giovedì 10 settembre 2009

Lettera al Presidente Napolitano

Caro Presidente,

le cronache sulla sua visita di ieri nella nostra città, a cinque mesi dal terremoto del 6 aprile, parlano del calore con cui gli aquilani l'hanno accolta e riferiscono del conforto da lei espresso nel vedere, dopo tutto quello che è successo, “fiducia e gente sorridente” che “crede molto nelle istituzioni”. Altro, a parte le note di colore, non è stato riportato. Sappiamo che ha parlato con i responsabili della Protezione Civile, con i rappresentanti locali. Ha avuto modo di chiedere, di vedere e di informarsi. Ma non ha aggiunto altro.

E' vero caro Presidente. Noi, anche quelli che non erano lì a stringerle la mano o ad ascoltare l'inno di Mameli, crediamo molto nelle istituzioni. Anzi moltissimo. Perché per noi le istituzioni rappresentano la possibilità di affrontare insieme i problemi di una comunità per risolverli insieme. Quindi dato che di problemi, dal 6 aprile, ne abbiamo un po' più del normale, nelle istituzioni crediamo molto, anche perché ne abbiamo molto bisogno. Questo lei lo sa, lo ha visto. Ha visto la distruzione immensa. Sa, come tutti noi, che da un evento del genere non ci si riprende se non attraverso sforzi collettivi eccezionali e soprattutto attraverso le scelte giuste. Altrimenti, semplicemente, le città e i paesi muoiono.

Ha visto, caro Presidente, il sorriso riaffiorare su qualche volto degli abitanti di Onna. Perché dopo i troppi lutti e la sofferenza di cinque mesi di tenda, potranno avere un tetto nel piccolo villaggio di case di legno che sorge accanto al paese distrutto. Ha potuto capire, caro Presidente, che la speranza è nel poter riallacciare i fili spezzati con le persone e i luoghi. E' poter restare insieme e restare lì. Vicino alla tua casa rotta, o mezza rotta, smozzicata, scoperchiata, ma che è la tua casa. La speranza è di ricostruire la casa, la scuola, le strade e le piazze e di ritrovarsi insieme.

Ma sulla strada che dall'Aquila conduce ad Onna, caro Presidente, avrà visto anche il cantiere di Bazzano, dove si costruisce il più grande dei 19 nuovi insediamenti destinati ad ospitare chi ha perso la casa. E' il Piano C.A.S.E. (Comitati Antisismici Sostenibili Ecompatibili), voluto dalla istituzione Protezione Civile, previsto da un decreto legge dell'istituzione Governo, convertito in legge dall'istituzione Parlamento, approvato con il sostegno convinto dell'istituzione Regione Abruzzo e con l'avallo delle istituzioni Provincia e Comune dell'Aquila. E questa è tutta un'altra storia. Ed è, purtroppo, quella vera che nulla ha a che vedere con la vicenda di Onna, è il suo contrario.

Il Piano era già pronto, ambizioso e innovativo: per la prima volta gli sfollati non sarebbero stati ridotti in roulotte o container ma, dopo qualche tempo in tenda, avrebbero avuto direttamente case vere, antisismiche, ecologiche e con tutti i comfort. Circa 5.000 abitazioni per circa 15.000 persone, che vi avrebbero abitato il tempo necessario a ricostruire la propria casa.

Così 30 mila persone sono state tenute in tenda per cinque mesi e altrettante, lontane negli alberghi della costa abruzzese, perché tutti, in autunno, avrebbero potuto avere un tetto: chi riparando i danni lievi della propria abitazione, chi trovando posto nelle nuove C.A.S.E.. Ma, caro Presidente, non è andata così. Non gliel'hanno detto?

Le tende hanno cominciato a toglierle davvero, solo che le case danneggiate non sono state riparate e le C.A.S.E., quando saranno tutte consegnate (dicembre? febbraio? aprile?), non basteranno. Per cui le persone dalle tende vengono trasportate in caserma o in albergo - la destinazione viene comunicata poco prima in modo da ridurre il rischio di rimostranze. Gli alberghi dell'aquilano sono pieni e quindi decine di migliaia di persone dovranno essere piazzate in altri territori e province. Chi ha la fortuna di avere ancora lavoro a L'Aquila o ha un figlio da mandare a scuola, potrà viaggiare con mezzi propri o autobus navetta, questi – pare – messi a disposizione dalle istituzioni. Gli altri staranno lì in attesa degli eventi.

