domenica 23 agosto 2009

Bilancio

Caravaggio, Madonna dei Pellegrini
Ho dato spago agli anonimi e me ne assumo le conseguenze. Sono stata costretta ad attivare la moderazione dei commenti. Quando si risponde agli sciocchi, si diventa sciocchi. Faccio ammenda, ma l'insipienza di chi si nasconde di fronte a chi è qui con il suo volto, e che apporta argomentazioni offensive e senza sostanza, non sempre mi trova, serafica, a sopportare. Archiviati i mentecatti infruttuosi, vi parlo un po' di me. Il soggiorno romano sta per finire e merita un bilancio. Sono approdata qui il 17 luglio e vi sono rimasta fino ad oggi, seppur con frequenti ritorni a L'Aquila. Se mi guardo indietro, vedo l'Anna di quel venerdì 17 diversa da quella di ora. Ma ci son state tante Anna dal 6 aprile. E mi sembra trascorsa un'eternità. Quella che aprì la porta di questa casa era stremata da tre mesi e mezzo di vita selvaggia, senza più mura a proteggerla, senza più memoria di vita quotidiana, senza nulla che potesse somigliare ad una sopravvivenza dignitosa. Il letto a due piazze mi sembrò enorme, la piccola cucina un vero paradiso. Il bagno un luogo di delizia. Presto mi resi conto che il giorno e la notte non avevano più senso. Dormivo e mangiavo solo quando non potevo farne a meno. E avevo paura di chiudere gli occhi. Paura di tutto ciò che non mi rendeva vigile. Ero precaria, sempre in cerca di una via di fuga. I primi sonni veri furono tremendi, come quei sonni tormentati dei bambini. Quelli dai quali ti svegli con la mamma che ti dice "torna indietro, è stato un incubo, sei al sicuro". Qualcosa doveva uscire. E così è stato. Quando quel mostro preistorico, enorme, cattivo, peloso, mi ha soffocata con il suo posteriore sulla mia faccia, lì, finalmente sveglia, urlando ho capito che la paura era andata via. E che si poteva ricominciare. Nonostante non avessi alcun punto fermo, avevo me stessa. E allora, pur essendo vicina di casa del Caravaggio della Madonna dei Pellegrini,in Sant'Agostino, e del San Matteo di San Luigi dei Francesi, pur respirando l'aria della città più bella del mondo, con quello che amo a portata di mano, avevo voglia solo di restare in casa, nella penombra, per ricominciare ad ascoltarmi. Il distacco dai beni materiali, iniziato quel 6 aprile, è quindi arrivato a compimento. Ed ho capito che, quando non si ha più nulla, conquisti la vera libertà. Le cose finiscono col possederti, se le ami troppo. Oggi, a quasi cinque mesi dal disastro, so che qualsiasi cosa accada la fronteggerò con dignità. E so che vivrò, ora più che mai, l'attimo. Niente più programmi che, puntualmente, nella mia condizione, vengono disattesi, provocando delusione e sconforto. Ed ho anche la fortuna di avere accanto l'uomo che condivide in pieno il mio sentire, seppur con percorsi diversi. Il suo dolore è stato il mio, la sua forza la mia, le sue paure le mie. Oggi sono qui. Siamo qui. Domani non so. Forse lontano, forse ancora sulla nostra terra. Va bene così.

19 commenti:

Daniele Rigoni ha detto...

uno scritto meraviglioso! veramente! Mi colpisce sopratutto il fatto che si è veramente liberi quando non si ha niente da perdere...si ha il coraggio di combattere quando non hai paura che ti venga tolto il lavoro e la casa...

Rita ha detto...

Bellissime parole e bellissima la vostra forza di coppia.
In bocca al lupo!!!!

sassicaia molotov ha detto...

@Anna: direi che non è il caso di crucciarsi. In ogni aspetto dello scontro politico siamo assuefatti dalle marce indietro o addirittura dalla esibizione di inutile bon ton da parte delle parti politiche alle quali abbiamo delegato l'opposizione. Il pregio del ricominciare a fare delle salutari sbroccate è un sintomo di vitalità e di ribellione che dovremmo un attimo rimettere in agenda e non per fare degli sterili confronti dialettici ma per prepararci a forgiare una forza interiore capace finalmente di intaccare le facce da culo che sostengono questo governo qualunque cosa accada. Ricominciare ad incazzarsi, sul serio ed in modo che l'avversario non ha finora contemplato è un tassello più che necessario. Forse c' da pagare pegno per aver smosso uno status quo che fa comodo a troppi,ma vedi l'intervista di oggi di Veltroni ("non tutte le colpe sono di Berlusconi"), coloro che hanno preteso di guidare lo spirito critico delle masse fino a questo punto sono ben lungi dal capire che DEVONO LEVARSI DAI COGLIONI E SPARIRE.

silvano ha detto...

