazio è un giovane studente che si sta laureando in medicina. Sua madre, Maurizia Marchetti, è insegnante di filosofia al Liceo Classico di L'Aquila. La loro casa è categoria E, fortemente lesionata. Ma vorrebbero tornare presto ad abitarla. Il miracolo italiano ha concesso loro in comodato d'uso questo appartamento. Appartamento che costa ai contribuenti italiani circa ottantamila euro. Mi domando se non sarebbe stato meglio collocarli in un container e spendere il danaro per ricostruire la loro vera casa. Le nostre case vere marciscono sotto le intemperie. Le case finte sono quelle che vedete nel video.
Buon Natale Federico e Maurizia. Siete nel mio cuore.

giovedì 24 dicembre 2009

Grazie

Questo è un augurio ed un ringraziamento a tutti voi che mi seguite, numerosissimi, dal 6 aprile. Ed a quanti, amici blogger di vecchia data, hanno continuato a leggermi ed a volermi bene. Grazie a voi, grazie anche a questo blog, sono riuscita a superare momenti durissimi. Di dolore, di disperazione, di impotenza. Ho gridato, ho pianto, ho sperato,ho raccontato insieme con tutti voi.
Siete un bene prezioso. Per me. Per gli Aquilani.

domenica 20 dicembre 2009

Torno bimba

Caro Babbo Natale,

mai ti ho scritto, neanche quando ero bambina. Ai miei tempi scrivevo alla Befana. E chiedevo cose utili. L'inutile non poteva essere persino desiderato. E allora erano libri, e quaderni. E quel maglioncino caldo. O le scarpe, ché le vecchie erano rotte. E si prometteva, in cambio, di essere buoni. Non si chiedevano cose impossibili da ricevere. Non voglio chiederle a te. Neanche oggi che son grande. Non ti chiedo di ridarmi la mia città come era, so che non puoi farlo. So che non posso chiederti di svegliarmi, il 25 mattina, e di trovare tutto come prima. La mia casa calda ed accogliente. La mia città fredda e meravigliosa. Tutti che dormono ancora ed io a ravviare le ceneri ancora vive ed a rassettare i fasti del cenone. I regali scartati sotto l'albero e la vita che scorre tranquilla. Guardare dalla vetrata la fuga dei tetti intatti. E la città che si sveglia pigramente nel giorno di festa. E sentire i rumori. E le voci. Uscire con la spazzatura da gettare e far scivolare lo sguardo sui selci della mia L'Aquila. E assaporare l'aria carica dell'odore dei camini . E le luci della notte ancora accese. E le prime campane. E poi la gente. E la vita. Voglio, invece, chiederti una cosa possibile, ma difficile. Vorrei che gli Aquilani alzassero il capo. E scoprissero di essere quel popolo fiero che ci dicono di essere. Vorrei che sentissero che possono farcela. Non chiudendosi in se stessi. Individualmente. Nella disperazione.E nella rassegnazione di fronte a qualcosa che sentono più grande di loro. O, peggio ancora, nella ristretta visuale del proprio orticello da coltivare. Senza pensare a quello degli altri. Senza sentire che l'ingiustizia perpetrata sul vicino è un'ingiustizia perpetrata su tutti.Vorrei che capissero che solo insieme si può rinascere. Facendo progetti. Ed avendo sogni. Nei quali credere tenacemente. Credere che uniti si possa vincere su chi pretende di decidere per noi. Indicare vie di uscita, condivise. Partecipare. Ecco, Babbo Natale, ti chiedo di infondere negli Aquilani il desiderio profondo di partecipazione. Partendo dalle piccole cose. Anche dai bisogni primari. Partendo dal privato che diventa momento di condivisione. E preziosa esperienza da aggiungere a quella degli altri. Incontrarsi e parlare. E progettare. E crederci. E allargare pian piano le ali. Per poi, non importa quando, anche fra tanto, iniziare a volare.

