sabato 9 maggio 2009

Ancora sui volontari della Protezione Civile

Torno sull'operato dei volontari della Protezione Civile pubblicando un botta e risposta tra me ed una gentile volontaria. Lo faccio per chiarire, spero definitivamente, l'equivoco che si è generato tra me e le persone che son venute ad aiutarci. Questo è quanto scrive Ornella:

Ciao cara Anna! Sono una volontaria della protezione civile della prov. di Vicenza. Nella notte tra il 6 e il 7 aprile sono partita con i volontari della mia provincia per portare aiuto a voi, popolo abruzzese. Sono partita lasciando qui la mia famiglia, senza conoscere la situazione e senza sapere quanto sarei rimasta. Leggere le tue parole mi ha veramente ferito il cuore, non avrò parole di disprezzo, perchè ho vissuto la situazione e ho letto negli occhi dei tanti abruzzesi che ho avuto l'onore di conoscere la paura x quel che era successo, ma anche la gratitudine x ciò che stacamo facendo. Sono rimasta li una settimana, ho passato li la pasqua, lontana dalla mia famiglia, dalla mia casa; una settimana lavorando per montar tende, portare le brande e praparare i pasti... Non mi ha pesato il fatto che non avevo il tempo di mangiare o che nel nostro campo base i primi giorni non c'era che il bosco per andare in bagno e per tutta la settimana non mi sono potuta lavare, o che montavamo tende anche fino alle 3 di notte e alle 6 eravamo già al lavoro; capivo che tra tanti ero fortunata, e quando sono arrivata in Abruzzo vedere tante persone e tanti bambini che ancora dormivano in macchina mi ha fatto tirar fuori ogni mia forza. Sono pronta a ripartire il 23 maggio, ora la situazione dal punto di vista organizzativo è migliorata. Capisco che a volte certe nostre procedure non siano capite(come il fatto di schedare, non hai pensato che potrebbe servire nel caso qualche parente cerchi persone di cui magari non ha notizie?), ma veramente mi sono venuti i lacrimoni agli occhi nel leggere le tue parole pungenti... Ho cercato di essere il più obbiettiva possibile, ma veramente non ho capito tanta cattiveria nei confronti di noi, protezione civile. Mi spiace tantissimo se il nostro aiuto non ti è gradito, perchè lo facciamo con il cuore. Un abbraccio, Ornella

Questa la mia risposta:

Ornella,mi spiace che voi volontari della protezione civile prendiate come accuse personali quelle che io rivolgo SOLAMENTE all'istituzione.Istituzione che contesto da sempre. L'ho ripetuto tante volte, lo ripeto anche per te.Se tu non ti fossi fermata solamente a questo post, ma fossi andata avanti, lo avresti capito. La superficilità non paga mai. Ma ora voglio spendere altre parole con te. Vedi, non serve che tu mi spieghi minuziosamente come hai vissuto in quella settimana, io lo so. Io ci vivo da più di un mese e mi toccherà viverci ancora per molto tempo.Tutti noi terremotati che siamo rimasti qui a resistere lo sappiamo molto bene. Perdonami se non mi commuovo a pensare che tu ci abbia dedicato una settimana della tua vita. Perdonami. Sai, io il volontariato l'ho sempre fatto. Sempre fuori dai canali ufficiali, dei quali non mi sono mai fidata. Ho lavorato sempre in situazioni di disagio mentale grave. Se vai a ritroso nei miei post vedrai che ne parlo anche. Ebbene, ogni volta che le persone che ho"aiutato" hanno provato a ringraziarmi ed a mostrarmi gratitudine io ho SEMPRE detto che quello che facevo lo facevo per puro egoismo, perchè lo stare con loro faceva stare bene soprattutto me. Non mi sono MAI aspettata riconoscenza. Sono SEMPRE stata io riconoscente verso di loro. E credo che il senso del volontariato sia questo. Riflettici per favore. Nessuno deve battere le mani ai volontari, i volontari sono tali per loro scelta. Non per nostra.

36 commenti:

Unknown ha detto...

condivido anche le virgole...

Pellescura ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Pellescura ha detto...

