giovedì 20 dicembre 2007

La mia città


Mi è giunto l'invito a parlare della Fontana della Rivera, monumento simbolo e vanto della mia città, L'Aquila.

Si tratta indubbiamente di un'opera originalissima ed unica nel suo genere. La sua costruzione è databile al 1272, come ci informa una lapide di chiara fattura trecentesca inserita nella parte centrale, ad opera dell'architetto aquilano Tancredi da Pentima su commissione del governatore regio. Per noi aquilani sono Le 99 cannelle, luogo magico. Diagonalmente, incassata nella terra, coronata da alberi e vigneti, si dischiude verso l'infinito nel suo spazio introverso. Immaginate un grande sito cinto da mura perimetrali, erette nel XV secolo, nei colori bianco e rosa della pietra che si sposano con l'azzurro terso del nostro cielo. Una scalinata di ciottoli vi conduce nel piazzale ai bordi del quale sorgono i vasconi in pietra sormontati da 99 mascheroni in pietra anch'essi, tutti diversi tra loro, che rappresentano uomini, donne, satiri, guerrieri ed animali che si alternano alle tipiche formelle abruzzesi scolpite in rosoni circolari a quattro foglie o a girello. Quei volti sono ora seri, ora beffardi, ora grotteschi, ora ironici : una realtà nella quale perdere la propria immaginazione.
L'originalissima forma trapezioidale ne esalta la particolarità : fu costruita per essere un lavatoio e tale rimase fino agli inizi dello scorso secolo. L'acqua, sempre gelida, anche in piena estate, fuoriesce dai mascheroni per confluire nei vasconi sottostanti in un perenne festoso gorgoglio. Circoscritti in questo luogo, comprendiamo che abbiamo varcato la soglia di un sito che è un territorio artistico, mistico e atemporale dove l'acqua coniuga ed armonizza sapientemente le volumetrie.


Con le sue 99 Cannelle essa richiamerebbe il numero dei castelli del contado che contribuirono alla fondazione della città e che edificarono ciascuno una piazza con una chiesa e una fontana. I volti sarebbero quelli dei Signori chiamati a raccolta da Federico II di Svevia. Il monumento, quindi, assurge a simbolo dello sforzo comune dei fondatori e del loro sodalizio


La misticità dell'opera, nella città dei Cistercensi, grandi conoscitori dei segreti della scienza, dell'astronomia, dell'ingegneria e dell'architettura e del loro braccio armato, i Templari, è accresciuta dal fatto che nessuno, ancora oggi, conosce la sorgente principale che alimenta la fontana. La leggenda continua narrando dell'uccisione e successiva sepoltura al centro del pavimento della fontana del Maestro Tancredi da Pentima, monaco cistercense e grande architetto,il quale fu così punito quando affermò, una volta conclusa l’opera, di poterne riprodurre delle altre.

La fontana si presta alla visione da due punti di vista differenti e meravigliosamente dissociati: il primo è quello unitario , di tipo aereo, a volo di uccello, tanto che é proprio dal di fuori della sua struttura che se ne conosce la visione compatta, il secondo è quello interno dove si entra in contatto con un centro fissato dentro lo spazio che ci permette di ruotare di 360° all'interno dell'opera. Questa possibilità di osservazione ,che mette in relazione la terra e l'aria attraverso un rimando di punti, ne definisce, come per magia ,il volume: una forma totalmente e volutamente aprospettica.












10 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima fontana, mi dispiace molto non avere mai avuto la possibbilità di venire nella tua città, ma prima o poi arrivo sai?...come stai cara Anna è tutto passato? Ti auguro di passare un Natale sereno...a presto...Carmela.

marina ha detto...

Sì la vostra fontana è un luogo fantastico. Ma non sapevo tutte le cose che ci hai raccontato e soprattutto non avevo mai capito da quali effetti nascesse il suo fascino
grazie davvero
marina
auguri e un abbraccio forte

Anonimo ha detto...

Sai che non conoscevo tale fontana ? Ora invece...
Ciao

baluginando... ha detto...

Bene, Anna, benissimo. Per ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare sono legato alla tua città, che però non ho mai visto.
Sapevo delle 99 fontane, ne avevo sbirciato avidamente qualche particolare su servizi fotografici diversi, ma mai niente di così preciso come il tuo post.
Pertanto, ti ringrazio, per la descrizione e per le foto, le ho guardate con attenzione e mi sono commosso.
Raccontarti perchè mi sono commosso mi tenterebbe molto e sono anche certo che ti farebbe piacere sapere che cosa e perchè hai evocato... ma qui, forse, non è il caso, però ti dico che ha a che fare con l'amore, stavo scrivendo Amore, ma mi trattengo.
Grazie.

baluginando... ha detto...

Ah, come te ne parlerei!!! Tre punti esclamativi, non uno solo! E ti ringrazio per avermi invitato a farlo: ma qui scattano le mie paturnie. E se l'annoiassi? E se non ci credesse? E se fosse stato un invito... soltanto per garbo e per buona educazione? E se si fosse pentita di averlo fatto? E se avesse tanto da fare e non potesse perdere tempo con me?
In fondo, io chi sono...uno senza importanza, senza densità, senza essenza...
Baluginando. Appunto.

Anna ha detto...

Baluginando,
parlamene e basta: è un ordine, perentorio!!!! :-)
Ti aspetto.....

baluginando... ha detto...

Gulp! Come si fa a resistere ad un invito così gradito?
Yuk! Da dove e come inizio? Quel ramo del lago di Como? Ote larnaki en daidalea? Nati non foste a viver come bruti?
Mumble, mumble... forse sono frasi un tantino conosciute...
Gasp! Come posso cavarmela? E cosa raccontare a questa gentile amica che si dimostra così dolce e comprensiva?
Dirle che la sua città è un non luogo felice? E che sotto il suo cielo sono state pronunciate parole meravigliose? E si sono promesse delizie che poi si sono avverate? E che l'attesa, il sogno, l'evanescente, il concreto, si sono fusi in un mix magico e terreno? Sigh! Che nostalgia....

Anna ha detto...

Baluginando, perchè i miei commenti non appaiono sul tuo blog?

Anonimo ha detto...

Fatto!

Anna ha detto...

Baluginando,
splendido, grazie!