mercoledì 19 agosto 2009
Il pessimismo della ragione
Parliamo di autonomi, siano essi commercianti, imprenditori,artigiani, professionisti. E parliamo di loro a L'Aquila. Immaginate chi, come mio marito e me, quindi parlo di cose che mi constano personalmente,ha perso casa e lavoro. E facciamo il mio caso particolare. Noi avevamo un'attività in pieno centro storico, attività di vecchia data. Diciamo trentennale. Un laboratorio di restauro, un negozio di antiquariato ed una consulenza di arredamento di interni. Occupavamo un minimo di due persone, ma,nei momenti di maggiore lavoro, il numero cresceva. Avevamo avviato da tempo il laboratorio scuola, in concerto con la Provincia de L'Aquila. Formavamo giovani all'arte del restauro. Il 6 aprile tutto questo è finito. Appena ci siamo ripresi dallo chock iniziale, abbiamo realizzato che volevamo restare nella nostra terra ed apportare il nostro contributo alla rinascita. Volevamo attivarci subito, nonostante i mille problemi. Abbiamo quindi cercato un terreno in affitto, per poter reimpiantare, in una struttura in legno, la nostra attività. Tutto era fermo, nessuno fittava. Si aspettava che maturassero i tempi per poter capire quanto, dopo il sisma, i terreni che nessuno voleva in tempi sereni, potessero valere nell'emergenza. Allora abbiamo pensato di comprarlo, il terreno. Abbiamo subito realizzato che ciò che prima costava quattro euro al metroquadro, era di colpo schizzato a venti euro. Ed erano terreni agricoli, sui quali la legge per l'emergenza ci avrebbe consentito di costruire un manufatto mobile, rimovibile dopo trentasei mesi. Abbiamo allora pensato di cercare un terreno in un' area industriale, dove i prezzi avrebbero dovuto essere calmierati dai comuni. Così non era: ciò che prima costava dodici euro al metroquadro, era passato di colpo a quarantacinque euro. Abbiamo allora pensato che sarebbe stato il caso di rivolgerci direttamente ai Comuni. Così abbiamo fatto. La maggior parte dei sindaci ci ha detto che non era il momento: avevano cose ben più urgenti di cui occuparsi. Due, invece, ci hanno ascoltati e ci hanno invitato a far domanda per l'assegnazione di un terreno. Domande e progetti presentati, file ed ore di attesa, a tutt'oggi le nostre istanze giacciono inesplorate. Carta su carta. Ma noi dobbiamo lavorare, dopo quasi cinque mesi durante i quali non abbiamo incassato nulla. La pubblicità di governo strombazza di aver concesso aiuti. Gli aiuti consistono in duemilaquattrocento euro elargiti una tantum dall' Inps. Ci sono poi gli aiuti per la ricostruzione dell'attività. In cosa consistono: si prende la dichiarazione dei redditi del 2008, anno di piena crisi economica, si divide per trecentosessantacinque e si moltiplica per centoventi, pari a quattro mesi di lavoro. Mediamente il compenso si aggira intorno agli ottomila euro. Immaginate di ricostruire un'attività con questa cifra. E, bene inteso, tale danaro non arriverà subito, ma con i tempi biblici della nostra macchina burocratica, resa ancor più farraginosa dalla protezione civile. Ancora non si sa quando e come inoltrare le domande. Nel frattempo, delusi dalle promesse, ci siamo messi alla ricerca di un locale in affitto. Per cento metriquadri i prezzi variano dai milleduecento euro in zone neglette, ai tremila e più in siti più frequentati. Ovvio che bisogna conferire le solite tre mensilità anticipate, quindi provvedere all'adeguamento degli impianti a norma per i laboratori artigianali. Tutto questo senza avere sicurezza alcuna, almeno nel nostro campo, circa l'esito dell'impresa. Si stima, nella migliore delle ipotesi, almeno un anno di attesa, prima che si possa formulare un bilancio. Ora capirete bene che abbiamo le mani legate. Ma non volevamo desistere. Abbiamo quindi pensato, avendo bisogno anche di un tetto sulla testa