Il dottor Massimo Cialente, sindaco di L'Aquila, colui che si è distinto per le camicie inamidate e le impeccabili cravatte sin dal giorno successivo al terremoto, colui che si è distinto per non aver posto ostacolo alcuno allo strapotere esercitato dalla protezione civile sulla nostra terra e su noi cittadini sin dalla prim'ora, colui al quale riesce benissimo fare il pesce in barile, dicendo sempre sì a tutti e continuando negli anni a fare benissimo il nulla, si è prodotto in una lettera brilantissima, scritta congiuntamente al dottor Bertolaso. Ed, allineandosi al potente invasore, ha lanciato l'ultimatum agli Aquilani nelle tende: devono andare via e basta. Giù la testa ed eseguire. E fa nuove promesse, in perfetto stile caimanesco, non vergognandosi minimamente di aver disatteso tutte, assolutamente tutte, quelle fatte fino ad oggi.
"Care aquilane e cari aquilani, cari amici,
con questa lettera intendiamo spiegare con chiarezza le ragioni che rendono necessario e indifferibile il trasferimento delle famiglie finora accolte nelle tendopoli in alloggi provvisori di altro tipo, sia all’Aquila che nei Comuni dell’entroterra aquilano che lungo la costa della nostra regione.
Anche se il tempo è ancora favorevole, l’inverno sappiamo bene che si sta avvicinando. Conosciamo i modi con cui la stagione fredda si annuncia: senza preavviso, nell’arco di pochi giorni le temperature, oggi accettabili e addirittura piacevoli, scenderanno rapidamente, rendendo le tende assolutamente inospitali.
Siccome le persone che hanno abitato le tendopoli allestite dopo il 6 aprile sono migliaia, non possiamo permetterci che si crei, ai primi freddi, una nuova emergenza nell’emergenza, inevitabile se si volessero trasferire nello stesso giorno quanti sono ancora presenti nelle aree di accoglienza trasportandoli presso gli alberghi ed altri alloggi. E’ una delle nostre più grandi preoccupazioni in questi giorni, soprattutto pensando ai più piccoli e agli anziani.
Per questa ragione vogliamo informarvi che, a partire da oggi 10 ottobre, stiamo avviando un piano di trasferimenti dalle tende che si esaurirà nell’arco dei prossimi giorni. Vi chiediamo di rispettarne le indicazioni, ed in particolare le date di abbandono delle tendopoli, che vi saranno via via comunicate nei prossimi giorni.
Dobbiamo aggiungere un altro elemento importante. Conosciamo tutti la difficoltà di trovare, nell’immediato, un alloggio provvisorio che risponda ai desideri e alle aspettative di ogni famiglia. Se vi fosse la disponibilità di alloggi a L’Aquila o nei dintorni per tutti, la gravità della nostra situazione post terremoto sarebbe infinitamente meno complessa e difficile, ma sappiamo bene che purtroppo la nostra città è stata in parte distrutta e che gli sfollati nei comuni del cratere sono stati più di 70.000.
Il programma di realizzazione dei complessi C.A.S.E. sta procedendo in tempi rapidi, così come sono stati ad oggi molto brevi i tempi di realizzazione dei M.A.P. destinati ad accogliere le famiglie dei Comuni del cratere e delle frazioni più periferiche del capoluogo. Già oggi 1.114 cittadini aquilani sono sistemati in questi alloggi, confortevoli e sicuri. Entro il 31 dicembre 2009 tutti coloro che hanno una casa E, F o localizzata nelle zone rosse, riceveranno un’adeguata sistemazione alloggiativa provvisoria nelle strutture C.A.S.E o nei MAP in corso di realizzazione, secondo un calendario di consegne scadenzate all’incirca ogni due settimane.
Sono stati pubblicati gli elenchi delle famiglie alle quali sono stati assegnati alloggi in questi nuovi complessi, che conoscono fin da oggi con precisione il luogo dell’abitazione destinatagli e la data di consegna.
Sono noti e pubblici anche gli elenchi di quanti sono “in via di collocazione”: si tratta di quelle famiglie composte da uno o due persone che avranno una casa o un MAP entro il 31 dicembre, ma per le quali non siamo ancora in condizione di specificare il luogo e la data di ingresso nella nuova abitazione, perché ancora è in corso il lavoro di verifica della compatibilità tra le caratteristiche degli alloggi disponibili e le particolari esigenze del nucleo familiare.
