venerdì 19 novembre 2010

L'Aquila e l'Italia rispondono


E domani L'Aquila manifesterà. E l'Italia con noi. Le nostre macerie, ancora tutte qui, saranno il simbolo delle macerie dell'Italia intera. La televisione di regime non ne parla. Quella finta di sinistra neanche. Il solito Santoro ci ha voluti, ieri, scenografia per il suo programma di intrattenimento, senza dare appuntamenti. Demolendo persino l'iniziativa della legge popolare, scritta e presentata in parlamento dai cittadini terremotati, per la nostra emergenza e per tutte le emergenze d'Italia. Il piacione Fazio, con il bellimbusto Saviano, ci hanno ignorati, troppo presi a compiacersi di se stessi. E dallo share televisivo. L'Italia che resiste, fra dolore e distruzione, l'Italia solidale, non fanno audience.Ma noi, l'Italia vera, quella che soffre e lotta, quella che non si compiace davanti alla televisione inutile,domani, saremo in piazza. Le adesioni sono tantissime: questo testimonia che la società civile c'è. E risponde. Un piccolo gruppo di cittadini dell'assemblea di piazza Duomo, riuniti in presidio, ha organizzato, con ammirevole sforzo e spirito di abnegazione, la grande manifestazione di domani. E la città ed il territorio hanno risposto. Si sono astenuti i sindaci berlusconiani: otto. E la Provincia, berlusconiana anch'essa. Non gradiscono la presenza di Vendola e Di Pietro e dei comitati di cittadini provenienti da tutta l'Italia. Quelli che, come noi, vivono un'emergenza.Ritengono che la manifestazione sia troppo connotata dalla sinistra. Come se le disgrazie, quelle naturali e quelle compiute dall'uomo, avessero colori. E partiti. Il vescovo aderisce, non potendosi astenere di fronte alla risposta massiccia della città,ma rivolge un invito agli Aquilani "migliori" a non farsi strumentalizzare. Non so a chi si rivolga con quel "migliori". Vorrà, forse, compilare l'elenco dei buoni e dei cattivi, su una lavagnetta. Alla faccia del pastore di anime. Domani ci concentreremo a Piazza d'Armi, lì dove era stata posizionata la tendopoli più grande, la più difficile. Quella che è assurta a simbolo dell'azzeramento di democrazia che abbiamo subito nella fase dell'emergenza. Quando il comando e controllo, esercitato dalla protezione civile, ci ha sopraffatti, ingabbiati. Zittiti. L'Aquila è nostra e noi abbiamo il dovere di ricostruirla. Con le amministrazioni locali che devono garantire la trasparenza e la partecipazione della popolazione. E la legalità. Il Comune aderisce e sponsorizza la manifestazione, ma non sarà esente dall'essere messo di fronte alle sue responsabilità. I cittadini sanno che le inadempienze sono e sono state troppe. E non intendono abbassare la guardia. Da dopodomani si torna a lavorare sul territorio. Io sarò al corteo con la mia carriola, insieme con le altre carriole. Il cuore, e la forza, e il coraggio al servizio della mia città.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero che ci sia tantissima gente. Non sapevo di VEndola e Di PIetro.
Oggi sento che faremo, a modo nostro, la storia

Anonimo ha detto...

...essere assente con il corpo è uno dei miei limiti ricorrenti...il mio corpo è un limite....Tutto il resto che sono è lì con Voi...
Watka Yo Ota

Gianni P. ha detto...

E' bello vivere, soffrire, gioire, combattere. La tua forza è il senso della vita. Forza Anna.
Ciao da Napoli.
Gianni

MOnSTEr ha detto...

Leggendo un post così duro, specialmente con persone che, con i loro indubbi limiti stanno cercando di smuovere qualcosa (mi riferisco ovviamente a Santoro e Saviano), viene spontaneo pensare alla ormai famigerata "ingratitudine degli aquilani". Prima di fermarsi a pensare a tutto quello che avete passato, e state ancora passando.
Non sono potuto venire di persona, ma ero con voi con il pensiero e il cuore anche oggi. Forza!

