giovedì 30 aprile 2009

Precisazione

Mi corre l'obbligo di una precisazione. E la faccio riprendendo il commento di La Donna Cannone http://blog2piazze.blogspot.com/ , che mi ha lasciata basita. Lo riporto :
" Mi sorprende che manchi così tanto la luce della razionalità in decine di commenti che mi precedono. Anna, fatta la tara sulla situazione gravissima in cui ti trovi, e quindi sullo sconvolgimento emotivo, credo che in queste tue parole ci sia una grave mancanza di obiettività, o lucidità.In situazioni così gravi, serve una organizzazione che gestisca decine di persone. Non sono lì per prendere in considerazione gusti personali, hobby, passioni, idiosincrasie politiche o religiose, ma per gestire una massa che non ha più nulla.Vorrei sapere che alternative proporresti. E vorrei leggere in questi post dei dati, delle informazioni, non solo degli sfoghi di pancia. Comprensibili, sì, ma se preannunciati come tali, non spacciati per informazione.Detto questo, rinnovo il mio augurio che ogni giorno la situazione sia migliore e la sofferenza minore.Che si traccino nuovi legami solidali e che dal fango rinasca la vita"
Credo che sia visibile agli occhi di tutti che io qui non stia facendo giornalismo. Non sono una giornalista e, qualora lo fossi, non mi trovereste a sciacallare su una tragedia che mi coinvolge in prima persona.E che coinvolge la mia terra. Io sono io e basta. La Miss Kappa di sempre. Quella che molti di voi conoscono ed altri stanno imparando a conoscere. Non dispenso verità assolute. Riporto quello che vedo e giungo alle mie conclusioni.E dico la mia. E gestisco questo spazio come meglio credo. Rivolgo a tutti l'invito che ho rivolto alla Donna Cannone: se ritenete che il luogo sia fazioso ed inutile, volate altrove. L'informazione potete trovarla da Bruno Vespa, ma anche da Il Manifesto.O da Libero. Cercatevela dove meglio credete. Qui si viene a trovare me, come sempre. Donna Cannone, mi spiace deluderti, ma non scriverò prima di ogni post " queste sono le opinioni di una povera terremotata non dotata di lucidità ed obiettività, per cui, prendetele con le dovute precauzioni". Ritengo di essere sufficientemente lucida per poter raccontare ciò che sento e vedo. Se non ti sta bene, vola altrove, oppure porta il tuo sederone qui e poi ci racconti la tua.

mercoledì 29 aprile 2009

Matteo

"Ciao io sono un volontario della Protezione Civile che dovrà venire nella tendopoli di Monticchio o la seconda o la terza settimana di Maggio.Quanto scritto da te mi ha lasciato senza parole, il tuo attacco ai volontari è scandaloso, mi ha scioccato di come tanta stupidità regna in una persona.Nessuno di noi ha voglia di complicare la vostra vita più di quanto sia già complicata; eseguiamo solamente degli ordini e facciamo sempre del nostro meglio.Se tu hai trovato volontari maleducati e scortesi questo si tratta di un caso sporadico, ti garantisco che in 10 anni di volontariato e servizi in tutt'italia a seguito delle varie catastrofi nessuno e dico nessuno si è mai lamentato del nostro operato, anzi....Certo che quanto scritto da te fa veramente passare la voglia di aiutarvi e di lasciarvi nel disastro più totale così vediamo se te e i tuoi concittadini siete in grado di organizzare pasti, docce, tende per 1000 persone o più.E' evidente che tu non ti sia mai impegnata nel sociale, se no non parleresti così.Comunque sarò lieto di continuare questa discussione a 4occhi dato che come detto in anticipo o il 9 o il 16 magggio sarò mandato a mantenere funzionante il campo di Monticchio.SalutiMatteo"
Questa è la risposta di un volontario della protezione civile. Credo si commenti da sola. Ecco chi dovrebbe aiutarci. E capirci.
Io sono al campo di Monticchio, vi farò sapere.

P.S. Leggete la mia risposta a Matteo nei commenti al post sulla protezione civile.