Uhm...mi sa che solleverai un vespaio. Cmq condivido...

Ornella Cau ha detto...

Anna, mi spiace che tu abbia frainteso le mie parole; non volevano essere un modo per vantarmi di ciò che io e i miei colleghi abbiamo fatto, ma un modo di far capire a tante persone che noi non siamo stati in Abruzzo per farci le ferie cercando di complicarvi la vita o per prenderci un applauso, ma l'abbiamo fatto con il cuore. Ho letto anche gli altri tuoi post, non pensare che io sia così superficiale; ma hai nominato in quel post talmente tante volte le parole "protezione civile" che si fa fatica a pensare che quello che dici non sia rivolto anche a noi volontari, nonostante le repliche.
Non mi aspetto ne' gratitudine ne' commozione da parte di nessuno, vorrei solo che tante persone si rendessero conto che cmq non tutto il mondo della protezione civile è marcio.
E' vero, il volontariato è una forma di egoismo e non ho bisogno di rifletterci, perchè ciò che mi ha donato la tua gente è qualcosa di inimmagginabile, ed è per questo che faccio la volontaria.
Prendo sicuramente le tue parole come una critica costruttiva, e spero, tornando in Abruzzo, di poter fare di più perchè meno persone possibili possano vedere nel nostro operato solo una macchina non ben oleata.
Ti ringrazio intanto per avermi prestato attenzione e spero che le mie parole non sembrino ne' un'affronto ne' un'ipocrisia.
Son d'accordissimo, nessuno ci obbliga a fare i volontari e non ho mai detto il contrario, ma a volte è veramente difficile aiutare chi non vuole il tuo aiuto e facendo anche tu volontariato penso che lo sappia bene.

Spero di non aver fatto qualche gaffe su questo commento, non sono molto brava a spigarmi.

Concludo dicendo... Grazie, grazie all'Abruzzo e sopratutto agli abruzzesi perchè ci stanno dando una lezione di vita e mi hanno fatta crescere come volontaria, ma sopratutto come persona!

Anna ha detto...

@Ornella,
ti sei spiegata benissimo e le tue parole ti fanno solamente onore. Lo so che di persone come te ce ne sono tante fra di voi. Ci sono anche le mele marce, come dappertutto, ma sono una minoranza. Torna a portare la tua opera in questa terra martoriata, abbiamo bisogno di persone come te. Grazie.

La Donna Cannone ha detto...

Buona sera a tutti.
Ho difficoltà a capire la posizione di contestazione assoluta dell'istituzione, nel momento in cui non vengono proposte alternative utili.
Vogliamo dire forse che l'anarchia sarebbe la soluzione migliore per aiutarvi?

Anna, ciò che tu affermi trova fondamento in parole che Nietzsche ha detto e scritto tanto tempo fa.
Non è chiaro perchè tu ti voglia mettere in cattedra e gettare in faccia tanta ingratitudine a questa signora.

Attendo aggiornamenti, saluti
DC

Elle ha detto...

Concordo, il volonariato è una forma di egoismo.. si riceve sempre tanto, tanto, tanto di più di quel che si cerca di dare..

Anna ha detto...

@Donna Cannone,
le alternative utili sono quelle di non annullarci, ma di coinvolgerci in quello che è nostro e ci riguarda personalmente. Sia a livello pratico che affettivo. Ti sembrerà strano, ma noi siamo esseri pensanti, che fino a prima del terremoto erano in grado di gestirsi egregiamente. Lo stato di polizia non ci serve. Noi vogliamo essere attori. Non ci serve un "ghe pensi mi" che fa il buono ed il cattivo tempo, un Bertolaso con pieni poteri.E tante bugie. Non vogliamo essere assistiti, vogliamo essere solo supportati.Non abbiamo più nulla, che ci resti almeno la dignità. Per quanto riguarda l'ingratitudine della quale mi tacci, per me non è tale. Credo di essere stata chiara, stavo spiegando cosa significa per me essere volontari. E penso di poterlo dire con cognizione di causa.
E poi guarda che la maestrina dalla penna rossa sei tu, ad onor di cronaca, non pretendo di arrogarmi tale diritto :-)

Anonimo ha detto...