prima dell'inverno, di cercare una casa in affitto, una casa grande che ci permettesse di ospitare anche l'attività lavorativa. Quello che nei paesini costava duecento euro al mese oggi costa non meno di mille. E sono sistemazioni di fortuna. Se poi il proprietario è privo di scrupoli e si accorge che sei con l'acqua alla gola e alza la posta, lì sei finito. E' quello che è accaduto a noi. Per cui, riassumendo, oggi siamo in queste condizioni: per tentare di tornare a lavorare dovremmo farci carico di un fitto di almeno milleduecento euro mensili, in una zona poco frequentata, e ci occorrono almeno diecimila euro nell'immediato fra anticipo, lavori di adeguamento e trasloco. A questo aggiungiamo almeno seicento euro per il famoso tetto sulla testa, e, ad occhio e croce, arriviamo alla cifra di oltre trentatremila euro per il primo anno del dopo terremoto. Con pochissime prospettive di lavoro e con un aiuto da parte del governo che rappresenta meno di un terzo della spesa e che non si sa quando arriverà. Forse mai. A questo punto, mio marito ed io, come molti altri lavoratori autonomi, ci stiamo chiedendo per quale ragione dovremmo restare qui. E loro, intanto, continuano imperterriti con i cantieri delle C.A.S.E. : tetti sulla testa per pochi e pance vuote per tutti. Noi, al momento, non abbiamo nessuna prospettiva per l'inverno, né abitativa, né lavorativa. Però lui dice che bisogna essere ottimisti, vero?
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27 commenti:
"Gianni... l'ottimismo è il profumo della vita!" recitava il "poeta" Tonino Guerra, qualche anno fa, in TV!
Peccato che questo profumo, con gli anni (a restare in Italia), si siano trasformato nel lercio fetore di carogna...
"... e ho detto tutto!" (Peppino De Filippo)
Un abbraccio,
Francesco
La cosa che mi rattrista è la sensazione di "impotenza" che si avverte nelle tue parole ... purtroppo Vi sono vicino solo moralmente anche se serve a ben poco.
Vi auguro che veramente la ruota inizi a girare per il verso giusto.
Un abbraccio forte.
Gian Paolo (VA)
è l'annoso problema del lavoro, quello che denunciamo da mesi. si pensa solo ale case, ma senza lavoro L'Aquila è un paese morto.
mi dispiace Anna...
e sicuramente ci sarà qualcuno che vi accuserà di stare con le mani in mano, vedrai che ci faremo venire qualche idea per aiutarvi
Anna cerca di entrare nella profondità del commento di qualcuno qui sopra...non so te ma sento astio e rabbia, come se qualcuno si augurasse che gli aquilani soffrano come cani l'inverno prossimo pur di poter dire che Berlusconi ha fallito. Ma ripeto, è solo una mia sensazione.
Ciao.
caro mario qui non si va avanti a sensazioni ma a fatti accaduti, a gente che attende da 5 mesi quello che per adesso non è ancora giunto. se poi vuoi citare berlusconi allora ok.. è lui che dice che va tutto bene.. che non ci sono problemi..lui si che problemi non ne ha... ma a te non sembra che c'è qualcosa che non va ?...mi sa tanto che vivi in un'altra dimensione...un saluto da Marco
Ciao Anna, ho letto spesso il tuo blog e ho sempre trovato nelle tue parole la voglia di continuare a lottare nonostante tutto. Nel post di oggi mi pare di vedere qualcuno che prende una gran rincorsa per andare a schiantarsi contro un gran materasso appoggiato a un muro, non fa male ma la botta stordisce. Ho appena letto il tuo post fatto girare su fb, passiamo la voce, facciamo sapere, voi continuate a farvi sentire. Ma perchè ci si deve sentire per forza impotenti?
Laura
@Mario,
non so e non credo che nessuno se lo auguri, sarebbe mostruoso. Sta di fatto che gli Aquilani soffriranno come cani l'inverno prossimo. Questo è certo. Ed è assurdo che, invece, sui media apparirà che tutto va bene. Tutti felici e contenti nelle casette dei tre porcellini. A battere le mani al presidente del consiglio....
