venerdì 29 agosto 2008

Addio

Cominciammo insieme,tanti anni fa. E cominciammo bene. Adolescenti, in una città di provincia, chiusa, ancorata a modelli e concetti vecchi, che ci stavano stretti. Iniziammo insieme a tanti altri, una sorta di piccola rivoluzione, di sdoganamento da catene che ci stringevano forte i polsi. Il famoso sogno di una vita libera, nuova, piena di promesse, che pensavamo ci avrebbe affrancati da un futuro già tristemente prestabilito. Eravamo in tanti, diversi in mezzo a quelli tutti uguali. Battaglie politiche, cortei, ideali assorbiti e sbandierati, fermento di idee e di anime.E di corpi. La tua famiglia era diversa dalla mia, la tua vita era diversa dalla mia. Una mamma ed un padre anziani, proletari. Vivevi in una piccola casa popolare, in periferia. Non avevi potuto studiare, servivano soldi in casa ed eri andato a lavorare. Ma avevi continuato a coltivare le tue letture e la tua mente. Eri piccolo, bruttino, con un sorriso, però, che affiorava repentino e che ti illuminava il viso di dolcezza. Eri pacato e sapevi ascoltare. Poi arrivò la signora bianca.Non la conoscevamo, nessuno ci aveva mai parlato di lei. Era affascinante, suadente, incantatrice. E piena di mistero. No, non lo sapevamo che, dopo, sarebbe diventata un macigno pesantissimo sulle nostre spalle, difficile da buttare via. La signora arrivò in mezzo a noi, non sapevamo chi la avesse mandata, non ce lo chiedevamo. Ma qualcuno l'aveva mandata, questo è certo. E quando la signora arriva non c'è spazio per altro: è un grande amore, di quelli totalizzanti, quelli che non ti fanno vivere se non con lei e di lei. Null' altro esiste. Dolcemente ne ammazzò tanti , alcuni molto presto, altri dopo anni. Molti ci lasciarono. Troppi. Tu continuavi a viverla, anche quando io la abbandonai. La abbandonai dopo qualche anno, aiutata dall'amore e dal desiderio troppo forte in me di voler realizzare delle cose che erano in sospeso. Non sopporto le cose sospese. E dissi addio alla signora: un addio lento, doloroso, costellato di ricadute, ma alla fine fu un addio. Definitivo. Tu continuasti, mentre la vita si accaniva contro di te. I genitori morti, il lavoro perso, la galera, la casa perduta. Resistesti per un po', ma alla fine scegliesti. Lucidamente nella tua follia. Non accettasti aiuti temporanei. Diventasti un barbone. La tua casa in uno zaino sulle spalle, l'elemosina dei passanti ed ancora la bianca signora con te. L'inverno è duro a L'Aquila, troppo freddo. Andasti via. Portasti te stesso e la tua vita altrove. Non so dove. Ma in estate tornavi dalle nostre parti e ci regalavi ancora qualche sorriso , ancora innocente, ancora da bambino. Mi faceva male vederti, non riuscivo a parlarti. Non riuscivo ad immaginare cosa tu potessi pensare di me. Tanto vicini un tempo, ora in due mondi così lontani. I tuoi abiti laceri, il tuo viso sporco e la mia aria di borghese anticonformista. Non so perché, ma, quando ti incontravo, mi vergognavo di me. Assurdo, vero? Tu mi guardavi e tendevi la mano. Io sapevo che quei soldi ti sarebbero serviti per la signora e te li davo. Non sarei stata capace di rifiutarteli. Ma tu non hai mai approfittato della mia generosità. Allungavi la mano verso di me raramente. Una volta ti comprai una birra e te la portai, sotto il sole cocente. Ricordi? Tu alzasti il viso su di me e la prendesti, non so se mi riconoscesti. La bianca signora ti aveva annebbiato gli occhi. Ma prendendola mi ringraziasti. Anche questa estate sei tornato. Ti ho visto. Piegato sotto il tuo zaino, magro, il capello lungo e riccio di sempre ingrigito dagli anni, il tuo orecchino, le tue scarpe slacciate, il tuo passo lento. Ci siamo guardati, ti ho sorriso, tu hai abbassato lo sguardo. Eri stanco e vinto in tutto. Giuro, ho percepito qualcosa. Giuro, ti avrei dato parte della mia vita. Oggi non ci sei più. La signora ha giocato con te, dopo anni, la sua ultima carta. Ed ha vinto, in quel vicolo, vicino ad un gradino di pietra. Erbe selvatiche fra i crepacci di pietre antiche. Non ti ho visto, ma l'immagine di quel tuo ultimo momento mi è davanti agli occhi. La manica della camicia tirata sul braccio sporco, la siringa nella vena, ancora piena del sangue dell'ultimo risciacquo, la sigaretta penzoloni dalle tue labbra, le palpebre semichiuse, già al buio, e quel sorriso bambino verso il cielo.

