lunedì 26 aprile 2010

Comando e Controllo


Ieri, 25 aprile, in serata, nel presidio permanente degli Aquilani, in piazza Duomo, abbiamo proiettato il film documentario di Alberto Puliafito, il bravissimo giornalista torinese che ha trascorso con noi i mesi dell'emergenza. E del comando e controllo. Quei mesi che ci hanno visti schiacciati e sopraffatti ed oscurati dal metodo della protezione Civile. E merce da propaganda di stato.Quei mesi che hanno visto gli Aquilani anestetizzati dall'assistenzialismo che offusca la mente. Esasperato ad arte. Coloro che si ribellavano al metodo venivano annientati. Resi invisibili. Il tendone era colmo di persone. Tantissimi visi nuovi. E tanto dolore, nel ricordare, in alcuni casi, nel CAPIRE, ciò che abbiamo subito. E che rischiamo di tornare a subire. Mi son rivista in un'intervista del mese di agosto. Seduta sul letto del container nel quale vivevo. L'avevo dimenticata. Ho tremato e pianto sommessamente, nel ricordare.Vi riporto quello che Alberto ha scritto per noi. E' lungo, ma merita davvero di essere letto. E vi invito ad andare a vedere il film, se arriverà nelle vostre città. La proiezione è sempre gratuita.
p.s. Comando e controllo altro non è che il nome che la stessa protezione civile dà al suo quartier generale , celandolo dietro l'acronimo DICOMAC. Direzione comando e controllo.

"Dedichi quasi un anno della tua vita a una storia. Alla storia dell'Aquila. Ti fai raccontare, analizzi, discuti con colleghi e amici, cerchi di ampliare il raggio del tuo racconto e di mettere insieme i fatti per costruire una tesi. Così, nasce "Comando e Controllo". Un documentario duro. Politico. Senza speranza. Alcuni giornali e riviste recensiscono. Lo porti a New York, assolutamente per caso. Lo proietti a Torino, la tua città natale: ti aspetti una settantina di persone e ne arrivano 150. Entrambe le proiezioni vanno bene, e cominci a pensare che forse c'è del buono.Poi succede che arrivi all'Aquila, dove è nato tutto. E non conta più niente.Non conta più niente perché ti emozioni come un bambino, perché è qui che l'hai girato, il tuo film. E perché è qui che "Comando e Controllo" deve tornare. E perché deve tornarci il 25 aprile: il Comando e il Controllo vanno raccontati e smascherati il giorno della Festa della Liberazione, per una catarsi di contenuti e parole, di significati e significanti.Non conta più niente perché il pubblico dell'Aquila è l'unico che possa giudicare il lavoro: è composto da persone che il Comando e il Controllo li hanno subìti, che magari li hanno combattuti come potevano; persone che hanno vissuto il terremoto e la gestione emergenziale. Prima che inizi la proiezione, nel Presidio Permanente di Piazza Duomo, sei nervoso, ti guardi attorno, vedi che ci sono tanti amici, tanti volti noti e tante persone a cui sei legato, probabilmente per la vita. E vedi che ci sono sconosciuti che attendono. Probabilmente, attendono di vedere come è stata raccontata la loro storia.Decidi che non vuoi parlare prima della proiezione. Il tendone si riempie, e la tua tensione sale. Anzi, non è tensione: è emozione, o forse paura. Perché non vorresti mai aver sbagliato anche tu, come hanno sbagliato tanti, a raccontare questa storia. Per fortuna c'è una persona accanto a te che il tuo lavoro l'ha già visto e che, miracolosamente, trova il modo giusto per rassicurarti. In silenzio: era l'unico modo possibile. In silenzio, come diventa silenzioso il tendone quando parte la proiezione. Poi, una prima risata quando c'è da ridere amaramente. Un'imprecazione di indignazione. Un'altra. Una risata di gusto. Un applauso durante la proiezione. Un altro applauso e un'altra risata amara, poi una di cuore, poi qualche altro cenno di rabbia. La tensione ti si scioglie e esci dal tendone, e ascolti le altre reazioni, che non ti immaginavi così forti. Te le godi tutte. Fino all'applauso finale.Che non sai proprio come accogliere, tant'è lungo e bello: non riesci a goderti il momento come se fosse una celebrazione, no. Ti siedi dietro al tavolo per il dibattito, mentre l'applauso continua, e devono farti alzare a forza, per goderti quell'applauso che in realtà è un abbraccio: una signora viene a stringerti la mano e ti dice grazie, e tu resti lì, incapace di parlare. E non ti viene da fare nient'altro che non sia applaudire a tua volta e ringraziare gli unici veri artefici del tuo lavoro. Gli unici veri protagonisti di questa storia. Gli Aquilani.E quell'applauso lo vorresti condividere con tutti coloro che hanno collaborato al lavoro e lo hanno reso possibile. Per la prima volta, da quando racconti questa storia, sei senza parole: era tanto tempo che non ti emozionavi così; per la prima volta hai la sensazione di aver davvero raccontato la storia che volevi raccontare e ti senti finalmente legittimato a portarla in giro per questo Paesello malato e stanco, che questa storia, la storia dell'Aquila e di "Comando e Controllo", deve conoscerla perché si possa fermare un processo di imposizioni autoritarie, di potere assoluto, di concezione della "cosa pubblica" come se si trattasse di un'azienda da cui trarre profitto, di emergenze e capitalismo dei disastri, di neoliberismo e erosione degli spazi democratici.Pensi a tutto questo, e hai una gran voglia di dire grazie a tutti coloro che erano presenti, che ti hanno regalato una nottata speciale: l'adrenalinadi cui ti hanno riempito ha reso più facile una notte al volante, per ritornare dall'Aquila a Torino e ricominciare a lavorare per portare ovunque questa storia."