Vi prego di andare sul blog di Monique. Lei è qui con me, e vede con i suoi occhi. Stanotte eravamo tutti insieme quando è accaduto quello che vi racconta
http://terremoto09.wordpress.com/2009/04/29/il-campo-di-arischia/#comments

martedì 28 aprile 2009

La protezione civile

La protezione civile ti espropria dell'unica cosa che ti è rimasta. Ti espropria di te stesso. La protezione civile è arrogante. La protezione civile ti pone in stato di polizia. Ti controlla. Ti esautora. Pretende di decidere per te. Anche l'ora del rientro al campo. La protezione civile mette il coprifuoco. Tutti dentro per la mezzanotte. Tutti in fila a fare i soldatini. Se non ti ha piegato il terremoto, ci pensa la protezione civile. E caccia i volontari, quelli che ti hanno aiutato prima che arrivasse. E blinda le informazioni. Tu sei un numero. Il numero che ti timbra sul cartellino. Provate a venire a L'Aquila, e provate a parlare con gli sfollati. La protezione civile ti obbliga a file estenuanti, anche solo per un pasto, o una doccia. Riempie moduli con mani ignoranti. E ti scheda. E ti immobilizza. E ti controlla. E, ottusa, non discerne. Siamo tutti potenziali delinquenti. La tua città, quello che rimane della tua città, è diventata loro.

lunedì 27 aprile 2009

Gli sciacalli

Parliamo di sciacalli. Cosa immaginiamo? Individui loschi, privi di ogni scrupolo,che si aggirano fra le macerie di una città distrutta e violano legge ed intimità, trafugando valori ed affetti di vite distrutte. Individui spregevoli. Esistono però, altri tipi di sciacalli. Quelli che lucrano sulla disperazione. Gli Aquilani oggi sperano di recuperare, sciacalli tipici permettendo, e scosse sismiche permettendo, i loro beni. Piccole e grandi cose. La protezione civile ci dice che verrà recuperato il recuperabile. Immaginate uno sfollato, quale io e tantissimi siamo, che non ha nulla. Nè casa, nè vita. Vive in un campo, in una tenda, o in una roulotte. O in una stanza di albergo. La protezione civile lo chiama e lo avverte che procederà al recupero. Lo sventurato dove ricovererà le sue masserizie? La sua vita? Il problema non tange alcuno. Son problemi dello sventurato. E il poverino cosa fa? Cerca un magazzino, un capannone, un container. E qui arriva lo sciacallo istituzionalizzato. E infierisce. Ciò che ieri valeva nulla oggi vale oro. La richiesta prolifica, l'offerta azzanna. Quindici euro al metro quadro per immagazzinare la tua roba. Non meno di settecento euro al mese. Settecento euro anche per chi non ha più reddito. E lo Stato latita. Lo stesso sventurato, terrorizzato dal dormire in futuro con un tetto sulla testa, vorrebbe una casa di legno. Vorrebbe un pezzetto di terra, anche agricolo,di quelli che fino a ieri costavano nulla. Oggi sono oro e diamanti. Costosissimi. Omo omini lupus. I disgraziati che vengono azzannati al collo dai disgraziati che han patito lo stesso dramma. E che diventano carnefici. Chi dovrebbe vigilare su tutto ciò? Il cavaliere auspica loculi prefabbricati nei quali alloggiare i superstiti. Tra mobili Ikea. Sono basita. E domani arriva la Benny. Tre ore e mezza fra gli sfortunati. Spero di poter arrivare a parlare. La inviterò a sporcarsi le scarpine nel mio fango. Anche lei e Silvio sono sciacalli. Sciacalli di lusso.

Monique e Marco

Monique e Marco sono venuti a trovarci. Grazie a loro e all'acquisto di una nuova chiavetta la mia connessione internet sarà più agevole. Son venuti per aiutare.Ma si sa che, se non si passa attraverso i canali ufficiali, la Protezione Civile blinda campi, paesi e città. Mio marito ed io li abbiamo accompagnati in un giro ricognitivo. Loro ci han dato la forza di vedere ancora altra disperazione. E di sopportare meglio la nostra. Lavoreranno nei campi autogestiti e in quelli dove operano i volontari. Hanno preso alcune foto, anche del nostro accampamento. Potete vederle qui http://terremoto09.wordpress.com/