28 commenti:

Gabryella Costa Fdd ha detto...

TERRIBILE,istanti di vita che ti passano davanti,nella mente,negli occhi,in cui sai,capisci, ma non puoi,nel loro mondo spesso non c'è posto per te e quando rigurda qualcuno che ti è vicino è ancor piu straziante
ciao anna,
gabrybabelle

Gianna ha detto...

Anna quando ti leggo,andrei subito alla fine per vedere come va a finire,poi mi dico calma,assapora la descrizione,ma leggo tutto d'un fiato. Dopo con calma faccio il ripasso. Storia vera?

silvano ha detto...

Anna per quanto non ci conosciamo di persona, per quanto questa affermazione possa essere criticabile e fraintendibile, fatta così, in luogo massimamente pubblico, ma Ti Voglio Bene e ti sono vicino.
Nient'altro, ciao.

enzorasi ha detto...

Anna, li ho conosciuti anch'io alcuni amanti della signora bianca; Tiziana era una di esse, Tiziana se n'è andata nel 1973. Sai meglio di me che post come questi si leggono, si accarezzano in silenzio ma non si possono commentare. La signora ci ha sfiorato da vicino...noi siamo ancora qui.

Anna ha detto...

@Gabry, sì, è tristisismo. Li ho visti morire sotto i miei occhi. Tanti, troppi. Senza speranze.

@Stella, mi piacerebbe dirti che è una storia inventata, ma purtroppo non lo è.

@Silvano, che dire? Grazie! L'affetto è ricambiato con gli interessi.E lo dico pubblicamente :-) senza tema di smentite....

@Enzo, io non ne sono stata solo sfiorata. Io l'ho conosciuta bene. E posso solo dire di essere stata fortunata. Ho trovato la forza perchè non ero sola. Forse, se lo fossi stata, sarei su un gradino di pietra anche io. Sì, siamo qui. E non mi stancherò mai di ringraziare la mia buona sorte.

Nemo ha detto...

Continuiamo a vivere anche grazie ai ricordi che gli altri hanno di noi.
E tu, così facendo, ridoni la vita a tanta gente.

digito ergo sum ha detto...

certe scelte di vita prevedono un coraggio che supera, di granlunga, il coraggio di vivere.

sto qui, con la pelle ancora tutta sull'attenti, e applaudo.

un abbraccio

lo so che non è una scelta... lo so anna. ma pensala così, aiuterà a pensarlo come vorrebbe.

Anna ha detto...

@Nemo, troppo spesso le persone vittime di questa atrocità sono ingiustamente giudicate come delinquenti. Davvero quando si iniziò, negli anni 70, qui nessuno sapeva nulla delle conseguenze devastanti che l'eroina portava. Io sono convinta che fu un preciso disegno politico. Distrussero le menti migliori.Ci resero inoffensivi. Oggi il discorso è ben diverso, anche in quello.

