mercoledì 31 dicembre 2008

La tombola

Ieri pomeriggio ho giocato a tombola. A dire il vero, la tombola l'ho organizzata io, per un gruppo di nuovi amici appena conosciuti. Ne abbiam fatte due, di tombolate, e ce n'è voluto di tempo. Quasi sette ore. Ho trascorso una serata bellissima. Donare il sorriso a qualcuno, per me, è l'esperienza più esaltante che si possa vivere. E mi fa star bene. Non è stato facile: le case famiglia che ho visto ieri sono strutture che accolgono uomini e donne con disagi mentali gravi e abbandonati dalle famiglie di provenienza. La mia è stata un'iniziativa personale. Non mi piacciono le associazioni,le congreghe, la caritas.Sono andata lì ad affrire me stessa, per come sono. Non è facile dare affetto a chi non ne ha mai avuto. Le donne son state più restie, dure a volte. Gli uomini sono più dolci, più malleabili. Con tutti loro, tranne uno, son riuscita ad entrare in sintonia. Tra le donne solo una mi ha baciata e si è fatta baciare . Nelle altre sentivo diffidenza, ma conto di poterla superare. Quando sono andata via alcuni piangevano, altri erano dispiaciuti, ma non volevano farlo vedere. Ho promesso molto a tutti, spero di riuscire a mantenere l'impegno. Vi voglio porgere i miei auguri per il nuovo anno con le foto dei loro sorrisi. Per me sono balsamo che addolcisce l'anima.

Ruggero
Davide
Anna

Paolo
Franca
Buon Anno. E l'augurio, per tutti voi, di un sorriso che scalda il cuore.

sabato 27 dicembre 2008

La santa messa

La prima ondata festiva è archiviata. Ora godrò di qualche giorno di tregua, sino al 31. E saranno anche giorni di semi inattività lavorativa. Insomma, oggi inizia la mia festa vera. Mi crogiolerò in casa, uscirò anche un po', ma poco poco, ché fa un freddo polare. Neve tanta, in montagna, ma qui in città nulla, per fortuna. La neve, ça va sans dire, non mi piace. A meno che non mi trovi in mezzo ad un bosco, con le ciospe ai piedi, ma non più di una volta all'anno. La casa deborda di avanzi dei vari pranzi e cene. Tutti buonissimi, devo dire. Ne godrò ampiamente. Dolci a gogò, ma a quelli so resistere. Non penso alla bilancia in questi giorni, non posso avvilirmi anche per quella. Nel pomeriggio dovrò uscire e dirigermi in chiesa. Sì, proprio lì, in chiesa. E dovrò anche partecipare alla messa. Sì, proprio alla santa messa. Sì, proprio io. La carabiniera in gonnella non ammette rifiuti: "è così e basta, e zitta". Si tratta di quelle messe che i cattolici osservanti fanno celebrare per i defunti, nel caso particolare per mio padre, ché son sicuri che affrancheranno gli estinti da anni di purgatorio. Papà mancò il giorno di natale, ed ogni anno, il 26 di dicembre, mamma fa dire una messa solenne, per ricordarlo e per ricordare a dominiddio che noi siamo buoni, e preghiamo per il caro che non c'è più. Partecipano in tanti, si prega, e si canta anche. Quest'anno il parroco era oberato da prenotazioni, per cui la celebrazione è slittata al 27. Che volete, è un busyness anche quello: per le messe si paga. Da parte mia, papà lo ricordo e lo vivo ogni giorno. In ogni mio gesto è con me, ed i suoi insegnamenti sono stati la base della mia vita di oggi. Eviterei, però, alla grande la partecipazione alla messa, ma non posso, anche se tutti sanno che sono una miscredente. Potrei mai far arrabbiare la mamy proprio a natale? No, ed allora mi immolo sull'altare dell'ipocrisia. Al ritorno, è tradizione venire tutti a casa mia. Tradizione instaurata da me, per collocare degnamente i dolci succitati. Un bel té ristoratore e torroni, panettoni, e delizie varie. Sono una brava figliola, a volte. Ora Silvano potrà ben dire che sono una cattocomunista, facendomi arrabbiare,come sempre. Ed Enzo Rasi, quel malandrino che si camuffava da Anonimo, potrà dire che, finalmente, mi sono ammorbidita. Io potrò dire: è fatta pure questa.

martedì 23 dicembre 2008

Ma sì.....

E' arrivato, si tratta di poche ore. Cosa fare in questi casi? Un'atea che detesta il natale non dovrebbe fare auguri. Vero? Però poi mi dico: perchè perdere l'occasione di farne? Quelli vanno sempre bene. E allora eccoli, amici miei. Vi auguro quello che desiderate, il meglio di quello che desiderate. Lo so che la maggior parte di voi è visionaria folle come me. Va bene, allora sognamo alla grande, cosa ci costa? Speriamo in un mondo migliore, per tutti, amici e non amici.
Speriamo di poter tornare a credere negli altri, e che gli altri credano in noi. E speriamo in tutte quelle piccole cose che vorremmo, e che ci farebbero stare più sereni. Un abbraccio a tutti voi, ed un sorriso. Meno male che ci siete.....

lunedì 22 dicembre 2008

Priorità vaticane

Una considerazione sorge spontanea ed immediata: non sarebbe preferibile che il papa, almeno in periodo natalizio, spendesse una parola per queste creature
piuttosto che per queste?

venerdì 19 dicembre 2008

Integralismo


Impegno preso, del Presidente del Consiglio non posso parlare ché mi è indifferente. Del PD neanche, ché sarebbe come infierire su un malato grave. Della Sinistra non si hanno tracce, tutto tace, non saprei cosa dire. L'onda studentesca sembra chetata, staranno allestendo l'albero e scartando i torroni. Di cosa parlo? Per fortuna resta sempre qualcuno con cui prendermela. Ringraziatelo, vi ha salvato da un post culinario sulla cena che preparerò la sera di natale: il Vaticano. Monsignor Angelo Amato , converrete con me che il nome è già un bel programma, emerito prefetto della congregazione per le cause dei santi, già segretario della dottrina della fede,nonché amico personale di Ratzinger, è insorto contro il Governo spagnolo reo di instaurare un regime di statolatria, che non è una parolaccia, ma un'accusa ben precisa. Cosa ha fatto questo benedetto governo di sì grave? Udite udite : ha preteso di inserire nelle scuole l'Educazione alla Cittadinanza. Eh no, tuona il monsignore alato,l'intrusione statale sul tema dell'educazione dei propri giovani è assolutamente illegittima; come può pretendere uno stato di commettere ingerenza nella vita personale dei cittadini? Ebbene reverendo, o come caspita si chiama uno come lei, la accuso pubblicamente, lei e tutto il vaticano, di "chiesolatria" : avete monopolizzato la nostra infanzia e gioventù, da generazioni e generazioni, a vostro esclusivo interesse e vantaggio. Iniziate a romperci gli zebedei appena nasciamo con quella storia del peccato originale che ci volete far credere noi innocenti portiamo sulle spalle senza colpa alcuna, continuate con l'indottrinamento ad oltranza nelle parrocchie e nelle scuole. Ficcate il nasaccio con ingerenze vergognose nella nostra vita, non ci lasciate in pace neanche in punto di morte, e neanche dopo morti. Pretendete di decidere chi, come e quando dobbiamo amare , e non ci lasciate neanche il diritto di morire come più ci piace. Monsignore, le rode che in Spagna il governo non sia prono come i nostri di sempre? E che ci vuole fare? Gli Spagnoli hanno scelto Zapatero, non il pastore tedesco. Torni alle cause dei suoi santi e non pretenda di avere il monopolio dell'indottrinamento universale, quale unico detentore della verità. Il suo è integralismo allo stato puro.

mercoledì 17 dicembre 2008

E' natale, sono buona


Lo so, ci ho messo tanto, troppo,ma ora basta: smetto di odiarlo. Mi applicherò,ci riuscirò. Ci sto già riuscendo,pian pianino. Oh, mi farà bene alla salute, il mio fegato se ne gioverà ampiamente. Vuoi mettere che passa lì, in televisione, magari con quelle magliette nere che stanno tanto bene addosso a Giorgio Armani, ma che di lui fanno un coatto agé, in piedi sul predellino dell'auto, o su una scaletta da imbianchino, ed io impassibile, imperturbabile. Apro il giornale, vedo il suo faccione, leggo l'ennesima boutade, e niente. Zero. Indifferente. Ammettiamolo: è una bella conquista. Forse un punto dal quale ripartire. Signori miei, il Cavaliere(notate il maiuscolo) è simbolo della nostra Italia e di moltissimi connazionali che in lui si identificano, che vorebbero essere come lui, che lo amano,invidiano, osannano. Il poverino sostiene di aver riportato addirittura leggere contusioni e tumefazioni per poter contenere l'affetto dei suoi fans che bramano di abbracciarlo. E' più amato di una rock star. Ce ne vogliamo dolere in eterno? No, io mi tiro fuori. Perchè non è giusto concentrare tutta su di lui l'acrimonia che nutro verso una classe dirigente e politica che mi dà la nausea almeno quanto lui. Non mi fraintendete, voglio continuare ad arrabbiarmi, ché arrabbiarsi contro quelle che riteniamo essere ingiustizie, e cattiverie, e viltà, ed opportunismi fa solo bene. Ma il mio bersaglio non sarà più lui. E' quello che è, lo sappiamo, lo abbiamo individuato da tempo, non ci ha rimbambiti, non ci è riuscito. Con noi no. Con altri sì,molti. Rappresenta quello che ho sempre aborrito nella mia vita? Anche molti altri lo rappresentano. E non posso perdere tempo ad odiarli tutti. Cavaliere,benvenuto nel club di coloro che mi sono indifferenti, quelli che mi avrebbero dovuto rappresentare sono peggio di lei, e inconcludenti. Mi dedico ad altro.