Questa è la storia di una devastazione annunciata, caro Presidente. Lo smembramento delle comunità, praticato all'indomani del terremoto, viene proseguito dopo cinque mesi e perpetuato in quelli a venire. Perché non si è saputo e non si è voluto dare priorità alla ricostruzione ma alla costruzione del nuovo. E poi l'antico adagio resta valido: divide et impera. Se vuoi comandare sulle persone, tienile separate. Nei campi tenda, dove le persone per forza stanno insieme, è vietato distribuire volantini, è vietato riunirsi e discutere liberamente. I diritti e le libertà costituzionali, caro Presidente.

Con tutte le nostre forze, da subito, abbiamo chiesto alle istituzioni che venissero risparmiate sofferenze, denaro pubblico e le bellezze del territorio, ricorrendo a case di legno, prefabbricati e simili. Soluzioni rapide (4 settimane per averle pronte), economiche (un terzo di una C.A.S.A.), dignitose, sicure, che permettono di restare vicini nel proprio territorio da ricostruire e che possono essere rimosse quando non serviranno più. Ma non c'è stato nulla da fare. Le istituzioni non hanno voluto ascoltare.
Bisogna costruire le nuove C.A.S.E. 24 ore al giorno, spendendo tutti i soldi che ci sono davvero - oltre 700 mil. di euro - e usando pure quelli donati dagli italiani. Tirando su, in tutta fretta, insediamenti che saranno definitivi, dove capita, senza logica urbanistica, senza minimamente rispettare criteri di prossimità ai nuclei precedenti. Intanto, tutto il resto, con l'inverno alle porte, è fermo. Il riparabile non viene riparato, il centro storico resta immerso in un silenzio spettrale. Perché?

Che farebbe lei caro Presidente, se a cinque mesi dal terremoto non sapesse dove trovare una sistemazione per la sua famiglia, una scuola per i suoi figli, un lavoro che ha perso? Se non avesse la minima idea di come e quando potrà riparare la sua casa, ammesso che ne abbia ancora una? Molti, troppi, non hanno potuto fare altro che andare via. Accettare che, almeno per un po', a L'Aquila non è possibile tornare. Ma se non ora, dopo cinque mesi, quando? Lo spopolamento in atto, diventerà progressivo e definitivo se qualcosa di importante non cambierà e subito.
Tutto questo l'abbiamo denunciato, chiesto, urlato, ogni volta che abbiamo potuto e come abbiamo potuto. Di tutto questo nessuno le ha detto nulla? Perché nemmeno una perplessità, un dubbio nelle sue parole di ieri sulle scelte fatte?

Caro Presidente, ha ragione, noi ci crediamo davvero nelle istituzioni. Eppure si sbaglia, caro Presidente, perché di fiducia non ce n'è più. La supponenza, l'arroganza, l'ignoranza, la complicità, gli interessi inconfessabili, l'incapacità e l'inettitudine logorano la fiducia nelle istituzioni. Come pure il silenzio.

Comitato Rete-Aq, Campagna 100%,
Ricostruzione – Trasparenza – Partecipazione

16 commenti:

caligola ha detto...

Ciao Anna e ciao al Comitato

quanto è penoso sentirsi inermi ed inascoltati da parte di coloro che dovrebbero essere,come dice Beppe Grillo,nostri "dipendenti" da noi ben stipendiati per soddisfare i nostri bisogni sociali !

karmen ha detto...

cara Anna ,
purtroppo non posso che essere d'accordo con te e quanto scrivi.
E poianche in TV, a parte quello che ci vogliono far sapere, non si accenni nemmeno + a L'Aquila e alla situazione in generale: mi sbaglio forse?

Giorgina Cantalini ha detto...

Chiarissimo, molto ben scritto. Glielo mandi?
Forse va fatto sottoscrivere e oltre al Presidente va inviato ai giornali come 'lettera aperta'.
Bacio
Giorgina

Anna ha detto...

Giorgina, questo scritto non è mio, bensì della conferenza dei comitati. Certo che gliela mandiamo.

Mammamsterdam ha detto...

Non una parola di troppo, scritto benissimo, non da sudditi ma da cittadini. quello che forse i nostri feudatari in questi cinque mesi si erano scordati, che siamo cittadini con dei diritti costituzionali. Posso riprenderlo sul blog per farlo girare al massimo?

riccardo uccheddu ha detto...