Anonimo ha detto...

@ monster: Sul dogma Saviano è stato scritto un libro, "Eroi di carta" (di A. Dal Lago, Manifestolibri), che ha scatenato un vivace dibattito. Idealizzare troppo non fa mai bene. Copincollo dal sito dell'editore: "Il caso Saviano è un esempio di costruzione letteraria che assolve una certa funzione, in fondo consolatoria e rassicurante, in un mondo in cui il conflitto politico è stato sostituito dalle contrapposizioni morali o moralistiche". Ergo, si può anche smettere per un attimo di attaccarsi alle gonnelle di Saviano per riconoscerne i limiti, le cristallizzazioni, il "vetrinismo": non è peccato.
E "ingratitudine" è una parola che non mi piace affatto: la gratitudine il più delle volte implica il sentirsi graziati da una concessione; qui si vorrebbe invece parlare di diritti. Se me lo si permette, direi che si rivendica il diritto a sputare nel piatto in cui si mangia mer**. A mio avviso, non c'è di che scandalizzarsi, anzi.

fernanda

Carlo ha detto...

... ed il "domani" è già oggi! Buona domenica Miss Kappa!

A "noi" che siamo venuti da "fuori", la manifestazione di ieri sembra proprio che sia stata un successo. Ne ho sentita tanta di gente che parlava... non soltanto l'aquilano!

Poi, per noi non più "giovani", vedere tanti, tantissimi giovani in quel corteo, è stata una gioia.

Insomma, è stata una gran fatica perché l'unica cosa che non doveva starci, ieri, era la gran pioggia! Però, le sensazioni positive sono state tante! Attendiamo le vostre.

Per questo e per tutto quello che siete riusciti a "dimostrare" a tutto il Paese, ti auguro e vi auguro una serena domenica!

Heike ha detto...

In genere ti leggo e basta, non commento mai.
Ho visitato L'Aquila e i suoi dintorni un mese fa, insieme a un gruppo di persone che volevano sapere come vanno le cose adesso.
Sono rimasto di sale.
Ho scritto un paio di post a commento di quell'esperienza, magari ci vuoi buttare un'occhiata, non so.
Tra dieci giorni ci sarà anche una mostra, organizzata dalla mia Provincia, su quello che abbiamo visto e riportato. Ti faccio sapere come va, se ti interessa.
A presto, e resisti.

Elide Cialente ha detto...

Cara Anna
credo che ci sia ancora un'Italia che pensa e che sa, quanto il dolore sia "bianco".
Credo che ci sia ancora un'Italia che pensa e che sa, quanto il baratro non stia più "solo" davanti!
Tu dici "L'Aquila è nostra e noi abbiamo il dovere di ricostruirla"!
Sarebbe indispensabile che non sfuggisse a nessuno -e soprattutto a chi vuole ancora fare politica- la parola "dovere"!
Sarebbe un dovere di tutti chiedersi "perchè" ma,oggi più che mai, nessuno si fa questa semplice domanda. Anche la risposta sarebbe semplice ma metterebbe tutti di fronte a responsabilità che è meglio non riconoscere, nemmeno quando siamo in fondo al baratro!
Ma il baratro c'è ed è sempre più inutile chiudere gli occhi.

erbaviola ha detto...

Ciao Anna, com'è andata? il tuo silenzio comincia ad essere preoccupante! Commento poco, perché spesso non ci sono proprio parole a quello che accade a L'Aquila, ma se non ti leggo per un po' mi sorge la preoccupazione che sia successo qualcosa!

graziana ha detto...

Ciao Anna!
sabato, tra una emozione e l'altra, non sono più riuscita a firmare la petizione.. so di non essere stata l'unica: c'erano code interminabili già ai banchetti per le firme dei residenti.

ho letto che la raccolta firme continua alla grande.. credi che sia il caso di attivarmi anche a coinvolgere la mia città? in questo caso qualcuno dovrebbe darmi istruzioni..

che dirti d'altro se non ringraziarti all'infinito..!?

ed abbracciarti! :-)