lunedì 15 dicembre 2008

Come una pietra

In Abruzzo l'astensionismo è stato pesante: il 50,8% di votanti, contro il 68% delle ultime elezioni. Secondo le proiezioni vince la destra con il candidato Chiodi al 48,75% . Costantini, del centro sinistra, è al 42%. Non riesco ad essere neanche dispiaciuta. Una pietra è più morbida di me. Granito nella mia anima. Sono entrata nel seggio deserto alle ore 14, ho messo la mia croce su Rifondazione, senza nessuna preferenza. Voto veloce, neanche sofferto, come una funzione corporale da dover assolvere per necessità. Passeranno questi giorni, passerà questa pioggia,passerà questo sconforto. Voglio ricominciare a sperare.

domenica 14 dicembre 2008

L'albero di natale


Oggi voglio condivivere con con voi gli accadimenti della mia mattinata.Mio marito ed io ci siamo alzati di buon'ora ed abbiamo allestito l'albero di natale. Lo facciamo perché, fra i due, solo uno lo ama. E non sono io. E poi per la mia mamma. Si sa che i vecchi diventano un po' bambini. E lei sarà la bambina del nostro natale. Bambina carabiniera. Sempre!
Anna: l'albero di natale rispecchia lo stato d'animo. Quest'anno lo voglio austero.Scarno direi. Glaciale. Quasi triste.
Giuseppe: piantala!
A: sei felice?
G: sempre!
A: anche di andare a votare?
G: piantala!
A: io non ci andrei, a votare
G: bisogna votare, non dire sciocchezze, la mia coscienza lo esige e deve esigerlo anche la tua
A:quando vuoi andare?
G:non appena mi passerà questo senso di vomito.
A:allora non sei felice?
G:amore mio, ti voglio bene (per i napoletani, ti voglio bene, detto in determinate circostanze e con un certo tono di voce, significa: piantala, non andare oltre, non indagare)
A: stai mettendo male le lucine, stanno tutte da un solo lato dell'albero
G:me ne voglio andare
A:dove?
G:lontano da qui, fanculo tutto
A:via da me?
G:uè, si' pazz, con te, ovvio
A:intanto andiamo a votare
G:subito?
A:ci togliamo il dente ed il dolore si cheterà
G:è una violenza, un'enorme violenza, dover apporre, oggi come oggi, una croce su qualcuno e qualcosa, per gente come noi. Ci stanno violentando, ci stiamo violentando. Sono martellate sui coglioni, amore mio
A:dai tesoro, non dirmi che ora devo essere io a tirare su te. Tu sei la spalla forte, tu sei quello sempre sicuro, l'impavido,l'ottimista
G:vero, sono io. Ma tu stai diventando quasi saggia, non mi piaci più se fai così. Tu devi essere la folle di sempre
A:tesoro, il valium mi rallenta,ma lo sai che a natale, solo a natale, mi serve prenderlo
G:meglio rallentarsi con una canna
A:come puntale cosa mettiamo? Che ne dici dell'uva?
G:vada per l'uva. Niente rosso su quest'albero?
A:no, niente rosso: solo cristallo e uva violacea
G: e ja, un poco di rosso. E' natale, siamo comunisti
A:i comunisti non esisitono più.
G:e vabbè, siamo di sinistra.
A:di quale sinistra?
G:quella delle idee
A:le idee di chi?
G:le nostre: idee ed azioni individuali
A:nel senso che ce le teniamo come copertina di linus? Siamo di sinistra e stiamo buoni buoni senza far nulla? Accettando tutto?
G:quei tempi in cui si faceva altro son passati, e comunque non sarebbero più per noi. Oggi potremmo essere solo buoni maestri. O cattivi, secondo i punti di vista.
A:noi, ai tempi, abbiamo avuto cattivi maestri con buone idee. E poi ci usarono...
G:la palla con la neve dove la mettiamo?
A:non la mettere, odio la neve. Odio il natale. Odio dover uscire per andare a votare.
G:la prima volta che votai mi tremavano le mani, ero emozionato, mi sentivo investito di una grande responsabilità.
A:oggi mi sento investita da un tir. Un tir in piena fronte.
G:andiamo a votare oggi pomeriggio, dai. Stappo una bottiglia di rosso dei colli aprutini, Iskra di Marina Cvetic, un grande vino. Ci facciamo qualcosa di buono da mangiare. Magari ci passa il mal di stomaco.
A: va bene. Potremmo mai fare la rivoluzione noi? Col Marina Cvetic e le fettuccine al tartufo dentro la pancia?
G: ci hanno fregati,ci siamo fatti fregare
A: amore, con la pancia piena non si rivoluziona niente. Dovremmo essere precari, o pensionati, o giovani senza futuro per ribellarci
G: i precari ed i pensionati votano Berlusconi, e anche molti giovani.Per assurdo la rivoluzione dovremmo farla noi, ma ripeto, a noi ce l'hanno messo in quel posto
A: ci siamo imborghesiti
G:tu borghese lo sei sempre stata, anche se facevi la rivoluzionaria.Io forse lo son diventato
A:vuoi litigare? Proprio oggi che è quasi natale?
G:no vita mia, con te non voglio litigare. Per natale me la fai l'insalata di rinforzo, vero?
A: certo che te la faccio.'St' albero non è malaccio. Metto su l'acqua per la pasta.....

giovedì 11 dicembre 2008

Sguardi

Nei giorni vicini al natale la città si riempie di poveri. Mendicanti. Li trovi ad ogni angolo: uomini, donne, giovani, anziani, giovanissimi. Non mi vergogno di dire che mi irritano. Come mai arrivano solo a natale? Dove sono il resto dell'anno? Vengono in trasferta? Molti sono giovanotti in perfetto stato fisico. E li vedi lì, inginocchiati, con una mano tesa e l'altra a stringere il solito cartello sgrammaticato nel quale pretendono di illustrare la loro penosa esistenza. Non caccio nulla per quelle vite, non riescono a muovermi a pietà. Altro discorso sono i bimbi : con loro non sono dura, anche se so che, dietro l'angolo c'è il grande che li sfrutta. Camminavo per strada immersa nei miei pensieri, mi domandavo se il mio cuore fosse troppo duro ed insensibile, quando, in lontananza, vedo una signora anziana che mi guarda. La osservo: sui settant'anni, cappotto marrone, antico, ma in ottimo stato, cappello di lana chiara, fatto a mano , in casa, lana di angora, bello. Un foulard al collo, di seta, di quelli di una volta, quelli che immagino profumati. Scarpe marroni, usurate, sformate, ma lucidate con cura. Una borsa di pelle, antica anch'essa, ha il manico logoro, ma lei lo nasconde con la mano inguantata. Il viso è bello, fiero: ha un velo di cipria e di rossetto. Appena un velo. Una signora distinta. Aquilana dall'accento, appena intuibile, che avverto nel suo saluto ad un passante.Ricambio il suo sguardo e noto in lei uno scoramento indicibile. Uno sguardo che è una sommessa richiesta di aiuto. Lei passa oltre. Vado oltre anch'io, poi mi fermo, la raggiungo e le dico "signora, mi dica". Mi fissa con atteggiamento interrogativo: "pensavo volesse dirmi qualcosa" aggiungo, e lei "no, no, nulla". E va via. Mi resta dentro, mi ha trafitta. Continuo la mia giornata fino ad orario di chiusura dei negozi. Esco e mi avvio verso casa. Passo davanti alla "Mensa di Celestino", la mensa per i poveri della città. C'è la fila fuori e c'è anche lei. La testa bassa, le braccia distese lungo il corpo, le mani incrociate a reggere la borsa, lo sguardo a terra. Ha una dignità che mi stordisce. E mi fa male. Vorrei parlarle, ma non ho il coraggio. Mi appoggio al muro di cinta del cortile della vecchia scuola elementare trasformata in mensa, mi accendo una sigaretta e la guardo. Le mando un segnale. Voglio sapere di lei. Lei mi nota, ma continua a guardare a terra. La fila si muove. Entra e scompare aldilà del portone. Tornerò lì , ogni giorno in cui potrò, ad ora di pranzo. Dovrà parlarmi, prima o poi.