venerdì 24 aprile 2009

Il consiglio comunale

Il tempo si dilata e si restringe su questi luoghi martoriati e lascia scorrere giorni sospesi nel vuoto.Freddo, pioggia, grandine, fango e muri di memoria che si sgretolano. E la sensazione che la natura stia infierendo su uomini e cose. Non so per quanto tempo potremo ancora resistere. L'Aquila si sta dissolvendo come un castello di sabbia, tra i cumuli di macerie ancora inesplorate e le prime demolizioni. Pietra che è storia delle nostre e di altre vite, tante vite. Pietra che viene abbattuta da mani soccorritrici, ma non attente alla conservazione della nostra identità e dell'inestimabile patrominio artistico ed architettonico di una città e di un circondario feriti a morte. Siamo attoniti. Solo ora, forse, iniziamo a renderci conto di ciò che ci è accaduto. E di quanto siamo impotenti. Lo siamo stati sotto la furia devastante del terremoto e lo siamo sotto le mani di chi decide per noi. Dopo tre giorni di accartocciamento su me stessa, spesi a scavare nelle rovine della mia anima, ed a vagare in maniera del tutto inconcludente, ieri ho voluto partecipare agli eventi. Delle decisioni del Consiglio dei Ministri avrete letto sui quotidiani: misure energiche che dovrebbero garantirci un tetto vero sulla testa prima dell'inverno. E incentivi per far ripartire l'economia. Di termini e modalità di ricostruzione non si parla. E questo mi allarma. Demolire e ricostruire costa molto meno del conservare e restaurare. E il "ghe pensi mi" è uomo del fare, non va tanto per il sottile. Ci mette nella new town e buona notte al secchio. Ma queste son solo mei sensazioni. Cosa reale, invece, è l'inettitudine espressa dalle amministrazioni locali. Se mai avessi avuto bisogno di conferme, ieri sono arrivate. Ho partecipato al Consiglio Comunale, riunitosi ieri per la prima volta dopo il disastro. Incredibilmente ed inconcepibilmente,dopo il Consiglio dei Ministri. Come a dichiarare apertamente: il governo centrale decide, noi ubbidiamo; delle istanze dei cittadini che dovremmo rappresentare ce ne strafottiamo. Bertolaso ha esposto, con piglio militare, le decisioni del Consiglio dei Ministri e, dopo aver ricevuto una standing ovation, è andato via. Il sindaco era molto compreso nel suo ruolo,compunto invintava, giustamente, a non polemizzare, a lavorare tutti uniti,senza bandiere, in comunione di intenti. Quindi ha parlato il Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, ha parlato di aria fritta, ha detto quello che ognuno di noi sente dire dal compagno di tenda o dall'amico. Il Sindaco già iniziava ad essere attaccato con l'orecchio al cellulare. Ha parlato il Presidente della Regione Chiodi, altra aria fritta. Il sindaco annuiva, sempre con il telefono bollente. E' stata quindi la volta dei consiglieri, di coloro che portano la voce dei cittadini, di quelli che chiedono le cose pratiche, quelle che ci riguardano. Il Sindaco si è allontanato,tutti dietro quel tavolo erano andati via, restava solo Benedetti, Presidente del Consiglio, che, all'ennesimo reclamo per la mancanza del primo cittadino, ha detto " non so dove sia, cercatevelo voi, dichiaro sospeso il consiglio". E si chiedeva l'istituzione di un consiglio comunale permanente, l'organizzazione di una macchina burocratica allo sbando, che lavora sul cartaceo per il censimento dei cittadini sfollati, persone che sarà difficilissimo rintracciare prima che le loro case vengano abbattute. Si chiedeva il controlo diretto della cittadinanza sulle demolizioni. E si chiedeva la messa in sicurezza veloce dei centri storici. Prima che le condizioni atmosferiche e le continue scosse distruggano il poco rimasto. Il nostro non c'era,l'intero consiglio comunale era stato disertato dagli assessori, dopo l'intervento di Bertolaso che assicurava la presenza dei riflettori. Siamo usciti sconsolati, io e mio marito, dalla sede improvvisata per la riunione. Lui, il Sindaco,era lì, dietro l'angolo,ancora con il telefono all'orecchio. Non ho potuto far altro che guardarlo e dirgli "idiota". L'unica cosa vera e tangibile del consesso è stata la scossa delle ore 17,10, magnitudo 4.1. La sala è ammutolita e poi tutto come prima. Ci stiamo abituando anche a questo. Mi sono allontanata con la netta consapevolezza che siamo in mano al Cavaliere. Immaginate il mio stato d'animo. Non commento, non sono in grado, per ora. Vedremo.

