venerdì 30 novembre 2007

La libertà di Mark Rothko



"Un quadro vive attraverso la compagnia altrui,espandendosi e prendendo vita negli occhi dell'osservatore sensibile"
Questo è quanto scriveva Mark Rothko nel 1947. Questo è quello che ho esattamente sperimentato ieri ,davanti alle sue opere, in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Il pittore ha sempre ribadito di non considerarsi un astrattista. Mi riusciva difficile compendere la cosa, avendo ammirato le sue opere solo sui libri. Ieri ho capito cosa intendesse significare.
La sua arte non può essere interpretata, è impossibile. Ci si può solo fondere sensorialmente con essa e trasporre su di lei i nostri stati d'animo: solo sensazioni ,quindi, non spiegabili ed esemplificabili. La forza emozionale del colore, e non l'azione gestuale e quindi evocativa, costituisce la grandezza di questo artista.
"L'apprezzamento dell'arte è un vero matrimonio dei sensi. E come ogni matrimonio, se non viene consumato, si giunge all'annullamento". Concordo in pieno.
Ieri ho percepito tragedia ed estasi, anche nell'esuberanza, nella luminosità e nello splendore delle tinte dei suoi dipinti più colorati. Soni quadri intimi e senza tempo: ci attirano, circondano, avvolgono, abbracciano, ma non ci imprigionano, ci lasciano liberi di interpretare a nostro piacimento. La mia conclusione è questa : egli non voleva imbrigliare il suo "io" nei suoi dipinti,voleva bensì che restasse difficile da cogliere, mantenendo se stesso libero e garantendo ai fruitori della sua arte la stessa libertà nell'interpretarla a loro personale ed insindacabile piacimento. E questo non è poco. Soprattutto per uno spirito libero come me.




Autoritratto, 1936

14 commenti:

Roberto ha detto...

Hai un pregio che io non ho,quello di scrivere emozioni colte di fronte,in questo caso a un quadro,io sono un po come Salvador Dalì che disse "Il disegno è la sincerità nell'arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto.
Buna serata
Roberto

marina ha detto...

Ci andrò, lo giuro. Sto rimandando e invece ci devo andare. Non ho mai visto niente di Rothko, ma quello che hai scritto mi ha decisa.
grazie marina

Artemisia ha detto...

Sorry, Anna. Non riesco ad apprezzare questo tipo di arte. Sara' che vivo nella terra di Leondardo da Vinci, di Botticelli, di Giotto, ma non riesco ad avere un approccio cosi' emotivo davanti ad un quadro.
Sento che mi manca qualcosa. Forse non sono uno spirito abbastanza libero. Anzi, senza forse: non sono uno spirito libero!

Anonimo ha detto...

Bellissima questa tua presentazione. Peccato che io non sia a Roma, ma chissà che un gorno non ci cpaiti. Un abbraccio, Giulia

Anonimo ha detto...

Bellissima presentazione, viene proprio voglia di vedere la mostra. Vieni a trovarci anche tu...
http://lisolasconosciuta.splinder.com/

Anonimo ha detto...

annarèèèèèèèèèèè io a te ti credo sulla parola ehehehe
ma a me sti quadri non mi dicono niente : sarà un matrimonio non consumato ? ma forse è così pecchè nun teng manc nu maritiell
ahahahahahahah

ronna ndunetta

Anonimo ha detto...

Guardando Mark Rothko mi vengono in mente le strade americane, quelle che percorrono distese e distese da uno stato all'altro.
Però preferisco di gran lunga Gaugin. Lui non ha solo sognato la libertà, lui se l'è presa. Lui ha detto con coraggio bye bye all'Europa ed è andato laggiù, in tempi "non sospetti", quando navigare era ancora difficile...
P@ola

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Parole dipinte sul blog: un post che sembra un quadro.

Un invito per chi può ad andare a vedere quella mostra.

Anna ha detto...

Paola,
la libertà non è nei luoghi,la libertà può essere dovunque,anche in una prigione, ma è imprescindibile che sia dentro NOI STESSI.
Con affetto.
Anna

Anonimo ha detto...

Non si rinchiude forse una persona in prigione proprio per privare quella persona della sua libertà?
Una persona porterà seco in una cella la sua voglia di evasione mentre la libertà verrà lasciata al portone di ingresso...

Anna ha detto...

Paola,
il mio era solo un'estremizzare:parlavo di prigione solo per dire che se la libertà non è dentro noi stessi, nella nostra mente, nei nostri pensieri,non possiamo trovarla da nessuna parte, per quano lontano si vada, per quanto fisicamente si rincorra.

Gianni ha detto...

...conosco persone che vivono come una prigionia la loro quotidianità di esseri viventi "liberi", e non mi meraviglierei di incontrare qualcuno veramente libero, prigioniero solo nel fisico. Concordo con te, cara Anna...la libertà, quella vera, è uno stato mentale...
Buon inizio di settimana ;-)

Anonimo ha detto...

oggi ho avuto la fortuna e la poissibilità di andare a vedere la mostra...credo sia straordinaria!la sua ricerca di liberta ma soprattutto il suo fuggire da una solitudine che però non lascia scappo agli uomini.. è meraviglioso!secondo me non è solo un fattore di essere liberi,uno deve riuscire ad aprire la propria mente per poter così apprezzare e conoscere emozioni dovute a periodi storici precendenti al nostro!solo in questo modo possiamo apprendere maggiormente la storia di oggi!

Anonimo ha detto...

oggi ho avuto la fortuna e la poissibilità di andare a vedere la mostra...credo sia straordinaria!la sua ricerca di liberta ma soprattutto il suo fuggire da una solitudine che però non lascia scappo agli uomini.. è meraviglioso!secondo me non è solo un fattore di essere liberi,uno deve riuscire ad aprire la propria mente per poter così apprezzare e conoscere emozioni dovute a periodi storici precendenti al nostro!solo in questo modo possiamo apprendere maggiormente la storia di oggi!