lunedì 8 dicembre 2008

Io sono diversa

"E' innegabile che ci sia, e c'è assolutamente una questione morale all'interno del Pd". Queste parole in bocca al primo ministro risuonano sinistre e grottesche. Posto che è legittimo chiedersi con quale coraggio un pluri indagato, presidente di un partito pluri indagato e condannato in alcuni casi, il cui braccio destro è sotto processo per collusione mafiosa, abbia la tracotanza e l’impavidità di vomitare tale sentenza, è altrettanto lecito dedurre che tangentopoli non è mai finita. La sinistra avrebbero dovuto vuotare i suoi armadi dagli scheletri, in quel lontano 1992, invece di proteggere il compagno G e le cooperative rosse. Avrebbe dovuto far pulizia e dare un chiaro segnale di moralità. Questo non fu fatto ed ora raccogliamo i frutti di quel dissenato silenzio. Non si è voltata mai pagina ed oggi Bettino Craxi appare ai miei occhi l'unico capro espiatorio, seppur respondabile e reo, del malcostume ancora imperante. L'imperatore unico d'Italia ha fatto strada insieme con lui, instaurando un sistema di malaffare; gli altri, piccoli e grandi, ne hanno seguito la scia. Amici, non dobbiamo smettere di indignarci, non dobbiamo rifugiarci nella disillusione, nella rassegnazione che diventa, inevitabilmente, complicità. Non dobbiamo dire che rossi e neri uguali sono. Questo è quello che l'imbonitore di folle vuole portarci a credere. Dobbiamo continuare a sperare in un Paese migliore dove la legalità venga insegnata nelle scuole e all'interno delle famiglie. Dove si possa ancora sperare che la classe dirigente abbia a cuore il bene comune e l'interesse generale. Il cavaliere iniziò a distruggere l'Italia molto prima di scendere in campo per governarla. Iniziò con le sue televisioni private a fornire agli Italiani un falso modello da perseguire. La differenza fra destra e sinistra esiste fra gli elettori: perché noi ci indignamo, disquisiamo, accusiamo e togliamo il voto. Gli altri sono acritici verso il loro leader, e lo difendono a spada tratta anche di fronte alle peggiori nefandezze. Sperando, in tal modo, di difendere i loro stessi interessi. La differenza la facciamo noi persone comuni. Siamo una minoranza, ma una minoranza cospicua. E viva.
Politici di sinistra, cosa pensate di fare di noi?

venerdì 5 dicembre 2008

Cucù.....


Il tempo da dedicare al blog in questi giorni è davvero poco. Si corre, e non mi piace. Le luminarie natalizie hanno invaso le strade della città. Meditavo di andarle a rimuovere personalmente, magari mascherata da Pancho Villa, notte tempo,come atto rivoluzionario di rivendicazione per un natale austero. E che non ci rompano i maroni con queste boiate. Ma piove. Ho desistito. Tornerò presto a scrivere cose più concrete, prima che il cavaliere del cucù metta le sue luride mani anche su internet. La democrazia traballa fortemente. Teniamoci stretti.

Un bacio a tutti....

martedì 2 dicembre 2008

Conversazione notturna su msn


Pietro: Ciao Anna
Anna: Ciao Pietro
P. Come va?
A. Stanca, ma non ho sonno, come sempre. Tu che fai? Public relations?
P. No, salutavo una.
A. Saluta me
P. Lo sto facendo.
A. Stavo preparando un nuovo post . Sul vaticano, ma è troppo lungo, devo tagliarlo. Detesto i post troppo lunghi
P.Devi stare attenta a farlo bene, ne parlano in molti.
A. Ah sì? Non ho avuto il tempo di leggere nulla.
P. Pure io, guardo solo i titoli. Sono in una fase di stallo, demotivato.
A. Càpita, poi passa. Anche io ho poco tempo in questi giorni. E poche idee.
P. Mi è venuta in mente solo una vignetta sul ...... e su........
A. Ahahhahahahahahaha, grandiosa
P. Ti piace? Allora domani la pubblico.
A.Chi ha parlato del vaticano? Così do un'occhiata.
P.Guarda la mia blogroll.
A. Ma blogroll è femminile? Io uso il maschile.
P.Non so, forse, ma io vedo femmine dappertutto.
A. Aahahahahahah, e io maschi......
P. E' la vita!
A. Senti, vista la momentanea crisi di ispirazione di entrambi,e la sede virtuale nella quale ci troviamo, che ne dici se approfittassimo del luogo e faccessimo virtual sex da pubblicare sul mio blog: del vaticano parlo domani.
P. Az... Anna, ma tra noi c'è troppo cazzeggio, non verrebbe bene.
A. Allora non se ne fa nulla, anche perchè spero di non dovermi mai ridurre a tanto, o per lo meno non prima dei settant' anni
P.Ok, mo me lo segno.
A. Ahaahahahahahahahahha
P. Facciamo un blog porno, se troviamo le energie.
A. Ottima idea, io di fantasia ne ho da vendere.
P.Potremmo pubblicare sesso virtuale recitando come personaggi di Star Trek o Guerre Stellari.
A. Ahaahahahahh, Pietro, sto ridendo da sola come una scema.
P. Dici che ci prenderebbero per matti?
A. Matti lo siamo, ci prenderebbero per quello che siamo.
P. Vabbè, allora ci penseremo, per ora soprassediamo.
A. Notte Pietro, dormi bene. Un bacio.
P. Notte a te......

venerdì 28 novembre 2008

Finalmente la sinistra ha vinto qualcosa

Meglio ridere che piangere......

mercoledì 26 novembre 2008

Falce e vangelo

Lo ha detto il presule, sardo e pensionato, penitenziere emerito della santa sede,in una conferenza di radio vaticana. Lo ha rivelato alla presentazione di un catalogo di santini ed immagini sacre, roba da rappresentati di commercio, insomma. Lo ha avallato l'immancabile Cossiga, asserendo che il suddetto presule penitenziere è persona, dopo il santo padre, informata dei fatti. Antonio Gramsci morì con i sacramenti e chiese alle suore che lo assistevano di baciare l'immagine di Gesù Bambino. Pare, inoltre, che conservasse gelosamente, sin da fanciullo, un santino di S. Teresa di Lisieux. Il Signore non si rassegna mai a perdere le sue pecorelle, dice l'alto prelato, e sembra che con Gramsci la ebbe vinta. Francamente a me nulla interessa se il grande politico ed intellettuale e fondatore del Partito Comunista Italiano Antonio Gramsci sia morto o meno con i sacramenti. Non so quale sia l'intento del vaticano nel diffondere tali notizie, per altro basate su nessuna prova confutabile. Vorranno convincere tutti noi atei comunisti a seguire le sue orme? In attesa, quindi, di scoprire che Lenin era seguace delle suore benedettine e che Marx in punto di morte lasciò tutto ai frati trappisti, mi permetto di far presente all'emerito penitenziere che il senso del bene sociale che ispira il pensiero gramsciano è molto più vicino all'insegnamento di Cristo di quanto siano e siano sempre stati la politica ed il comportamento del vaticano e di molti cattolici. Ciò che egli ha deciso in punto di morte è solo cosa sua, privata. Di lui resta il grande insegnamento di un uomo che ha saputo soffrire e morire per le sue idee. Il fatto che ora lo si voglia mettere sull'altare di un compromesso storico ante litteram, a mio avviso, è solo bieca propaganda.

domenica 23 novembre 2008

Tre

Sono tre. Uno arriva, si annuncia alzando la voce, all'improvviso. L'altro lo segue a ruota, gelido e disarmante. Il terzo è subdolo e faticoso, inizia a sfiancarmi ancora prima che lo veda. Mi basta annusarlo.Sono tre e mi vogliono.Tutti e tre mi reclamano. Pretendono di possedermi contemporaneamente. Io mi sento perduta, so che sarà difficile sottrarmi. Tutto sarà come sempre. Loro lo sanno e infieriscono. Mi prenderanno, lo sento sulla pelle. Li accetto come si accetta l'ineluttabile. E soccombo. Il gomitolo del mio masochismo inizia a dipanarsi. So che soffrirò, ma egualmente mi abbandono a loro.Uno mi prenderà la mente, l'altro il corpo e l'ultimo l'anima. Si avvicenderanno su di me, spietati e languidi al tempo stesso. Ed io subirò, sorridendo. Ma piangendo dentro di me. Li sentirò nelle viscere, andare lentamente fino a trafiggermi. Mi spalancherò a loro, vittima sacrificale. Fate di me quello che volete e poi andate via. Ma non sarà breve. Loro amano dilungarsi sopra di me, dentro di me. A volte in carezze lievi, altre in impietose cavalcate, che mi stravolgono. Uno mi terrà ferma, mentre un altro mi guarderà sfiorandomi e l'ultimo mi trafiggerà, con ricordi di echi lontani. Echi mai felici. Andranno via e mi lasceranno sfinita, ma serena, con lo sguardo ed il cuore che guarderanno avanti . Ad una nuova primavera. Dietro di loro la scena della mia stanza disfatta.Tutto sarà passato e non gliene vorrò. So che è così. Sono loro: l'inverno, tenebroso e troppo forte per me, il freddo, paralizzante e triste, il natale, angosciante e bambino.