Te me se che a litigare con la gente ti ci diverti...

Marco

Monica ha detto...

credo che la discussione tra anna e ornella (quasi un icona del volontariato) abbia un senso profondo.
che ci sia un desiderio anarchico non lo so.
non mi pare on topic.
che non ci sia un attacco al singolo ma all'istituzione è ovvio, e qui fare ordine è essenziale.

aiutare un altro è, a mio avviso, e soprattutto in questo caso condurlo verso la sua strada (mai metafora è stata più azzeccata), non sulla mia.

crescere ed aiutare l'altro, e lo dico per ornella, ad arrivare - dove si riesce - con le gambe di chi deve "imparare a camminare", non seduto sulla mia schiena.
ma è difficile se chi organizza (lo stato) pensa di sapere tutto, e che aiutare sia "dare" e non scambiare.
se la logica è monodirezionale si possono solo ottenere parole dure e non un incontro, un confronto.
se la logica è "io solo so cosa ti serve" non aiuto ma creo dipendenza.
non credo che nessun abruzzese abbia bisogno di ciò, ma di "martelli e chiodi" per ri_costruire...

per anna mi viene solo da dire che anche i volontari vengono cresciuti in una logica di aiuto univoca e non nella cultura di una co-costruzione dell'aiuto e della cooperazione.
una mia tutor, sostenendomi all'analisi critica nella preparazione una tesina di esame, esordì con un "aiutami ad aiutarti" ...

Anna ha detto...

No cara Monica, mi spiace: in questo caso non si può chiedere a noi anche di aiutarli ad aiutarci. Si può piuttosto chiedere allo Stato di renderci partecipi delle decisioni, questo sì. Se il volontario non è formato opportunamente, possiamo solo dolercene. Non possiamo farci carico di fargli capire. Non in queste emergenze.

Anonimo ha detto...

Il mistero delle platee
per le casette
09/05/2009 15:34
TRENTO - Ci hanno lavorato per giorni non meno di quindici operai del Servizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento. Venti centimetri di ghiaia sparsa su un campo di sorgo nei pressi del campo della Protezione civile trentina a Paganica, la frazione di L'Aquila martoriata dal terremoto. E poi ferro e calcestruzzo in quantità per realizzare otto platee di cemento armato otto metri per otto.
Su quelle piattaforme dovevano essere montate delle casette unifamiliari in legno portate dalla Provincia di Trento. Era tutto pronto. Pare che in zona ci fosse anche il camion con tutto il materiale necessario per posarne in opera un paio. All'improvviso, però, tutto si è bloccato. Niente più casette. Non solo, anche le platee sono scomparse. Apparentemente dissolte. Al posto delle robuste piattaforme in cemento armato made in Trentino, una distesa uniforme di ghiaia e l'area inizialmente «destinata» agli edifici unifamiliari, trasformata in deposito materiale a servizio del campo trentino.
E le platee? Sepolte da ulteriore ghiaia portata a lavoro ultimato e lasciate in una sorta di strano stand by che ha alimentato voci su un presunto screzio fra le autorità locali e la Protezione civile del Trentino, che sarebbe stato originato dalla (presunta) eccessiva intraprendenza dei trentini su una materia - la pianificazione urbanistica - di stretta competenza del Comune di L'Aquila e comunque da gestire coordinandosi con la Protezione civile nazionale.
«Sono voci che non stanno né in cielo né in terra - è la recisa smentita di Raffaele De Col, dirigente generale della Protezione civile trentina e ieri in Abruzzo con il presidente della Provincia Lorenzo Dellai -. Noi non abbiamo fatto alcuna fuga in avanti e nelle zone colpite dal terremoto su cui siamo stati chiamati ad intervenire ci siamo sempre mossi rispettando gli accordi. Vero è che su quell'area, dopo una riunione fra Comune di L'Aquila e Protezione civile nazionale, c'è stato un cambio di progettualità. Non più casette unifamiliari, come ci era stato detto nel momento della prima emergenza, ma case plurifamiliari».
A dire del dirigente generale, anzi, i rapporti fra Provincia Autonoma di Trento e Comune di L'Aquila, proprio rispetto alla zona in oggetto, sarebbero estremamente distesi ed all'insegna della massima collaborazione, come dimostrerebbe la strada d'accesso a quell'area (prevista dal Piano regolatore generale del Comune) realizzata dai trentini. (Articolo completo sull'Adige cartaceo)
Pietro Gottardi

Future Jurist ha detto...

