lunedì 6 luglio 2009

La fiaccolata

Non ci sono parole per descrivere la fiaccolata di ieri. Solo lacrime. E' stato il funerale che noi Aquilani abbiamo tributato alle nostre vittime. L'unico e vero. Fuori dagli show televisivi e dalle promesse sulle bare. Buio e fiammelle. Silenzio assoluto. Più di tremila persone hanno sfilato, ferite nel profondo dell'animo. Abbiamo chiesto giustizia. Giustizia e verità. Alle 3 e 32 i cuori hanno ricordato. E si sono stretti in un unico abbraccio. Per le nostre vittime. Per le nostre vite di sopravvissuti.
Causa G8, la connessione va e viene. Spero di potervi informare nei prossimi giorni.

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ti leggo spesso ma nn ho mai lasciato nessun commento...
Sono di Vasto, anche noi abbiamo avuto una vittima, e anche se nn potevo essere li' fisicamente, con la testa e il cuore ho sfilato con voi...
Non ho parole x descrivere la rabbia che sento e che è uguale alla vostra, per tutto cio'che avrebbe potuto essere evitato...
Un abbraccio forte...
Donatella

nuzzo cinzia ha detto...

lontani col corpo ma insieme a voi col cuore...............

Saretta ha detto...

avete tante persone vicine, io ci sono.

nino malgeri ha detto...

Ho sfilato anch'io in mezzo a quella folla di persone mute e determinate, è stata una manifestazione pacifica e grandiosa, quel mare di fiaccole nella notte... uno spettacolo unico.
A presto
Nino

Fabio ha detto...

Ero lì con voi.

Fabio.

fiorella ha detto...

mi associo al vostro legittimo desiderio di avere giustizia e di riavere indietro le vostre vite e la vostra citta', nel ricordo di chi la propria vita, l'ha lasciata sotto le macerie.

cloro ha detto...

sei un punto di riferimento per l'informazione sulla tragedia, che è di tutti, non solo vostra.
Con il cuore, ero lì anch'io.
un abbraccio
B

silvano ha detto...

Anna la state vincendo la vostra guerra.

zefirina ha detto...

allora non dico niente, tu sai

silvio di giorgio ha detto...

un abbraccio..il solito...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Lacrime sentite anche le mie che non ho potuto essere li con voi.

Più di tremila, quasi 4.000 io ho letto cmq quello che conta é che ci siete e avete vita, forza e dignità

Ed adesso anche voce, e non solo on line.

Un abbraccio fortissimo
Daniele

isapacheco ha detto...

oggi, dolore, dignità, non dimenticare mai

la sorella bionda ha detto...

Siete forti,e belli.
E pieni di dignità.
La vita,il mondo,ha un esempio splendido.Il vostro.

Ma pagherei tutto l'oro del mondo pe rtornare a L'Aquila e ritrovare le vecchie certezze di sempre,scendere col piede dalla corriera alla fontana luminosa,spegnere le cuffie,e iniziare a sognare.

la signora in rosso ha detto...

avrei voluto essere insieme a voi...col cuore c'ero!

ImpasseSud ha detto...

Col cuore, ero lì con voi
Françoise

cristiana ha detto...

Sono sempre con te e ti cerco fra le poche immagini che ci fanno vedere.
TVB.
Cristiana

Anonimo ha detto...

A parte che su Il Centro dicono che eravate 2000 (ma non sanno contare?), la stessa energia la dovete tirare fuori per far ricostruire la città e le millemila frazioni che la circondano, o tutto morirà di nedia, come sta avvenendo da 3 mesi per la gioia dello spiconano e dei suoi esacrabili amici...
A costo di piglià un sasso per uno e metterlo uno sull'altro pe rifà le case!

Alessio

Arnicamontana ha detto...

Vicina col cuore e col pensiero Anna, alla vostra vita ferita e alla vostra dignità che rialza la testa!

Anonimo ha detto...

Ciao Anna,devo dirti che è difficile per me trovare le parole giuste per esprimerti la mia solidarietà,ormai è da diverso tempo che seguo il tuo blog,non vorrei apparire banale nello scrivere,ma oggi dopo aver visto la vostra manifestazione ,con le lacrime agli occhi dalla commozione ho deciso di farti sapere quanto siate...BELLI( ho pensato un bel pò prima di usare questo termine ma è proprio quello giusto).Un abbraccio Sandro

Alberto M ha detto...

Scusate lo spam:
http://www.articolo21.info/8693/notizia/g8-pezzopane-dopo-aver-descritto-il.html

Nicola l'Operaio ha detto...

Non mollate mai, dovremmo essere anche noi lì, ma siccome la lontananza non ce lo permett, lo siamo con il pensiero.

ventopiumoso ha detto...

un abbraccio. vento\a.

Luciano B. L. ha detto...

mi sia permessa una viva partecipazione a distanza

maryvaleriano ha detto...

E' importante che voi agiate e reagiate. E' importante per noi, riuscire a capire cosa succede... Un forte abbraccio.

antonella conticelli ha detto...

Ho sperato fino all'ultimo di poter essere lì con voi, ma non ci sono riuscita. C'ero col cuore. antonella

serenella ha detto...

Va fatto tutto, con la dignità che vi caratterizza, per non dimenticare. Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

Un momento di profonda commozione,durante tutto il tragitto.
Il pomerigio ho passato ai ragazzi del comitato 3.32 il video e la canzone del terremoto, le cui immagini sono state proiettate sul palazzo di via strinella, mentre per lo spirito "silenzioso" della manifestazione le parole non sono state diffuse.
Una dimostrazione del dolore,ma al contempo della compostezza, della tragedia contenuta nella speranza.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito affinchè le nostre fiaccole potessero tornare ad illuminare le nostre nuove vite.