venerdì 21 novembre 2008

Sulla corda

Sono sempre più sfiduciata e nauseata. Tutto questo teatrino imbastito dietro la commissione di vigilanza della RAI è ridicolo ed assurdo. Villari rimane appiccicato con l'attack alla poltrona e non la molla a favore dell'ottantacinquenne Zavoli che sembra un fantoccio scelto per coprire con un pietoso velo uno dei peggiori manovrismi da sottogoverno degli ultimi anni. Zavoli non è stato scelto per il suoi valori, ma viene indecorosamente usato per risolvere un pasticcio. Pasticcio di palazzo e di persone che vede inqualificabili guerre tra correnti, gruppi, congreghe, salotti. Un patetico luna park con nani e mangiafuoco. Sono sicura che, se proviamo a chiedere all' Italiano medio qualcosa in merito a questa faccenda, nulla sa e nulla gliene importa: lui la televisione la subisce e la assorbe e se ne nutre così come gliela propinano. Avrà visto Latorre passare il pizzino a Bocchino, lo avrà visto a Striscia, avrà anche accompagnato le risate preregistarte di sottofondo, ma non ci ha capito un tubo. Ne sono certa. La maggioranza è forte del suo strapotere ed il PD è lontano anni luce dalla gente che deve comprare la pasta, acqua, farina e plastica da imballaggio, a settanta centesimi. Sto PD non è interessato a spiegare alle persone quello che la destra sta combinando nel nostro Paese, e che di loro non si occuperà, presa come è a difendere gli interessi di casta, di appartenenza e di privilegio. Deve spiegarglielo di presenza, porta a porta,ché diversamente non può, visto che la tv è in mano al grande capo. Mentre la sinistra, quella a sinistra del centro sinistra, annega nell'autoreferenzialismo più masochista. E non ha più fantasia, né sensibilità.
Mi sento in bilico. Siamo in bilico. Che nessuno provi a soffiare, ché qui si casca tutti.

mercoledì 19 novembre 2008

Mani

Detesto le mani troppo curate, quelle imbellettate,quelle finte. Non mi piacciono quelle mani che non parlano di noi. La mano è la nostra vita, è quello che facciamo ed abbiamo fatto. Le mani lavorano e parlano. Si crea con le mani, si comunica con le mani, si ama con le mani.E le mani fanno l'amore. Sono veicolo di emozioni e sensazioni. Le mani spiegano e non mentono. Sono la parte più eloquente della nostra umanità. Mani forti, mani delicate, mani dure, mani impazienti, mani nervose,mani vinte, mani che hanno vinto,mani che han lavorato, mani che han fatto lavorare, mani che hanno dato amore,mani che non ne hanno ricevuto, mani che distruggono, che costruiscono, che giocano e che si cercano. Le mani sono un prolungamento dell'intimo, esprimono un desiderio,ma anche solo un'intenzione: sono una meravigliosa fusione di corpo e spirito. Ho sempre pensato che chi nasconde le sue mani dietro il belletto, o le cura troppo e non le mostra per quello che sono, ha paura di mostrare se stesso.

martedì 18 novembre 2008

Mulino bianco

Il Brunetta dei ricchi si erge sulle punte dei piedini e, agitando il ditino ammonitore,inveisce contro i fannulloni di sinistra, ché a destra, si sa, quelli non ci stanno. Conosce il problema dall'interno lui che è, fondamentalmente, un uomo di sinista: socialista in prestito a Forza Italia. Intanto, patito come è per le belle case, già pregusta la gioia per l'acquisto di una nuova magione, a spese de L'Espresso che ha avuto l'ardire di gettare un'ombra su tanta ostentata irreprensibilità. Speriamo che la destra se lo tenga ben stretto cotanto fustigatore di costumi, ché il PD deve già fare i conti con Villari che è stato ufficialmente investito della carica di oppositore dalla maggioranza stessa. Non mi meraviglierei se la destra decidesse di scegliere accuratamente i candidati della sinistra alle prossime elezioni. Tanto ormai qua siamo tutti trasversali. Una bella campagna elettorale senza liti, senza contraddittorio, tutti d'accordo, e un bel candidato unico alla presidenza del consiglio: i sudditi andrebbero a votare senza tentennamenti e vivremmo tutti felici e contenti. E' uscita pure la rima.

domenica 16 novembre 2008

Ora lo dico

Quando, raramente, prendo atto di un mio difetto sono seccatissima. Non mi piace neanche un po'. Non è che mi dia fastidio che gli altri lo notino, affatto. Mi dà enormemente fastidio doverlo ammettere a me stessa. Questo difetto qui lo avevo già constatato e rimarcato. Ma tendenzialmente soppozzo. Dimentico. Non ci penso, quindi : il difetto non esiste. Troppa autostima a volte fa male. Il problema in questione è quello di voler sempre dimostrare, e far credere a me stessa che tutto va bene. L'ostentare un'inossidabile serenità. Di quelle che, nonostante tutto, la vita mi sorride. Mi pregio di guardare gli altri che si arrabbiano, che soffrono, che mostrano i lati peggiori del loro carattere con una sorta di superiorità. Come a dire: sciocchi esseri umani, si sa che il mondo va così, non prendetevela.E mi rendo disponibile ad offrire una spalla sicura, alla quale appoggiarsi. Ci penso io. E mi convinco che tutto va bene, anche quando tutto va male. Ci sono, però, giorni in cui, come oggi, sento un dolore allo stomaco e, anche se mi ostino a volerlo vedere, il sole non c'è. Oggi è un giorno in cui nulla mi sta bene e mi sembra che le mie spalle siano diventate deboli per reggere le piccole e grandi cose. Forse domani passerà. Ma ora voglio dirlo, a voi ed a me, con altri non avrei il coraggio di ammetterlo ,voglio dirlo che oggi mi sento terribilmente debole e vulnerabile. Che nessuno si appoggi a me.....

venerdì 14 novembre 2008

La sentenza vergognosa

Ne parleranno in tanti oggi, ne parlerete in tanti. Nulla ho da aggiungere allo sgomento di queste ore. L'esito della sentenza sui fatti della Diaz, in quel luglio del 2001, me lo aspettavo tutto. Ma prenderne atto è doloroso. Lo stato ha difeso se stesso e le sue istituzioni, a scapito di tanti giovani massacrati. E quei crimini sono stati perpetrati davanti agli occhi del mondo intero. Lo stato ne esce pulito, i mandanti della mattanza sono stati assolti e gli esecutori materiali hanno avuto pene lievi. Il popolo , i cittadini che quella notte subirono inermi le violenze, esce sconfitto. Ma viene affermato anche un altro principio secondo il quale pagano comunque i sottoposti, mai i capi. Quello che è successo a Genova non è un caso isolato, è successo, succede e succederà ancora. Prendiamo ancora una volta atto che l'impunità per le forze dell'ordine è una realtà. Sono stata nelle caserme di polizia, picchiata ed oltraggiata. Senza la speranza di essere compresa, neanche dai familiari. Pensavo che qualcosa fosse cambiata. Mi sbagliavo. Oggi c'è solo maggiore visibilità per questi accadimenti, ma, nella sostanza, quel sangue che ha imbrattato i muri della scuola Diaz è stato speso inutilmente. L'unica arma che abbiamo in mano è quella di mantenere viva la memoria di quanto di gravissimo è stato commesso e di non permettere che questa sentenza cancelli con un colpo di spugna quello che è stato un vero e proprio assalto delle forze dell'ordine che hanno creduto di essere libere, legittimate oggi da questa vergognosa sentenza, di sospendere lo stato di diritto. Lì, in quella scuola, protetti da quelle mura. Alla scuola Diaz, quel luglio di sette anni fa, la democrazia è stata sospesa.

martedì 11 novembre 2008

Accade di notte

Accantoniamo per un po’ Obama, le figuracce che ci fa fare il nostro premier, le elezioni in Abruzzo, le proteste e quant’altro, e passiamo ad una storia, una vicenda personale.

