sabato 15 maggio 2010

L'Aquila non è il Friuli















Leggo su http://www.6aprile2009.it/?p=12913
Chi scrive e’ un terremotato friulano, un abitante della «piccola patria» di Pasolini che ha visto cadere interi paesi e poi in vent’anni ha visto un territorio assistito, aiutato e ricostruito pietra su pietra. Giorni in cui non esisteva nemmeno la protezione civile. Giorni in cui, nel 1976, lo stato affidava ai sindaci dei comuni crollati il 6 maggio l’incarico di decidere «come» ricostruire il proprio paese. «Draquila» racconta questo: l’impossibilita’ di decidere cosa fare della propria casa e del vivere insieme, solidale, di una comunita’ che ha vissuto tanto, tanto dolore. Un mese fa a Udine ho sentito un ingegnere sessantenne esclamare : «il periodo piu’ bello della mia vita? Quello dopo il terremoto, vivevamo tutti insieme, ci aiutavamo gli uni con gli altri. Ci volevamo bene, ci eravamo perdonati tutto». A L’Aquila forse hanno rubato anche questo.
A L'Aquila hanno lavorato bene per dividere la popolazione. Per mettere gli uni contro gli altri. Creando le fazioni. Come allo stadio. Usando l'informazione bugiarda. Favorendo alcuni, a scapito di molti. L'aggravante è che il nostro sindaco, gli assessori, i consiglieri sono incapaci di gestire la nostra condizione. E assolutamente indifferenti al principio della partecipazione dei cittadini e della sussidiarietà.
A giugno torneremo a pagare le tasse, conferendo anche gli arretrati,in un territorio economicamente disastrato. La zona franca è un grande punto interrogativo. Ci domandiamo a chi gioverà.
Intanto le carriole domani tornano in piazza e l'assemblea vedrà ancora i cittadini responsabili impegnati nella proposta di partecipazione. E nel tentativo di riappropriarsi del parco e di una struttura dell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio. Per farne laboratorio di idee e proposte.

16 commenti:

Clelia ha detto...

Fate sempre sentire la vostra voce... lottate per riavere la vostra citta' solo cosi' L'aquila potra' risorgere.

Non vi arrendete poiche' arrendersi vuol dire abbandonare cio' in cui credete ! e soprattutto cercate in tutti i modi possibili all'interno di internet di sbugiardare la "vetrina immcolata" delle false notizie

Clelia

Anonimo ha detto...

Io sto assistendo al declassamento dell'ateneo. Però qualcosa di positivo accade, anche se è molto poco. Andiamo avanti con le donazioni dei privati, perchè il governo non caccia un cent

adriano di barba ha detto...

sono stato terremotato di Udine, con la famiglia scappata al mare e io volontario a Majano; la sera, unico abitante del mio palazzo abbandonato da tutti e la mattina col casco e gli scarponi, tra le macerie; a indicare al ruspista dove demolire e fin dove demolire per riaprire le strade; ho fatto rilievi di case lesionate a Buja, a Tarcento, a Osoppo, a Lusevera; sono stato mesi e mesi in studio e 2.500 ore in riunioni serali e notturne con i cittadini (a Forgaria, Ragogna, Majano, Tarcento), per decidere con loro dove e come ricostruire le loro case distrutte; per farmi dire e ridire com'era la sequenza delle abitazioni di Toni, di Meni, di Maria, di Franco, e i loro orti e le loro stalle e la chiesa e l'osteria, affinchè le nuove case ripetessero la stessa sequenza, Toni, Meni, Maria, Franco... e potessero tornare a rivedere lo stesso panorama dalle loro finestre e ritrovare la chiesta e l'osteria al posto giusto; sono stato ore a trattare in estenuanti sedute di consiglio comunale, col sindaco e l'assessore come reperire gli spazi per i servizi pubblici da ricollocare, e le aree per le botteghe da ricostruire e quelle da lasciare libere perchè giudicate troppo rischiose per farci sopra qualsiasi cosa oltre al parco.

In dieci anni, ho imparato a capire la lingua friulana e ad apprezzare il buon vino, col quale si sugellavano gli accordi raggiunti.

Sono aquilano.
Vedere quello che accade qui, con la gente che non può decidere liberamente cosa fare, dove fare, con chi fare e quando fare, inascoltaa e dispersa, è disperante.

Elena ha detto...

