venerdì 15 maggio 2009

Perchè?

Ci sono delle domande alle quali è difficile rispondere. Ne porrò una. E non la pongo perchè mi riguarda personalmente. Io ho scelto di non essere ospitata nelle strutture alberghiere messe a disposizione sulla costa abruzzese. Non ho mai fatto richiesta. Non mi interessa andare a villeggiare, anche forzatamente, mentre qui c'è gente che soffre.Ma mi chiedo perchè alcune persone vivono il terremoto

così .....


e altre in strutture tipo questa (Torre Mannella- Città Sant'Angelo)

Mi chiedo perchè in quelle strutture vivono impiegati, insegnanti,professionisti, imprenditori, commercianti , "notabili" e amici degli amici e , nelle tende, oltre ai pochi che lo hanno scelto, tanti cittadini di serie B. In base a quale criterio?

55 commenti:

Anonimo ha detto...

Anna, sono allibita e ancora più schifata!
Un bacione, Pina da Verona.

Mario ha detto...

...sono io che ti ringrazio: in questo momento così difficile hai trovato la voglia di venirmi a trovare e di leggere qualche mia riga. Ne sono onorato e lo considero un buon segno: la tua apertura alla vita e agli altri è invidiabile.
Ti leggo ogni giorno, consapevole che se un vuoto ci rende simili, altri vuoti del tuo odierno quotidiano solo tu potrai riempire. Vorrei poter fare qualcosa.
Un bacio.
M.

Rita ha detto...

io avevo capito che la possibilità di andare in albergo era stata data a TUTTI ma che molti avevano preferito non lasciare la propria terra, a dir la verità mi sono anche chiesta (forse stupidamente) "ma chi glielo fa fare a stare in tenda a vecchietti o famiglie con bambini, quando si può stare in un ambiente più confortevole?" come al solito ci sono sempre troppe "verità" ma qual'è quella "vera"?

Alberto ha detto...

Questa storia è tutta da scrivere. Chi ha deciso qui o là, e in base a quale requisiti. Possibile che nessun giornale indaghi? Ultimamente mi sono fatto sentire poco, ma d'ora in avanti sarò più presente. Ciao Anna.

Francy274 ha detto...

Ogni tanto vengo a leggerTi per sapere come vanno le cose, se migliorano, ma ogni volta esco dal Tuo blog con un senso di grande frustrazione.
Chiedi ...perchè?
Forse per quell'atavica spartizione dei beni voluta da chi su queste cose fa la bella vita :
"beati i poveri perchè di loro è il regno dei Cieli"
"beati gli utlimi perchè saranno i primi".
A gli altri naturalmente tocca il paradiso in terra....equa divisione dei beni, sarà per questo, non so!

Giordano Bruno ha detto...

In base al criterio che l'uguaglianza, la fraternità e la solidarietà sono concetti di sinistra e grazie alla massiva campagna di disinformazione del bullo al capo del governo e la complicità di una opposizione inesistente, essere di sinistra è diventato un insulto. Persino la chiesa quando fa il suo lavoro e parla di solidarietà viene insultata da questo governo di criminali istituzionalizzati. Mors tua vita mea è di fatto il pensiero filosofico a cui ha aderito aimè la maggioranza degli italiani.

Rick ha detto...

"Ma mi chiedo perchè alcune persone vivono il terremoto così... e altre in strutture tipo questa (Torre Mannella- Città Sant'Angelo)".

Perché viviamo in un mondo ingiusto!

Io, Anna, vorrei farti una domanda, anche se rischio di essere ripetitivo, dato che non ho avuto voglia, ma soprattutto il tempo, di leggere i tuoi sia di altri commenti nei posts precedenti: ma dei morti "fantasma" causati dal terremoto, che tu denuciavi, che fine hanno fatto? Si sa nulla? Oppure ti sei sbagliata...

Grazie per le tue testimonianze in diretta, prima di tutto perché sei (purtroppo e per fortuna) sul posto, poi perché ormai il terremoto non fa più "audience" e le vicende che vi riguardano da vicino vengono lasciate dai TG in secondo (a volte anche in terzo o quarto) piano. Se ne ricordano a volte soltanto quando qualche politico decide di farsi propaganda...

Che mondo di merda!!!

Lucien ha detto...

E' una domanda retorica vero?.....Siamo in Italia.

Anna ha detto...

@Rick,
capisco che leggere tutti i commenti non è cosa da poco. Ho già risposto a domande simili alla tua. Ti faccio, a seguire, il copia incolla:


Sono ancora fermamente convinta che, sfortunatamente, il numero dei morti sia superiore e di molto a quelli annunciati. E sono altresì certa che tanti clandestini fossero ospitati illegalmente. Quale fine abbiano fatto non lo so.Se siano ancora sotto le macerie inesplorate, oppure nelle celle frigorifere della scuola di finanza, in attesa di identificazione.Purtroppo, nei giorni a ridosso della catastrofe, non potevo sapere che ci avrebbero blindati e resi inattivi.Non ci è concesso pensare. A noi non è concesso neanche avvicinarci alle macerie se non scortati dai vigili. So che è concesso a giornalisti, fotografi e curiosi di fuori, più o meno introdotti presso l'amico dell'amico. Proprio ieri ho scoperto su internet che un pilota Alitalia di Milano ha avuto l'opportinità di entrare e visitare tutto il centro devastato e prendere tutte le foto che voleva. A me non è dato neanche di guardarla da lontano la mia città.
Sarò stata impulsiva nel diffondere una notizia che circolava fra di noi solo in via ufficiosa, ma non me ne pento. Spero, comunque, che il tempo mi dia torto. Ma i clandestini sono solo carne da macello. E i fatti di questi giorni lo dimostrano ampiamente.

Anonimo ha detto...