lunedì 20 aprile 2009

Nausea

Avevo preparato un altro post. Un post sull'odore della paura. Sul senso di nausea che attanaglia lo stomaco e chiude la gola. Ma, arrivata qui ieri pomeriggio, ho letto i commenti al mio ultimo scritto. Sono tanti. La carica della batteria si è esaurita prima che arrivassi alla fine. Che dire? La nausea è aumentata. Non per i commenti in sé. So bene che gli sciacalli anonimi proliferano su internet e si cibano infierendo sulle vittime. Ma per essermi sentita espropriata anche in questo luogo che sentivo come una casa. L'ho perso. Imploso e frantumato dall'insensibilità, e dalla cattiveria. E dalla stupidità. Questo era il luogo dove, prima del tragico evento,ritrovavo i miei amici. Un luogo che mi infondeva serenità. Per questa ragione ho chiesto un pc ed una connessione, per avere qualcosa a cui attaccarmi per non naufragare. E l'ho chiesto ai miei amici, e coloro che mi amano e mi stimano. E mi è arrivato tempestivamente, insieme con il suo carico di amore. Ho promesso di dar voce alla disperazione. E non intendo disattendere quanto annunciato. Dei tanti commenti gratuiti e nauseanti ne ho conservati a mente due. Quello dell'anonimo che parla del mio attico e delle mie pashmine, perchè ho capito che è persona che mi conosce ed infierisce , vigliaccamente nell'ombra, anche in questa tragedia. E quello di tal Rosella. "Signora", il fatto che lei si pregi di autenticità, informandomi di essere un'infermiera di un paesino del chietino, oltre a qualificarla nella sua pochezza, la rende ai miei occhi anonima al pari degli altri anonimi. Venga qui con il suo nome e cognome, riscontrabili,come ho ho fatto. Solo in quel caso sarà degna della mia considerazione. Per il resto,le sue opinioni mi lasciano del tutto indifferente. Tributo a lei ed ai suoi simili il mio profondo disprezzo. Comunque, per sua ed altrui informazione e soddisfazione, nonostante io detesti farmi commiserare, l'orgoglio e l'amor proprio sono una caratteristica innata in noi Aquilani, le dico quanto segue. Mio marito ed io abbiamo perso per sempre il nostro splendido attico, regalo di nozze di mio padre, che avevamo arredato e ristrutturato con amore e del quale andavo orgogliosissima. Abbiamo perso anche un appartamentino, sempre in centro, e la casa di montagna, della quale avremmo potuto usufruire, è stata dichiarata inagibile. Sono andati distrutti anche il laboratorio di restauro ed il negozio di antiquariato e, con essi, il lavoro e l'investimento di un'intera vita. Mia madre, ottantottenne, e mia sorella hanno perso la loro casa. Mio fratello e la sua famiglia hanno perso la loro casa. Mia suocera ha perso la sua casa. Mia cognata ha perso la sua casa ed il suo lavoro. Tutti abbiamo perso la nostra città. Unico superstite, un appartamento a Francavilla al mare. Quello sarà il nostro quaetiere generale, ma non può contenerci tutti. Io ho rifiutato l'alloggio negli hotel della costa, ed anche nei campi. Vivo in una roulotte dove voi non terreste neanche i vostri polli, se li aveste. Potrei, però, da questo stesso momento, iniziare a girare l'Italia ed il mondo, accettando l'ospitalità, e l'affetto ed il sostegno di parenti ed amici. Ed anche di estranei che mi hanno aperto le loro case ed i loro cuori. Ma resto qui, nella mi terra che non riesco ad abbandonare. Nella mia terra martoriata che continua ancora a tremare spaventosamente. Lo faccio per senso del dovere ed attaccamento alla mia gente. E per amore. Da questo momento, a gran malincuore, attivo la moderazione dei commenti. Vergognatevi, spregevoli anonimi, avete infierito su un animo ed una vita lacerati. Ed avete cacciato con il vostro livore i miei compagni di sempre che qui si sentivano a casa. Persone per bene che non vogliono sporcarsi nel pattume con il quale avete lordato questo posto. La mia casa. A tutti gli altri, amici carissimi vecchi e nuovi, un grazie che scrivo con le lacrime agli occhi ed il cuore spezzato. Non lasciatemi orfana del vostro sostegno morale. Ne ho bisogno come dell'aria che ancora respiro. Aiutatemi a ridare a questo luogo la dignità che ha sempre avuto e che credo meritasse. E portate pazienza se non vedrete pubblicati con tempestività i vostri commenti. Putroppo non posso usare il computer per più di due ore al giorno. Sono ferita, e sfinita, ma tornerò la combattente che conoscete.
Vi stringo tutti in un unico grande abbraccio riconoscente.
A presto.