martedì 15 dicembre 2009

Giano bifronte

La Provincia di L'Aquila, nella persona della Presidente Stefania Pezzopane, ha consegnato stamani a Guido Bertolaso il premio "Guerriero di Capestrano 2009", per l’impegno profuso in favore de L’Aquila durante i mesi di emergenza post-sisma.
Siamo alla quarta edizione. Negli scorsi anni il riconoscimento è stato conferito a quanti si sono distinti nel campo dell'archeologia, della poesia, della narrativa ed ai politici impegnati nel settore culturale. Immagino che quest'anno la Provincia abbia avuto ben altro a cui pensare che indire concorsi e formare giurie. Quale migliore occasione per insignire, senza concorso alcuno, il capo della Protezione Civile? In emergenza si agisce d'emergenza.Sono perplessa. E non capisco. Non più tardi di cinque giorni fa, la Presidente, insieme con il Sindaco, chiamava alle armi il popolo aquilano per manifestare a Roma contro le tasse,reintrodotte per i terremotati, e contro la gestione fallimentare del dopo sisma. Puntualmente ha citato tutti i punti dolenti della nostra tragica situazione. Dal mancato alloggio per i senza tetto, all'economia disastrata e alla mancanza di piani e danaro per la vera ricostruzione. Oggi si premia Bertolaso e gli si apre la strada per ricevere la cittadinanza onoraria. La signora Pezzopane mi appare fortemente confusa. O forse no. A marzo si voterà per rinnovare la presidenza della provincia. Ed è bene prendere voti da una parte e dall'altra, per non restare invisi ad alcuno. Bertolaso lo ha detto chiaramente stamani :" tutte le decisioni sono state prese, democraticamante, in comune accordo con le amministrazioni. Una volta deciso, non si è guardato in faccia nessuno".
I nostri amministratori, entrambi PD, hanno annuito. I nostri amministratori non hanno esercitato la democrazia, mai consultando i cittadini che numerose volte si sono posti propositivamente nei loro confronti. I nostri amministratori hanno permesso alla protezione civile di agire indisturbata sul nostro territorio. E ci hanno estromessi. Ora, in vista delle elezioni, si tenta di cavalcare i due fronti: quello del potere e quello della popolazione che vive sulla propria pelle la drammaticità della gestione del territorio e degli esseri umani. La mia ultima osservazione scaturisce dalla perplessità nel constatare che si premia chi è coinvolto nell'indagine della magistratura per il mancato allarme e per l'assenza di un piano di emergenza e di evacuazione della nostra città. Sarebbe stato opportuno lasciar lavorare i giudici, iniziare poi a vedere anche un timido segno di rinascita della città, vedere gli Aquilani con un tetto sulla testa, prima di affrettarsi a consegnare premi ed onorificenze. Ma le elezioni incalzano.
A rischio di diventare ripetitiva, pubblico i dati aggiornati. Dati che parlano da soli:
8.400 sono i cittadini nelle C.A.S.E.;
18.000 si autogestiscono, senza contributo da parte dello stato, poiché l'esigua somma di danaro, promessa dalla protezione civile quale contributo di autonoma sistemazione, è ferma al mese di agosto;
20.000 sono le persone assistite negli alberghi e nelle case;
nessun dato si ha degli invisibili, coloro, cioè, rientrati nelle case agibili, parzialmente agibili, pericolanti o in camper, roulotte, casette in legno e container comprati a proprie spese.
Tutto questo è stato scritto dall'associazione "Cittadini per i cittadini" su un volantino che abbiamo distribuito alla premiazione. Personalmente l'ho consegnato al Sindaco, alla Presidente della Provincia ed al dottor Bertolaso.

domenica 13 dicembre 2009

L'Aquila si manifesta

Ci siamo. L'associazione "Cittadini per i cittadini" si è finalmente costituita. Ed io mi pregio di essere uno dei soci fondatori. Siamo un gruppo di Aquilani animati dalle stesse idee, dal medesimo desiderio di far rinascere la nostra città dal basso. Partecipazione, trasparenza e legalità. E vogliamo essere cittadini al servizio di altri cittadini. Nel mutuo soccorso. Tutti uniti nel sogno di far rivivere una città migliore di quella che ci ha lasciato il 6 aprile. Per ora non abbiamo ancora una sede ufficiale. Gli ostacoli burocratici sono tanti. Abbiamo inoltrato domanda al Sindaco Cialente per avere uno spazio provvisorio nel quartiere devastato di Valle Pretara, per il quale abbiamo un serio progetto di riqualificazione. Ci è stata donata una casina di legno.Venticinque metriquadri che aspettano di essere installati. E' un inizio. Invito gli Aquilani che condividono le nostre aspirazioni ad unirsi a noi. Gli altri ad aiutarci nell'opera di diffusione della verità sulla tragedia aquilana. E' nostra l'iniziativa "L'Aquila si manifesta". L'intenzione è quella di portare in città chi vorrà vedere con i propri occhi la realtà che non passa attraverso l'informazione ufficiale. E spero sarete in tanti. E' anche un gruppo neonato su Facebook (http://www.facebook.com/group.php?gid=198705817943#). Un'occasione di confronto e riflessione sulle nostre problematiche. E un laboratorio di elaborazione di proposte.Vi prego di aderire e di diffonderlo. A più di otto mesi dalla tragedia c'è bisogno di tirare le fila. E di contarci.