@Mario, nessuno può augurarsi una cosa del genere, dovrebbe fare parte di un disegno criminale. Piuttosto penso che quello che traspare sia il fatto che in tv si parla solo di case in costruzione (che non basteranno) e si tralasciano altri problemi fondamentali. Insomma, non si dice tutto. Se poi vogliamo rimanere sul discorso di case, so di persone che non possono tornare nella loro, seppure agibile, perché quella a ridosso è pericolante e non viene messa in sicurezza e nemmeno viene abbattuta. Sappiamo il perché? Il frigo riempito da berlusconi si svuoterà presto, le lenzuola ricamate si sporcheranno e dovranno essere cambiate, io abitualmente per fare questo uso i soldi che guadagno col mio lavoro e credo che valga per tutti.
Anna, ho sempre il pezzetto di terra a Ofena. Temporaneo per temporaneo, se puoi farci qualcosa devi solo dirmelo.
Ciao anna! Leggendo i tuoi i post, spesso sento un groppo in golla che mi impedisce anche di commentare...
Ti auguro di tutto il cuore che ti accada qualche sorta di miracolo, perché hai veramente bisogno che qualche fatto eccezionale ti permmeta di usare tutta l'energia che hai per riconstruirti una vita fondata sul lavoro.
Drammatico. Così come è drammatico e tipicamente italiano (o umano?) che "le leggi di mercato" portino osceni vantaggi agli sciacalli, dopo ogni catastrofe.
Nel disastro, vincono sempre i peggiori.
@ Mario
Mi sento inorridito al solo pensare che se quello che dici fosse vero, allora dovrei affermare che siamo divenuti un popolo di nazisti. Io ad esempio, non sono inc...to nei confronti di un premier (che a tutto pensa fuorchè a tutelare gli interessi dei suoi cittadini). Io sono inc...zo soprattutto con le forze di sinistra che di tutto parlano, meno di questi problemi concreti come quello con cui tutti i giorni gli aquilani devono sbattere il muso. Dovrebbero vivere in zona tutti i giorni e fare quel lavoro che sta svolgendo Anna...è qui che dovrebbero vivere Franceschini, Bersani e soci!!
Le sinistre si sono mai chieste il perchè il corpo degli Alpini è quello più amato dagli italiani ?? : perchè questo corpo è rimasto nel tempo, sempre vicino e disponibile alle popolazioni nei momenti di maggior bisogno, cosa di cui invece si sono dimenticate di fare le forze così dette di sinistra.
Spero che tu come tutti gli aquilani, in situazioni similari alla tua, possiate presto tornare ad una vita normale, con un lavoro ed una dimora dove rincasare la sera. La mia speranza non sa dove afferrarsi; di certo è difficile che le strategie dei nostri governanti saranno di aiuto a questo scopo; semmai il contrario.
Tieni duro.
Ci penso da ieri. Non hanno voluto i container, volevano le case subito.
Ma quello che stanno costruendo col progetto C.A.S.E. non sono altro che sistemazioni provvisorie, come i container, come le roulottes dell'Irpinia, come le casette di legno, cose messe li' senza un inserimento ambientale e sociale.
Con la differenza che non si smontano dopo due anni, non si attaccano ad un'auto, rimarranno li.
E quello che hanno speso per 4.000 persone sarebbe avanzato per 40.000. E chi non puo' rientrare in case a posto perché non è a posto la fognatura, o manca l'acqua, spendere li?
ciao anna (e anche se non ci conoscialmo mi permetto di darti del tu, che se c'è una cosa bella dei blog è questo contatto diretto).
sono uno dei tanti che da qualche mese ti segue e ti legge, ogni tanto riporto le tue riflessioni sul mio profilo FB per farle girare ma non sono mai intervenuto a commentare i tuoi post.
oggi sì, non so perchè, ma di solito capisco quando qualcuno vuole un abbraccio.
forte.
Incredibile. In questi casi ti domandi dove sia l'opposizione: non solo il PD, ma anche Di Pietro e Casini. Tutti buoni a parlare di dittatura e beghe interne, ma nessuno che sia in grado di documentare queste cose. Sarebbe bene che questo tuo post finisse sulle prime pagine dei giornali: hai provato ad inviarlo a qualcuno? Non c'è qualche giornalista del posto che possa alzare la voce? Che tristezza...
Coraggio, sei piena di idee, spero che qualcuno ti possa aiutare.
Titolo eloquente e disamina amara ma lucida. E' vergognoso che nessuno intervenga per stabilire un tetto per gli affitti per i terremotati e magari facendo anche una ricerca degli immobili liberi (seconde case, come tu già avevi detto) per darli a chi casa non ha più.