venerdì 17 aprile 2009

La mia nuova casa

Mi piacerebbe parlarvi di altro. Scherzare.Dirvi del Presidente del Consiglio che è arrivato al campo di Poggio Picenze. Sotto il sole cocente, vestito di scuro. Il fondotinta colava. Il gatto morto che sovrasta la fronte spaziosa lo riscaldava troppo. Invece sono qui a parlarvi di morti. E lo faccio con il cuore lacerato. Ieri al campo ho parlato con un giovane uomo della Protezione Civile. Un Aquilano di un paesino che mi indicava vagamente con la mano. Alle spalle del campo Monticchio1. A me che gli chiedevo se i morti fossero davvero mille ha risposto "non ancora" e io "quanti?" "TANTI" "perchè non ne parlano i media?" "i media danno solo il numero delle persone identificate, e poi ce ne sono ancora tantissimi sotto le macerie". Non ha voluto dirmi il suo nome, pensava fossi una giornalista. Qui hanno sentito in molti. Altri della protezione civile. Altri sfollati. Che qualche giornalista venga qui a chiedere. Con me non vogliono più parlare.
Per parlar d'altro, vado sul personale. Ho fatto grandi progressi. Ho una casa. Amici di amici mi hanno inviato una roulotte, vecchia e rotta, piccola, ma per me è stato un dono enorme. La abbiamo montata con tanto di verandina in un posto che amo. La campagna di Arischia. Terra di montagna, fra balle di fieno ed erba medica. E cavalli, buoi, pecore, galline. E tanti cani. Degli amici allevatori, che hanno perso le loro stalle, ci hanno dato la corrente. L'acqua andiamo a prenderla alla fontana. E' gelata. Ma contiamo di montare una piccola cucina da campo. Presto. Amici, divento contadina. Il sogno della mia vita. Domani inizierò a preparare un orto, ed anche un giardino. E spero di avere della galline. Mi terrorizza l'inverno. Ma per ora andiamo verso il caldo.


Non appena avrò le fotocamera, vi mostrerò tutto.

giovedì 16 aprile 2009

Il terremoto del Sindaco

Egregio dott. Massimo Cialente, Sindaco di L'Aquila,
molte persone, in questi giorni dolorosi, mi hanno chiesto di lei. Persone lontane, che la vedono in TV. E mi chiedono,fra il serio ed il faceto,come mai, nelle sue apparizioni televisive,risulti così impeccabile in camicie inamidate, e cravatte,ed abiti sempre diversi. Non ho la possibilità di un televisore, non l'ho vista mai, ma rispondevo loro di non fermarsi alle apparenze e di ascoltare cosa lei avesse da dire. Nessuno, però, purtroppo, mi è sembrato particolarmente impressionato dalle sue dichiarazioni. Ieri pomeriggio, invece, mentre ero in fila per censire la mia casa distrutta, l'ho scorta nel piazzale assolato della Guardia di Finanza. Circondato da reporter, fotografi, giornalisti. E l'ho trovata patetico. In mezzo alla disperazione dei suoi concittadini, lei si concedeva alla stampa nei suoi abiti freschi di stireria. Non l'ho mai vista così elegante, Signor Sindaco. Mai. Ieri non aveva neanche un capello fuori posto. In città tutti sanno come lei si sia distinto per essere stato assolutamente invisibile nelle legislature dove avrebbe dovuto rappresentare in Parlamento i suoi concittadini. Nei suoi due anni da Primo Cittadino si è distinto, invece, per il totale immobilismo e per l'incapacità di assumersi qualsiasi responsabilità. Capisco bene che la ribalta delle cronache e la luce dei riflettori possano soddisfare la sua vanità e lasciarle anche la possibilità di esibire tutto il suo provincialismo dell'abito buono della domenica. Un terremoto come quello che abbiamo avuto non è roba di tutti i giorni. Merita camicie e cravatte nuove e facce di circostanza. Lei sa che ci conosciamo molto bene, sin da ragazzi. Una volta si lottava insieme per gli stessi ideali. Ho notato anche che, da quando fu eletto onorevole,mi ha sempre salutata a mezza bocca, e solo quando non poteva farne proprio a meno. Lei sa bene che non le ho MAI chiesto nulla, ora ,invece,una cosa voglio chiedergliela, Signor Sindaco ex comunista: le chiedo di stare in mezzo alla sua gente, lontano però dai riflettori e dai giornalisti. Venga a spiegarci come mai non ha soddisfatto il suo spirito di protagonismo e non ha sfoggiato le sue cravatte quando qui si ballava e nessuno al di fuori di noi Aquilani lo sapeva. Venga a dirci di persona cosa intende fare per la sua comunità. Venga a rassicurarci. Lasci gli abiti gessati nell'armadio e venga nei campi. In mezzo al fango e il freddo della notte. Noi la aspettiamo.
Anna Pacifica Colasacco

mercoledì 15 aprile 2009

Eccomi

Ho bisogno di qualche giorno ancora per coordinarmi con altre persone e farvi sapere come aiutare in maniera efficace. Non abbiate fretta. Qui si balla ancora tanto, troppo. C'è il sole, ma la notte appena trascorsa è stata freddissima. Stamani ho poca voce e mi fa male la gola. Spero di non ammalarmi. Oggi vorrei fare un giro nei campi cittadini. Parlare con un po' di persone. Vi aggiornerò. A presto. Grazie ancora a tutti voi.
Ah, dimenticavo, i mandorli sono in fiore e i prati pieni di pratoline. E i miei cani randagi ci sono tutti.