Anna, dissento. Non si è liberi quando non si ha più niente da perdere, si è liberi quando si hanno delle persone nella vita. Tu tra gli altri hai soprattutto tuo marito e lui ha te. Lo dici tu stessa in chiusa di post. Il punto è che quando si fa veramente la conta delle cose importanti, quest'ultime sono veramente poche e chi le ha è ricco. Cazzo, Anna, ho fatto quasi un discorso da prete, io ateo convinto. Non c'è più religione!

Daniele Verzetti, il Rockpoeta ha detto...

Non sempre si può glissare su certe assurde provocazioni. Il tuo coraggio é encomiabile ed hai accanto un uomo davvero in gamba con cui condividere questa lotta davvero dura ma non impossibile.

Ti sono sempre vicino
Ti abbraccio forte
Daniele

Anonimo ha detto...

posso solo imparare a dare valore alla mia vita, ringraziandoti di cuore per la tua generosità.
Sono parole che danno speranza.
Grazie.
Il mio augurio per te grande e profondo.
Anna

Mammamsterdam ha detto...

Anna, sono orgogliosa di conoscerti, perché imparo tanto da te e peppe, quello che racconti, il tuo percorso. Un abbraccio a tutti e due,

Barbara

Anonimo ha detto...

Anna, cosa dirti?
Niente, alle tue parole non si può aggiungere niente.
Solo un abbraccio.
Miryam

fuoridalmucchio ha detto...

Un abbraccio anche da me...

AleV ha detto...

coraggio Anna, non può piovere per sempre. arriverà il sole anche per noi e per la nostra Città

Franco Giannini ha detto...

Come ebbi già modo di dirti in una e-mail,dietro ad una grande donna c'è sempre la pazienza di un brav'uomo. Vabbè... te lo concedo, si...Veronica fa eccezione!! Infatti è nell'unione che sta la forza. Auguri ad entrambi!

Lello ha detto...

che dire, siete e rimarrete UNICI!!!!
Un abbraccio enorme ad entrambi

Anonimo ha detto...

Che Donna!

Un abbraccio Anna!

Luciano B. L. ha detto...

Si può sperare in bene.
Nel sito di Sabina Guzzanti trovo questo video:
http://tv.repubblica.it/rubriche/yes-we-camp/le-casette-di-paglia/35993?player
Anche il comitato 3e32 ne ha già dato notizia.
Forza Pescomaggiore!

Anonimo ha detto...

Un sentire è un sentire. Come si fa a non essere d'accordo?
D'altronde raccontiamo solo ciò che ci appartiene.
E questa è una finestra dei tuoi occhi.
Ti ringrazio perchè mi arricchisci.

Sìì forte!!

atta. ha detto...

Grazie: leggo ed apprezzo tutto quello che butti giù, ma questo in particolare, mi ha tirato pure un pò sù!

In bocca ai lupi per tutto: voi siete forti, più forti delle miserie umane..

Attanasio.

ircpi ha detto...

é un po' quello che ho scoperto io emigrando in Irlanda con la mia ragazza (ora diventata mia moglie)

Quando tutta la tua vita é dentro due valigie... ti senti inspiegabilmente piú forte

unaqualsiasi ha detto...

Ciao Anna.E' da un pò che non ti scrivo.
Quest'anno per la prima volta non sono venuta a l'Aquila per l'estate.Mi manca moltissimo.
Mi ha colpito quello che hai detto riguardo all'essere posseduti dagli oggetti che ci appartengono e quanto ci rendono schiavi.Condivido pienamente.Spero solo che questo lato della cosa aiuti tutti gli aquilani rimasti senza niente ad essere più forti.
Vi abbraccio tutti

Una qualsiasi

Anonimo ha detto...

Ciao Anna, questo è uno degli scritti più belli che abbia mai letto. Mi ricorda un film in cui il protagonista compie un percorso in qualche modo simile al tuo, un distacco da tutto ciò che è materiale e che rappresenta anche un peso da portare. Il film è "into the Wild" di Sean Penn. Ciao e grazie per il tuo blog e per la tua forza. Piero.