Purtroppo, il buonismo vieta di dire le cose come stanno.
L'idea poi che non si possa volantinare, tenere assemblee ecc. è assurda!
Avete tutto il diritto di chiedere l'abolizione di tale divieto; siete terremotati, non criminali.
Se non si muovono le vostre autorità (sindaco, presidente della regione e della provincia ecc.) per ESIGERE l'abolizione di tale divieto, che lo facciano i compagni e le compagne. Subito, però!

Anonimo ha detto...

Ho letto oggi sul Corriere online. Purtroppo ho letto anche i commenti dei lettori... cose da rimanere di ghiaccio (per non usare parolacce)... temo che al popolo italiano sia stato fatto un lavaggio del cervello... non ce la faremo a liberarci di questo immondo governo e i danni ci soffocheranno... gli aquilani saranno i primi a pagarne le conseguenze ma l'Italia tutta soffrirà.
Francesca - Vicenza

L.R. ha detto...

"Le lenzuola con le iniziali e nel frigorifero una torta, lo spumante e un biglietto di auguri con la scritta 'serena vita nella nuova casa'". Silvio Berlusconi si sofferma a parlare con il primo ministro, Jose' Luis Zapatero, del terremoto in Abruzzo e spiega quali regali consegnera' ai proprietari delle nuove abitazioni.
Copiato ora da Repubblica.
Che gli assegnatari facciano qualcosa.
Davanti ai giornalisti.
Vi prego

L.R. ha detto...

Per tutti: data 2 settembre
il Consiglio Nazionale Ingegneri ha inviato un fax a tutti gli Ordini provinciali chiedendo la disponibilità di volontari (questi si volontari, si pagano anche la benzina) per fare le schedature di agibilità in Abruzzo che, come da richiesta pervenuta loro dalla Protezione Civile, devono continuare almeno sino al al 26 Settembre.
Tanto era finito a Maggio!
Anna, conosci un giornalista serio cui serve il documento per sp.... Super B.?

L.R. ha detto...

Nel caso, provo a rendermi contattabile.

Anna ha detto...

@L.R.
contatta Alberto Puliafito via facebook. Lui è la persona ideale. Oppure Stefano Salvi, troverai il suo sito su internet. E' uno d'assalto.

Anonimo ha detto...

Ciao Anna, ti riporto sotto una mail che mi è arrivata dal sito di annozero (sono iscritta al forum). E' la dimostrazione che c'è una dittatura, per chi avesse ancora bisogno di dimostrazioni. Spero non ti scocci che l'abbia riportata: ti leggono in tanti e se ci tolgono pure Santoro non avremo davvero più una voce.
Ti abbraccio, Miryam

"Cari amici, sono Michele Santoro e ho bisogno del vostro aiuto. Mancano pochi giorni alla partenza e la televisione continua a non informare il ...pubblico sulla data d'inizio di Annozero. Perciò vi chiedo di inviare a tutti i vostri amici e contatti su Internet gli spot che abbiamo preparato a questo scopo e che non vengono trasmessi.

Qui trovate i nostri spot

Su Youtube:

Primo spot:
http://www.youtube.com/watch?v=8e-HvwOhmjE
Secondo spot: http://www.youtube.com/watch?v=_kJRHdrLfWI

Su Rai.tv:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-616d28e5-f635-4e1f-a3d9-e153752d2e91.html?p=0

E come sempre il nostro sito

http://www.annozero.rai.it/"

amatamari© ha detto...

Ho copiaincollato e spedito.

aldo ha detto...

Anna, per favore, non disturbare Napolitano, il ns presidente di centrodestra, non disturbare! Stà dormendo. orson

Franco Giannini ha detto...

Ho la sensazione che purtroppo con il passare dell'età, in generale, la sordità si accuisce sempre più. Forse chissà che la scelta di sceglierci sempre gerontopolitici non sia dettata da questa logica.
Non illuderti Anna...non risponderà, è sempre stato un aristocratico teorico della politica, un pò un D'Alema de no'altri, non un "concreto e rivoluzionario come Giancarlo Pajetta,...tanto per intenderci

Giorgina Cantalini ha detto...

Ah, ecco, sì l'ho capito leggendo la tua pagina FB dopo. Avete fatto un gran bel lavoro.
Bacio
Giorgina