Sono, infine, noti anche gli elenchi dei non assegnatari, ovvero di quanti ad oggi non hanno ancora dimostrato di possedere i requisiti necessari e per i quali è comunque prevista un’ulteriore verifica.
In ogni caso, tutti quelli che hanno la casa classificata E o F o situata in “zona rossa” avranno un alloggio. Sappiamo anche che, oltre ai gruppi sopra indicati, restano coloro che hanno un immobile classificato B o C, ai quali vogliamo ricordare che sono stati messi in campo tutti gli strumenti necessari a garantire la realizzazione degli interventi di riparazione, così da consentire in tempi relativamente brevi il rientro nelle proprie case. Il Comune e la Protezione Civile si riservano di attivare la ricerca di soluzioni provvisorie che consentano l’attesa della fine dei lavori di ripristino delle abitazioni, valutando caso per caso le situazioni in cui i lavori in questione siano rallentati o posticipati per evidenti e imprescindibili ragioni.
Quanti hanno vissuto nei mesi scorsi nelle tendopoli, pur avendo conosciuto la durezza e la fatica di tale soluzione di emergenza, hanno avuto anche modo di apprezzare la solidarietà, la condivisione, le iniziative collettive che hanno visto il rinascere di reti di vita sociale, il sorgere di nuove amicizie, la scoperta di nuove relazioni con i volontari e le persone che hanno assicurato agli ospiti dei campi le condizioni più favorevoli per superare questo difficile periodo.
Sappiamo bene che lasciare gli ambienti e le relazioni che nelle tendopoli si sono instaurate può rappresentare per molti un nuovo trauma, soprattutto se si lascia la tenda per un’altra soluzione abitativa del tutto temporanea e non definitiva. Sappiamo inoltre che tanti, forse tutti quelli che sono stati nelle tendopoli in questi sei mesi, avevano motivi gravi come il lavoro, questioni familiari, altre vere esigenze per non potersi allontanare dalla città.
Siamo consapevoli di questo nuovo sforzo e sacrificio che richiediamo a persone già provate dal lungo periodo che ha seguito la fase dell’emergenza dopo il sisma, ma consideriamo questo passaggio, difficile e per molti sgradevole, indispensabile per non correre rischi gravi per la salute e il benessere di tutti nei prossimi mesi.
Abbiamo deciso, insieme, alcuni criteri da rispettare anche in questa fase. Il criterio di attribuzione di tali alloggi nelle diverse località tiene evidentemente conto dei diversi tempi di permanenza previsti e delle differenti prospettive di ciascun nucleo familiare.
Quanti sono già presenti negli elenchi degli assegnatari di alloggi C.A.S.E. o M.A.P., che devono aspettare un periodo di tempo limitato al massimo ai prossimi 60/70 giorni prima di entrare nelle nuove abitazioni, saranno accolti per questo periodo negli alberghi della costa o, nei limiti del possibile e delle disponibilità, in altri Comuni dell’interno della regione, per riservare le soluzioni alloggiative più vicine al capoluogo a quanti non hanno ancora la certezza di una nuova abitazione e sono destinati ad un periodo di attesa più lungo per una sistemazione confortevole e sicura.
Chiediamo ancora una volta una scelta di solidarietà fra gli aquilani, la stessa che ci ha contraddistinti fin dalle prime ore di quell’alba maledetta del 6 aprile. Per tutti saranno comunque predisposte misure di assistenza, facilitazioni per i trasporti e un servizio di accompagnamento che aiuti le famiglie ad affrontare eventuali situazioni di particolare difficoltà, quali la presenza nel nucleo familiare di minori o disabili o di persone che necessitano di particolari trattamenti sanitari.
Affronteremo anche i problemi legati all’orario di lavoro.
Ricordiamo infine che, per quanti lo ritengono, è sempre disponibile, in ogni momento, l’opzione da tempo prevista di scegliere la forma di sostegno individuata nel contributo di autonoma sistemazione, di importo oggi incrementato, che viene attribuito in tempi più rapidi e con modalità più semplici anche laddove si disponga di altra abitazione agibile sul territorio abruzzese.