Anna, queste cose andranno, spero, indagate per bene.
Una mia amica di Barisciano è andata sulla costa coi suoi due bambini, è un'operaia e non ha avuto problemi.Ma se è come dici tu secondo me c'è qualche 'estrazione casuale', come in tanti ambiti del nostro Paese, per far sembrare le cose pulite. Per fortuna lei c'è rientrata. Ora però devo farti una domanda, una domanda che ho fatto anche alla mia amica. A casa mia, un palazzo di 5 piani costruito nel 1970, abbiamo, consultando un ingegnere di cui ci fidiamo, uno di quelli della vecchia scuola, non di quelli che hanno costruito la facoltà di ingegneria a L'Aquila (che figura barbina) fatto lavori di consolidamento per mettere l'edificio a norma. In seguito abbiamo chiamato un altro ingegnere, non legato al primo che ha diretto i lavori, per verificare che lo stabile fosse a posto, e questi ci ha detto che era stato fatto un lavoro eccellente. Ancora, alla fine mi sono rivolta a mio cugino, ingegnere che lavora ad Ancona, per avere la conferma che le sue parole coincidessero con quella degli altri due.
Ora ti chiedo, davvero fuor di polemica, perchè la mia mente non arriva a capire: perchè in una zona altamente sismica, dove i cittadini SANNO che i terremoti sono all'ordine del giorno e possono arrivare a livelli alti, perchè i privati (non ti parlo di strutture pubbliche o convenzionate col pubblico, lì ho ben capito cosa è successo e prego ogni giorno, se qualcuno c'è, che la paghino cara), perchè questi cittadini non hanno seguito i lavori e controllato che venissero fatti bene, o in alcuni casi non li hanno affatto effettuati?
Io ho rinunciato alla macchina nuova per avere casa mia nelle condizioni di sicurezza ideali, con un lavoro da precaria. Ma, accidenti, non c'è giorno che non mi dica che questa 'rinuncia' è stata la cosa giusta da fare.
Davvero, non è voglia di polemizzare nè di dire 'e se', ma perchè c'è stato questo totale disinteresse, risultato in villette costruite cinque anni fa crollate, e case MAI controllate?
Capisco la diffidenza verso coloro che erano stati assunti tramite Comune o Regione, ma dato che a quanto leggo qui e sento altrove, siete, eravate coscienti delle ruberie e degli imbrogli, non vi siete mossi privatamente, come abbiamo fatto noi?
Lucia

utilizerapagain ha detto...

Papi contera' pure qualcosa...
Buona serata.
Vale

Anna ha detto...

@Lucia,
io abitavo in un palazzo storico del centro che non era mai stato messo in sicurezza. Pensa che, seppur abitato da professionsiti facoltosi,era difficile anche decidere di cambiare una lampadina, ché nessuno voleva accollarsene i costi. Più di una volta ho chiesto di fare delle verifiche sulla staticità, ma mai nessuno mi ha preso in considerazione. Per cui capisco cosa vuoi dire. Credo, però, che il problema principale sia stata la mancata informazione di sempre. Nessuno mai ha sollevato l'attenzione degli Aquilani su questi problemi. Nessuno ci ha martellati al fine di metterci in guardia. Impaurendoci, se necessario.Nessuno MAI è venuto a controllare.Come sarebbe stato doveroso.
Per quanto riguarda la tua amica di Barisciano, sono felice che sia riuscita a trovare alloggio. Domandale se vive in una villa con piscina, però. E chiediamoci per quale ragione le persone che vivono nelle tendopoli sono principalmente stranieri, e anziani di paese, e operai.Oltre ai resistenti per scelta, ovvio.

maggye ha detto...

meno male che la morte è uguale per tutti! forza!

Franco Giannini ha detto...

So di usare una pessima battuta e me ne scuso a priori, ma rende bene l'idea..." Perchè se non per il semplice dovere della cristianità... è sempre meglio dare il male ai poveri, perchè essi lo sapranno affrontare in modo migliore, in quanto abituati, rispetto a quei fratelli che con la miseria non hanno mai convissuto".
Un versetto che potrebbe essere tratto dal libro dei comandamenti della "Casta" che ormai da tempo casta non lo è più !!

Alessandro MT ha detto...

secondo me'in questo caso c'è stata una selezione naturale...la gente "comune" la gente "vera",difficilmente lascia la propria terra in caso di difficolta'.

zefirina ha detto...

perchè non è vero che siamo tutti uguali, c'è chi è più uguale,evidentemente

Anonimo ha detto...

Anna, grazie della pronta risposta.
Parto dalla mia amica, ovviamente vive in un albergo normale, pulito, senza cibo avariato (che è già molto, visti i precedenti), con una micropiscina. Che è normale che ci sia, visto che sta sulla costa. E' un tre stelle, ma come dice lei le sarebbe bastata anche una catapecchia, purchè fosse lontana dalla terra che spaventa a morte i suoi bambini. La scelta l'ha fatta perchè non avendo più il suo compagno non poteva reggere il loro mutismo e i loro incubi notturni, e poi avere la forza di farsi 100 km al giorno per lavorare, quindi non so se conti questa 'affezione' alla città di cui parla qualcuno più su. Io per prima non piangerei se dovessi lasciare questo Paese che non mi ha dato molto, se non gente come te ed altri con la tua stessa forza. Ma diciamolo pure, ce n'è pochi, e molti passano la vita a lottare solo a parole, e mai di fronte agli altri.
L'esempio della 'pesca tra gli ultimi' te la porto perchè è tradizione comune: basta pensare a cosa succede per selezionare gli scrutatori. Uno su un milione è scelto dalle liste, gli altri sono fintamente estratti da oculati amici e parenti.
Detto questo, confesso che la tua spiegazione un po' mi conferma quel che pensavo, un po' mi fa paura. Perchè so cosa significa vivere in una terra in cui se non agisci come singolo nessuno si preoccuperà di te, ma un po' questo lassismo, o rassegnazione, che penetra anche nelle persone più impegnate, come te, o nei più facoltosi che si potrebbero permettere un po' di sicurezza, questa informazione che c'è e non si vuol vedere, mi fa temere per il futuro.
Perchè siamo sempre pronti a commuoverci ed indignarci quando succede in paesi manifestamente poveri, tecnicamente arretrati, ma poi, con una storia cittadina che ci dice che viviamo dove sono morte già migliaia di persone, passiamo giorno dopo giorno a costruire nell'insicurezza, a comprare cose inutili, che pure servono, comportandoci alla speraindio.
Lo so che ora questo sfogo non ti serve, Anna, ma io spero che da questo schifo, politico ed economico, prima che naturale, venga su una generazione che davvero VIVA la propria vita guardando al vicinato COME allo Tsunami dell'India, perchè è davvero un delitto delegare agli altri, sempre agli altri, le proprie vite. Hai, avete, tutte le ragioni del mondo a lamentarvi, a denunciare i disservizi dei campi e le mancate misure di sicurezza e di allarme, ma spero che i ragazzi ed i bimbi di oggi saranno più furbi, meno dipendenti dalle cose materiali inutili o procrastinabili, come il divano nuovo e la playstation, e più attenti a ciò in cui vivono giorno dopo giorno, perchè è lì che costruiranno il loro futuro, che sia per vivere in Italia come per andarsene via.
Questo non potrà essere separato da una classe politica che spero di veder cancellata IN TOTO (perchè chi si lamenta oggi non ha fatto nulla ieri, e poteva, anche a rischio di non essere rieletto, accidenti)dalla faccia del paese.
Un coacervo di inetti, pavidi, sfruttatori, a destra e, purtroppo per me e per i miei valori, a sinistra.
Un abbraccio fortissimo, continuo a seguirti e a sperare che le cose migliorino, che qualcuno raccolga voci come le tue e ne faccia partecipi gli italiani che vivono di tv generalista ipocrita.