Ciao a tutti,da friulana vi posso dire che a volte i miei conterranei si dimenticano di quello che noi abbiamo avuto in quegli anni...la possibilità di decidere cosa fare della nostra vita e dei nostri paesi. La prima cosa che è stata fatta è stata quella di rimettere in attività le FABBRICHE ( e non le chiese..)per rimettere nelle tasche di quei friulani qualche soldo per accedere ai mutui (agevolati) per rimettere in sesto le proprie case o ricostruirle! Ma eravamo noi a decidere INSIEME alle istituzioni. QUESTO ALCUNI FRIULANI LO DIMENTICANO quando con superbia guardano a l'Aquila e agli aquilani come i soli responsabili di ciò che non hanno. NOI CE L'ABBIAMO FATTA SOLO PERCHE' NESSUNO HA SPECULATO SULLE NOSTRE VITE ( e se l'hanno fatto, lo hanno fatto in maniera molto meno vergognosa). E' cambiata la classe dirigente..questi sono degli squali che si stanno arricchendo sulle spalle di ogni italiano. CIAO a tutti. Elena

roberto celani ha detto...

Ho conosciuto da molto vicino l'esperienza del terremoto umbro del 1997 che presenta, al di là del numero di vittime fortunatamente meno contenuto, straordinarie similitudini con quello aquilano. Un centro storico più ampio colpito, qui Foligno e lì L'aquila, e poi piccoli e piccolissimi centri storici, spesso di pregio architettonico, sparsi in un territorio tra collina e montagna. Comunità con grandi percentuali di anziani, molto radicati sul territorio. Una lunga teoria di scosse che sembrò interminabile allora come in questa occasione.
Qui la scelta vincente è stata quella di mantenere unite anche le comunità più piccole. Dapprima attraverso la costruzione dei villaggi in legno, tutti edificati alla periferia degli insediamenti storici, e poi con una ricostruzione fatta col sistema dei consorzi di proprietari. Il centro storico di Foligno, e quello di molti altri centri più piccoli sono tornati a risplendere. Le attività economiche legate al territorio sono state così difese. E gli anziani non hanno dovuto abbandonare le terre sulle quali erano nati.
Chissà perchè quando si portano esempi virtuosi di ricostruzione, questo umbro viene sempre o quasi ignorato a vantaggio di quello friulano. Eppure i risultati sono qui sotto gli occhi di tutti, tangibili segni delle bugie speculative di questo governo di nani e ballerine.

roberto celani ha detto...

"numero di vittime fortunatamente più contenuto"

Danx ha detto...

Umanità rubata dai corrotti di Roma?
Ma che importa agli italiani?
L'umanità la vedono in TV quando Silvio abbraccia Gheddafi e Putin!

MAX ha detto...

Da noi le auto blu sono dieci volte superiori a quelle degli odiati U.S;A.
i parlamentari idem ...
ma ti risulta che la Pivetti e Bertinotti abbiano ancora macchine blu ed appannaggi che ci costano crica 500.000 euro annui o sono pirla io?
Ti ho seguito da quando ti accuasvano di volere un pc per comunicare ma non sarò tenero se ti adegui alle logiche di potere.
Un abbraccio fortissimo da un signore di destra, ciao..

MAX ha detto...

e non mi sembra il caso di litigare rispetto a quanto successo nel Friuli decenni fa ed all'Aquila adesso ..
certo che condivido la tua battaglia da tempo ma la Guzzanti mi da l'impressione di avere fatto un film a scopo personale e non a vantaggio di chi ha subito un dramma come il vostro e mi fermo qui ...
a voi ...

Anna ha detto...

No MAX,
ti sbagli. Anche io avevo le tue stesse perplessità, e l'ho anche scritto qui. Non so se hai visto il film, mi auguro che tu stia dando un giudizio avendolo fatto.
La Guzzanti ci rende un gran servigio. Porta a conoscenza le persone che non sono state qui ed hanno avuto solo l'informazione pilotata di quanto ci è accaduto nei mesi immediatamente successivi al terremoto. Ha dato voce agli invisibili. Ha detto quello che io vado dicendo dal primo giorno.Uno sguardo dal di dentro.E con molto garbo. Senza eccedere.
In quanto al Friuli, mi domando perché non sceglierlo come modello.
Ma quelli erano altri tempi. Hai ragione.C'erano governi diversi che oggi, disgraziatamente, ci è dato persino di rimpiangere.
E per ultimo: come ti può venire in mente che io mi adegui a logiche di potere??????

Unknown ha detto...