Riteniamo, con questa lettera, di aver spiegato le ragioni che rendono necessaria la chiusura delle tendopoli in tempi rapidi e le modalità che verranno seguite per i trasferimenti verso altre soluzioni alloggiative. Confidiamo nella disponibilità dei cittadini aquilani a partecipare attivamente anche a questa ulteriore fase del superamento dell’emergenza, accettando quanto predisposto dal Comune e dalla Protezione Civile per consentire a tutti di affrontare l’inverno in condizioni non proibitive, pur nella precarietà e provvisorietà delle soluzioni di accoglienza individuate.
Questa lettera vi verrà recapitata, campo per campo, nei prossimi giorni. Dal momento nel quale vi verrà consegnato il modulo con la destinazione assegnatavi, riteniamo che possa essere sufficiente per tutti un periodo di pochi giorni per attuare il trasferimento.
Contiamo sulla vostra collaborazione e soprattutto nella vostra comprensione, in questo ultimo grande sforzo comune che ci porterà insieme a festeggiare il Natale in un clima più sereno, tutti a L’Aquila, uniti per avviare il processo della ricostruzione della città.
Guido Bertolaso Massimo Cialente"
Questa la replica dei cittadini responsabili:
"Con la lettera spedita in questi giorni da Cialente e Bertolaso alle persone che dopo più di 6 mesi vivono ancora nelle tende sembra chiudersi un cerchio.
Col freddo la scelta ideologica di evitare per la prima volta nella storia dei post-terremoti qualsiasi forma di modulo removibile messa in atto da Protezione Civile e dall’Amministrazione Comunale, sta producendo il suo principale effetto: cacciare gli aquilani dalla propria città.
“Saltare la fase intermedia passando direttamente dalle tende a case vere” era stato dichiarato ad Aprile da Governo, Protezione Civile e Comune dell’Aquila. Scelta che più volte abbiamo avuto modo di denunciare come erronea e drammatica.
A più di sei mesi dal sisma i tempi di assegnazione delle c.a.s.e. non sono affatto quelli promessi ad Aprile quando ci è stato chiesto di pazientare 5 mesi nelle tende o negli alberghi della costa per avere un tetto vero a Settembre.
Di fronte a tale annuncio così allettante, dopo aver subito uno shock così grande, la popolazione aquilana si è fidata. E’ rimasta composta e disposta a fare sacrifici (come sa fare) in attesa che le promesse fatte fossero mantenute. Lo ha fatto anche se questo ha significato vivere disagi notevoli come la perdita della propria autonomia e della propria libertà.
Con la lettera di Bertolaso e Cialente di domenica scorsa abbiamo capito una volta per tutte di essere stati presi in giro.Se c’era un limite a tutto questo era quello, palesemente dichiarato, di poter decidere dove vivere e di non essere costretti ad andare dove non vogliamo andare.Essere messi nella condizione di dover, dopo sei mesi, abbandonare quella città che non vogliamo abbandonare significa essere deportati e quindi il totale fallimento della gestione del post-terremoto di Cialente e Bertolaso. E non si parli di scelta personale. Concedere un’autonoma sistemazione di 200 euro significa non dare alternative possibili a famiglie ed anziani, obbligandoli ad andar via.
Chiedevamo partecipazione e ci sembrava normale dopo un evento così grande e distruttivo. Qualcuno invece ha detto che era capace di fare tutto per noi, che sarebbe stato meglio così. Qualcuno che ha preso tutte le decisioni perché diceva di esser capace di farlo. La richiesta disperata di partecipazione non è stata nemmeno lontanamente presa in considerazione. Anzi la nostra città è stata militarizzata e i divieti per fare quello che fino al 6 Aprile facevamo da soli a casa nostra, si sono moltiplicati. E’ diminuita persino la libertà di espressione dato che grossi limiti sono stati applicati a volantinaggi e assemblee nei campi cioè i luoghi dove la popolazione aquilana era maggiormente concentrata. Ci chiediamo il perché, se il risultato ora è chiedere agli aquilani di accettare di buon grado un trasferimento per un tempo indefinito lontano dalla propria città.