La discussione diventa importante. Sono andato indietro nel blog. Mi sono riletto quel che diceva La Donna Cannone a proposito di PC. “Serve una organizzazione che gestisca decine di persone. Non sono lì per prendere in considerazione gusti personali, hobby, passioni, idiosincrasie politiche o religiose, ma per gestire una massa che non ha più nulla”. Non persone da capire, ma una massa di schede per l’identificazione.

Invece i vigili del fuoco non hanno fretta. Capiscono che le persone sono molto ricche proprio quando non hanno nulla. Che una gonna col disegno di un pappagallo può essere più viva di un pappagallo in carne e ossa, e come le macerie di un vicolo deserto possano esserlo più di un viale addobbato a festa. Lo capiscono perché c’è un’identificazione con ciò che li circonda. E che loro si portano dentro.

Sono due tipi davvero opposti di identificazione. Quello degenerato, poliziesco, contro quello autentico. E due modi opposti di intendere le istituzioni. Istituzioni che si identificano con i capi. E istituzioni che si identificano con le persone. La differenza diventa estremamente chiara quando i capi si appellano all’emergenza per ridurre il resto al silenzio.
Giovanni

lucy ha detto...

un caro abbraccio a tutti gli abruzzesi colpiti...grazie anna tieni duro!

Monica ha detto...

mi spiego meglio, per aiutare ad aiutare intendo la possibilità di esprimere il proprio bisogno e necessità a chi ha i mezzi per farlo.
al volontario, e perchè no, si resiste al suo imporre bonariamente anche un aiuto che in quel momento non è adatto al bisogno, chiedendogli altro.
mi sembra l'unica strada per cooperare con chi offre un aiuto.
"ti porto i pannolini per i bimbi?"
"non mi servono qui ci sono 150 anziani che hanno bisogno delle carte da gioco."

aiutare ad aiutare mi pare questo ....

Anna ha detto...

Il futuro giurista ha detto con parole pertinentissime e chiarissime tutto ciò che ho da dire.E meglio di me. La differenza sostanziale è quella. Aggiungo, cosa non da poco, che i Vigili del fuoco rischiano la loro vita con tanto amore ed umanità ricevendo stipendi da fame. Questo dato è significativo: quel lavoro non si fa come se ne farebbe un altro. Quel lavoro si fa per vocazione.

marteresa ha detto...

Le posizioni differenti dalle tue sono lecite. Un po' di umiltà non guasterebbe. Censurata, sforzo inutile

jo ha detto...

Non leggo i commenti degli altri.
Ho troppa fretta di scrivere il mio, scusate. :-)
Premettendo che IO ringrazio i volontari (ufficiali e non) che sono andati in Abruzzo e hanno aiutato chi ne aveva bisogno, trovo che quello che ha scritto Anna sia profondissimamente vero!
E trovo anche che sia detto con estrema umilta'! ;-)

Ciao, Gio

jo ha detto...

Ora che ho letto i commenti degli altri, vorrei ringraziare doppiamente Ornella per la sua risposta!

Ciao, Gio

marina ha detto...

Non so, ma questo dibattito mi dà disagio. Sia verso la gente terremotata che verso le persone che volontariamente sono andate ad aiutarla. So quanto si riceve quando si dà, conosco questo tipo di egoismo, ma vogliamo dirlo che esistono (e sono i più) egoismi che non danno niente a nessuno?
A me viene da dire che "grazie" sia una bellissima parola che entrambi, volontari e terremotati, possono scambiarsi reciprocamente
E non lo dico per amore di imparzialità ma perché lo penso
marina

Donatella ha detto...

