mercoledì 27 ottobre 2010

Meglio tardi che mai

Mi è difficile scrivere. Per svariati motivi. Il primo è che non posso dare buone notizie. Sono diciannove mesi che non riesco a darne. Neanche una piccola. Anche se mi sforzo di trovarne.
Una ce ne sarebbe, ma forse è una falsa buona notizia.
I cinque saggi, chiamati dalla struttura tecnica di missione che dovrebbe occuparsi di stilare un piano di ricostruzione per la città, hanno fornito una prima relazione che riguarda le azioni da compiere a breve termine. Ebbene, il sociologo, l'economista, l'urbanista, persino gli uomini di Confindustria, tutti di acclarata fama, mettono nero su bianco quanto noi cittadini attivi andiamo ripetendo da mesi e mesi. E dicono cose di buon senso (strano, vero?), le dicono dopo diciannove mesi, e son cose che parlano di progettazione partecipata, di democrazia partecipativa. Scrive il sociologo Aldo Bonomi :"la progettazione non partecipata, anche quando tecnicamente efficace, genera quasi sempre un deficit di trasparenza e, nei casi più deteriori,peraltro frequenti nella storia del nostro paese,logiche opportunistiche e l'uso distorto delle risorse. L'approccio metodologico proposto, viceversa, si fonda sull'ipotesi per la quale solo un adeguato grado di mobilitazione della società locale e il suo riconoscimento come soggetto protagonista del processo di ricostruzione può combinare efficacemente qualità tecnica ed equità di efficienza e controllo democratico". Ci voleva il grande saggio per dirlo. Dopo diciannove mesi.Non so se Berlusconi e Bertolaso leggeranno mai il documento. Dovessero farlo, penseranno che il dottor Bonomi è un disfattista comunista. Così come l'economista Paolo Leon che afferma che i centri storici sono un bene unico, per i significati simbolici che portano in sé. "Un bene che appartiene alla collettività, locale, nazionale, planetaria,aldilà dell'interesse o dell'utilità dei singoli" , conferma l'urbanista Lampugnani che parla di regole, trasparenza, controllo. Che parla di ricostruzione che si paga da sola, poiché favorisce l'imprenditorialità locale e, in seconda istanza, attrae investimenti esterni. E noi lo gridiamo, inascoltati, da mesi. Non perché siamo particolarmente saggi, ma perché è l'unica analisi che si può fare.E ci hanno sfibrati, non prendendo in considerazione proposta alcuna. Primo fra tutti il Comune, che ancora non ci garantisce neanche un luogo dove incontrarci, dove esercitare la partecipazione tanto sbandierata dai saggi . E la Regione, e su, fino a giungere al Re Sole Bertolaso , alter ego dell'altro Re Sole, che ha fatto di noi carne da macello. Quindi non è una buona notizia, ma è una cosa che ti fa solo arrabbiare, ché troppo tempo si è perso. Ché mi sento presa per i fondelli. Anche dai cinque saggi che, dopo diciannove mesi, non dicono nulla di nuovo. Solo aria fritta. Per continuare a perdere tempo. Noi vogliamo i progetti. E le idee per la nostra città. Idee che neanche i grandi consiglieri hanno ancora.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

che tristezza!
so che può sembrare retorico ma, non perdetevi d'animo!

un abbraccio

Anonimo ha detto...

Noi all'università stiamo lottando contro gli invisibili. L'anno prossimo mi sa che finiremo in Burundi