Andar via significa ottenere una maggiore dispersione e mette molti aquilani nella condizione di impossibilità a partecipare e contribuire attivamente al processo di ricostruzione, attraverso il proprio lavoro, le proprie idee, le proprie critiche.Ma l’unico obiettivo di Cialente e Bertolaso sembra solo quello di costruire il c.a.s.e.Di quello che sarà dell’Aquila e di quello che è stata prima del 6 Aprile, e quindi di quello che saremo noi e siamo stati noi, non sembra importare.
Il nostro sindaco, dopo aver ripetuto per mesi la proposta delle case mobili ha abbandonato tale richiesta, una delle poche che si sono contrapposte al volere della Protezione Civile e che avrebbe permesso a un maggior numero di persone di restare sul territorio. Cosa gli è stata promesso in cambio vorremo saperlo.
Ci chiediamo perché non si è scelta la strada del confronto e del dialogo per fare in modo che decisioni che incideranno per sempre sul futuro della nostra città fossero prese in maniera realmente democratica. In molti campi i cittadini si sono organizzati consegnando, in forma di lettera, raccolte di firme per chiedere di non essere trasferiti fuori dal territorio. Richieste rimaste inascoltate. Chissà se prima di scrivere la loro di lettera Cialente e Bertolaso si sono almeno degnati di leggere ciò che gli veniva chiesto.
Nessuna lettera invece era stata inviata prima dello smembramento del campo di Piazza d’Armi, a persone che dopo mesi e mesi di tenda sono state deportate in barba a qualsiasi graduatoria di assegnazione, mentre chi si è rifiutato di andare via ancora oggi vive lì, nell’assordante indifferenza delle istituzioni.
E’ indispensabile rimanere vicino la città e partecipare alla ricostruzione reale. Molti nostri concittadini hanno già messo in pratica forme spontanee di disobbedienza civile, tornando nelle proprie case valutate B, C e E, segno drammatico della fallimentare gestione del dopo-terremoto.Alla faccia di chi ha detto che nonostante tutto gli aquilani hanno ancora fiducia nelle istituzioni.A sei mesi dal sisma, insomma, ci appare chiaro che ora quanto mai è indispensabile il mutuo soccorso tra le persone. Quanto fatto dai nostri rappresentanti finora non fa che alimentare il senso di disillusione e di impotenza dei cittadini, E’ invece fondamentale che questi assumano il ruolo di protagonisti nel processo di ricostruzione, grazie allo spirito di iniziativa, la forza e la laboriosità che non sono mai mancati agli Aquilani."
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26 commenti:
Hola querida,
è assolutamente scandaloso.......
ti abbraccio forte!!!
Cara Anna, il misfatto è compiuto, il messaggio è passato, si è radicato, ha trovato sostenitori, l'Aquila e gli Aquilani sono sistemati, addirittura ora esiste un modello "Aquila",da imitare, da copiare,da sfoggiare come conviene a tutte le star e alle loro sfilate...e gli italiani,"un pò per celia,un pò per non morir" il filo di fumo all'orizzonte lo vedono, gli fa comodo vederlo...senza porsi imbarazzanti ed ingombranti domande. Anna, non ti fermare,non smettere di produrre parole che emanano un calore che ci permetterà di non vedervi freddi,inerti,sottomessi all'ingiustizia. Un abbraccio
Serenella
Serenella carissima,
è una promessa che faccio per prima a me stessa, poi agli Aquilani combattenti, poi a tutti voi. Vado avanti, andiamo avanti, non ci fermeremo. L'inverno ci vedrà in prima linea. Prima di tutto nella solidarietà sociale.Poi nella rivendicazione dei nostri diritti.
Cara Anna, la lettera di quell'ameba che è il sindaco e del generalissimo della protezione civile, manca di una raccomandazione in chiusura: cittadini la vasellina mettetecela voi, che il governo non la passa. Manco quella.
Da vergognarsi.
Alla faccia dello sbandierato liberalismo... questi sono semplicemente SOVIETICI. Per fortuna (ancora?) non usano metodi (troppo) violenti.
