mercoledì 25 luglio 2007

Fantasmi nelle nostre città


L'umanità è in movimento, questo è assodato. Le vie migratorie sono più o meno stabilite: sono quelle che partono dal sud del mondo ed arrivano nel nord sociale, ovunque esso si trovi. Sono strade costellate di speranze, ma anche di infinite sofferenze. La speranza è quella di trovare un'esistenza migliore, le sofferenze, invece, sono durissime e reali. Uomini e donne lasciano fame , guerre e disperazione, ma anche radici e storia e cultura, per dirigersi verso l'ignoto.Ogni mezzo è buono per arrivare , ma arrivare è solo l'inizio. Nel nord troveranno pericolo, paura, sfruttamento, maltrattamento, galera e, soprattutto, l'immensa solitudine di chi è visto come un diverso, qualcuno da sfuggire o, nella migliore delle ipotesi, un fantasma. Senza documenti, senza denaro, senza casa : sono solo clandestini, esseri umani allo sbaraglio. Eppure, nonostante tutto ciò, in molti di loro alberga un senso di solidarietà a noi sconosciuto; i loro drammi, la loro amara condizione, l'aver visto la morte da vicino li rendono solidali con chi soffre. Di ieri l'ennesimo caso : una coppia di extracomunitari ha salvato la vita di due bimbi, ma uno dei due salvatori non ce l'ha fatta, è morto. I genitori dei bambini, recuperata la prole, sono andati via senza mostrare cenni di gratitudine per il superstite, nè rimpianto per il morto. Sono tornati nella loro casa, alla loro vita di tutti i giorni, al loro cieco egoismo: rappresentanti e testimoni di una società sempre più chiusa e ripiegata su se stessa, dove il proprio benessere è sovrano e il diverso fa paura, anche se è un "eroe". Concludo con le parole di Josè Saramago : "L'identità di una persona non è il suo nome, il luogo dove è nata, nè la data di quando è venuta al mondo. L'identità di una persona consiste, semplicemente, nell'essere e l'essere non può essere negato"



Questa è la canzone di Manu Chau "Clandestino"



3 commenti:

Artemisia ha detto...

Hai ragione, Anna. Al di la' dell'episodio che citi (pare che non sia vero che i genitori siano andati via), quello che mi fa imbestialire e' l'atteggiamento della gente che dice "se ne stiano a casa loro". Primo fanno finta di non sapere che il fatto che siano nati in un paese ricco e' solo una gran botta di fortuna e non un merito. Secondo non capiscono che il nostro benessere di paese occidentale si basa sullo sfruttamento del restante 80% di umanita'.

Anna ha detto...

Parole sante!!!

ericablogger ha detto...

quelli più ipocriti sono quei ricchi signori del nord o del sud che usano gli extracomunitari x il lavoro nero nelle loro fabbriche o nei loro campi
oppure danno loro 4 soldi e dicono pure che questi sono felici di lavorare !!!
e poi fanno campagna contro i sindacati perchè i sindacati cercano di mantenere dei diritti sacrosanti x tutti .....
bel paese il nostro!!!