@Digitino,hai proprio colto nel segno: nel caso dello sfortunato amico, la voglio pensare come una scelta.Forse lo è stata davvero.

ladyoscar ha detto...

letto tutto d'un fiato, trattenendo il respiro, e sperando in un finale migliore. Ma ahimè la dama bianca non da scampo in un modo o nell'altro.
Colpiti sfiorati o guardati solo negli occhi....ognuno di noi ha avuto a che fare con lei in qualche modo.
Se vuoi leggi il mio post del 21 luglio
ladyoscar

Saretta ha detto...

anna... per mia fortuna non ho mai avuto persone care che la hanno conosciuta.

.un bacio un abbraccio e un sorriso.

Silvia ha detto...

Mi hai fatto letteralmente venire i brividi con questo post.

Anche se ti "conosco" da pochissimo mi sento di farti i miei complimenti per la tua grande forza!

Purtroppo non tutti ne hanno così tanta...Neanche di fortuna.

A presto!

Anonimo ha detto...

Anna....sono fiera di te, per quel che sei stata, per quel che sei diventata e per ciò che regali a noi tutti.Cristina

marina ha detto...

cara anna sento il tuo dolore e vorrei abbracciarti.
Sono così contenta che la baldracca bianca non ti ha fottuto la vita| ti bacio marina

Pellescura ha detto...

Ho visto anch'io un amico andarsene per sempre per lo stesso motivo.
Aveva 30 anni e non è riuscito ad uscirne nonostante vari percorsi in varie zqwcomunità.

Anna ha detto...

@Ladyoscar, sì, l'ho letto. La vita non è stata gentile con quelli della nostra generazione. Generazione di passaggio, dal vecchio al nuovo. Si doveva aprire un varco. E' stata una guerra. Ed i morti sono stati tanti.

@Sara, piccola, tu queste cose devi saperle, ché è giusto così. Ma è giusto anche che tu le senta lontanissime da te. Sempre. Pensa alle cose belle della vita.

@Silvia, grazie per i complimenti. Per me ormai è una storia lontanissima. Davvero un'altra vita. A volte tornano i fantasmi del passato. Che è giusto non scacciare. E non rinnegare.

@Cristina, perché sei anonima: sei la mia Cristina di tenetebotta?

@Marina, hai detto bene. Mignotta delle peggiori, quelle subdole: prima ti lusinga e poi ti succhia la vita.

@ Pelle, sulla grande truffa delle comunità di recupero dovrei scrivere non un post, ma un dossier. Se dovessi dare un consiglio a chi ha questo problema, gli direi di non entrare mai in quei meccanismi. Sono ancora più subdoli e pericolosi dell'eroina stessa. I recuperati sono una percentuale bassissima,insignificante, e anche loro sono comunque rovinati e dipendenti da altro. Dipendenti da un pensiero non libero, che li corrode lentamente e li fa morire interiormente. E intanto i tenutari delle comunità si arricchiscono alle loro spalle.

Anonimo ha detto...

Ciao, Anna, aldilà del significato del tuo post, ti assicuro che ho provato un brivido nel leggerlo. Dovresti fare la scrittrice, il tuo modo di raccontare è crudo, duro e triste, una rappresentazione della realtà che viene ignorata e disprezzata, che lascia le persone abbandonate a se stesse se non si adeguano.

Ciao, io vado in ferie per qualche giorno, a presto.

Anna ha detto...

@Cesco, grazie per i complimenti al mio stile di scrittura. Tu parti per qualche giorno, io partirò il 3. Ci rivedremo ad ottobre. Stammi bene.

oscar ferrari ha detto...

Però non credo che la Signora bianca fosse parte di un disegno volto ad eliminare le menti migliori. Sarebbe implicitamente come ammettere che i peggiori sono quelli che si sono disintossicati

Anonimo ha detto...

Anna cara, ho perso tante persone care, amici e semplici conoscenti.
Ho delle persone carissime, quasi dei fratelli, che ci stanno ancora lottando a distanza di decenni e non ne sono ancora usciti.
Ho letto il tuo post con grande emozione, commozione. Ti abbraccio forte forte

Anna ha detto...