Anna, che dirti, la disgrazia più grossa è quella di averlo sempre visto arrivare e non essere riusciti ad evitarlo. Incompetenza, malafede, disegno politico? a chi conviene alla fine che una comunità cosi stretta come quella aquilana venga dispersa?
Eppure è quello che sta succedendo e non ci sono parole come dopo lo scempio della natura, che quello te lo tieni, si sia continuato a buttar calce sulle macerie.
Il mutuo soccorso tra aquilani, io spero davvero che serva e che funzioni. Ma resta una cosa labile.
Hanno giocato una battaglia di marketing e di pubblicità a partire dall'alba del 6 aprile.
Nemmeno 24 ore dopo la tragedia, il comandante in capo dell'esecutivo nazionale e il suo sottosegretario parlavano del piano di ricostruzione e annunciavano, orgogliosi, la preparazione di un piano che saltasse ogni fase intermedia: tende subito e case vere e proprie subito dopo.
Una popolazione di decine di migliaia di sfollati costretta (per forza di cose, non certo per responsabilità governative) a barcamenarsi nei primissimi istanti tra tende e alberghi sparsi per la regione.
Dopo 8 mesi questo il risultato: case antisismiche per appena 1000-2000 persone, moduli in legno per altrettanti sfollati e sempre decine di migliaia di persone negli alberghi fuori L'Aquila.
A dicembre, se tutto va bene, avranno un VERO tetto sulla testa (MAP o CASE) 21 mila persone. Sommando le persone con casa A (tutt'altro che sicura, a dispetto di ciò che si dice continuamente) forse è possibile raggiungere un numero pari a 30-35 mila persone.
Gli altri? Nel 2010? In albergo. Lontani dalla città. Magari con un lavoro che saranno costretti a perdere.
Perché tutto questo? Perché si è preferito evitare i moduli in legno o i moduli removibili. Avrebbero tolto il senso cerimoniale dell'inaugurazione...
Ecco la soluzione delle autorità per L'Aquila. Non è politica, né "protezione civile". E' solo marketing.
CHE SCHIFO ! Facci sapere cosa rispondono.
in effetti il vs. sindaco ha più cravatte che idee...
Troppo lungo.
In pratica? Casette di legno solo quelle famose del Trentino e gli altri devono aspettare quelle vere, intanto se ne vanno in giro per l'Abruzzo. E' cosi, no?
La lettera Bertolaso-Cialente alle persone che vivono ancora nelle tende dopo sei mesi è una scossa di magnitudo sei che fa crollare definitivamente la persuasione della responsabilità unica nella gestione della ri-costruzione. Con essa sembra chiudersi un cerchio perché fa crollare il convincimento della subalternità del sindaco Cialente all’onnipresente maestà, fa cadere il fugace pensiero d’inciucio antico tra rappresentante locale ed emissario governativo e fa rovinare l’idea d’una opposizione reale al fare congenito dell’utilizzatore finale.
Quando minacciava di dismettere la fascia tricolore per carenza di fondi veri per la ricostruzione della città reale abbiamo gridato contro i poteri forti che annullavano la democrazia ed imponevano la costruzione della città nuova, senza considerare altre alternative. Allorché stava muto a Porta a porta abbiamo pensato all’incombenza assoluta della logorroica loquacità dell’egoarca e della soporifera regia della fiction suddetta. Allorquando entusiasta omaggiava il latore di tanti soldi in poco tempo per costruttori e fornitori scelti, mentre a Bazzano quattro energumeni in borghese coprivano il cartello “Sotto questi ghetti giace L'Aquila, buon compleanno necrofilo”, abbiamo pensato alla commozione del primo cittadino per la vittoria di ben 400 famiglie, nella lotteria (per ora cittadina) di ben 19 new town (per il momento solo abruzzesi).
Adesso ci rendiamo conto che senza il lassez-faire d’un sindaco non è assolutamente possibile che si costruisca un alloggio d’emergenza, seppur duraturo, con un incremento di prezzo pari a 2.000 euro a metro quadro (ovvero al 250% in più di quanto costava solo prima del terremoto, non prima della seconda guerra mondiale). Ora comprendiamo che senza il laissez-passer d’una cooptata opposizione parlamentare non sarebbe passato un Decreto abracadabra che stanzia per la ricostruzione solo quanto, con quel parametro, basterà a recuperare un’abitazione di 50 mq. lordi. Mo’ intuiamo vagamente ciò che verrà dopo Capodanno con il passamano del Capo che in realtà ha governato apparentemente da solo la città di Cialente.
