Alcuni registi sono arrivati qui a L'Aquila per raccontare il terremoto visto con i loro occhi. Fra i brevi video ne ho scelti due, quelli che mi sono piaciuti di più.
Il primo è di Francesca Comencini e fa parlare le donne di San Gregorio, un paesino nell'immediata periferia. Ci mostra la forza disarmante e genuina delle donne. E le donne abruzzesi sono ancora più forti, ché sono abituate alla sofferenza. Ed al sacrificio.
Il secondo è di Michele Placido e ci mostra il terremoto vissuto dai migranti che vivono nella nostra terra nella quale sono stati accolti, ché gli Aquilani non dimenticano di essere stati e di essere loro stessi migranti. Si respira amore, e integrazione, e voglia di ricominciare. Tutti insieme.
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17 commenti:
Già... Anna, già...
annetta, perdonami se non passo. casini vari che a te farebbero ridere e cerco di ricordarmelo! grazie per i video e baci, marina
un saluto, guglielmo
Voci, soprattutto nel primo video, di una forza interiore unica. Un saluto.
Un forte abbraccio
Sileno
Toccante. La voce diretta del dramma.
Coraggio, gente d'Abruzzo.
ciao Anna...quello della Comencini lo conoscevo , quello di Placido grazie per averlo pubblicato.
commovente....ho pensato a quella famiglia macedone di cui mi raccontavi.
baci grandi , come sempre!
Poola+Ian
Non conoscevo i due video. Che dirti. Ogni volta che ti leggo, mi chiedo quanto di abbruzzese ci sia in me, piochè mio padre, che oggi avrebbe avuto 81 anni, lo era. Anche lui è stato emigrante, in venezuela, dopo la II guerra mondiale. Di sicuro di abruzzese conservo la fierezza e voglia di non abbattermi mai.
Forza Anna!
a me ha fatto venire le lacrime agli occhi quello di opzetek con la voce di quella ragazza: Alessandra che è rimasta sotto le macerie, ogni tanto la riascolto aveva una voce così bella
Quello di Ozpetek, regista che mi piace, l'ho trovato un po' voyeristico. Questi mi sembrano più genuini.E, soprattutto il primo, aprono alla speranza.
Francesca era una ragazza bella e brava, figlia di un amico di sempre. Hanno perso la vita lei,la sorella e la mamma.Maurizio, il padre, è vivo. Mi auguro che abbia la forza di andare avanti.
Normalmente sono contrario ai filmati che entrano così a contatto con il dolore delle persone. In questo caso mi sono dovuto ricredere. Penso sia stato merito della 'selezione' di Anna.
...Lo rifaremo da capo,nuovo,più bello...ritorneremo ad essere quello che eravamo, ne sono quasi certa anzi ne sono sicura.
...Non ce la scordiamo l'accoglienza di questo paese!
Siete veramente eccezionali,il vostro corraggio e la vostra forza mi commuovono.
Vi abbraccio Rosa
Francesca Comencini e Michele Placido hanno accompagnato i propri film ciascuno con un articolo:
2009-04-12 Francesca Comencini – Le ragazze di San Gregorio. “Ricostruiremo il nostro paese”
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-4/francesca-comencini/francesca-comencini.html
2009-04-09 Michele Placido – Storia di Osmai, l’eroe macedone che lotta a mani nude per la vita
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-2/sisma-aquila-2/sisma-aquila-2.html
Ci sono stati anche commenti. Per esempio:
2009-04-13 Commenti a Francesca Comencini – Le ragazze di San Gregorio. “Ricostruiremo il nostro paese”
http://www.manuelaghizzoni.it/?p=3217
Il commento di Daniela rimanda a un articolo apparso su “Il Manifesto” del 12 aprile in cui, riguardo alla ricostruzione, si distingue una cultura della “cittadinanza” in senso ampio, centrata sul territorio e su una memoria più lunga, più ampia, da un'altra cultura, centrata invece sul singolo edificio. Osserva che c’è un collegamento con il film di Comencini. Ma non va oltre. Anch’io sono convinto che questo collegamento esiste, e che esiste anche col film di Placido. Provo a spiegare perché.
Con i terremoti gli uomini perdono per lo più l’orientamento, la memoria dei luoghi, sono spaesati. Spesso vengono riportati alla realtà da donne. Quelle di San Gregorio tengono saldo questo contatto. Siedono decise sulla pietra. È il loro passato. E da lì già pensano al futuro. Diventano protagoniste.
A Paganica e a Poggio Picenze invece in primo piano sono i Macedoni. Sono originari di Skopje, la loro capitale. Troppo giovani per aver vissuto il terremoto che 46 anni fa vi fece 2000 morti su 200 mila abitanti. Ma devono aver imparato molto dalle loro madri. Sicuramente come muoversi nell’emergenza. E forse hanno capito anche che cosa di buono e di sbagliato poi si è fatto a Skopje. La capitale ha molto ricostruito e costruito, e da allora ha raddoppiato i suoi abitanti.
Le donne che da noi formalmente hanno la cittadinanza, ne cercano però una più partecipata e più rispondente a un radicamento nel territorio. I Macedoni, che ne sono sprovvisti e l’attendono, hanno qualcosa da insegnarci sui terremoti e sulle loro conseguenze. Non è solo L’Aquila, con i paesi circostanti, che ha un grande bisogno sia delle une che degli altri, e della loro memoria. È il nostro Paese nel suo insieme.
video molto interessanti cara anna
un abbraccio
Continuo a leggerti, anche se commento poco.
Un saluto Anna.
su quello di Michele Placido avevo letto in quei giorni su la Repubblica e sul Manifesto....Grazie di averceli mostrati. Un abbraccio
Cara Anna, quello della Comencini l'avevo visto e in particolare mi aveva colpito proprio la signora, ex-emigrata in Australia, che si vede nel tuo fotogramma. Tra l'altro la mia amica Rosalba lo ha doppiato perché lo capissero anche gli olandesi.
arrivo domani, se riesci a farmi uno squillo o un sms s dove chiamarti.
Ciao,
Barbara
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