Oggi vi voglio parlare di un uomo e, badate bene, non è un tranello dei miei: alla fine non sarà un melograno, un acquazzone estivo,uno scaldasonno o un vestito, e neanche un cane. Questo è un uomo vero, in carne ed ossa. Ci siamo conosciuti lo scorso inverno, tramite amicizie comuni e, pian piano, abbiamo iniziato una frequentazione costante. Lui venne a bussare da me, una mattina. Lo accolsi, ché sono tendenzialmente aperta ai nuovi incontri. Ci siamo scambiati visite di cortesia, ascoltando la musica che lui sceglieva sapientemente ,ed abbiamo iniziato a conoscerci, pian pianino. Da un po’ di tempo, però, ci incontriamo di notte,tacitamente, senza impegno, visto che entrambi,durante il giorno, siamo presi dal lavoro e dalle incombenze familiari. Siamo due tiratardi e, alla notte, si parla, si ragiona, si diventa intimi. Si discute di amicizia: “credi nell’amicizia fra uomo e donna?” gli chiedo “mmmh, non so, forse” mi risponde . E’ un uomo che non lascia spazio a tenerezze, un po’ tenebroso, a volte brusco, schietto,di quelli che dicono “pane al pane, vino al vino”. Mi piacciono gli uomini così. E’ attratto dal mistero, mi dice. Io di misterioso ho ben poco, mi paleso subito per quella che sono. E’ attratto dalla timidezza, aggiunge, io sono l’antitesi della timidezza. Non lo attrarrò mai, mi dico. Posso stare tranquilla. Poi , una notte di qualche tempo fa, mentre ,entrando da me, dopo aver brevemente scampanellato, accendeva come al solito la lucina, io lo percepii diverso. Sentivo che voleva dirmi qualcosa. Paziente aspettavo. Forse ha un segreto, forse una rospo in gola, vuole confidarsi. Mi approntavo ad ascoltarlo, quando lui, diretto, mi dice : “vuoi vederlo?”. Non sono nata ieri, ma una cosa così non mi era mai capitata. Interdetta, velocemente ragiono fra me e me. Gli dico subito no, rischiando di perderlo? Gli dico che voglio pensarci? Accetto entusiasta? Decido, allora, per una domanda :" come mai proprio io? Come mai proprio qui, ora?” lui, imperturbabile, mi risponde "perché di te mi fido, mi piaci, siamo amici e perché poi penso che piacerà anche a te e potrai darmi pure un giudizio, alla fine”. Oh cielo, bella questa. “Sì, aggiunge, a volte mi sento insicuro, ho bisogno di conferme. Allora, vuoi? Vuoi vederlo? Dai, vogliamo farlo?” Mi rendo conto che la situazione non ammette tentennamenti, l’attimo va colto. Forse sarà per una volta sola, e domani entrambi faremo finta di nulla. Forse è l’inizio di una storia che si ripeterà. Forse questa cosa mi lascerà il segno. Mi piacerà? Non avrò a pentirmene? Pongo fine agli indugi: si vive una volta sola, ed io non ho più tempo per rimandare, meglio vivere l'attimo. Voglio viverlo ora. E mi butto a capofitto. “Sì, gli dico convinta, ci sto”. Sorride, si avvicina, uno sguardo di quelli suoi, dietro gli occhiali scuri, anche di notte, e diamo inizio alle danze. Accetta, scarica, apri…. il file è arrivato, pronto per essere aperto. Pronto per essere visto. Pronto per essere consumato. La finestra di messenger lampeggia e lascia il posto ad un’immagine: “ Mmmmm….. è bellissima, Pellescura, una vignetta magnifica. Mi piace. Sei bravo davvero. Continua così. Ancora, ancora, ancora un'altra.…. Lo rifacciamo anche domani?”

Pietro, perdonami, non ho saputo resistere :-)

lunedì 10 novembre 2008

In Abruzzo si corre insieme

Il 30 novembre in Abruzzo si voterà per le regionali. Antonio Di Pietro, abbiamo già detto che è un uomo di destra, un populista, un ruspante, un giustizialista, ossessionato dall'odio per Berlusconi, abbiamo detto tutto, ebbene Antonio Di Pietro, in Abruzzo ha ricompattato la sinistra, quella che Veltroni è riuscito brillantemente a distruggere. Ha dettato regole ben chiare: un suo uomo alla presidenza e nessun candidato inquisito. E ce n'erano, tra le file del PD: dal sindaco di Pescara, coinvolto in storie di tangenti, all'assessore regionale ai trasporti ,coinvolto nell'inchiesta per l'inquinamento dell'acqua dei pozzi di Bussi, quella che molti di noi bevono.Entrambi forieri di un bel po' di voti. I signori del PD hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco, se vogliono avere una speranza di vincere. Il candidato Costantini promette che la prima cosa che farà, se vincerà, sarà quella di eliminare le pensioni per i consiglieri regionali. Il PD ha dovuto fare un passo indietro e rinunciare a quell'egemonia che presume di avere nell'ambito della sinistra. L'Abruzzo ha bisogno di una politica di rigore, dura e decisa: è una regione allo sbando. Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani, SDI e PD corrono insieme sotto la guida di Di Pietro, che è un leader vero. La consultazione abruzzese sarà una verifica, sia per Berlusconi, per tastare il polso al suo elettorato , sia per Veltroni, per valutare quanto sia valido l'ostracismo che ha riservato alla sinistra radicale. E, se la coalizione ce la farà, spero bisognerà fare i conti con la leadership veltroniana, che non sarà più così scontata.

domenica 9 novembre 2008

Siamo diversi da lui e da coloro che lo hanno votato


Vorrei che fossimo in tanti. Un sogno? Forse no.
Siamo Italiani e dobbiamo essere fieri di esserlo.
L'iniziativa "Yes, we are different" sta decollando. L'Unità oggi parla di noi, a pagina 35.
Rendiamoci visibili.
Possiamo farcela. Ma occorre il nostro impegno.
Diffondiamo, diffondete.
Urliamolo al mondo intero.

Siamo milioni di italiani e siamo invisibili.
Siamo milioni e non siamo volgari.
Siamo milioni e non siamo razzisti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato la nostra storia.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato di essere un popolo di emigranti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato che eravamo dalla parte sbagliata nella seconda guerra mondiale.
Siamo milioni e siamo onesti e civili.
Siamo milioni e NON CI riconosciamo nelle parole del signor Berlusconi.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PARLA PER NOI -
SÌ, NOI SIAMO DIFFERENTI


Aderite e fate aderire. Facciamo uscire questa protesta dal mondo di Internet. Diamo un segnale della nostra esistenza. Alziamo la testa.

venerdì 7 novembre 2008

We are different

A dirla tutta, personalmente, del fatto che Berlusconi mi abbia dato della cogliona non può importarmene di meno. Come non mi interessa che abbia dato dell'abbronzato al nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Ma io non faccio testo, io sono abituata alle sue uscite. Non mi aspetto nulla di meglio da lui. Dalle corna, al gesto del mitra,dagli apprezzamenti pesanti alle signore, al consiglio di sposare un miliardario per sbarcare il lunario, siamo abituati al peggio. Non credo che il premier sia razzista, credo piuttosto che sia cretino, è diverso. Rappresenta quell'Italia obsoleta degli anni 60, quella di Alberto Sordi. Incarna, insomma, lo stereotipo dell'Italiano pecoreccio e furbastro, e opportunista, e disonesto. Quello che io non ritengo di essere. E mi preoccupa ed irrita in maniera soverchia il fatto di essere rappresentata da lui nel mondo. A tal proposito, trovo appropriata e brillante l'iniziativa lanciata da Silvano nel blog de Il Russo. Tutti i giornali stranieri hanno ripreso l'ennesima infelicissima uscita del premier, commentandola come merita. Allora Silvano dice:

"Facciamo una colletta e compriamo una pagina di un giornale straniero per dire che noi non siamo come lui. Non voglio che mi giudichino patetico come il nostro Primo Ministro."

E la cosa, velocemente, ha preso corpo.
E questo il nuovo blog creato per dare vita a questa iniziativa : http://yeswearedifferentit.blogspot.com/

Yes, we are different: facciamolo sapere al mondo che non tutti gli Italiani sono come Silvio Berlusconi.
Yes, we can. Almeno questo possiamo farlo.

giovedì 6 novembre 2008

Bananeeeeeeeeeeeee..........