Anonimo ha detto...

p.s. ero io poco più su, scusa.
E comunque è vero: qualcuno è sempre più uguale degli altri.
Lucia

pia ha detto...

Patrizi e plebei, come sempre...

LeleTesla ha detto...

AAA
Ciao Anna, scusami ma questa volta non mi trovo d'accordo con il post e ti dico perchè citando la mia storia personale.
Chiamata la protezione civile, dato nome e cognome, mio e della mia ragazza, in 20 minuti mi hanno richiamato e alloggiato a Torino di Sangro 170Km circa da aq.
Lì in hotel, raggiunto con mezzi propri, abbiamo avuto il problema del ristorante, non funzionante nella nostra struttura, e per questo ogni giorno ci recavamo in un'altra struttura distante 2km.
A causa di questo ed altri piccoli disagi piano piano l'hotel si è svuotato e i residenti sono stati accolti in altre strutture.
Oggi sono in un piccolo hotel ad Alba Adriatica dove tra l'altro ci siamo ricongiunti con i genitori della mia ragazza.
Tutto questo assolutamente senza il bisogno di nessun tipo di raccomandazione alcuna, ma solo con un po di pazienza al telefono.
In questi giorni, tra Alba e Torino di Sangro non ho incontrato nessun "notabile", ma tanta gente onesta che cerca di riprendersi e capire cosa dovrà fare.
Purtroppo non tutte le persone hanno la presenza di spirito ed anche i mezzi per muoversi fisicamente e non.
Allora la domanda che farei io è:
perchè la situazione in città è solo peggiorata dai primi giorni di emergenza?

Bruna ha detto...

Ciao Anna,

guarda, anche nel mio caso i miei amici sono stati mandati sulla costa e non hanno avuto problemi ad essere ospitati né si sono scontrati con la questione del cibo avariato, di cui pure ho sentito parlare, anche se non credo che gli alberghi abbiano la piscina.... E' anche vero che a breve dovranno andare via perchè comincia la stagione estiva... Dove andranno? ... Tutto questo è preoccupante soprattutto perchè ormai la notizia e finita in quinta pagina.... Noi non vi abbandoniamo!

Bruna ha detto...

..... Quanto al numero di morti superiore a quello dichiarato, c'è stato un bel intervento di Ascanio Celestini nella trasmissione 'Parla con me' di qualche giorno fa che mi ha molto colpita e che si riferiva proprio a questo! Qualcuno di voi l'ha visto? Non sono riuscita a trovarlo su internet!

auryn ha detto...

Bruna, ho trovato il filmato!

anche a me continua a picchiare in testa l'immagine dei corpi clandestini sotto le macerie... verranno mai o verranno polverizzati prima del tempo da macchinari compiacenti?

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-621272df-1aea-4789-8d9d-a16184aa0e2e.html

Anna, ti abbraccio. La fiducia riposta non è vana..
Grazie! :)

auryn ha detto...

rileggo il mio commento..

volevo dire verranno mai "alla luce" o saranno polverizzati.",
ma mi si è bloccata la mano alla parola luce, non a caso.. :(

Anonimo ha detto...

Anna, volevo che mi commentassi questo video.
http://ilcentro.gelocal.it/multimedia/home/5966805
Io sono rimasta un po' scioccata.
Qua non è questione di populismo (facile dire patrizi e plebei): è questione di egoismo e di soldi, sempre.
Buona notte, spero sia serena.
Lucia

fdm ha detto...

Non so dire sugli alberghi, conosco il problema, risponde a parziale verità: conosco gente umile che sta in hotel con tanto di piscina, la risposta che gli aquilani hanno avuto è molteplice. Dipende da un dato culturale, dai danni subiti, dall'attaccamento atavico ai posti che pure esiste, dalla prevalenza del timore di perdere qualcosa su quello istintuale di superare un momento altamente traumatico. L'angoscia del "nuovo", della precarietà, della difficoltà materiale nei gesti più semplici e quotidiani. La Regione Abruzzo rimborsa circa 50,00 euro pro capite die, che possono andar benissimo alla struttura stagionale che in bassa stagione ha tariffari di 40,00-45,00 euro al giorno. Ci guadagnano anche qualcosa. Ma l'Hotel di lusso, da 90-120 euro al giorno ci va a rimettere, e infatti sta facendo grandi pressioni per dar corso all'attività turistica, con buona pace dei terremotati ospitati, di lusso o meno, che devono trovarsi un altro alloggio o compensare: oppure la differenza sarà pagata loro da qualcuno? Misteri. Lo smistamento iniziale è stato sicuramente pilotato da una burocrazia corrosiva e corrotta che è il vero potere del nostro paese. Poi c'è da dire che il terremoto è una guerra: l'uomo contro la natura. Se lo chiedevano anche i presocratici e probabilmente altri prima di loro. Ogni guerra è superata dall'uomo contro uomo. E' la nascita del potere. A L'Aquila, nelle ore successive al terremoto, è nato un nuovo potere. Questo deve essere chiaro a tutti.
Vorrei invece, e umilmente, provare a dare una risposta semplice al post "perchè si scappa dal terremoto?"
lo si fa per la paura, che è un sentimento umano, forse il più umano tra tutti, più ancora dell'amore. Chi arriva a L'Aquila, o nel centro, o in periferia, o nei campi, può toccare con mano una fettina di paura. La paua fa fuggire. E' umano. Dare voce alla propria paura è sintomo di maturità. Non sono di L'Aquila ma lì ho vissuto parecchio tempo in diversi periodi della mia vita. Lì sono alcuni dei miei affetti più profondi, tra persone e cose. A tutti quelli che mi chiedono "al posto mio che faresti?" dico di andar via, anche per pochi giorni, ma andar via, perchè l'ossigeno della vita esiste solo fuori dalla guerra. E penso che la PC dovrebbe pensare anche a questo, cioè al benessere mentale e non solo materiale.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

ciao Anna mi chiamo Roberto e anche io mi chiedo perchè?perchè?perchè? e c'è sempre un perchè.......hasta siempre