martedì 14 aprile 2009

C'è il sole

Buongiorno!
Perdonatemi per l'assenza di ieri, ma è stata una giornata intensa. Di emozioni, tutte molto forti. Prima di iniziare il mio resoconto, vorrei cercare di far comprendere a quanti di voi mi invitano a scrivere di più, a rispondere ai numerosissimi commenti e ad accettare le amicizie su facebook quali sono le mie condizioni.La carica della batteria del pc dura meno di due ore e la possibilità di ricarica mi è data nel campo non più di una volta al giorno.Per di più in molte zone della città la connessione non è possibile, in altre va e viene. E, quando c'è, è lentissima. Ieri è diluviato, ed era molto freddo. E la mente si congela in questi casi. Non sono, ahimé un inviata speciale, e non ho nessuno alle mie spalle. Sono sola. Ieri mattina ho incontrato FABIO ed i suoi amici: ragazzi napoletani che sono arrivati qui a portare soccorsi, senza passare per i canali uffuciali.Ragazzi speciali, di quelli che avrei voluto come figli. Ora Fabio potrà darmi una mano con questo blog e supportarmi là dove io non so tecnicamente arrivare. Ed è una voce in più. I campi nei paesini di alta montagna si stanno lentamente attrezzando e la situazione è quasi sotto controllo.Non per merito della protezione civile che li ha completamente abbandonati a se stessi, ma in virtù dei volontari che agiscono autonomamente.Ce ne sono ancora tanti da visitare, vi terrò aggiornati. Servono tute e scarpe da ginnastica. Possibilmente nuove o, almeno pulite. Gli abiti che ho visto distribuire sono sporchi e brutti e sintetici. Le persone hanno bisogno di dignità.Solo così si può recuperare un minimo di rispetto per se stessi e per gli altri. Se ci si abrutisce, la forza per reagire non si trova. E' meglio affidare questi abiti non alla protezione civile: anche lì ci sono persone di serie a e b. I signori vestono Prada, gli altri la merda. Dobbiamo organizzarci.
Ed ora una nota che riguarda me, che forse ai polemici nuovi frequentatori di questo luogo non interessa. Passate oltre quindi. Mi rivolgo agli amici. Ieri pomeriggio sono entrata nel centro storico con una squadra di vigili del fuoco. Speravo di poter recuperare anche una sola cosa in casa mia. Anche solo la foto di mio padre. Questo non è stato possibile, essendo crollata la scala del mio palazzo. Quella che portava all'attico dove abitavo. Ma ciò che i miei occhi hanno visto, per la prima volta dopo il terremoto, è indescrivibile. Immaginate i luoghi della vostra anima, della vostra vita, della vostra memoria trasformati in una spianata di macerie, con pochissimi punti di riferimento. In quel momento ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ho rivisto mia nonna affacciata alla finestra che chiamava me bambina per il pranzo.Papà che mi prendeva per mano e mi accompagnava a scuola. Me stessa che uscivo, vestita da suorina bianca per andare alla Prima Comunione. Cose piccole, ma la mia vita. Ed ho compreso la perdita di identità. La perdita di tutto. Un lutto immane. Comune. Ma terribilmente individuale. La tua esistenza che si accartoccia. E frana. E poi stanotte si è ballato di nuovo, e di brutto. E c'erano urla e pianti. Le mie non escono più.
Una cosa che vorrei diffondeste:i vigili del fuoco sono tanti, e bravi, e umani. Ma il cooordinamento per per la ricognizione nelle case e per l'accesso ai propri beni è vergognosamente disorganizzato. Si arriva nei luoghi di raccolta. Si riempie, dopo code estenuanti e disordinate, un modulo per la richiesta e si aspetta di essere chiamati. Chiamano senza osservare nessun ordine logico. Allora, dopo ore di attesa vana sotto la pioggia, o sotto il sole cocente,torni il giorno seguente e la tua domanda è sparita. Devi riempire di nuovo il modulo e ricominciare l'attesa. E sperare. Solo e senza nessun sostegno psicologico. Le persone piangono sommessamente. Sei lì a asperare che dalle macerie salti fuori anche un minuscolo pezzo della tua vita.
CIAO.

.Silvio Di Giorgio: la tua idea è ottima. Sei un grande, come sempre.

.Silvano: avrei voluto telefonarti,ma ho perso il tuo numero. Mi hai chiamata mentre tiravano fuori dalle macerie della casa che ci ospitava quella notte le uniche scarpe che mia madre vuole indossare. Ero felice!