Dopo il sogno americano, stamani son tornata alla realtà, seguendo, come tutti i giorni, Omnibus, su La7. Siccome sono contenta e non mi girano i cabasisi, l'ho presa a ridere. C'erano Gasparri, Colaninno jr, Ferrero, una bionda ed occhialuta signora leghista ed un paio di giornalisti.
Si parlava, neanche a dirlo, di Obama. Ché ora ce li scasseranno per giorni e giorni i suddetti, a dire e contraddire tutto il possibile sul presidente USA. La cosa che mi ha divertita, in questo involontario cabaret, è stato il tentativo di tutti di paragonare il nero più potente del mondo ai politici caserecci. Gasparri, solita bavetta e solito occhio sveglio, ça va sans dire, lo ha accomunato al cavaliere Al Tappone : entrambi uomini nuovi, con idee innovative, che sanno scaldare gli animi, muovere masse di elettori e che credono nel sogno del capitalismo moderno. A questo punto Colaninno non poteva essere da meno: non diciamo schiocchezze, il vero Obama italiano è Uolter, ché è davanti agli occchi di tutti la folla oceanica che è riuscito a radunare al Circo Massimo. E poi in comune hanno anche quel "yes, we can" , e scusate se è poco. L'occhialuta leghista è insorta: ma scherziamo? Il vero Obama italiano è Bossi. E lo ha detto impettita ed orgogliosa. Lui sì che è il nuovo, il nuovo vero, fattosi strada con lacrime e sangue, fra la gente. Lui ha strappato elettori alla sinistra ed alla destra, è trasversale, apartitico e osannato dal suo popolo. Gaia Tortora ha obiettato, ricordando alla signora le dichiarazioni del senatùr circa l'eventualità di un nero al capo del governo italiano. E la bionda ha risposto, imperturbabile, che non si tratta di razzismo, figuriamoci, ma semplicemente del fatto che loro non prendono neanche in considerazione la possibilità del voto per gli immigrati.
Giunti a tanto, Ferrero non poteva tacere. Ha rivelato che, leggendo la biografia di Obama, non può non pensare a se stesso: entrambi quarantasettenni, entrambi self made men.
Credo che Crozza non avrebbe saputo fare di meglio. E neanche Albanese. Ho deciso che disperarsi non serve proprio a nulla: facciamoci due risate. Questo ci tocca.

mercoledì 5 novembre 2008

Barack Hussein Obama

Da oggi l'uomo più importante del mondo è un uomo di colore. La storia dell'America, oggi, è stata smentita. Gli Stati Uniti passano da quell'apartheid che prevedeva ruoli ben preicisi per i neri, in una società apertamente razzista, ad eleggere un presidente afroamericano. E Obama si chiama anche Hussein, nome imbarazzante che evoca ,per i fratelli d'oltre oceano, terribili disgrazie. E questa è un'altra barriera di pregiudizio che cade. Non mi aspetto che il nuovo presidente americano risolva i problemi del mondo. Le sue parole sono belle, bellissime e commoventi. Le ho ascoltate, dopo la vittoria,con il cuore in gola e le lacrime agli occhi.Ma so che sono solo parole. Ora ci aspetta la realtà. So che Obama non rinnegherà quel sistema che lo ha condotto al potere, perché quel sistema non lo avrebbe scelto se non fosse stato più che certo della sua fedeltà. Forse egli rappresenta solo una promessa che l'America ed il mondo non potranno mai mantenere. Ma il simbolo della vittoria contro il razzismo, quello, rimane. E resterà patrimonio dell'umanità intera.
Oggi il mondo si è svegliato diverso.

lunedì 3 novembre 2008

Aspettando Obama


Aspetto Obama perché non voglio perdere la speranza in un mondo migliore. Di democrazia, di uguaglianza di diritti, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà.
Lasciatemi vivere questo sogno, almeno fino a domani.....

giovedì 30 ottobre 2008

Ipocrisia

Coloro che manifestano "tendenze omosessuali fortemente radicate" o un'identità sessuale "incerta" non possono entrare in seminario e diventare preti: lo afferma esplicitamente un nuovo documento pubblicato dal Vaticano, che prevede l'uso di psicologi per valutare eventuali patologie e "ferite" psichiche dei candidati al sacerdozio.

Ennesima discriminazione effettuata dal vaticano, che dovrebbe invece stare dalla parte delle minoranze. La tendenza omosessuale, Benedetto, non impedisce di essere buoni sacerdoti, così come non impedisce di essere brave persone. E poi, se il voto di castità è per la chiesa imprescindibile, cosa importano le tendenze? Non sarebbe bastato dire : "la tonaca deve essere negata a chi trova difficoltà a vivere la castità del sacerdozio"?
Non sarebbe stato il caso, inoltre, di aggiungere :"è vietato il sacerdozio a chi manifesta la tendenza ad esercitare lo stesso come espediente per professare occultamente e subdolamente la propria sessualità"?

lunedì 27 ottobre 2008

Abbraccio


Durante l'estate lo avevo deciso: non lo vedrò mai più. E ne ero convinta, volevo abbandonarlo. Lasciarlo al suo destino. Tornata a casa dalle vacanze di settembre,mi sentivo forte: ce l'avrei fatta a stare senza di lui. Non è più roba per la mia età, mi dicevo. Basta, taglio netto. Ma, alla mattina di sabato, ho aperto gli occhi con una strana sensazione addosso. Mi mancavi. Nel torpore del risveglio, sognavo le tue braccia. Ho improvvisamente sentito la mia pelle orfana del tuo caldo, lieve e delicato tocco d'amore. Del tuo respiro confortante, del tuo tenermi su di te, del tuo placarmi. Mi giravo nel letto deserto e ti cercavo, ti sognavo. Il ricordo delle nostre notti era vivo nella mia mente. Allora mi son detta: perché privarmi del piacere? Perché rinunciare a te? In nome di cosa? Sono scesa dal letto e mi sono preparata un caffè, la mia sigaretta ed ho deciso che ti avrei rivisto. Ti avrei chiesto ancora una notte insieme, ancora tante notti, abbracciati. Meticolosamente ho preparto il talamo: quelle lenzuola rosse che ti piacciono tanto ed un leggero piumino d'oca, per avvolgerci. Nulla più, ché tanto ci sarai tu a scaldarmi. Poi sono andata a lavoro, pregustando la notte d'amore. Quando sono entrata nel letto tu eri già lì, mi aspettavi. Mi sono spogliata, per sentirti meglio, per sentirti subito. E tu mi hai abbracciata. Ho poggiato il capo su di te e ti ho assaporato. Una lieve scossa ha percorso la mia schiena, un brivido di piacere. C'è tensione fra di noi, elettricità pura. Mi sono abbandonata a te. E tu hai iniziato ad accarezzarmi. Una congiunzione calda e profumata. E lunga, interminabile. Sei già bollente, ed io pian piano salgo alla tua stessa temperatura. Mi confondi. Mi sciogli. Mi spossi. Ed io ti respiro,ti annuso, ti voglio.Mi hai tenuta stretta a te per l'intera nottata, ma io, dopo ore di passione, stremata,ho tirato fuori la mano dal letto, ho cercato l'interruttore, on -off, e ti ho spento. Sei uno scaldasonno fantastico. Senza di te son perduta.....

domenica 26 ottobre 2008

Voglia di partecipare

Due milioni e mezzo, duecentomila : il ridicolo balletto dei numeri non mi interessa. La piazza c'è, le persone ci sono. Le persone oneste, che lavorano, che fanno sacrifici. Quelle che non chiedono alla politica il tornaconto personale. Quelle che sollevano un grido disperato e di speranza. Quelle che non vogliono soccombere alla vergognosa deriva di destra che sta prendendo il nostro Paese. Ma tu, Walter, dove sei? Sinistra tutta, dove sei?

mercoledì 22 ottobre 2008

Mal di fegato

Fra le varie sciagure che questo governo ci riserva, sicuramente non al primo posto in ordine di pericolosità, ma pericolosissima per il mio fegato,c'è la visione di Gasparri che impazza a destra ed a manca. Stamani era ad Omnibus e sbraitava contro la mancata elezione di Pecorella a giudice della Corte Costituzionale. Sosteneva che, come professore e grande avvocato, fosse la persona con tutte le carte in regola per ricoprire dignitosamente quel ruolo. Ovviamente ha omesso di ricordare che l'esimio onorevole è imputato per favoreggiamento nelle stragi di piazza Fontana a Milano e piazza della Loggia a Brescia, è autore della legge che voleva cancellare il processo d'appello, quando c'era quello per la Sme di Berlusconi, e, se fosse stato eletto, si sarebbe trovato a dover decidere dell'ammissibilità di una legge, quella del Lodo Alfano, che egli stesso ha contribuito a promuovere. La presenza del "capogrullo" del pdl, come qualcuno brillantemente lo ha definito, ha raggiuto il culmine in una scena quasi isterica, del tipo :"non avete voluto Gaetano? E noi non vogliamo Orlando. Tiè, beccatevi questa. Qua comandiamo noi, mica cavoli!" E lo diceva con la bavetta alla bocca, e lo sguardo inespressivo dell'idiota.
Intanto pare che PD ed IdV non abbiano ancora divorziato definitivamente: staranno aspettando le prossime elezioni per spartirsi il rimanente, esiguo, numero di poltrone?

sabato 18 ottobre 2008

Faccia di bronzo

Il papa accusa la scienza moderna di inseguire il facile guadagno, e di arroganza nel volersi sostituire al creatore.