Ti sono vicino davvero, non abbassare la guardia non scoraggiarti mai ti prego
Ti abbraccio
Daniele
Il problema di questo paese è proprio questo: il tentativo di coinvolgere l'intera popolazione nella trasformazione del principio "pessimismo della ragione, ottimismo della volontà" in "ottimismo dell'illusione, pessimismo della volontà".
E quando questo accadrà in maniera estesa, inarrestabile (sempre che non sia già accaduto), potremo renderci conto di avere un muro invalicabile di fronte a noi.
E sarà inutile qualsiasi cosa.
Io non sono ancora pronto a vederlo questo muro.
Tieni duro Anna!
Ciao Anna,
i miei genitori prima del 6 Aprile stavano per raggiungere, trasferendosi definitivamente, mia sorella a Vicenza, e si apprestavano a vendere la loro casa. Ora sembra tutto saltato perché l'acquirente si è tirato indietro, visto che la famiglia di sua figlia, che avrebbe vissuto nella mia casa d'infanzia, a causa del terrore provato durante quei momenti strazianti, non abbia più intenzione di prendere casa a L'Aquila, e di pianificare la loro vita nella nostra amata città. La casa si trova vicino la torretta, ha subito lievissimi danni, che sono stati già riparati, ed una volta risolto il contenzioso con il potenziale acquirente, si appresteranno ad affittarla o venderla a qualcun'altro; preferirebbero la vendita, visto che prima del terremoto essendo praticamente sicuri della vendita, dato che l'acquirente sarebbe divenuto proprietario a tutti gli effetti ad inizio Maggio, avevano già svuotato la nostra casa ed acquistato un immobile nel paese dove si è trasferita mia sorella. Parlando con i miei genitori, mi hanno detto che non vogliono assolutamente fare strozzinaggio, per cui di certo non pretenderanno certo i 1000€ per 100mq (l'affitto totale non dovrebbe allontanarsi troppo da una cifra similare), di cui parlavi nel post. Si tratta di una villetta bifamiliare, su tre piani (circa 80mq a piano) e ampio giardino. Non so se può fare al tuo caso, ma leggendo la tua situazione disperata, mi è sembrato giusto accennartelo. Anche per quanto riguarda la vendita dell'immobile, non hanno intenzione di cambiare il prezzo precedente al terremoto. Spero vivamente che ci siano altri privati in giro per L'Aquila, che non vogliano arricchirsi sulle spalle di chi ha già tanto sofferto.
@Fabio,
non posso certo pensare ad acquistare una casa, avendo perso tutto, anche il lavoro, ma posso pensare al fitto. Quando i tuoi genitori avranno sistemato la casa ed avranno deciso cosa farne, ti prego di contattarmi.
I lavori sono già stati fatti, ovviamente di tasca loro. Sapevo che non fosse proprio l'ideale per te, ma ho pensato che anche il sapere che qualcuno applica ancora un prezzario non gonfiato, potesse darti un po di speranza. Tenete tutti duro, ci sono tante persone che sono con voi, ma purtroppo in Italia vige un immutabilismo preoccupante.
il commento di Fabio dimostra che c'è ancora gente a posto in giro
è difficile Anna, mi viene da dirti molla tutto ma so benissimo che la tua forza e l tua tenacia mi prenderebbero a schiaffi! spero che la proposta di Fabio possa andare in porto! ti abbraccio con affetto
Io ritengo che chi ha una casa a L'Aquila e dontorni che non usa avrebbe dovuto metterla a disposizione degli sfollati, sperando poi di riprendere il danaro dalla protezione civile.Un modo di aiutarci fra sventurati.Vi garantisco che io lo avrei fatto.
Anna, i miei genitori erano in casa il 6 Aprile. La casa era praticamente già venduta, ed avevano già preso impegni con un costruttore veneto, dove si sarebbero trasferiti. Non avendo liquidità, sono obbligati a cercare di vendere l'immobile. Non stanno speculando sul terremoto, stanno solo cercando di tornare alla normalità, alla vita che prima di quel giorno stavano programmando. Capisco il tuo sconforto, ma tieni duro, vedrai che troverai una soluzione e presto (lo spero di cuore) tornerai anche tu a respirare normalità.
Coraggio, Anna. Possiamo fare qualcosa?
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