Non ha importanza, cara Anna, che tu non abbia voluto pubblicare il mio commento, anche se non ne capisco il motivo: non conteneva frasi offensive, nè provocazioni! Spero solo che tu lo abbia interpretato come un contributo di riflessione e non come intento di fare polemica, perchè questa non era mia intenzione.
Ciao!!!!

Anna ha detto...

@Donatella,
avrai notato che ho tolto la moderazione, che mi intristiva moltissimo. Il tuo commento, semplicemente, non è arrivato.

Anna ha detto...

@ marteresa,
le posizioni dissimili dalle mie sono più che lecite. Infatti il mio, se non te ne fossi accorta, è un argomentare. Io so dire grazie, quando sento di doverlo dire. E ti garantisco che lo dico spessissimo. E la riconoscenza è materia a me ben nota e da me frequentata.Altro discorso è quello della lesa dignità.Cosa che rilevo sovente, in questi giorni, verso me ed i miei concittadini.

dario ha detto...

Dunque.
Io ho fatto volontariato alla CRI per diversi (molti) anni. Anche in altre organizzazioni, ma "attivamente", soltanto alla CRI.
Poi me ne sono andato, vuoi perche' ho capito che l'organizzazione, pur fondata su principi che condividevo, e condivido, tantissimo, non funzionava affatto come io avrei voluto, cioe' nel rispetto e nell'ispirazione di quegli stessi principi; vuoi perche' comunque i "volontari" con cui lavoravo non si ispiravano agli stessi valori miei ma anzi spesso i loro comportamenti, ispirati suppongo ai loro valori, cocciavano con i miei. E siccome lo spirito e' di una condivisione di valori, ancorche' di comportamenti dettati da una collettiva scelta di principi, il mio posto in quella organizzazione non aveva piu' senso di esistere.

Sono quindi giunto alla conclusione che "volontario" in tutte le sue declinazioni e con tutti i suoi derivati e' una parola che dovrebbe essere eliminata dal vocabolario italiano, perche' non identifica niente di quanto sia espresso nella sua definizione. Perche' la definizione stessa, in quanto contraddittoria, non ha un corrispettivo nel mondo reale. Insomma, un po' come "unicorno". Solo che su qualunque vocabolario nella definizione di "unicorno" c'e' necessariamente la parola "mitologico". Quindi l'unicorno esiste in quanto astrazione mitologica. Invece il volontario non esiste.

Il volontario non puo' essere altruista, ovviamente, perche' come dice la parola stessa quel che fa lo fa per sua volonta'. E siccome la volonta' e' sua, l'applicazione in gesti concreti di essa e' piu' da considerarsi egoismo. Ma cio' vale anche per qualunque altra scelta libera dell'uomo. Se io compio deliberatamente un gesto disinteressato come scelta libera, e' evidente che quel gesto non e' disinteressato per niente, perche' la scelta stessa di compierlo significa l'applicazione del gesto alla mia volonta'. Se questa applicazione fosse disinteressata significherebbe che la scelta sarebbe casuale, e quindi non libera.

In realta' io credo che l'Abruzzo, come molti altri luoghi che hanno bisogno di aiuto, in realta' non ha bisogno di volontari, ossia di persone che cercano di realizzare un proprio scopo secondo dei principi propri o comuni comunque scelti deliberatamente secondo i propri. Io credo che invece abbia bisogno di gente che si rimbocchi le maniche e aiuti a superare l'emergenza di tante persone che si vedono costrette a vivere private di tutte quelle cose cui la dignita' definita socialmente dell'uomo moderno e' abituata a considerare normali e necessarie.

Il modo per realizzare questo aiuto e' ben piu' complesso, e credo francamente che spetti anche a chi viene aiutato (in questo caso la nostra Anna) poter dire la propria in merito. Che l'organizzazione degli aiuti prescinda da come gli aiutati vogliono essere aiutati mi pare totalmente fuori da ogni logica.