15 maggio 2009, in Vaticano SPA rubrica a cura di Gianluigi Nuzzi
Vaticano S.p.A. - L'archivio segreto online


Si apre per la prima volta sul web e nella storia del Vaticano l’archivio di un monsignore. Dalle mura leonine filtrano migliaia e migliaia di documenti sugli affari finanziari dell’Istituto opere di religione, la banca della Santa Sede, l’impenetrabile Ior che ogni anno offre i suoi utili alla gestione diretta del Santo Padre. Lettere, relazioni, bilanci, verbali, note contabili, bonifici, missive tra le più alte autorità d’Oltretevere su come il denaro, “sterco del demonio”, sia talvolta gestito in modo spregiudicato da prelati, presuli e cardinali. Ovvero, oltre 4 mila documenti che costituiscono l’archivio di un testimone privilegiato: monsignor Renato Dardozzi, parmense nato nel 1922, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e, soprattutto, per vent’anni uno dei pochi, pochissimi consiglieri dei cardinali che si sono succeduti alla Segreteria di Stato, da Agostino Casaroli ad Angelo Sodano. Dardozzi ha voluto che dopo la morte, avvenuta nel 2003, il suo sterminato archivio diventasse pubblico. Così dopo anni di ricerche, è ora in libreria il libro-inchiesta (Vaticano Spa, Chiarelettere, 15 euro) che rilegge dalle carte del Vaticano alcuni passaggi cruciali di quegli anni: le tangenti della Prima Repubblica, i soldi a Bernardo Provenzano e Totò Riina, somme passate dai caveau dello Ior inquietando non solo la Segreteria di Stato, ma anche Giovanni Paolo II, e determinando intrighi e congiure tra stucchi, velluti e soprattutto nei silenzi dei palazzi apostolici.

Dall’Ambrosiano a Enimont, quindi, dai ricatti alle truffe, dalle tangenti alle minacce: per ogni questione Dardozzi raccoglieva documentazione e appunti, li custodiva in apposite cartelline gialle classificate nell’archivio. Si è così costituita un’incredibile memoria storica che ora svela come un ufficio “affari riservati” all’interno del Vaticano, un’unità di crisi, abbia operato per raddrizzare o mettere a tacere le vicende finanziarie più imbarazzanti e tormentate negli anni di Wojtyla, appena sopite le trame dell’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus e dell’Ambrosiano di Roberto Calvi.

Dall’archivio Dardozzi emerge che un fiume di denaro, tra contanti e titoli di stato, veniva veicolato in una specie di Ior parallelo, una ragnatela off shore di depositi paravento intestati a fondazioni benefiche inesistenti e dai nomi assai cinici (“fondazione per i bambini poveri”, “Lotta alla leucemia”), una ragnatela costruita in segreto per anni da monsignor Donato De Bonis, ex segretario e successore di Marcinkus, nominato da Casaroli prelato dello Ior. Il sistema viene avviato nel 1987 per assicurare un discreto passaggio del testimone da un Marcinkus, ormai sulla via del tramonto, a chi, proprio come De Bonis, doveva mutuare le esperienze passate con le esigenze più riservate della clientela degli anni ’90. E così lo Ior occulto ha continuato a prosperare per anni sfuggendo anche all’attuale presidente dello Ior, Angelo Caloia, espressione della finanza bianca del nord.

Sono 17 i conti principali sui quali De Bonis “opera sia per formale delega – si legge nel report inviato da Caloia a Wojtyla nell’agosto del 1992 quando la banca parallela inizia ad emergere – sia per prassi inveterata”. Tra l’89 e il ’93 vengono compiute operazioni su questi depositi per oltre 310 miliardi, circa 275,2 milioni di euro di oggi. Ma sono i movimenti in contanti a sorprendere: secondo una stima prudenziale, superano i 110 miliardi (97,6 milioni di euro di oggi). Bisogna poi aggiungere l’intensissima compravendita di titoli di Stato: in appena un biennio su questi conti riservati transitano tra i 135 e i 200 miliardi di cct. Dai documenti emerge che su uno di questi conti aveva la firma l’ex presidente Giulio Andreotti. Il deposito era intestato alla “Fondazione cardinale Francis Spellman”.
Ecco i primi documenti.
Gianluigi Nuzzi

Paul Gatti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paul Gatti ha detto...

Ma la domanda è... perché?

Bruna ha detto...

Auryn, Grazie! Anna ascolta Celestini e 'leggi tra le righe'!...

Un abbraccio

Rosa ha detto...

All'Aquila proteste contro gli espropri e la militarizzazione
Enzo Mangini
[15 Maggio 2009]
http://www.carta.org/

La Protezione civile ha iniziato ad applicare la procedura prevista nel decreto del 28 aprile per requisire i terreni per i moduli abitativi. Proteste degli abitanti. I giornalisti aquilani contestano la militarizzazione della città. Martedì il decreto in aula al Senato.