Intanto, molte Regioni non hanno resistito alle pressioni elettorali e, in tutta fretta, hanno varato le leggi regionali necessarie per attuare quel “piano casa” del governo prima sospeso per persuasione presidenziale preventivamente esercitata e poi dimenticato forse per dubbio di palese incostituzionalità procedurale accertata, per ora, solo da Luca De Lucia (vedi eddyburg.it)
Meglio non stuzzicare chi aveva già altre gatte da pelare e dal momento che in ogni Regione coincide la ragione più di sinistra con quella più di destra. Dopo l’appello primaverile, le archistar sono andate in letargo già in piena estate e cosi le case dei c.a.s.e. d’Abruzzo sono tranquillamente venute a maturazione. Ora, solo Vittorio S. potrebbe giudicarle “più belle che ragionevoli” poiché nessuno degli onorevoli professori dell’architettura ha proferito verbo alcuno. Le inchieste di Littorio F. sui mostri nostrani potrebbero risolversi anche con qualche presunto eco-mostro sbattuto in prima pagina d’un giornale indipendente che mai registra la voce padronale.
Così, a Messina, il clown delle new town vorrebbe replicarle immediatamente anche se Lombardo (che veneto non è) contemporaneamente impedisce la disdetta dell’opera “faraonica” prediletta che sfida la tettonica globale ed ogni obiezione razionale.
concordo con Alessandro Tauro
non c'e` un regime di stampo sovietico, non c'e` un disegno intelligente, non ci sono piani per minare la coesione della popolazione (anche se gli effetti sono i medesimi): la situazione e` ancora peggiore
i vertici dello stato vivono in una fiction, la loro devastante forza gli deriva dal fatto che i problemi reali del paese, semplicemnte, non esistono
il loro mondo si concentra sulla lente di una telecamera, la percezione della realta` nel feedback delle immagini in tv, la loro realta` e` la stessa degli spot pubblicitari, dova la frutta e` di cera, il latte e` vinavil, i paesaggi sfondi riportati con photoshop
l'unico sistema per ottenere dei cambiamenti alla situazione in atto è allertare quotidianamente la stampa libera, chiedere aiuto per diffondere quante più notizie possibile. quello che sta accadendo è inaudito, pensare che ad oggi ci sono ancora tantissime persone sotto le tende che non sanno dove andranno a finire e quando. persone "sistemate" sulla costa dal 6 aprile che potrebbero e vorrebbero tornare a casa propia se solo dessero loro la possibilità (ed i soldi)per ristrutturare le abitazioni. che l'aquila non esiste più e chissà se e quando la rivedremo è un dato di fatto......ma gli aquilani esistono, ci sono, hanno il diritto di VIVERE ancora e non di sopravvivere aspettando che.......purtroppo.......non abbiamo fatto in tempo......dovete avere pazienza........la C.A.S.E.....i M.A.P......ma de chè!!!!!!!!!
La prima volta che vidi il tuo sindaco pensai , sindaco ?
Pirla semmai , e di razza .
Forza e coraggio dal web avrete tutto il supporto che vi servirà.
un abbraccio
Watka Yo Ota dice:
Tribù dispersa non può decidere nuovo capo...la neve copre ogni rumore...il gelo frena ogni ascia..
Cialente,Bertolaso...lettere agli Aquilani....dove le recapitano?
Mi chiedo se la notte riescano a dormire...se riescano a mentire a loro stessi...mi chiedo se si sentano cio che sono...roditori traditori...
come è squallida la viltà....