Sono nato e cresciuto a L'Aquila, ma nel maggio '76 abitavo in Friuli, e ho vissuto quel terremoto.Nel post terremoto la gente nei paesi ha vissuto in baracche di legno assolutamente dignitose e calde, nessuno si è sentito umiliato , nessuno è stato costretto a spostarsi,le baracche sono state costruite vicino alle case lesionate, e a fine ricostruzione sono state eliminate, i fondi sono stati gestiti dalle autorità locali e nessuno ha rubato. Se qualcuno avesse proposto di spendere centinaia di miliardi per costruire condomini con le pareti in cartongesso, invece che per cominciare subito a ricostruire, lo avrebbero appeso per le palle, ma allora i media contavano meno e il governo pensava ancora alla collettivita', non ai sondaggi. L'Aquila ha subito il terremoto in un momento storico in cui il capo del governo e' uno che si e' arricchito facendo il palazzinaro, e quindi i concetti di restauro, ripristino, tempi lunghi, sono estranei al suo modo di esistere, e poi si sente un risolutore che spazza via qualunque problema , mentre il capo della protezione civile (e tutte le minuscole sono volute) aveva brevettato un mese prima del terremoto un'idea pazzesca di ricostruzione ed è convinto anche lui di essere il più bravo : messe insieme due persone con un ego smisurato, il risultato sono le CASE; costruite su basamenti di cemento che reggerebbero un grattacielo e appoggiati su quelle ridicole piastre che non serviranno mai a niente perchè quelle case fatte con quei materiali marciranno entro vent'anni. Quando sono venuto a L'Aquila e ho visto le colline sbancate a Bazzano , a Camarda, sopra Pile, e tutta la valle dell'Aterno,che era sopravvissuta nei secoli , violentata in pochi mesi per la volontà di un solo uomo, fra gli applausi dei media, mi sono vergognato di essere italiano.
Il pomeriggio di quel 29 settembre, mentre in cielo volteggiava l'elicottero di Berlusconi che aveva inaugurato le CASE di Bazzano, io guardavo Sabina Guzzanti che su un camion nel piazzale dell'Italtel imitava Berlusconi , e aspettavo che arrivassero gli aquilani per fare un corteo di protesta: il volantino chiedeva 'soldi, regole e tempi certi per la ricostruzione'. Dopo un'ora sul piazzale eravamo ancora quattro gatti , compreso me che a L'Aquila non ci abito, e l'autrice di questo blog: gli aquilani, come sempre, il loro futuro preferivano delegarlo agli altri,e io me ne sono tornato a Udine con un senso di disastro ineluttabile.
Il Friuli, l'Umbria erano 2 esempi di ricostruzione conclusa nei tempi previsti,pilotata dal territorio e sul territorio, senza rubare e con il consenso degli abitanti, portata avanti giorno dopo giorno, senza chiasso e senza telecamere e senza Porta a Porta e altro ciarpame, quindi senza immediato ritorno mediatico, quindi non andavano bene.
Le CASE sono un esperimento di ricostruzione ad altissimo costo per metro quadro , con un consumo permanente di territorio e con sradicamento permanente di popolazione, che credo restera' un caso di studio per i governi di tutto il mondo di come non si procede dopo un disastro naturale.
L'Aquila mediaticamente e' stata consumata, e nel resto d'Italia tutti pensano che a L'Aquila sia tutto sistemato, perchè questo è quello che e' passato dai media, e perche' ogni disgrazia in televisione stanca e dopo un po' occorre cercarne una nuova. Il film di Guzzanti riaccendera' l'attenzione ,ma finche' ci sara' un governo che opera in funzione dei sondaggi, e la televisione mostra o non mostra quello che decide il suo padrone, la citta' non ha speranza. Con un ministro delle Finanze che ha detto che per L'Aquila ha gia' dato, con 25 miliardi di euro da tagliare entro 1 mese e un debito pubblico fra i piu' alti del mondo, con il completo disinteresse del resto dell'Italia, io non mi aspetto niente, e secondo me anche chi vive a L'Aquila farebbe bene a non aspettarselo.

ex-dani ha detto...

Di certo il Friuli non è L'Aquila. E la gente del 76 non è la medesima del 2010. Ma allora nel Friuli non c'era bisogno di propaganda e nemmeno di spettacolarizzazione. Solo il dolore rimane il medesimo: quello di chi è rimasto.

Anna ha detto...