E sono arrivati. Nonostante il testo definitivo del decreto deve ancora uscire dalle aule parlamentari, nonostante gli emendamenti proposti dal governo debbano ancora chiarire agli aquilani quale potrà essere il futuro della ricostruzione, sono arrivati. Pattuglie di tecnici della Protezione civile, accompagnate dalla Polizia e dalla Croce rossa, da ieri mattina hanno iniziato a ispezionare, misurare, recintare e infine espropriare le 20 aree dove, «nei prossimi sei mesi» dovranno sorgere i Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili, i famigerati C.a.s.e.. Un acronimo beffardo per i primi proprietari di piccoli e medi appezzamenti di terreno, spesso il frutto del lavoro di una vita o di più generazioni, che senza essere stati informati preventivamente hanno ricevuto la poco cortese visita degli uomini di Bertolaso.
Si è iniziato a Santa Rufina di Roio, alle pendici del Gran Sasso, e poi a Pagliare di Sassa. Ma, primo problema, le mappe catastali in mano alle pattuglie della Protezione civile non sono aggiornate. A Pagliare di Sassa, per esempio, non risultava sulla mappa un centro commerciale, ancora incompiuto, che il comune voleva acquistare nel suo patrimonio. Ci sono state proteste, con i proprietari dei terreni individuati che hanno contestato il decreto di occupazione, la fase propedeutica all’esproprio. Hanno fatto notare alle pattuglie che vicino ai terreni «individuati» c’era un’area demaniale di una ventina di ettari che avrebbe potuto essere usata senza espropriare nessuno. Contestazioni ci sono state anche ad Assergi e a Sant’Elia, altre aree del vasto territorio dell’Aquila individuate per gli insediamenti delle C.a.s.e.. A nulla sono serviti finora gli appelli all’intervento del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e gli abitanti iniziano a sperimentare quanto la ricostruzione «centralizzata» escogitata dal governo possa diventare un rullo compressore: la Protezione civile non ha intenzione di mollare e vuole continuare con gli espropri, anche se nemmeno gli indennizzi sono stati quantificati e non si sa se dipenderanno dalla destinazione originaria del terreno espropriato e da quella successiva all’edificazione delle C.a.s.e.. Le proteste arrivano anche da parte delle amministrazioni locali perché gli espropri e le successive edificazioni modificano – è scritto nel decreto – i piani regolatori. Nulla, a quanto pare, è stato contrattato con le amministrazioni localie e meno che mai con i cittadini che hanno deciso di riunirsi in un nuovo comitato per contestare il merito e il metodo degli espropri.
Intanto, dopo dieci ore di maratona di lavori parlamentari, nella notte la Commissione ambiente del Senato ha dato il via libera al decreto 39, che è stato calendarizzato per la discussione in aula a partire da martedì 19 maggio.
E all’Aquila arriva forte la protesta dell’Ordine regionale dei giornalisti che denuncia il clima di pesante militarizzazione che si respira nel capoluogo abruzzese: «La volontà dei giornalisti abruzzesi di contribuire alla rinascita dell’Aquila cozza con una evidente militarizzazione della citta’», ha detto il segretario dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Sergio D’Agostino, secondo il quale «questa mattina si è arrivati all’assurdo di impedire perfino al presidente dell’Ordine abruzzese, Stefano Pallotta, di seguire le operazione di installazione del conteiner con l’ufficio provvisorio del Consiglio dell’Ordine. Quell’ufficio rappresenta un presidio per tutti i giornalisti abruzzesi ed italiani, che dal 6 aprile lavorano all’Aquila per consentire alla pubblica opinione di tenere costantemente i fari accesi sulla tragedia del capoluogo. La sua riapertura, che dovrebbe essere salutata come un contributo alla normalizzazione della vita cittadina, viene invece ostacolata di fatto con una incomprensibile militarizzare dell’area. Farlo, vuol dire impedire ancora la ripresa di un’attivita’ che tra le tante ha un evidente valore simbolico: come potranno mai entrare all’Aquila i giornalisti abruzzesi, se neppure il presidente dell’Ordine è in grado di varcare ceck-point degni piu’ di una localita’ mediorientale che di una citta’ in cui tutti gli abruzzesi vogliono tornare a vivere e operare normalmente?». «Non vorremmo altrimenti dover pensare -conclude il segretario dell’Ordine – che invece l’obbiettivo reale, come pure denunciato nei giorni scorsi anche dal servizio pubblico radio-televisivo, sia quello di avere nell’area aquilana giornalisti ‘embedded’, cioe’ sotto stretto controllo, arrivando perfino a limitare l’attività degli organismi rappresentativi dei giornalisti».
Di certo c’è che il clima di plauso continuo per il governo e per Bertolaso che si respirava nei primi giorni del terremoto è ormai definitivamente tramontato. Il capo della Protezione civile e il presidente del consiglio non possono più contare sull’emozione suscitata dall’emergenza per far passare qualsiasi decisione sopra la testa degli aquilani. Ci sarà proprio un bel clima, a luglio, per il G8.

Anna,che ne pensi?
Tutto questo mi pare molto grave!
Guardacaso dove si temono fughe di notizie sgradite, arrivano puntualmente i militari a presidiare i siti.

Baci
Rosa

lotus ha detto...

Perchè viviamo in una società divisa in classi, solo che i borghesi il loro interesse lo difendono bene, mentre noi proletari... siamo ancora parecchio indietro.
Anna, ti vorrei inviare un articolo sul terremoto (dove ti ho citata abbondantemente) ma ho paura che sia troppo lungo (10.000 battute) per un commento. Te lo posso inviare via mail? Oppure lo puoi vedere su
lotusflowerblog.blogspot.com.
Un caloroso saluto
lotus
lotusflower@email.it

Anna ha detto...

Eccomi qui, all'inizio di una nuova notte insonne. Sì, Ascanio Celstini l'ho sentito in diretta. Ho un televisore che mi permette, incredibilmente, di vedere solo RAI3 e LA7, le uniche che vedevo anche prima. A volte la trasmissione salta, ma in linea di massima, riesco a vederle. O, per lo meno, a sentirle.
Rispondo nuovamente a @Lucia dicendo che no, mi spiace, ma non intendo prendere sulle mie spalle e sulle spalle degli Aquilani la colpa degli esiti drammatici di questo terremoto. E' compito dello Stato vigilare affinché i cittadini mettano in sicurezza le proprie case, proprio come vigila affinchè, in auto, portino le cinture di sicurezza. Informare adeguatamente e controllare debitamente.
Per quanto concerte il tema del post, continuo a sostenere che ci sono stati dei favoritismi. Ma non dico nulla di nuovo. 60.000 posti nelle strutture alberghiere non sarebbero stati possibili. E mi rifiuto di credere che i 35.000 in tenda abbiano tutti scelto deliberatamente quella sistemazione. A @fdm dico che non è facile tornare alla guerra una volta che si è assaporata la pace. Ammesso che si riesca ad assaporarla, sapendo che la guerra dilania la tua terra.Chi è andato via ha abbandonato il campo. Non capisco in attesa di cosa. Ma rispetto le decisioni di tutti. Non posso permettermi di giudicare. Ognuno reagisce al dolore in maniera diversa.
Per quanto riguarda il video che mi ha indicato Lucia, purtroppo la mia connessione non mi permette di vederlo. Mi pare di capire che sia in merito agli espropri per edificare i prefabbricati per gli sfollati. Mi rendo conto che è durissimo, dopo aver subito la tragedia, vedersi privare anche del pezzo di terra che si aveva a disposizione....accidenti, proprio ora una scossa di terremoto......
Dicevo che sono contraria a questi insediamenti che non saranno provvisori. Io non ci andrò, questo è certo. Ma gli espropri si rendono necessari. Sono però certa, come già scrivevo, che si siano consumate ingiustizie anche in questo campo. Sono d'accordo con fdm circa il potere nato dopo il terremoto. Nuovo potere in mano a vecchi trafficoni. Quelli di sempre.Quelli che restano comunque a galla, anche nelle tragedie.