un abbraccio Anna
Watka Yo Ota
Ciao Anna continuate a tener duro e ad opporvi con tutte le vs forze alla deportazione di massa o L'Aquila diventerà una città fantasma futura meta turistica per vedere l'effetto devastante di un terremoto.Sono con voi!Ciao Ivana
Lettera al direttore de Il Centro (inviata ieri):
Signor Direttore,
dall'ormai lontano 6 aprile seguo con ansia l'evolversi della vicenda degli sfollati a causa del sisma, Come tutti, anche io sono contento quando famiglie che hanno perso ogni avere possono trovare rifugio in una casetta di legno od in un appartamento del progetto (pomposamente) denominato C.A.S.E. Oggi il Centro
ha pubblicato una tabella "Il punto sugli sfollati" elencando puntigliosamente la popolazione alloggiata (in alberghi o case private: circa 23.000 persone) in un ambito territoriale che interessa tutte le provincie abruzzese e, parzialmente, le limitrofe regioni (Lazio, Umbria, Marche, Molise), la popolazione nelle case già consegnate (1.400 circa)e, quella (la più sfortunata, credo) ospitata in 67 tendopoli: 6.400. Vede, Signor Direttore, sono convinto che, vuoi a causa del freddo o della neve, vuoi a causa del taglio dei servizi in corso da parte della Protezione Civile (elettricità, mense, acqua calda, posto medico, ecc.), alla fine anche per le 6400 persone si troverà una "copertura" provvidenziale: e questo è un bene. Ciò che non mi quadra, come nativo aquilano e come cittadino abruzzese, è l'assenza assoluta di un piano di "rientro" a L'Aquila ed agli altri Comuni colpiti dal sisma, l'incertezza totale di un periodo ragionevole di sospensione delle imposte (ricordo: 18 mesi per i terremotati di Marche ed Umbria), l'indecente, sadico e vile meccanismo di proroghette dell'inizio della restituzione delle imposte sospese che rende più incerta e già precaria situazione economica e sociale di decina di migliaia di famiglie. E' mai possibile che tutto questo avvenga col silenzio assenso della Regione? E' mai possibile che tutto ciò dipenda dalla volontà di una persona, Bertolaso, al quale è stata affidata dal governo carta bianca su tutto lo scibile possibile ma che, ad oggi, ci costringe a prendere atto del quadro offerto da il Centro? Ho molta difficoltà a leggere questa realtà come se fosse una cosa ordinaria e non straordinaria, ad interpretare nel giusto senso il silenzio tombale dei TG della TV pubblica e non (a parte il TGR) su questa situazione resa ancora più drammatica dal freddo e dalla neve di questi giorni. Perché decine di bambini vanno ancora oggi a scuola nelle tende? Non è violenza questa? Non è legittimo chiedersi: perché?
Cordiali saluti,
Giovanni Di Nino
Smettiamola di fare polemiche.....i nostri soldi servono per opere faraoniche molto più utili. A buon intenditore poche parole.
segnalo sul mio blog
lessicodemocratico.ilcannocchiale.it
I soldi per il ponte si!
ma se tutti quei soldi, operai tecnoligie fossero stati aggiunti all'Aquila forse tutti avrebbero una casa.
Uno schifo vedere tutto questo.
Il tuo blog mi fa piangere dal dolore. E dallo schifo la ta Tv italiana nasconde, dietro le vespe e scarafaggi.
Fatevi sentire all'estero, contattate i gionali stranieri, in germania,grecia, spagna francia, fate vedere come cazzo si comporta sto governo,gia sputtanato.
Ho un padre disabile 100% ,non immagino nemmeno cosa avrebbe potuto sopportare se fosse stato all'AQUILA.
Ciao Anna,leggendo la lettera del sindaco mi è venuta tanta rabbia...per quello che è successo,per quello che non mostrano in tv,per il modo in cui trattano persone cadute in disgrazia in un solo minuto...reagite e fatevi sentire,oppenetevi a questo governo dittatoriale,contattate stampa,tv e non mollate,mai.Dobbiamo combattere e mostrare a chi governa che nn siamo burattini e che abbiamo una coscienza e tanta volontà di cambiare le cose.
Auguro a te e a tutti gli Aquilani di trovare la forza per far fronte a tutte queste ingiustizie.
Un abbraccio
Elisa
Ciao Anna... parlano anche di te sul Fatto di Padellaro e Travaglio di oggi... e del freddo e delle tende e di Piazza d'Armi e di disperazione...
Ti abbraccio
Francesca - Vicenza
Ciao Anna, son contento che avete trovato una sistemazione che mi sembra di capire sia definitiva.
Certamente aiuta ad avere una tranquillità interiore che rigenera le energie da mettere in campo per continuare a resistere.