10 commenti:

Marco Boccaccio ha detto...

eh, mi sono un po' commosso anch'io.
ma come faremo a vederlo? e se non arriverà in città? esiste un dvd? che va bene, andrebbe visto in tanti, tutti insieme, però la voglia di vederlo è tanta.
grazie.

marina ha detto...

sì, valeva la pena leggere e commuoversi
mi piacerebbe vederlo ma chissà se avrà distribuzione
marina

marina ha detto...

comando e controllo mi fa una rabbia!
marina

Anonimo ha detto...

bè, non penso proprio qualcuno reclami i diritti D'Autore, anzi il diritto di diffondere, tutto, liberamente, Condividere!!!!
Torrenti in piena e muli che si inerpicano veloci tra percorsi, di rifugio in rifugio, baie di pirati inestirpate e tubi, tralicci di teloni giganti.. i più belli.





Lacrima di tanti,
lacrima di coccodrillo

Ernest ha detto...

spero davvero che arrivi nelle nostre città!
un saluto

lucia ha detto...

grazie.....mi sono commossa

loredana ha detto...

si ammanterà di un alone di Epica, la storia della nostra città.
Applaudo e piango!

Ahmadinejad ha detto...

“A Teheran non si può parlare, a Teheran!”

A Teheran la democrazia ve la possono insegnare (rapportate qualche impiccato in piazza con gli enne Rasman, Cucchi, Aldrovandi, Giuliani,G8 di Genova, stragi di stato, bombardamenti “umanitari” in giro per il mondo, xenofobia, sfruttamento di extracomunitari etc etc.)

Fabio ha detto...

http://www.ilcapoluogo.com/site/News2/Attualita/Caos-torbido-contro-la-ricostruzione-dell-Aquila

....non c'entra con il post, ma riguarda la ricostruzione.

Saluti.

Alfonso ha detto...

Buon pomeriggio,
desidererei anch'io visionare il film. Come si fa? I miei nonni erano di un paesino vicino L'Aquila, dove torno spesso e volentieri. Potrei contattare qualcuno e passarlo a prendere in formato digitale?

Grazie