Benedetto, ma mi faccia il piacere: capisco che deve fare il suo dovere di catechizzatore e che per lei pontificare è di natura e d'obbligo, ma la sua faccia di bronzo ( per non volerla assimilare ad altro) è alla pari, se non peggiore,di quella del nostro presidente del consiglio. La sua banca, quella della quale è capo supremo, ha un capitale di cinque miliardi di euro. Gli interessi annui che garantisce ad i suoi clienti, tutti rigorosamente prelati o dipendenti della sua azienda, con l'aggiunta di qualche ente privato che non si capisce bene con quale criterio lei abbia scelto, sono altissimi, possono arrivare persino al 12%, e sono netti netti, visto che voi lì in vaticano le tasse non le pagate. I bilanci ed i movimenti della sua banca, gestiti da suoi funzionari scelti, sono noti soltanto a lei ed a cinque cardinali, nominati da lei stesso ed alle sue strettissime dipendenze. Lei, caro Benedetto, ha contatti con banche di tutto il mondo, senza controllo alcuno da parte di chicchesia, se non quello del suo dio che, a quanto pare, è disposto a chiudere un occhio. Lei non aderisce ai patti internazionali contro il riciclaggio di danaro sporco. Immagino che pensi di ripulirlo con la sua fede. Non le cito il Banco Ambrosiano, ché è roba ormai morta e sepolta: sono tutti passati a miglior vita, o quasi: voli dal quarto piano, corde al collo, caffè al cianuro. Tutti pentiti di aver fatto del male alla santa madre chiesa. Guardi nel suo orto, Benedetto, e faccia lei atto di umiltà, inizi ad aprire i suoi armadi, senza tacciare altri di arroganza.

giovedì 16 ottobre 2008

Maccaroni



Oggi ho un pomeriggio di relax, dopo giorni trascorsi a correre di qua e di là. Avrei potuto oziare, cosa che adoro fare,e che mi riesce benissimo, ma l'altro componente della mia esigua famiglia stamani ha pensato bene di andare in pescheria e comprare quello che più gli piaceva. Ora mi trovo davanti, tra l'altro, una bella incartata di cicale di mare, pannocchie da noi, canoce altrove. Signori: sono vive, si agitano, scodinzolano. Ma devo affrontare l'emergenza e trasformarmi in un'assassina sanguinaria. Necessità fa virtù, mi ripeteva mia nonna. Dunque, come ucciderle? Immagino di trovarmi davanti al cavaliere? Bene, le ficco nel freezer, le iberno, nel gaglioffo tentativo di passare la patata bolente ai posteri. Le tiro fuori dopo un po': sono ancora vive e vegete. Ma si sa che il presidente è abituato a risorgere dalle sue ceneri. Nulla di nuovo.Uè, non si dica mai che non riesca a venirne fuori vincitrice. Allora immagino di avere di fronte Gaetano Pecorella. Le afferro con piglio ardito e pratico un'incisione al ventre, lunga lunga, da capo a piedi. Le neutralizzo. Scongiuro il pericolo di vederle avallare l'operato del loro padrone alla Corte Costituzionale, hanno già fatto troppi danni con il lodo di Angelino. A questo punto infierisco: l'olio frigge nel padellone. Le pannocchie, inconsapevoli Gelmini, rosolano nel liquido bollente ed io le "scamazzo" con la paletta di legno. Faccio uscire tutta la polpa: vediamo se poi faranno le classi differenziate per i figli degli immigrati. E' arrivato il momento di annegarle nel vino bianco, dolce morte. La infliggerò alla così detta "opposizione". Dai, tutto sommato, prima, qualcuno di loro era comunista. Le ubriaco in nome della fede di una volta. Le linguine, e qui mi si porge il fianco, le linguine, appunto, sono tutte Carfagna. Espiano il loro arrivismo orale nell'acqua che bolle. Al dente, le colo e le getto nel padellone, con il cavaliere, Gaetano, Maristella e l'opposizione tutta. Un' aggiunta di prezzemolo che neutralizza i reazionari e.....io me te magno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 15 ottobre 2008

Dove andare?

"Bisogna rilanciare il conflitto, in luogo di un dialogo-panacea che non serve a nessuno, bisogna avere il coraggio di stare da una parte, sperando che sia quella giusta. Ed io, ora, so di stare dalla parte dei poveri e di chi non ha voce"
Queste le parole del filosofo Gianni Vattimo al momento del congedo dall'insegnamento, dopo 44 anni di servizio.
Nettamente in contrasto con quanto il PD sta cercando di fare, sono parole che sembrano cadere nel nulla, non avendo la sinistra altro referente. Ma potrebbero essere un punto di partenza, per chi, come me, è confuso e sconfortato.

lunedì 13 ottobre 2008

Per Finazio

Fin,
ormai si parla di te nel mondo dei blogger comunisti più che delle tette della Carfagna, degli esami a Reggio Calabria della Gelmini e dei capelli bitumati del Cavaliere. Penso che tu stia benone e ti stia anche divertendo leggendoci. E che ti faccia piacere constatare quanto siamo affezionati a te. Il link del tuo blog, ormai inesistente, lo lascio ugualmente, in attesa di sostituirlo con quello nuovo. Prima o poi, quando vorrai. Senza fretta.Ti lascio una canzone che a "noi" napoletani piace tanto :-) e un bacio, grande, a te ed a Joy.

Te vogl n'ata vot int a sti bbraccia......



Non perdere il testo della missiva del "puon Ciosef" contenuto nei commenti, mi raccomando.....

sabato 11 ottobre 2008

Esercizio di mem(e)oria

Se non siete corsi a comperare le azioni dell' Eni-Enel e, perché no, di Mediolanum e Mediaset, come il nostro presidente broker ha consigliato a tutti gli Italiani, beccatevi questo meme che mi ha passato la cara Zefirina (http://zefirina.blogspot.com/). E' carino. A me piace perchè allena la memoria. Chi vuole, dica la sua.
La domanda è: dov'eri e cosa stavi facendo mentre accadevano questi fatti?

La morte della Principessa Diana, 31 agosto 1997: appresi la notizia a notte fonda. L'indomani partivo per gli Stati Uniti e, come sempre, preparavo i bagagli all'ultimo momento. Ero sintonizzata sulla CNN per abituare l'orecchio all'inflessione americana, io che conosco bene l'inglese. La cosa non mi scosse affatto. Pensai che era morta come era vissuta, da scombinata sfortunata. Ma uscendo dall'hotel Ritz di Parigi, a bordo di una Mercedes con autista, e con al dito un anello di brillanti da sei milioni di dollari, regalo fresco del suo Dodi. In realtà preferisco dolermi per un altro genere di sfortunati.

Le dimissioni di Margaret Thatcher, 22 novembre 1990 :con tutta la buona volontà, non lo ricordo proprio. Ero agli albori della mia attività lavorativa, quella definitiva, e molto probabilmente stavo lavorando all'arredamento di uno studio di avvocati, quello che fu il mio biglietto da visita che mi aprì molte porte.

L’attacco alle Twin Towers, 11 settembre 2001: questo, ovvio, lo ricordo benissimo. Ero, come ogni anno in settembre, ad Ischia. Giornata splendida di sole trascorsa alle terme. Passavo da una piscina all'altra, mi abbronzavo, riposavo. Vidi uno strano fermento fra gli ospiti del giardino termale, ma non me ne occupai più di tanto. Mentre uscivo dalla mia piscina preferita, 36 gradi di acqua calda ed avvolgente, incontrai lo sguardo di un bagnino il quale mi disse "Signo', hanno bombardato l'America". Incredula, pensai fosse pazzo. Poi mi resi conto di quello che era accaduto. E tutto fu così surreale, in quel paradiso terrestre, io mentalmente lontana dal mondo, senza televisione. Uscendo dalle terme, mi fermai nel bar di un amico e vidi le immagini che tutti conosciamo. Sembrava un incubo dal quale doversi risvegliare al più presto. Forse stavamo sognando.

Omicidio del Presidente Kennedy, 22 novembre 1963: ero bimba, sette anni. Ricordo poco. La memoria mi riporta all'immagine di me, seduta al tavolo di cucina, a fare i compiti. Quell'uomo mi era stato sempre presentato come un eroe : il ricordo di quel macchinone decappottabile e di Jacqueline che urlava è stampato nella mia mente in maniera indelebile. In famiglia fu un vero lutto.

Morte di Franco, 20 novembre 1975: giorno, mese ed anno in cui iniziai la mia storia d'amore che dura ancora. Come dimenticarla? Cena in un ristorante molto carino, accompagnata a casa in auto, i primi baci e poi una notte insieme. No, quattro giorni e quattro notti insieme. Franco era l'ultimo dei miei pensieri.