Purtroppo, avevo già detto la mia su Cialente dopo lo show da Vespa e questa lettera conferma ciò che pensavo.
La lettera non dice come si comporteranno le istituzioni nei confronti di chi continuerà a resistere nelle tende ma se tanto mi da tanto, non ci saranno ultimatum. Sarebbe interessante seguire l' effettivo sgombero per poterlo documentare in modo che qualche programma poco omologato sia di nuovo spinto sin lì.
Per il resto si va di male in peggio.
Nessuno sottovaluti la ricerca, ahimè riuscita, dello scontro istituzionale e il rafforzamento della deriva peronista messa in atto da chi ci governa. Sottovalutare il momento politico attuale buttando tutto in caciara costerà un prezzo talmente alto che purtroppo non avremo nemmeno più questi spazi di libertà (che sono i blog)per potercene render conto. Pensa che sono un ottimista.
Un caro saluto. Resistere ad ogni costo. Aldo
Ho letto con attenzione tutto anche se molto lungo. Ora probabilmente pure gli aquilani capiranno di che pasta sono fatti i politici. Non solo il presidente del consiglio, che chiaramente non ha mantenuto le promesse ma anche i politici locali. Quelli che dicono di non saperne nulla del rapporto Barberi, da Cialente a Pace, dalla Pezzopane ad altri. Noi viviamo fuori dai riflettori e viviamo nel disagio più totale. Io per fortuna ho la casa agibile ma soffro per quelle persone che da mesi e mesi stanno in tenda a crepare prima di caldo e ora di freddo e si trovano queste richieste proprio nel momento in cui dovrebbero essere aiutate
anna kredo ke kuello ke fai è bellissimo...non sono stato colpito in prima persona dal terremoto ma sono abruzzese...se potessi rimanere nell'anonimato ti potrei dare tante di quelle idee per attirare l'attenzione su L'aquila...decidi un giorno...di sabato o domenica... fai/facciamo circolare la voce su tutti i mezzi di comunicazione italiana...richiamiamo tutti gli ABRUZZESI e i loro amici in abruzzo e blocchiamo tutto..autostrade, ferrovie etc...e kualkuno si akkorgerà che sta succedendo kualkosa di strano kazzo..senza violenza..chiedere aiuto pe gli anziani ebambini al freddo kredo ke non sia volgare o violento..con la dovuta calma facendo così si otterrà almeno la visibilità... se solo loro (sai di ki parlo) volessero, con una semplice firma su un assegno riuscirebbero a cacciare più soldi di quanti ne potremmo raccogliere noi i anni di richiesta...cazzo non è giusto..loro sono li perchè devono aiutarci...ce li abbiamo mandati noi ma perkè servono a noi..stanno li a guardarsi i kazzi loro..se vuoi..scusa ma da aprile aspetto di sentire qualcuno ke dica ste cose...non manifestazioni...no...blokko totale...non tifo ne per la destra ne per la sinistra...ne sono anarkiko...sono però per le cose giuste..forse non mi tirerei in mezzo ma guardando quello che succede nelle tendopoli non si può restare indifferenti ... cazzo organizziamo un mega concerto abusivo ... la gente che suona si trova... dai ..facciamo sentire che ci SIETE/SIAMO...
Sono idealmente al vostro fianco. Ho scritto spesso nel mio blog parole che ho trovato rispecchiate nella lettera di risposta. Posso solo abbracciare idealmente tutti coloro che lottano contro questo gruppo di caimani.
Anna
Anna, come hanno fatto a far credere, non dico a noi abruzzesi di altra provincia, ma agli aquilani che l'Aquila è ricostruita, che tutto è stato fattoa alla perfezione?
come è possibile che gli aquilani guardano la TV , poi guardano le macerie fuori della finestra e concludono che la verità NON è ciò che vedono dalla loro finestra ma ciò che vedono dallo schermo?
La domanda da porre ADESSO è questa:
Sono veramente provvisori i moduli che hanno costruito o definitivi?
il patrimonio mondiale del centro storico dell'aquila e di centinaia di altri comuni sarà restaurato od andrà perso per sempre?
perché nessuno pone questa domanda al nano?
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