@Oscar, non mi sono espressa bene e mi hai fraintesa. Intendevo dire che la droga ce la ritrovammo sul mercato improvvisamente, arrivata dal nulla. Ho sempre creduto che fosse stato un disegno politico volto a destabilizzare e smantellare un determinato gruppo di giovani che stavano sulla piazza. Giovani con idee forti e determinati a farle valere.E non ci fu informazione di sorta. Per anni nessuno ne parlò. L'eroina ha colto nel mucchio ed ha preso senza guardare in faccia nessuno. Ma sta di fatto che molti che si occupavano di politica e di sociale furono neutralizzati e resi larve. Le menti miglori era riferito ad i giovani pensanti. Ad uscirne sono stati pochi, e non è detto che siano stati i migliori. Solamente quelli più fortunati.

@Mel, sapevo che avresti capito. Un bacio....

cristina ha detto...

si' sono la tua Cristina ma non mi riconosce l'url!!!

Anonimo ha detto...

...commovente da morire, Anna, cum-moveo intendo, ho partecipato appieno di questa storia...
Sarà che la vita e "certe signore" ingoiano prima di tutti
i sognatori,
i poeti, intendendo anche e soprattutto quelli che non scrivono poesie nel senso comune dello scrivere,
e i bambini-per-sempre, che poi è come dire sognatori e poeti,
e lasciano vivi gli altri,
i cosiddetti "quelli che ce la fanno".
Quelli che ce la fanno poi si sentono in colpa guardando gli altri, i sognatori, i poeti, i bambini-per-sempre, ecc...
Si sentono in colpa come se avessero tradito l'innocenza e la fede che l'innocenza sa darti, anche se non è così, non propriamente.
Forse è un po', certo molto alla lontana, quello che raccontano i sopravvissuti ai lager: il senso di colpa, apparentemente privo di senso, per essersi salvati.
Sai, Anna, colgo in pieno questo tuo sentimento e l'ho provato anch'io, tante volte; anch'io, tante volte, mi sono sentita una traditrice per avercela fatta rispetto a certe scelte drammatiche ed irreversibili.
Ma non è così, Anna cara, non abbiamo tradito nulla, abbiamo avuto solo la fortuna, e sottolineo la parola fortuna, di non perderci del tutto.
Quel che possiamo fare per ricordare davvero quanti non ce l'hanno fatta è solo portarceli nel cuore per sempre.
Ti abbraccio fortissimo
Tez

Anna ha detto...

@Tez,
grazie per il tuo contributo che ha aggiunto moltissimo al mio post. Illustri, come sempre, con parole bellissime i sentimenti e le sensazioni. E mi hai anche chiarito perfettamente l'origine di quel senso di colpa. Il fatto che mi sia stata riservata una fortuna che altri non hanno avuto o non hanno saputo cogliere.
Non se lo meritavano tutto questo che gli è accaduto, no.
Un abbraccio e l'affetto di sempre.

Anonimo ha detto...

Sai io non ho perso amici o conoscenti per colpa della signora bianca ma so cosa sia il dolore per la perdita di un'amica, morta suicida. Successe nel lontano 1987, ma il ricordo di quel dolore è sempre vivo nel mio cuore. E' sempre bello leggerti, ora che sono tornata dalle ferie mi sarà più facile, un abbraccio dolce amica giò

Anonimo ha detto...

Anna...

Anna ha detto...

@Farfalla, bentornata!
La vita ci riserva delle brutte esperienze,e tristi. Ma anche tante belle cose, per fotuna.

@ GIANNI.............

Gianna ha detto...

Serene vacanze, anna. Vieni a commentare prima le parolacce!

Artemisia ha detto...

Complimenti per il post che credo ti sia costato scrivere ma soprattutto per la forza che hai dimostrato nell'uscire da quella situazione.
Non credo che sia stata solo fortuna.
Ti abbraccio,