Andrea De Luca ha detto...

perchè siamo in Italia

un abbraccio Anna

cristina ha detto...

non lo so Anna se è stata a questo punto veramente una scelta di pochi e costrizione di molti.....un bacio

Lys ha detto...

Anna, seguo il tuo blog dal giorno del terremoto. Ho apprezzato ed apprezzo il contributo che dai con la tua presenza e con la tua testimonianza, ma qualche volta mi trovo a criticare certe tue affermazioni che trovo inutilmente forzate.

Chiedi perché il ceto medio se la passi meglio dei poveracci e ventili sottintese "manovre" di chissà chi.
Ma la risposta è già presente nella domanda: il ceto medio se la passa SEMPRE meglio dei poveracci, per definizione. Il poveraccio che trova il modo di crescere economicamente e culturalmente smette di essere un poveraccio e diventa ceto medio. Il ceto medio che perde i suoi averi e si scorda di avere una cultura diventa poveraccio.

Come mai un'occasione di sistemarsi in albergo è stata colta soprattutto dalle persone che hanno un'età non troppo avanzata, un discreto livello culturale, capacità di leggere le notizie e di prendere velocemente decisioni, confidenza nelle proprie scelte? Perché sono come sono.
Invece quelli che sono troppo anziani (e non hanno chi si occupi di loro), quelli che sanno poco l'italiano (che siano immigrati o semplicemente italiani che non hanno avuto modo di studiare), quelli che non si informano, quelli che aspettano che qualcuno li porti per mano... quelli, stanno ancora nelle tende a chiedersi che cosa sia successo loro.

Questo per rispondere alla domanda generale.

Se poi qualcuno, con qualche soldo in più e qualche contatto in più, si è fatto sistemare a spese dello stato nel residence di lusso di un suo amico... be', allora la risposta è, sì, che siamo in Italia, il paese dei Mastella, dei Cuffaro, dei Berlusconi e via discorrendo. Chi ha buoni amici se la cava sempre meglio.
Che fine ha fatto la promessa di Berlusconi di offrire le sue ville?
Perché non c'è nessun immigrato macedone che coglie l'occasione al volo e scrive a Vespa e gli dice "ok, eccomi qua, io sarei felice di essere accolto temporaneamente in una delle ville di Berlusconi, lei che lo vede così spesso ci metta una buona parola"?

Io non conosco approfonditamente L'Aquila. Ho sposato un'aquilana e conosco la città, ma non conosco i nomi illustri, i maggiorenti. Però sono sicuro, matematicamente, anche senza conoscerli, che quelle persone non stanno in tendopoli, non stanno negli alberghi sulla costa (come i miei suoceri, ceto medio) ma staranno nelle loro ville a Ischia o a Capri o ospiti di qualche illustre amico, magari sul lago di Garda. Oppure si stanno facendo una lunga crociera su uno yacht di lusso in attesa che smettano le scosse e che ci sia di nuovo una città da gestire su cui mettere le mani.

Perché i ricchi, i politici di mestiere, gli industriali, se la passano sempre meglio dei poveracci (e del ceto medio, ovviamente)? Perché sono ricchi, perché gesticono il potere politico e quello economico.

Monsieur de La Palisse non era uno stupido.

Anonimo ha detto...

Anna, non ho mai detto di prenderti, o prendervi, sulle spalle il peso di questa tragedia.
E' ovvio che lo Stato non c'era, e se c'era dormiva. Ma questo è il nostro Stato, la Pezzopane che oggi protesta poteva fare qualcosa, da sinistra, come potevano farlo quelli di destra. TUTTA la classe politica, chi sistematicamente chi una tantum per non differenziarsi dal gregge, era, ed è, una classe politica di ignavi. Si va da chi rubava direttamente, alla luce del sole e senza vergogna, a chi si voltava dall'altra parte quando vedeva rubare. Quello che ho detto è ben diverso, quindi: è una speranza, un afflato ragionevole, che non ci si affidi, ben sapendo da chi siamo gestiti, a NESSUNO se non a se stessi, almeno fino a quando questo Paese non tornerà un Paese costruito dalla buona volontà degli uomini e da una classe dirigente che diriga, non rubando, non mentendo.
E se questa classe dovesse restare utopia si prenda esempio da quelli che abitano nella casetta di legno che oggi tu stessa Anna vorresti per te, che quando l'hanno acquistata sono stati presi in giro dagli amici perchè rinunciavano allo status symbol del casone in cemento e finiture di pregio. Non devi assumerti nessun peso sulle spalle, Anna, se non quello di contribuire nel tuo piccolo, come spero faranno tutti gli aquilani, a formare una classe di bambini, ragazzi, adulti, con gli occhi aperti. Se lo studente di ingegneria, il geometra, l'architetto o il manovale di oggi o di domani sentirà ingiusto l'arricchirsi sulle vite degli altri sulla base di questo evento non sarà un piccolo passo, ma una rivoluzione della coscienza civile. Che certa politica non la potrà più scegliere per decenza!
Un bacio, Lucia

NADIA ha detto...

hola querida,
la risposta potrebbe sembrare ovvia perchè non siamo stati mai tutti uguali, perchè chi ha una conoscenza altolocata starà sempre megluio del popolino!!!
ti abbraccio forte!!

Anna ha detto...

@Anonimo che cita La Palisse,
hai risposto benissimo alla mia domanda pleonastica. Lo so che il motivo di tutto ciò è lapalissiano. Mi consentirai, però, di incazzarmi ancora una volta contro ciò che appare scontato e non dovrebbe esserlo? Sarebbe impensabile,vero, che il ceto medio che può permetterselo avesse trovato alloggi alternativi, come ho fatto io, e avesse lasciato il posto in hotel ai disgraziati, che ignorano quali canali usare per non vivere in tenda? Sì, impensabile. Sono la solita pazza sognatrice, visionaria.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

La solita storia Anna che vediamo ogni volta purtroppo. Le foto che hai postato sono eloquenti e la tua denuncia fa rumore.