Comunque mi pare che se uno decide di aiutare rimanendo fuori dai canali ufficiali, oppure scegliendo il canale che piu' gli piace, in ogni caso dovrebbe rispondere sui principi che lo ispirano nell'attivita' di aiuto che vuole dare. Secondo me, se Ornella si e' buttata nell'impresa con le migliori intenzioni, ha scelto di utilizzare come linea di condotta quella scelta dalla protezione civile. E quindi, in quanto tale dovrebbe rispondere per quella linea di condotta.
Le mele marce possono esserci in qualunque organizzazione. Ma quando vengono smascherate dovrebbero essere cacciate a calci in culo, altrimenti bisogna supporre connivenza con il marcio di quelle mele.

Anna ha detto...

@Dario,
prolisso e logorroico come sempre :-), ma decisamente esaustivo.
Grazie. Mi mancavi in questa tragedia e mi domandavo dove fossi.

jo ha detto...

@ Dario:
Bellissimo commento.
Non fai che confermare dall'interno quello che e' gia' stato evidenziato.

Grazie, Gio

P.S. Io penso che il problema delle grosse organizzazioni, come la PC, sia che di sicuro ci sono tantissimi (la maggior parte) che hanno le migliori intenzioni, ma che non siano ai vertici. D'altronde non neghiamolo: intorno alla PC girano tantissimi soldi, e mi sembra inevitabile che chi (non tutti) cerchi di scalarne i vertici, possa non essere animato dalle migliori intenzioni, cosi' come avviene in politica o tra i preti! :-)

dario ha detto...

@Anna: mi spiace di esserti sembrato assente. In realta' da che e' successo il pandemonio ti leggo anche con piu' interesse, ma, come ti dicevo nel paio di mail che ti ho mandato, veramente non mi viene niente da dire. Non sono capace di dare in pubblico pacche sulle spalle a persone che stanno male senza sembrare patetico e per questo insensibile. Boh...

Provo empatia, che, almeno per adesso, e' soltanto interiore.

Francamente credo che se riuscissi a staccarmi dalla mia vita normale che mi sorveglia a ritmo serrato e decidessi di venire laggiu' a dare aiuto, la cosa migliore sarebbe contattare te per chiederti quale sia il metodo migliore.

tuo, sempre logorroico ;-)
dario

Anonimo ha detto...

Allora scrivere non è facile soprattutto per chi come me non è abituato a farlo,ma cercherò d'essere il più chiaro possibile.
Sono stato 'volontario' in Libano,dico subito che c'ero andato per i soldi e che a malapena sapevo dov'era. A dirla tutta ero un mezzo mercenario. Però stare li m'ha aperto gli occhi,vivere con i profughi,condividere le precarie condizioni di vita,cercare di capire le loro ragioni m'ha insegnato più che 13anni di scuola. Ancora oggi a distanza di più di 20anni ho ancora qualche contatto con loro, di certo le loro mail sono le prime che leggo quando apro la posta. Penso che i volontari della protezione civile,che ritengo un ente quasi inutile visto che abbiamo un esercito che non fa nulla tutto il giorno,siano per questo aspetto molto simili a me e che si porteranno per sempre dietro le emozioni che hanno avuto qui da noi.

jo ha detto...

A proposito del commento di Gil: come testimoniato da molti a volte penso che quello dell'uso dell'esercito in questi casi, potrebbe essere davvero piu' proficuo della PC.

Ciao, Gio

arrgianf ha detto...

Si è capito che ti riferivi a Bertolaso e all'istituzione, ma mai ai volontari. Nel mio blog l'hanno capito anche che sotto accusa erano "i capi". I volontari sono stati bravissimi e amati dalla gente.

Paolo Garrisi ha detto...

Mi hanno segnalato il tuo blog e ho pensato di lasciarti anke un mio commento. Non so se lo approverai, ma fa lo stesso tanto onestamente l'unica superficiale della situazione, penso sia proprio tu. Non mi va di leggere gli atteggiamenti estremisti che aleggiano nei tuoi posts. Ma una cosa è certa. Sono della Protezione Civile e me ne vanto. Sono Abruzzese e me ne vanto. Ho pianto tanto e ancora piango quando sento e vedo i miei fratelli aquilani e me ne vanto. Sono amico e allo stesso tempo un servo della tendopoli di San Martino d'Ocre e me ne vanto. Quindi non trasformare in rabbia i sentimenti che risiedono in te ma aiuta con un sorriso, chi ti sta vicino ed è nelle tue stesse condizioni ed anche chi ti serve dalla mattina alla sera. Noi omini gialli siamo abituati anke a persone come te che disprezzano il nostro lavoro e l'operato. Meno male ke siete in minoranza. Venite a trovarci su a San Martino d'Ocre e ne riparleremo. Saluti

dario ha detto...