Cristian F.

Future Jurist ha detto...

Traduco in parte l’ultimo post del blog “Entre mer et maquis” di Françoise pubblicato lunedì 6 luglio 2009, alle 10:07, col titolo TREMBLEMENT DE TERRE À L’AQUILA (11) : À TROIS MOIS DU SÉISME VERS LE SOMMET DU G8
(la traduzione dell’indice dei post precedenti è in questo blog, in fine ai commenti del post “Si fa di conto”, 30/6/09)


AVREI VOLUTO ESSERE INSIEME CON LORO (1)

« A tre giorni dall’apertura del G8 e a tre mesi dal terremoto qual è la situazione a L’Aquila ? Si è fatta realmente qualche economia nelle spese? Gli Aquilani ci hanno guadagnato qualcosa ? (…)

Da un lato, L’Aquila del vertice del G8, (…) fortezza blindata in cui nessuno può penetrare senza un passi. (…)

Dall’altro lato, L’Aquila immobile del terremoto del 6 aprile, L’Aquila degli Aquilani, quelli la cui città è distrutta, la cui terra trema ancora, di cui i media parlano così poco, salvo quando vip o spettacoli vari li usano senza vergogna come fondale o si decide di fare pubblicità a qualche sponsor. Quelli che vengono intimiditi, a cui si toglie ogni autonomia, che vengono esclusi da ogni decisione e a cui si impedisce la ripresa economica. Quelli che Berlusconi trasferisce nel paese dei balocchi, a cui dice di figurarsi di essere in vacanza, a cui propone di andare al mare o in crociera per distrarsi, a cui ritiene inutile fornire come alloggio provvisorio dei container o degli appartamenti vuoti, facili da trovare in una zona frequentata da studenti e turisti.

Future Jurist ha detto...

AVREI VOLUTO ESSERE INSIEME CON LORO (2)

Vale a dire (e occorre ripeterlo sempre, perché passarci sopra significa considerarlo normale):

- le oltre 30.000 persone che, tre mesi dopo il sisma, sono ancora ammassate in promiscuità nelle tendopoli, dove è stata imposta una sorta di legge marziale;
- le quasi 30.000 persone esiliate sulla costa adriatica e per le quali lo Stato continua a sborsare la somma di 45 € al giorno per persona, di cui non si capisce la giustificazione; (1)
- le 14.000 persone, di cui nessuno parla, che si sono arrangiate da sole, tra parenti, amici e conoscenze, senza aiuti dello Stato, ma senza vedere nemmeno un soldo dei 100 o 200 € al mese pro capite promessi dal governo;
- le centinaia di persone che hanno osato sfidare la paura e rientrare in casa, ma che le scosse continuano senza tregua a respingere sotto le tende.
- Senza dimenticare tutti i terremotati che sono stati esclusi arbitrariamente dalla zona del “cratere”, o quei gruppi coraggiosi di Aquilani che non accettano di lasciarsi abbattere e condizionare e che continuano i loro sit in sulle strade di accesso, piene di poliziotti, sperando di incontrare il Presidente del Consiglio… (o piuttosto aspettando Godot?)


(1) 45 € al giorno per persona significa che una famiglia di quattro persone costa allo Stato, e quindi agli Italiani, 5.400 € al mese. Non sarebbe più economico che lo Stato versasse a ogni famiglia un ammontare pari anche alla metà di questa somma, in modo da permettere alle persone di ricostruirsi autonomamente la propria vita? Si temeva un’infiltrazione mafiosa. Ma forse tra coloro che prendono le decisioni non c’è nessuno che faccia la cresta sulla pelle dei terremotati? Come mai lo Stato preferisce mantenere i terremotati in una tale condizione di dipendenza? È quel che si chiede con ragione Miss Kappa in questo post [“Si fa di conto”, 30/6/09].

Future Jurist ha detto...

AVREI VOLUTO ESSERE INSIEME CON LORO (3)

A esattamente tre mesi dal sisma che l’ha distrutta, L’Aquila è sempre così spettrale, disperata, inchiodata al fermo immagine, (…) tutto è quasi come al mattino di quel terribile 6 aprile. (…)

Per gli Aquilani il G8 significa che in alto si ha da fare ben altro che occuparsi dei loro problemi. Significa una città in stato d’assedio, l’estensione delle zone rosse inaccessibili con la chiusura degli esercizi commerciali e di ristorazione, connessioni internet che vanno e vengono. In questa terra di allevamenti, significa vietare il transito e il pascolo degli animali. (…)

È chiaro dunque che il vertice non apporta e non apporterà alcun vantaggio immediato e sostanziale agli Aquilani, né sarà di alcun aiuto alla ricostruzione delle loro case, alla ripresa della vita attiva. È altrettanto chiaro che siamo all’epilogo di uno sfruttamento vergognoso - quando non di cattivo gusto -, l’occasione di una passerella, colta al volo dal Presidente del Consiglio per il proprio prestigio personale, a spese degli Aquilani, delle loro esigenze più immediate, delle loro priorità, dei loro diritti. La propria città, sembra necessario che se la riprendano da soli.

È per questo che esattamente a tre mesi di distanza, la notte scorsa, a partire da mezzanotte fino alle 3,32, l’ora fatidica, l’insieme dei comitati cittadini ha organizzato una fiaccolata (vedi le foto), senza alcun colore politico o di appartenenza, dalla Fontana Luminosa a Piazza Duomo e al parco della Villa Comunale, per denunciare la scellerata gestione del dopo terremoto e reclamare “verità e giustizia”. ‘Yes, we camp!’ era lo slogan iniziale. Nonostante le condizioni di vita e di lontananza, erano tra 3.000 e 4.000, e io avrei voluto essere insieme con loro. »