.Grazie a tutti per il vostro sostegno. Se parlo di aiuti di sinistra e faccio la comunista, lo faccio sull'onda di quell'ironia che fa parte di me. Quella, almeno quella, non è stata seppellita sotto le macerie.

lunedì 13 aprile 2009

Di nuovo in campo

Amici, ci sono.E' notte e mi trovo al campo di Monticchio Garden. Non sono in tenda. Per stanotte sono terminate. Siamo fortunati, abbiamo salvato la nostra comoda auto. Ci hanno dato coperte, giacconi pesanti, salviettine, una bacinella e l'acqua. Diluvia, ma l'abitacolo è caldo. E sono sulla mia terra. Mio marito è accanto a me. Quello che ho mi basta. Ora la mia mente comincia a funzionare. E' il momento di organizzarsi. Il campo nel quale mi trovo è efficientissimo e i nuovi volontari sono bravissimi e dotati di grande umanità. A me sembrano di sinistra, ma non voglio fare la solita comunista. Da domani inizierò il mio giro di ricognizione nei vari campi e cercherò di parlare con il maggior numero di sfollati. Intendo andare nei piccoli paesi di montagna dove mi dicono che mancano i generi di prima necessità e le medicine. Vorrei inoltre idendificare i casi di persone particolarmente bisognose e segnalarvi i loro nomi per poterli aiutare direttamente. Ora la mia missione è questa. Ho perso tutto, ma mi resta il coraggio e la volontà. Forse avrò momenti di sconforto, cercate di perdonarmeli. Una piccola nota in calce: il Cavaliere Berlusconi dice di voler mettere a disposizione degli sfollati le sue case. Da qui gli faccio sapere che a me personalmente i vulcani finti e i mausolei infastidiscono e turbano il mio gusto per il bello.Preferisco tornare ad essere la frikettona di 30 anni fa. Quando mi bastavano due amici, una chitarra e uno spinello. E tutto il resto che importanza ha. A domani, con il mio resoconto. Grazie di cuore a tutti voi. Siete la mia luce.

sabato 11 aprile 2009

Update

Impiego ore per riuscire a connettermi. Cercherò un punto TIM per capire dove sbaglio. Sto raggiungendo L'Aquila. A dopo.

venerdì 10 aprile 2009

Grazie

Vi scrivo con il pc che mi avete regalato. La connessione è lenta, forse è colpa mia. Ma imparerò. Per ora ringrazio tutti voi con il cuore in mano. Mi avete fatta felice. Mi avete regalato un po' di luce in questo buio. Ho letto i commenti e ne ho colti alcuni polemici. Per ora non rispondo, non ne ho la forza. Ma prestissimo tornerò la combattente di sempre. Grazie ancora. Siete la mia àncora di salvezza. Saprò ripagarvi.

Freddo

Che freddo alla notte! Scende ad abbracciare le ferite del cuore e della memoria. Blocca i pensieri, li congela in uno spazio irreale. Oggi non è il giorno della rabbia. Oggi è il giorno del silenzio.
Alla radio ho appena sentito le parole del Presidente della Provincia: mi è sembrato di riconoscere la compagna di un tempo. Stefania, che l'immane tragedia ti abbia fatto tornare la ragazza combattiva e vera del tempo in cui ci chiamavamo comunisti? Se così fosse, io sono con te. E lo saremo in tanti. Ma non prenderci in giro. Non farlo. Massimo, tira fuori anche tu la grinta che non hai mai avuto. Sei il nostro sindaco. Dimentica le tue poltrone e il culo al caldo. Ricorda anche tu da dove vieni e gli anni in cui si combatteva insieme. Dobbiamo tornare ad essere i guerrieri di una volta. Ora la nostra terra ha bisogno di questo.

giovedì 9 aprile 2009

La vacanza

Eccomi, amici. E' la vostra campeggiatrice che vi parla. Carina come esperienza, ti fa tornare giovane. Divertente vivere fra le macerie. Da' quel tocco di originalità. E poi ogni tanto, spesso, si balla. Senza muovere le gambe. Non fai neanche fatica. E la colonna sonora sono le urla ed i pianti degli altri campeggiatori. Le facce attonite e terrificate di alcuni sono l'inusuale coreografia.E poi non hai neanche l'incubo di pensare che, finito il campeggio, dovrai tornare alla routine casalinga. Niente letti da rifare, lavatrici da avviare, piatti da lavare. Nessun pensiero. Abbiamo eliminato il problema alla radice. Radice compresa. Ovviamente l'ottimismo nasce dalla consapevolezza che la vacanza in campeggio sarà molto lunga. Lunghissima. Vacanza di anni. E vi sembra poco non avere più un lavoro? Finalmente liberi. Potremo dormire fino a mattina inoltrata. E il pomeriggio si potranno fare passeggiate fra i campi. Campi di sfollati, naturalmente.
Sono in una casa , ho per qualche ora un tetto sulla testa. Ma voglio uscire. Mi terrorizza pensare che il tetto potrebbe crollarmi addosso. Anche se sono a cento chilometri dall'epicentro del terremoto. Ma si balla anche qui. Qui si balla un lento. Fra i miei monti si balla il rock. Domani mio marito ed io torneremo lì.
A presto. Grazie per la vostra solidarietà.