Mah... io quelli che usano la K invece di CH non riesco proprio a perdonarli. Ma cos'e', battere un tasto in piu' vi fa davvero tanta fatica? Boh!

Caro Paolo Garrisi... estremismi a parte, mi pare che se a uno che perde la casa con tutto quel che c'e' dentro e rimane soltanto con se stesso e la propria vita (che e' gia' qualcosa), be', se a quello gli dài del superficiale, mi sa che, Protezione Civile o no, non hai capito proprio un cakkio.

Anonimo ha detto...

Non ho voglia di lanciarmi in un dibattito perchè mi rendo conto a pelle di chi non vuol sentire. Pongo, se non vengo censurato, solo un quesito. Come mai lei che sputa tanto veleno sulle organizzazioni di soccorso ma non su chi le compie, a suo dire, nei fatti abbia pensato solo a sistemare se stessa e, altruisticamente, suo marito? Se ben ricordo prima ha chiesto ed avuto un cellulare, poi un personal computer ora un container ammobiliato. Lei si sente meglio di tutti cara signora e se non ci fosse gia'uno che comanda, a quel posto ci sarebbe lei che non e' da meno di coloro che insulta quanto a trarre benefici personali dalla situazione personale.
Posso omaggiarla, tanto e' abituata, di uno specchio che le dimostri che la gobba ce l'ha anche lei? Sicuramente non mi pubblichera' ma leggermi fino alla fine? Chissà.
Marc

Anna ha detto...

@Anonimo,
come vede, il suo commento è stato pubblicato. Le sue informazioni sono errate: ho avuto un pc e parte del danaro per comprare un container di 10 mq non mobiliato grazie alla generosità dei miei AMICI. Per il resto non le rispondo: le sue parole si commentano da sole. Lei è un povero di spirito.

jo ha detto...

Marc, complimenti, bel post!!!
Se seguissi il blog sapresti che i commenti non sono piu' moderati.
Quanto cosa faccia Anna in questi giorni a L'Aquila... di certo non lo sappiamo! E non credo che stia e te giudicare.
Sai, il medio evo e' finito, e non siamo in una situazione di non si sputa nel piatto in cui si mangia o se ti do 1 euro "Anna, ringrazia e bacia la strada dove cammino!".
L'Italia dovrebbe essere una paese civile, gli Aquilani dei cittadini come tutti gli altri, che finora hanno pagato le tasse e che avendo subito un tracollo pesantissimo devono ricevere un supporto per ricominciare a vivere.
Se questo supporto e' carente, e' loro sacrosanto dovere protestare e far sentire forte la loro voce.

Ciao, Gio

P.S. E se qui c'e' qualcuno che deve essere comprensivo, be'... quel qualcuno e' chi non ha subito direttamnte la sventura!

Anonimo ha detto...

Cara Anna, sono un volontario di Protezione Civile della Liguria, e come molti miei "colleghi" ho prestato servizio in Abruzzo per il terremoto. Ho letto i commenti e posso solo ringraziare tutta la gente abruzzese che ho avuto la fortuna di conoscere nei campi, paradossalmente, nonostante le operazioni quotidiane che il nostro compito richiedeva, sono state loro ad aiutarmi contribuendo con l'enorme dignità ed umanità dimostrata a farmi crescere. Quindi ancora grazie alla gente di Abruzzo, grazie a Francesco ad Amtonio a Severino a Graziella ed a tutti quelli che, con la loro semplicità e bontà d'animo, mi hanno fatto sentire uno di loro. Ho promesso a tutti che tornerò e porterò con me la mia famiglia per farle conoscere questa terra e questa gente che il terremoto ha piegato ma non ha spezzato. Per te Anna un invito a resistere a tenere duro, noi non vi abbiamo dimenticati.
Maurizio