Visionaria? No, solo ogni volta come me speri che qualcosa cambi ma per adesso tutto si ripete ritualmente allo stesso modo. Ma non bisogna demordere e quello che tu fai é davvero importante.

Ti abbraccio
Daniele

GIORGIO ha detto...

PURTROPPO QUESTA E L'ITALIA....GLI AMICI DEGLI AMICI DEGLI AMICI DI SILVIO DEVONO STARE BENE ...I POVERI QUELLI CHE NON HANNO SANTI IN PARADISO....RESTANO DOVE SONO

Alessandro MT ha detto...

scusami Anna se devio e torno sull'esproprio,fossi in te ripenserei alla necessita' di farlo...perchè mai dovrebbero espropriare terreni,per lo piu' agricoli,per usarli provvisoriamente?? cosa ne faranno dopo di quei terreni?? magari dopo potrebbero darlo a qualche amico di amici e farli diventare edificabili speculando alla grande...o peggio ancora lasciandovi li in modo definitivo,in irpinia cè ancora gente che vive che vive nei prefabbricati,non dimentichiamolo.Saro io che sono prevenuto e vedo il male dappertutto ma fossi in te non sarei cosi certo di questa necessita'..
semplice curiosita',sapete che stanno raccogliendo adesioni perchè vogliono candidare berlusconi per il nobel della pace??? (non metto il link per non fargli pubblicita') ma dico io, siamo davvero impazziti???
ciao Anna ,buona giornata :D

Anna ha detto...

Le "casette antisimiche", a mio avviso, altro non sono che la "new town" annunciata da Berlusconi alla prim'ora. Gli abitanti del centro storico, noi, prima di vedere le nostre case ricostruite, dovremo aspettare 8 anni, parole di Bertolaso in un consiglio comunale. Più di 10, dico io. 15, forse.L'emergenza che viviamo giustifica tutto.Giustifica un apparato militare che non si vede neanche in guerra. Giustifica i superpoteri decisionali conferiti al capo della protezione civile.Al servizo del governo centrale. In questa cornice si staglieranno politici e politicanti locali,persone di basso profilo morale, che consumeranno favoritismi e faide.Serviche troveranno il loro tornaconto personale. I terreni espropriati sono, per la maggior parte, agricoli. Nessuno più li coltiverà, togliendo alla nostra città quel polmone verde che costituiva parte integrante della sua bellezza. Bertolaso sostiene che , una volta gli Aquilani rientrati nelle case, i moduli prefabbricati diventeranno campus universitari. Io credo che, al contrario, diventeranno terreni edificabili ma, a quel punto, non saranno più dei privati. E qualche immobiliare sarà pronta all'acquisto. Ma noi cosa possiamo fare? Noi sfollati abbiamo interessi primari, quelli di ricominciare a vivere e di avere una casa. La mia, ammesso che me la daranno, non sarà un loculo arredato Ikea.Seppur antisismico. Non morirò lì dentro.Io mi tiro fuori. Io me la faccio con le mie mani....

Lys ha detto...

Incazzarsi è un diritto. Essere sognatori e visionari pure. Personalmente mi incazzo molto. Probabilmente sono un po' meno sognatore e visionario di te, ma di poco.

Il problema delle tautologie riproposte sotto forma di domanda retorica è che si richia di non capire se uno ci è o ci fa.
Visto che abbiamo chiarito che la domanda era pleonastica anche per te, possiamo passare al concetto successivo. Perché il ceto medio dovrebbe "sacrificarsi" al posto dei poveracci? Per munificenza? Per solidarietà? Per carità cristiana? Per paternalismo?

Dici "come ho fatto io".
Io credo di aver capito, leggendo il tuo blog, che le tue motivazioni per non andare in albergo non abbiano niente a che vedere col "lasciare il posto ad un disgraziato". L'hai fatto, come hai detto più volte, perché non vuoi lasciare i luoghi che senti tuoi, la tua casa, il tuo negozio, la tua terra, in attesa di chissà cosa o di chissà chi. E fai bene! Io ti stimo molto per questo. Ma non facciamola passare per beneficenza.

Il ceto medio non è fatto di altruisti benefattori. Si, magari va a donare il sangue, fa un po' di volontariato, regala gli abiti vecchi alla Caritas, ma non ha la vocazione del missionario... e la beneficenza la fa soltanto quando non intacca il suo tenore di vita.
Cercarsi un appartamento in affitto è un costo sensibile per una famiglia che è rimasta fuori da casa sua. Pensare che lo faccia
per lasciare il posto in albergo ai più bisognosi è un concetto che va oltre la beneficenza. Chi lo fa (e lo fanno in tanti, lo sappiamo bene) lo fa per se stesso, perché non vuole più sentirsi "ospite fuori da casa sua" e vuole recuperare un po' di autonomia e di solidità, analogamente a quanto hai fatto tu col tuo container.

Sono convinto che chi ha una soluzione alternativa (seconde case, parenti che ospitano, ecc.)non rimane a fare la cariatide in albergo sulla costa. In albergo sei lontano da tutto ciò che è tuo, i tuoi beni sono quelli che sei riuscito ad infilare in due valigie, vivi della "carità" che ti fa lo stato (e per un ceto medio questa è una cosa pesante, se non ci è proprio costretto).
No, sono convinto che nessun ospite degli alberghi sia contento di stare lì: se avessero un'alternativa propria, la userebbero perché ci starebbero meglio. Stanno lì perché per ora non possono rientrare in casa e non hanno alternative migliori, ma non vedono l'ora di andarsene.

E quando potranno farlo, quando rientreranno in casa loro (o simili) e lasceranno liberi quei posti in albergo, i poveracci continueranno a stare nelle tendopoli perché nessuno si prenderà la briga di dirgli che basta fare una domanda per essere ospitati in albergo.

Tuo "anonimo" che non è proprio anonimo, visto che si firma con nick e blog.

Pro-Abruzzo ha detto...

Noi di perchè ne abbiamo 1000......risposte ai nostri perchè? 1...forse

silvano ha detto...