P.S.Il mio cellulare è un vecchissimo telefono che mi fu dato con la raccolta punti della Vodafone. Non so cosa posso fare con quello. E non saprei dove mettere le mani.

Ho bisogno di

Ho bisogno di un pc, anche vecchissimo e della possibilità di una connessione con chiavetta e di qualcuno che mi spieghi come farla funzionare. Solo così posso restare in contatto e cercare di fare informazione. Io vivo in automobile, per ora. Non voglio lasciare la mia terra.

Eccomi

Non ce la faccio a leggere tutti i commenti. Non ho tempo.Dietro Miss Kappa c'è Anna Pacifica Colasacco, nata a L'Aquila il 22 luglio 1956 e residente, fino al 6 aprile 2009, in via Costa Masciarelli,8. Cellulare 348 30 55 965.Non sono anonima e non lo sono mai stata. Sono disperata, ma lucida.All'anonimo che pontifica rispondo che alla scossa delle ore 23,30 , almeno allora, avrebbero potuto allertare, piuttosto che dire che l'evento si era verificato a Forlì. Tutti noi, obnubilati dal silenzio "tombale" dei media siamo rimasti in casa. E siamo morti. Anche quelli che son rimasti vivi. Vi dico solo una cosa: Onna conta all'incirca 600 abitanti e danno 48 morti (più o meno) L'Aquila ha 42.000 abitanti e vi dicono che i morti sono, compresi quelli di Onna, poco più di 200. A voi le conclusioni. I morti sono quasi mille. Così è. Cercano di coprire, fin quando è possibile, l'atrocità di quanto commesso. Tornerò . Se solo qualcuno mi desse la possibilità di poter usare un pc con regolarità, vi aggiornerei su tutto.

mercoledì 8 aprile 2009

Aiuti

Scrivo al volo. Ho poco tempo. Per gli aiuti bisogna organizzarsi bene e non fare cose affrettate. Lo sciacallaggio è già in atto. Bisogna sapere bene a chi inviarli e chi li riceve deve renderne conto dettagliatamente. Aspettate, per ora abbiamo tutto. Gli aiuti serviranno dopo.

martedì 7 aprile 2009

L'Aquila non c'è più

Eccomi qui. Gli ultimi post sono stati scritti non di mio pugno. Era la mia amica Chiara che scriveva da Bologna. Questa sono io. La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. Ma quello che vorrei urlaste al posto mio è la rabbia di essere stati lasciati soli. Noi Abruzzesi siamo stati mandati a morte scientemente. Erano mesi e mesi di scosse, e nessuno ne ha mai parlato. Nessun giornale, nessun TG. NESSUNO. NESSUNO.NESSUNO. Nessun piano di emergenza era stato approntato. Siamo stati mandati a morte. Avrebbero dovuto farci evacuare. Il terremoto del 700 ha avuto la stessa casistica, gli stessi tempi. Identico. E loro ci rassicuravano. Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita. E gli sfollati sono 60mila.Denuncio quell'imbelle del sindaco Cialente. La presidente della provincia Stefania Pezzopane. Tutte le autorità. L'Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E' tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Le cose che vi dico sono verità. A presto. Anna

PASSAPAROLA

Messaggio da ANNA: Ciao a tutti! In queste ore purtroppo si sta intensificando lo sciacallaggio da parte di finte associazioni e gruppi che chiedono soldi per aiutare i terremotati. Non mandate nulla se non siete certi dell'attendibilità delle organizzazioni!!
Un' associazione sicura alla quale si possono inviare è l'ANA: Associazione Nazionale Alpini.
Mi raccomando fate passare questo messaggio ovunque e fate passaparola per evitare che si mandino soldi a delinquenti che stanno approfittando di questa disgrazia.
Un bacio a tutti

lunedì 6 aprile 2009

AGGIORNAMENTI

Ciao a tutti!!
Sto bene, non vi preoccupate. Il terremoto ha distrutto diverse case ma noi stiamo bene.
Per ora non ho il computer a disposizione ma appena mi sarà possibile vi aggiornerò.
Un bacio a tutti quanti.
Anna