Lucio,
condivido tutto quello che scrivi.
In merito alle aspettative, la ricostruzione ci sarà, e sarà lunghissima, e non sappiamo quando inizierà. Non me la aspetto da questo governo. Ma questo governo è alla frutta.Altri governi si avvicenderanno. E dobbiamo sperare che siano migliori. Io, noi, la speranza dobbiamo coltivarla, altrimenti qui si muore anche nell'anima e nella mente.
Vedi, io urlo, come sai, dal 6 aprile ciò che ci hanno fatto qui. Sono stata sola. E attaccata da più fronti. Ti garantisco che anche quelle persone lontane che mi vogliono bene e mi stimano stentavano a credermi. Ebbene, oggi qualcosa è uscita. Oggi qualcosa si sa. Oggi si inizia ad indagare.Io non voglio perdere la speranza che giustizia sarà fatta. Prima o poi.
Lucio le cose DEVONO cambiare. E dobbiamo essere noi a cambiarle.E dobbiamo insegnare ai giovani la partecipazione.E l'anelito alla vera libertà. Dobbiamo rendere giustizia alla politica vilipesa da questa gente, destra e sinistra.

Future Jurist ha detto...

TERAPIE DI CONTENZIONE CONTRO LIBERTA' E VERITA'

Dopo l'ottima riuscita di Ladyfest L'Aquila, in occasione dell'anniversario della 180,la legge nota in tutto il mondo come quella che per la prima volta ha chiuso i manicomi, dalla mailing list dei Giuristi Democratici copio qui il seguente appello:


diffondiamo.....finchè si può!!!!!!!!!!!!!


Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet";

la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo 60.

Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per istigazione alla disobbedienza delle leggi sull'ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta!

In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una 'media company' ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Il nome di questa media company, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, "del tutto incidentalmente", vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi repressive internet e tutto il istema di relazioni e di informazioni sempre più capillari che non riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli Italiani, perché dove non c'è libera informazione né diritto di critica non rimane che la "contenzione terapeutica".

Luciano B. L. ha detto...

In totale accordo con Lucio e Anna, vorrei aggiungere una piccola riflessione. I C.A.S.E. sono anche il "cavallo di Troia" di una strategia di espansione del mercato immobiliare senza precedenti. Ora i nodi vengono al pettine, come s'è visto nella riunione con gli ass. Di Stefano e Masciocco, per discuter dell'utilizzo del 30% delle aree dei 19 insediamenti temporanei, ma duraturi. Reputo il ragionamento di Di Stefano assai mistificante e pericoloso, perché tende a coinvolgere il meglio del movimento partecipativo in una "guerra urbanistica" vergognosa. Per argomentare ciò, non può bastare questo spazio, quindi sollecito solo molta attenzione per le denunce e gli annunci dell'ottimo architetto Antonio Perrotti che si batte contro questa operazione di destra e di sinistra. In sintesi, chiarisco solo il mio punto di vista. Dotare di servizi sociali, culturali, ecc. i nuovi insediamenti è sacrosanto ma può manifestarsi come una perversione perché renderebbe permanente un insediamento che doveva essere e deve essere temporaneo (come fu in Friuli). Inoltre, queste attrezzature svenerebbero le casse comunali e servirebbero anche per valorizzare le aree limitrofe già edificate o di futura urbanizzazione (assai attesa da alcuni noti speculatori locali e non).
Si tenga presente la storia già emersa di Bazzano. E si veda quella ancora oscura di Sant'Antonio dove tutta l'area era destinata a pubbliche attrezzature. Sopra vi hanno costruito 11 piastre antisismiche ed 11 casoni prefabbricati di "cartongesso" o di altri materiali facilmente deperibili, ed ora sul misero 30% rimasto libero per i servizi vorrebbero farci qualche miseria di struttura urbana? Senza denunciare il malfatto assentito anche da loro, Di Stefano ha pure ridacchiato sul fatto che alcune aree siano attulamente ingombre di scarti di lavorazione delle c.a.s.e. e che sia ineluttabile accettare anche queste macerie. Basta così. Forse non ho alcun titolo per giudicare gli amministratori locali che non conosco, ma qualcuno per consigliare di fare attenzione ai "compagni" di sventura che siedono nel "palazzo".

mIsi@Mistriani ha detto...

guardando il film della guzzanti è proprio a te che ho pensato.a te che leggo da quel giorno.

finalmente tante persone[mi auguro]sapranno.e si renderanno conto di tutto quanto è stato taciuto.di quanto scandaloso sia.
e soprattutto che se non si fa qualcosa,tutto questo[e molto peggio]è e sarà.

un abbraccio