Come si fa a rispondere?
A 16 anni mi sono letto (lo so sono un po' particolare) tutto il capitale di Marx, non capendone nulla. Dopo 30 anni però un paio di cose le ho capite.
Marx era un genio. Ci hanno raccontato un sacco di balle che fosse sbagliata la sua analisi e che abbia fatto il suo tempo. In realtà è attualissimo e 150 anni fa aveva spiegato nei minimi particolari i fatti cui ora stiamo assistendo.
Infine la lotta di classe c'è, e anche la coscienza, inconscia, di classe: peccato che la lotta di classe la portino avanti con crudeltà solo la borghesia e la piccola borghesia. Le persone perbene vengono emarginate e cannibalizzate dagli squali della società. Poi quando provano ad alzare la testa li bastonano. Così va il mondo specie quando è in difficoltà.
ciao.

Nemo ha detto...

In Italia, ahimè, non c'è più un criterio. Specialmente per i più deboli.

Bruno ha detto...

perchè l'italia funziona cosi .... se sei amico o parente vai bene altrimenti sei un numero.... ciao un abbraccio

chicchina ha detto...

Leggo e seguo questo blog,ma non volevo farti perdere tempo con commenti scontati.E invece ora mi sono decisa a lasciare un segno,per esprimerti solidarietà e stima,per quanto stai facendo.Come cittadina non mi stanco di seguire le vicende che interessano l'Abbruzzo,ma anche noi tutti.Molte cose non ci convincono ,ne parliamo discutiamo cerchiamo di promuovere qualche iniziativa,troppo poco,capisco.
E la paura che ci si possa dimenticare,che le discussioni seguano altre strade,distogliendoci da quanto si cerca di programmare alle vostre e alle nostre spalle ,è reale.
Seguirò il tuo blog,perchè sono sicura di avere ottime informazioni,e se c'è qualcosa che possiamo fare,fra gli amici dei blog,ci basta un suggerimento.
Un cordiale saluto.

Anna ha detto...

@Lys,
perdonami se ti ho attribuito un anonimo che non ti compete. Approfondirò la lettura del tuo blog.
Non mi piace la parola ed il concetto di beneficenza. E poi, in questo caso, non sarebbe tale. Parlerei piuttosto di solidarietà. E, se la solidarietà non si trova nemmeno fra persone che hanno subito lo stesso dramma, allora sono proprio un'aliena. Ma questo già lo sapevo. Io sono qui anche per solidarietà con chi è rimasto.Ho sempre detto che voglio restare fra la mia gente.Mi sentirei, oltre ad una questuante, anche in colpa nell'essere in un letto comodo e nel consumare pasti decenti in un hotel, mentre altri, qui, soffrono le pene dell'inferno. Ma questa è "colpa" dell'educazione che ho ricevuto.Comunque mi hai dato un ottimo spunto: inizierò ad informare, per quanto nelle mie possibilità, gli sfollati in tenda dell'eventualità degli alberghi. Vedremo se vorranno andare e se ci saranno posti per loro.

@ Silvano, amico mio,
anche io lessi Il Capitale all'età di 16 anni. Senza capirci assolutamente nulla. Oggi più che mai ne comprendo l'attualità. E tu mi hai dato un'ulteriore mano. Ciao.

stefy61 ha detto...

E' tardi, non ce l'ho fatta a leggere attentamente tutti i post ma, scorrendoli ho visto che in molti si dice che le cose sono così prechè "siamo in Italia" .... da cui trapelava una certa rassegnazione, o forse sono io che l'ho letta casì?
Comunque io non mi voglio rassegnare ... e credo che Anna faccia bene a continuare a denunciare le cose che non vanno, anche se molti di noi se lo immaginano e l'hanno già visto in mille altre occasioni. Le cose vengono fatte così in Italia ed in molti altri posti del mondo ma finchè abbiamo voce, secondo me, abbiamo il dovere di gridare e cercare di cambiare questo mondo.
Io non ci sto!!!

Serena notte

Stefy61

Lotus ha detto...

... siamo in Italia...
bè, veramente pensiamo che altrove sia differente, che non ci siano poveracci e ricconi?
A me sto fatto del "siamo in italia" non mi piace percheè presuppone e implica 1) che le cose sono sempre andate ed andranno sempre così... che vuoi farci? 2) che in francia o in Germania o altrove le cose siano meglio (???) 3) che la colpa è sempre di altri e mai, direttamente, la nostra.
Invece di dire "siamo in italia" sarebbe più giusto dire "sono un caprone perchè continuo a votarli, a credere nei sindacati, ad accettarli e non inizio la strada della lotta per superare questa società, per un mondo migliore". Questo si potrebbe dire... e sarebbe molto più costruttivo

Anonimo ha detto...

E' inutile parlare se non si conoscono i fatti... L'opportunità di andare sulla costa è stata data a TUTTI e ripeto TUTTI!! Chiunque arrivava sulla costa i giorni immediatamente successivi al sisma, e si recava dai carabinieri del paese di arrivo, riceveva alloggio in 5/10 minuti. Hanno messo a disposizione anche autobus GRATUITI che partivano ogni 30/60 min. Quindi è inutile parlare di serie "A" o serie "B", chi non è partito NON è voluto partire....

Serena ha detto...

Scelte. Questa secondo me è la risposta. Studiavo a L'Aquila e tutti quelli che conosco, TUTTI quelli che l'hanno chiesto, dall'operaio all'estetista, dall'istruttore di nuoto al professore, TUTTI hanno avuto un posto nelle strutture costiere. Molti professori che conosco hanno scelto di rimanere li, molti benestanti (come il mio padrone di casa) sono tuttora a L'Aquila.... molti operai, molti stranieri che conosco, molta gente umile sono qui... e li incontro, perchè ci abito vicino al mare.
Quello che succede li nn lo so perchè nn vivo la quotidianetà, ma questo lo so...so di persone normali che nn riuscivano a vivere piu in una stanza d'albergo e hanno chiesto e ricevuto un residence, di altri che avevano necessita di riavvicinarsi ai parenti malati e sono stati spostati.
Questo so.

Anonimo ha detto...

Mercoledì otto aprile, dopo due notti trascorse in macchina, a vegliare sulle macerie della mia casa, salii su un autobus che mi portò a Giulianova. In un albergo. Vado spesso all'Aquila, incontro amiche ed amici, parenti e colleghi. Ascolto il loro dolore, accetto il loro rancore. Risalgo in macchina e piango. Colpevole di essere esule. E quel dolore che mi trascino ogni volta sulla strada del ritorno pesa talmente tanto che mi passa la voglia di tornare. Sono stanca di sentirmi in colpa.