martedì 19 ottobre 2010

Non si può più aspettare



Tante le cose che vorrei raccontarvi, ma tutte riconducono ad un'unica, cruda, realtà: L'Aquila è ferma. E i problemi, col passare del tempo, si moltiplicano ed ingigantiscono. La qualità della vita è desolante. I cittadini, coraggiosi, son tornati sulla loro terra. Ma manca la città. Viviamo un non luogo dove la civitas ha lasciato il posto agli agglomerati diffusi di realtà ghettizzanti,che già mostrano evidenti segni di deterioramento, al traffico impazzito che si snoda verso il nulla, all'inefficienza dei trasporti pubblici. Alle persone disorientate e stanche che, in massima parte, hanno trovato alloggi di fortuna. Distanti gli uni dagli altri.La vita quotidiana appare una guerra. Persa in partenza. Non esistono luoghi dove incontrarsi. E' impossibile coltivare i rapporti umani. Il centro della città antica è sempre più solo. E interdetto. Piazze e vie ingombre di macerie. E ancora militari, a presidiare. Gli Aquilani sono sfiduciati. Nessuna certezza per noi. Neanche lontana. E i cittadini attivi sono dispersi. Il centro del capoluogo di regione non ha neanche più una tenda per favorire le riunioni della cittadinanza, i confronti di idee, la socializzazione. Il Comune nicchia. Alla vibrata richiesta, risponde che la tenda devono procurarsela i cittadini. Autofinanziandola. Cittadini senza più casa, né vita.
E noi ci siam persi per cercare di fornire soluzioni a chi queste soluzioni non vuole trovarle. E, soprattutto, non vuole trovarle con noi. Ad arrovellarci su leggi e piattaforme propositive. Quando le nostre dovrebbero essere solo rivendicazioni. Che nascono dal constatare i nostri bisogni. Dovremmo esercitare il diritto di rivendicare una vita decente e, soprattutto, chiarezza e trasparenza su ciò che si sta decidendo sulle nostre teste. E il diritto al lavoro, pretendendo misure immediate che rilancino l'attività economica e produttiva al collasso. Il diritto a ricostruire le nostre case. Con fondi certi. Non con la finanza creativa che promette e, nella realtà, non dà.Siamo stanchi dei continui rimpalli di competenze. Pretendiamo un progetto per la nostra città che, dopo diciannove mesi, ancora non c'è. Per darci speranza, anche a lungo termine. Ed una ragione per restare. Siamo stanchi di stare a guardare. E, soprattutto, stanchi di non essere presi in considerazione. Bisogna tornare a pretendere di riaprire la nostra città. Le soluzioni le trovi chi è pagato profumatamente, da noi, per farlo. Ci servono risposte. E concretezza. Non si può più aspettare.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio ieri ho fatto una passegiata in via Strinella. Ho trovato un quartiere abbastanza numeroso, per gli esercizi commerciali aperti e i cantieri (dove non mi sembra che si rispettino le misure di sicurezza) ed il traffico intenso. Però ci sono anche molti palazzi accanto alla strada che stanno perdendo pezzi e che appunto possono invadere la carreggiata e procurare danni alle persone, palazzi non puntellati. Mi chiedo perchè quelli no e gli altri a quattro passi si...

Federico ha detto...

dajee!! suoniamo la carica, amica mia!

Anna ha detto...

Sì, Inneres,
mai via Strinella non è L'Aquila antica. Quella che era il cuore della città.Il luogo di incontro dei cittadini. E la loro identità...

giardigno65 ha detto...

non sanno più dove "pescare" soldi. La corruzione si è mangiato tutto. Alla faccia del partito del fare ...

ANAM ha detto...

Ciao cara,bentornata penso a quanto si parla in questi giorni di isole felici di ville e case intestate al Nano...Senza parole!!
Un abbraccio,condivido il tuo post sempre con il tuo consenso....
Emanuele

faustpatrone ha detto...

Cari aquilani,

io al posto vostro mi inginocchierei e pregherei madre terra di ricordarsi che anche Arcore, il Vaticano, i ministeri, il parlamento, le case dei politici sono appoggiate sullo stesso suolo.

l'unica giustizia vera, quella che nessun militare o poliziotto può fermare.

a questo punto calcolate: siete soli, ieri sera 8 milioni di stronzi erano a sbavare davanti al grande fratello. mica al vostro fianco.

ecco magari Madre Terra faccia una bella visita anche a questi nel cuore della notte.

che almeno chi se ne frega di voi assaggi la vostra stessa minestrina.

un terremoto è stato l'inizio dei problemi, altri tre nei posti giusti diventerebbero la soluzione.

sconfortati saluti e solidarietà per quel che serve.

Anonimo ha detto...

lancio uno spot inesistente sulla tv

improvvisamente tra un culo e due tette, pochi secondi.

boato, il finimondo addosso , vetri, liqudi, un urlo di terrore, l'immagine va via, neve televisiva.


Un Aquilano, solamente può rifilmare
questo

Anonimo ha detto...

a 3d

la bimba che urla ve la trovate a dieci centimetri, che vi guarda negli occhi

Anonimo ha detto...

i tuoi occhi

Anonimo ha detto...

senti la sedia tremare?

Ernest ha detto...

non ci sono parole, solo rabbia!

Daniele Verzetti, il Rockpoeta® ha detto...

Paralisi totale a quanto vedo. L'avevamo detto, l'avevi detto. Riflettori spenti e tutto tace. Ma le cose vanno cambiate e si deve lottare

Anidride Carbonica ha detto...

Guardo il video, e provo un desiderio di essere vicino a quelle pietre chiare, per accarezzarle.
Posto il video in una mia paginetta dedicata a L'Aquila.
Grazie.

Marta ha detto...

L'Italia sta prendendo una brutta piaga purtroppo...

ett ha detto...

I rifiuti di Terzigno, gli assassini pugliesi, gli immobili di Montecarlo, le minorenni marocchine, il futuro e la libertà, i fratelli della TV, tutto distrae da quello che non sta accadendo a L'Aquila.
"Presentati i risultati del concorso internazionale per la pianificazione della ricostruzione e riqualificazione del centro di L'Aquila". "Cercasi 500 operatori sul cantiere per la ristrutturazione". "Pubblicato il bilancio della coperativa per la ricostruzione"...
Notizie utopiche.