Vittoria della Spagna ai Campionati Europei di Calcio, 29 giugno 2008: qui devo iniziare a preoccuparmi. Come le persone anziane, ho memoria per gli accadimenti lontani e nessuna per quelli recenti. Cosa facevo il 29 giugno? Non ne ho la più pallida idea. Sicuramente non guardavo la partita, ché in casa né io, né mio marito siamo interessati. Probabilmente eravamo a fare una passeggiata, godendoci la città .E sotterraneamente tifando per la Spagna di Zapatero.

mercoledì 8 ottobre 2008

Italiani brava gente

Quando ad Ischia leggevo quello che accade nel nostro Paese, mi mancavate. Mi mancava il poter condividere con voi le mie sensazioni e reazioni e angoscie. Parlavo con mio marito,ma lui, in politica, è un predicatore nato e mi arringa, con tesi che condivido sempre, ma non mi lascia parlare. Non è il massimo del dialogo. Insomma, mi mancava lo sfogo condiviso attraverso questi spazi. Allora mi annotavo mentalmente tutto quello che vi avrei detto al ritorno. E immaginavo anche le vostre risposte. Oh, ce n'era da dire: sono accadute più cose in questo mese che nei due anni del defunto governo Prodi, e forse anche nei cinque del precedente governo della sinistra. Questi le cose le fanno, non c'è che dire. Son cose che non ci piacciono, ma le fanno. E poi parlano, comunicano, mistificano. E la gente lì a credergli, senza senso critico, senza domande. Sono dei gran venditori di se stessi. Si operano tagli vergognosi alla pubblica istruzione? Vengono spacciati per riforme del sistema scolastico col grembiulino stirato di fresco. Si è dissennatamente fomentato l'odio razziale durante la campagna elettorale? I neri muoiono ammazzati per mano di nostri connazionali? Si va sbraitando a destra ed a manca che gli Italiani non sono razzisti. Gli Italiani finiranno per crederci. E' stata eliminata la spazzatura dal centro di Napoli, mentre nelle periferie continua a marcire in mucchi? La spazzatura è stata tolta tutta dal nostro Cavaliere, Napoli è pulita. E gli Italiani dicono "che bravo!" Quelli che protestano vengono allontanati dai luoghi che frequenta il nostro presidente spazzino, lì ci sono solo i supporter che lo osannano. Le prostitute fanno arrabbiare le mogli e scandalizzano i passanti? Si ripuliscono le strade minacciando loro ed i clienti di multe salate e compromettenti. Andranno a nascondersi in appartamenti e spariranno, pur continuando ad esistere, ché tanto esistono da sempre. Gli Italiani son contenti e non pensano proprio alle poverette sfruttate e ricattate dai loro aguzzini. Intanto il capitalismo frana rovinosamente e i menager creativi, quelli a cui il nostro Tremonti si è sempre ispirato, fanno crollare il colosso statunitense. E l'Europa trema. L'intero sistema capitalistico trema, mentre nel mondo si continua a morire di fame. Ma gli Italiani hanno L'isola dei famosi, ed ora è tornata anche la Carrà, e al sabato sera c'è Pupo, ed il cavaliere, ospite di Vespa,gli si rivolge chiamandolo dottor Fede: il divertimento è assicurato. Sono tranquilli, chi li governa non potrà essere punito se delinque e potrà restare ben saldo al posto di comando, affermando il principio che la legge non è uguale per tutti. E loro, gli Italiani, stanno tutti chiusi in casa, convinti di stare meglio di prima. Siamo tutti in regime democratico. Bastonati e felici. Allegria!

martedì 7 ottobre 2008

L'ultimo bagno

Quando ero bimba e adolescente, le scuole riaprivano i battenti in ottobre. Tornavo in città dopo tre mesi trascorsi nella casa al mare. Ah, bello il mare Adriatico a quei tempi! Una casa quasi sulla sabbia: giorni e giorni trascorsi senza nulla addosso, nella libertà più assoluta. Sì, c'erano gli orari imposti dalla famiglia, e anche i compiti estivi, che iniziavano a tormentarmi con la voce dei miei genitori già dalla metà di luglio. Ma io ero bravissima a rimandare, a svincolarmi, a dire sempre domani. Ed ero bravissima anche ad allontanare il pensiero dei banchi scolastici, dei professori, degli impegni, dei doveri. "Sembri una selvaggia" mi diceva mia madre, ed aveva ragione. La sabbia addosso, la pelle arsa dal sale, i capelli, sempre tanti, scompigliati in ricci mai districati.Ed indistricabili. E costume da bagno anche alla sera, fino a tardi. "Vuoi farti una doccia e darti una sistemata?" la voce di mio padre è ancora nelle mie orecchie. Ma io speravo sempre nell'ultimo bagno, che doveva ancora arrivare. Ne è passato di tempo da allora, ed io sono ancora qui, ad aspettare l'ultimo bagno, e l'ultimo raggio di sole. "Non è finita, non può essere finita", mi ripetevo mentre mi trascinavo verso il primo giorno di scuola, ingabbiata negli abiti cittadini. Ora gli impegni sono cambiati, ovvio. Quello da cui fuggo, o meglio,vorrei fuggire, è la realtà dei nostri tempi. Quella realtà nella quale, inevitabilmente, mi dovrò reinserire. Ero ad Ischia e sapevo tutto, leggevo i giornali, quelli catastrofici, i miei. Quelli che non mettono le lenti rosa alla realtà. Vedevo tutto, percepivo ogni cosa, e mi dicevo "domani, sì domani ci penserò".
Ora il domani è arrivato, ma, vi prego, lasciatemi ancora un po' sulla spiaggia, ad aspettare quell'ultimo bagno. Vi leggerò, mi piace leggervi. La mia mente è davanti all'ultimo sole della giornata, con il mare che mi lambisce appena e l'estate che ancora non va via.

domenica 5 ottobre 2008

Eccomi

E sì, sono tornata. Dal caldo al freddo. Pessima sensazione. Sono un po' spaesata: un mese è lungo e permette di staccare bene dalle ambascie quotidiane. Conto di rientrare lentamente nella routine, senza scossoni. Sono felice di ritrovarvi. Passerò da voi per i saluti. Mi siete mancati.....

martedì 2 settembre 2008

Partenza

Sono arrivate anche per me. Alzo i tacchi. Domani parto per le vacanze. I propositi sono i migliori: riposarmi, indulgere nelle cose che amo, riempirmi occhi e cuore di mare e sole e paesaggi che lentamente dissolvono verso l’autunno. E che porterò con me nei lunghi mesi invernali. Le ambasce? Al ritorno. L’Italia a pezzi sparsi? Guarderò solo il bello che il nostro Paese sa regalare, e cercherò di non pensarci. La casa mi aspetta: la riempirò di parole sommesse e di gesti lenti, e di tempi che non temono l’orologio. Albe e tramonti, e passeggiate al mattino, e bagni in mare alla sera. In mezzo nessun programma. Solo me stessa. E poi si sa che sotto ogni vulcano c’è un gigante che ha fatto un torto a Zeus. Il gigante che riposa sotto l’Epomeo di Ischia ha reso il terreno fertile ed ha fatto un regalo in più alla splendida isola: le acque calde che sgorgano dalla rocce in fondo al mare, e che incanalate confluiscono in piscine con nomi da mito e sogno. Le ninfe delle acque danzano fra i fiori che sono in tripudio anche a settembre. E presto Bacco porterà l’odore dell’uva e del mosto. Vi saluto amici cari, tutti, nessuno escluso. Gli amici storici del mio blog, quelli più recenti , i recentissimi ed anche gli anonimi che continuano a prediligere questo spazio. E tutti quelli che passeranno. Al ritorno verrò a bussare da voi e spero che mi vorrete ancora bene. Ci rileggeremo il cinque ottobre. Scappo, ché sono una romantica ed ho il cuore tenero. Mi mancherete.
Un abbraccio e tutto il mio affetto di sempre.
La vostra Anna

sabato 30 agosto 2008

Eccoli!

Pensavate di esservela scampata. Ebbene, vi sbagliavate di grosso.
Come Cornelia con il Gracchi, come Fantozzi con la sua Cita, come il cavaliere con i suoi Angelino e Maretta, vi presento i miei gioielli. Il mio terrazzo con i miei fiori. Ne vado orgogliosissima. Le foto sono pessime, lo so. Ma apprezzate almeno la buona volontà.

Questa è parte della vista: nella prima foto la catena del Velino-Sirente. Nella seconda quella del Gran Sasso. Se ingrandite la foto, vedrete il picco del Corno Grande, la cima più alta.
Ora, gli altri gioielli:



E' ovvio che si accettano solo commenti positivi, entusiasti direi. Se volete criticare, astenetevi.
Sono democratica in tutto, tranne che per i miei fiori.
Baci baci....