mercoledì 9 dicembre 2009

Proteste e bugie

Consiglio comunale all'aperto, in centro storico, davanti al Municipio, stamani alle dieci. Freddo pungente, pochi cittadini. Il sindaco e la presidente della provincia invitano la popolazione a manifestare insieme con loro, domani, in piazza Montecitorio, contro la reintroduzione del regime fiscale ordinario per i terremotati. Chiamano la piazza, dopo averla ignorata per ben nove mesi. Pur concordando in pieno con le motivazioni della protesta, domani resterò a casa. Per la prima volta, dal 6 aprile, mancherò una manifestazione. Lascerò che le istituzioni rappresentino me e la mia gente. Le parole sono state tante e commoventi. I fatti mi lasciano perplessa. E' difficile credere in chi, fino ad oggi, ha esclusivamente avallato le decisioni del governo,pur avendo la possibilità di contrastarle. Ed ha ignorato le istanze dei cittadini. Ma, ribadisco, la protesta è giusta. Bertolaso, nel suo stile, continua a prenderci in giro. Un'ennesima promessa: " la norma che proroga la sospensione delle tasse sarà inserita nel decreto legge che verrà approvato entro la fine dell'anno''. Sta di fatto che, a tal proposito, non esistono emendamenti in finanziaria. Una promessa per tenerci buoni. Ancora. Intanto le case sbandierate non sarano pronte per la fine dell'anno. Il plenipotenziario accusa le ditte ritardatarie. La colpa è sempre di altri. Dalle tende alle case, alloggi pronti per tutti a fine settembre, fine ottobre, fine novembre, fine dicembre. Ora, ovvio, dichiara che per la fine di gennaio tutto sarà pronto. E il carosello mediatico continua. Leggo sul Corriere della sera (http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_09/aquila-bertolaso-case_e1649cbe-e4da-11de-b76e-00144f02aabc.shtml): "Bertolaso ha poi reso noto che il 24 dicembre Berlusconi farà la cena della vigilia di Natale con gli sfollati nella caserma della Guardia di finanza di Coppito e parteciperà alla Messa di mezzanotte nella restaurata basilica di Collemaggio, che riaprirà per l'occasione". E' una vergogna: la Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un cumulo di macerie e l'organo barocco è stato danneggiato dal crollo del transetto e, poi, distrutto dalle intemperie.
Ecco le foto del consiglio comunale di stamani

Queste le macerie accanto alle quali eravamo. Sullo sfondo, il palazzo del Comune.
Ecco la strada dove si trova il mio negozio, via Rosso Guelfaglione, a dieci metri dalla piazza del Duomo.


La Basilica di Collemaggio
Queste le immagini della verità. A nove mesi dal 6 aprile.

lunedì 7 dicembre 2009

Così muore

Militarizzati, deportati, condotti magistralmente verso il pensiero unico che ci ha esautorati, resi marionette i cui fili vengono manovrati da chi non può, per decreto, essere controllato, né contrastato, ed infrange tutte le leggi vigenti nel Paese, ora ci vediamo costretti a tornare a pagare le tasse. In una città che non esiste e non offre più servizi. Discriminati rispetto a coloro che hanno subito disgrazie e lutti prima di noi, cittadini di serie zeta, da gennaio, torneremo a regime fiscale ordinario e dovremo restituire ciò che non abbiamo pagato da aprile fino al 31 dicembre. Pagheremo anche l'I.C.I. sulle seconde case distrutte. E gli interessi sui contributi da restituire. Tutto ciò contro ogni promessa che il bellimbusto imbellettato ha sbandierato ogni volta che è venuto a pavoneggiarsi sulle nostre macerie. E sul nostro dolore. E' un colpo inferto scientemente, affinché la città di L'Aquila non riesca più a risollevarsi e diventi ancor più terreno di conquista per speculatori senza scrupoli. In una città dove meno del quaranta per cento delle attività produttive è tornato a lavorare, dove nulla è ordinario e tutto difficilmente vivibile, si impone alla popolazione un regime fiscale di normalità. I prestiti richiesti alle banche dai cittadini aquilani sono sensibilmente incrementati. Lo spettro della povertà, per molti, è reale. A fronte della solita immagine offerta agli Italiani di una città ricostruita ed operativa. Sono più di ventimila i cittadini ancora esuli sulla costa.E pendolari. Pochissimi, cinquemila, quelli alloggiati nei casermoni di cartone del piano C.A.S.E. Moltissimi quelli dei quali non si hanno più tracce. Protezione Civile ed amministrazioni non conferiscono i dati della popolazione. E le case vere stanno crollando, sotto i colpi del gelo e delle intemperie.L'Aquila, ottava città d'arte in Italia, capoluogo di regione, gioiello nella terra dei parchi, incastonato fra le montagne ed i campi, così, muore.